Il vicepresidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, è stato oggi pomeriggio a Serra San Bruno dove ha fatto visita al Santuario regionale di Santa Maria del Bosco e alla Certosa. Ad accompagnare il componente dell’esecutivo regionale - che ricoprire le deleghe alla Cultura, alle Politiche del commercio e dell’artigianato, alla legalità e alla sicurezza - c’erano il consigliere regionale, Luigi Tassone, il responsabile amministrativo nella struttura del vicepresidente, Fabio Valente, e i componenti della struttura.

Dopo una breve visita al Santuario di Santa Maria, Spirlì si è recato al Museo della Certosa, per poi entrare nel monastero certosino, accolto dal priore Dom Ignazio Iannizzotto. A seguire, il vicepresidente della Regione si è concesso alle domande dei giornalisti. Con riferimento, in particolare, a dei lavori che interesseranno una statua di San Bruno, Spirlì ha fatto sapere che «come assessorato saremo vicini per ciò che riguarda la fase organizzativa. So che ci saranno altri enti che parteciperanno a questa operazione, di conseguenza per tutto quello che avranno bisogno, noi ci saremo. In futuro, invece, parleremo di qualcosa di specifico che riguarda la storia della Certosa e del Museo. Attraverso un progetto del nostro assessorato, cercheremo di virtualizzare anche il Museo della Certosa, in modo da renderlo fruibile alle persone affette da sordità, questo nell’ambito di un progetto più ampio di fruibilità dei luoghi dell’arte in tutta la regione: musei, fondazioni, aree archeologiche e, perché no, anche questo meraviglioso luogo che non è solo identitario per Serra San Bruno, ma per l’intera Calabria, sia da un punto di vista storico ma, soprattutto, sul piano religioso. È il cuore della nostra religiosità e rappresenta, forse, uno dei primi luoghi - assieme a quelli basiliani e al Santuario di San Francesco di Paola - in cui la spiritualità calabrese ha trovato la cristianità».

Riferendosi al Santuario di Santa Maria del Bosco, invece, Spirlì ha precisato che «c’è un progetto che ho recuperato e che era stato abbandonato nei cassetti della Regione ormai da qualche decennio, sul quale stiamo lavorando in questi giorni proprio per mettere in piedi quella famosa legge che riguarda tutti i Santuari mariani calabresi, un polmone non solo di spiritualità ma di identità della nostra gente e della nostra terra».