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Martedì, 26 Luglio 2016 17:54

Pd Vibo, minoranza contro Censore: 'Se pensano di metterci da parte si sbagliano'

Scritto da Redazione
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VIBO VALENTIA - All'indomani del congresso del Partito democratico, che ha visto l'elezione di Enzo Insardà alla carica di segretario provinciale, ad intervenire tramite in una nota sono Francesco De Nisi, Gianluca Callipo, Antonio Lo Schiavo e Stefano Soriano, espressione dell'area minoritaria del partito, che si pone in contrapposizione a quella capitana dal deputato serrese, Bruno Censore.

«Il congresso provinciale del Pd, nei termini e nei modi in cui è stato celebrato – si legge nel comunicato - conferma in maniera plastica la spaccatura che da tempo caratterizza il partito nel Vibonese e certifica il fallimento di una politica muscolare, tutta concentrata sul consolidamento e sulla perpetuazione di vecchie posizioni di potere, che nulla hanno a che fare con il rinnovamento e con il cambiamento che il Pd dovrebbe riuscire a esprimere. I nostri appelli all'inclusione sono rimasti inascoltati e, alla fine, è accaduto quanto speravamo non succedesse: il Pd vibonese ha certificato la sua debolezza politica e organizzativa, restituendo all'opinione pubblica l'immagine di un partito dimezzato, diviso e con un segretario non legittimato». A giudizio di De Nisi, Callipo, Lo Schiavo e Soriano, «l'assenza ieri di rappresentanti della segreteria nazionale e regionale appare come la più cocente smentita di chi ha voluto a tutti i costi questo congresso, confermando ancora una volta lo stesso modus operandi e cioè la volontà di continuare a dividere, non preoccupandosi invece che da queste continue forzature deriva il progressivo disimpegno e disinnamoramento dei nostri iscritti , che assistono all'assenza di un vero dibattito politico ma solo alla solita discussione autoreferenziale che non interessa più nessuno».

Sulla decisione di aver rimandato di una settimana la definizione degli organismi statutari e la nomina dei componenti della segreteria, per i quattro rappresentanti del Pd «non si tratta di un segno di distensione e di mano tesa alla minoranza, ma in realtà nasconde l'estremo e goffo tentativo di recuperare una legittimazione che manca a questo Pd vibonese. Per quanto ci riguarda ribadiamo con piena convinzione i motivi che ci hanno indotto a non partecipare, e cioè la mancanza e la conseguente violazione di regole certe e condivise, che consentano ad ognuno di misurarsi nella vita democratica del partito . Ecco perché non parteciperemo ad alcun organismo, ma continueremo la nostra battaglia per cambiare questo stato di cose e consentire finalmente al Pd vibonese di evolversi in un organizzazione politica moderna, inclusiva e aperta alle migliori energie della società vibonese. Dovrà rassegnarsi – concludono - chi pensa di potere mettere facilmente da parte chi, invece, in prima persona e con ruoli regionali e nazionali, lavora per la costruzione di una vera forza progressista e riformista».

 

 

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