Lunedì, 14 Marzo 2016 08:59

Molinaro (Fp Cgil): 'Da Scura e Urbani il colpo finale alla sanità calabrese'

Scritto da Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo

Qualcuno, sin dal 2009, aveva posto la speranza che, attraverso il piano di rientro dal debito sanitario, la sanità calabrese poteva essere messa nelle condizioni di funzionare, nella legalità e nella trasparenza, razionalizzando, tagliando sprechi e inappropriatezza dei ricoveri, colpendo ladroni e speculatori di ogni risma.

Invece, hanno tagliato e falcidiato i servizi e il personale (oltre 3 mila posti persi con il blocco del turnover), chiuso 18 ospedali e riconvertito nulla in case della salute, abbiamo fatto pagare ai cittadini la più alta tassazione tra le regionali italiane.

Dopo Loiero, che almeno si era battuto per evitare il commissariamento per le previste conseguenti penalizzazioni, abbiamo avuto Scopelliti commissario, abbiamo pagato profumatamente (per consulenti e KPMG e ulteriori commissari e sub-commissari) fior di centinaia di migliaia di euro, per poi avere i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti, anche del presidente della nostra Regione.

A questa situazione deludente mancava solo il colpo finale, messo in atto dal commissario ad acta Scura e dal sub-commissario Urbani in perfetta sintonia autoreferenziale, per umiliare ulteriormente il popolo calabrese attraverso il DCA n. 30/2016 .

Lo hanno anche subito rettificato, dopo le vibranti proteste, per avvalorare la "tesi propagandistica" di avere complessivamente aumentato (sulla carta) la dotazione di posti letto per acuzie e sub-acuzie, tra l’altro imposto dalla normativa nazionale che definisce gli standard posti letto/popolazione (3,7% di cui 0,7% di post acuzie per 1000 abitanti-decreto ministero della Salute n. 70 del 02 aprile 2015).

La verità è che si tagliano reparti e servizi ai cittadini, strutture semplici e complesse con i relativi livelli di responsabilità, con una redistribuzione iniqua dei posti letto della rete ospedaliera calata dall’alto che poco ha a che vedere con le esigenze vere di salute dei cittadini, mentre implementare "la centralità del territorio" appare come una chimera in questo momento.

Pura ragioneria con numeri che non tornano e risorse umane ed economiche che mancano.

La sanità è una coperta sempre più stretta che deve coprire tutti, ma non può essere penalizzante troppo nel rapporto tra i territori (ad esempio, l'Asp di Vbo Valentia), tra pubblico e privato accreditato (ad esempio, l'Asp di Crotone)

Una scelta scellerata che sta generando una ribellione generalizzata .

Lo scontro istituzionale in atto ad opera delle scelte del commissario accentua la sfiducia dei cittadini, svilisce il ruolo della politica, della Regione Calabria e della partecipazione democratica.

Il commissariamento della Sanità così gestito nuoce alla Calabria e alla democrazia.

Bisogna andare oltre il piano di rientro e il commissariamento, la sanità pubblica e universalistica tutelata dalla nostra carta costituzionale, non può essere solo un costo ragionieristico, ma va rilanciata attraverso la predisposizione degli atti aziendali e del fabbisogno di personale accompagnato da un Piano Operativo 2016-2018 che non rimanga sulla carta .

Va agevolato un patto tra cittadini, operatori e istituzioni, per una medicina di iniziativa che faccia funzionare gli ospedali e le attività sul territorio garantendo le risorse umane necessarie.

Questo non lo può fare un commissario!

Non si riforma profondamente l’organizzazione sanitaria senza le istituzioni regionali, senza considerare i territori e le aree disagiate, i direttori generali delle Asp, i sindaci, le associazioni, il sindacato, gli operatori sanitari e i cittadini.

Era necessario imporre questa ipoteca non condivisa sull’organizzazione della rete ospedaliera, senza aprire una fase di ascolto?

La ribellione nei territori è già partita, nel Vibonese si dimettono persino 16 primari contro l’attacco assurdo alla sanità dell’Azienda sanitaria provinciale, unanime è la richiesta di revoca del DCA 30/2015 .

Si dia corso ad un nuovo inizio, ad una programmazione di ampio respiro, per rilanciare un confronto serio sulla sanità calabrese recuperando la fiducia dei cittadini in tutti i territori considerando che ancora non si garantiscono i LEA (Livelli essenziali di assistenza), aumentano le liste di attesa, si emigra abbondantemente verso altre regioni  per alleviare le sofferenze dal bisogno di salute.

I dati dicono che il commissariamento non ha funzionato. La politica regionale sappia reagire e guidare questo processo. Siamo in un momento difficile della vita politica, economica e sociale della Calabria. Quello che sta avvenendo nel settore sanitario in Calabria pone un problema enorme di "Emergenza democratica". Il governo nazionale e il ministro Lorenzin ne prendano atto. Il presidente Oliverio lo ha già fatto.

Forse è ora di una grande, forte e democratica mobilitazione regionale.

Il "piano di rientro commissariato" non può essere un percorso senza fine.

Vincenzo Molinaro

Segretario Generale Funzione pubblica CGIL Vibo Valentia

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