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Martedì, 25 Agosto 2015 15:40

Tutti al mare. Piano di rilancio per l’ospedale di Soverato. Il 'San Bruno' resta a secco

Scritto da Salvatore Albanese
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Le “pressioni” politiche esercitate poco meno di due settimane fa, pare stiano sortendo gli effetti sperati, e il presidio sanitario di Soverato si prepara a beneficiare, nei prossimi giorni, di un dettagliato Piano di rilancio che dovrebbe portare al potenziamento del personale e dell’offerta sanitaria erogata dalla struttura. Solo lo scorso 12 agosto, infatti, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, aveva incontrato per l’ultima volta il commissario ad acta Massimo Scura, con l’intento di discutere proprio del rilancio dell’ospedale soveratese. Al centro dell’iniziativa la richiesta di un’autorizzazione immediata, atta al mantenimento del Punto nascita in un presidio che, a pochi chilometri di distanza, vede comunque insistere altri importanti nosocomi, quali, in primis, il Pugliese-Ciaccio di Catanzaro ed il Policlinico Universitario di Germaneto.

Ma, ciò nonostante, ecco che per i prossimi giorni è previsto a Soverato l’arrivo di nuove unità professionali, da assumere a tempo di record, e che non interesseranno solo il mantenimento del reparto di Ginecologia e Ostetricia (che tra l’altro non ha raggiunto la soglia dei 500 parti annui richiesti dal Piano di rientro per il mantenimento delle unità operative e pare possa beneficiare, in tal senso, di ulteriori due anni di “proroga”), ma anche il reparto di Pediatria (che nel recente passato ha addirittura rischiato la chiusura) e quello di Ortopedia (che tornerà invece ad essere struttura complessa con l’arrivo di un primario e due medici). Queste le novità più salienti emerse nell’ambito dei provvedimenti regionali sulle nuove assunzioni nelle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi per potenziare e rilanciare, quindi, anche l’ospedale generale di Soverato. Un risultato che – come già detto – è maturato in seguito ad una serie di interlocuzioni con i rappresentanti del territorio, tra i quali il presidente della Provincia Enzo Bruno, il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, e quello di Satriano, Michele Drosi, capaci di far pesare le loro richieste direttamente sul tavolo del commissario ad acta per la sanità, Massimo Scura. 

E se la costa jonica catanzarese sorride, tutt’altro clima si registra invece per la sanità vibonese ed, in particolare, per quella della fascia montana delle Serre, che – alla luce del nuovo Piano sanitario – proposto nella primavera scorsa, si prepara ad assistere all’ulteriore depauperamento del presidio San Bruno. Proprio l’ospedale ubicato nella cittadina della Certosa – identificato come nosocomio di zona montana – pare orientato a perdere il servizio di Laboratorio analisi e, una volta ultimato il nuovo ospedale di Vibo, anche i posti letto in dotazione alla struttura. Un continuo disfacimento dell’offerta sanitaria del comprensorio montano, in piena continuità, dunque, con le politiche adottate dall’ex commissario Giuseppe Scopelliti, grazie alle quali già negli anni passati erano stati definitivamente soppressi i reparti di Cardiologia e Chirurgia (chiusi nel 2011) e prima ancora (nel 2007) con la gestione Loiero che aveva portato alla soppressione dei reparti di Ginecologia-Ostetricia e Pediatria. Catastrofica anche la situazione afferente alla pianta organica del presidio dove quasi tutti i reparti risultano sottodimensionati e, soprattutto, ancora si registra la presenza di una sola anestesista, contro i quattro previsti. Terra bruciata anche tutt'attorno a Serra San Bruno, dove – restando proprio nel comprensorio delle Serre e Preserre – si sono registrate nel 2011 le definitive chiusure degli ospedali di Soriano Calabro (convertito in semplice Cpta) e di quello, nell’Asp catanzarese, di Chiaravalle Centrale (ancora non del tutto convertito in Casa della Salute).

Un territorio, dunque – quello montano – destinato al totale “impoverimento” anche in termini di offerta clicnico-sanitaria, vista la contestuale carenza di strutture private. Scenario del tutto opposto rispetto a quello del Soveratese e del Catanzarese, dove anche l’incidenza di posti letto resta di gran lunga maggiore rispetto a quelli dell’intera Provincia di Vibo.

Al netto di qualsivoglia retorica campanilistica, nella piena consapevolezza che – quantomeno – i livelli minimi di assistenza dovrebbero essere garantiti per tutti, in particolare per chi risiede in territori montani, i cittadini delle Serre hanno quindi smesso di chiedersi il perché di questa continua iniqua distribuzione dei servizi, e stanno già correndo a comprare i costumi da bagno.