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Sabato, 15 Agosto 2020 11:08

‘Uniti per Serra’ non sembra poi così unita. I “salerniani” rimarcano le distanze e la coperta pare già troppo corta

Scritto da Redazione
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Ha spiazzato tutti (o quasi tutti) l’uscita di ieri di Jlenia Tucci, Gregorio De Caria, Rosa Vellone e Giuseppe De Raffele, che a poche ore di distanza dall’ennesima dichiarazione partorita dal loro stesso capolista, Antonio Procopio, rispetto alla propria estrazione e collocazione politica, hanno inteso ancora una volta ribattere per le rime sull'argomento. E lo hanno fatto pubblicamente, addirittura con una nota stampa scritta a otto mani, senza quindi il coinvolgimento degli altri componenti della lista che fa leva sull’alleanza Censore/Salerno. Un fatto, questo, che dà l’idea di un timido “corto circuito comunicativo” all’interno della compagine.

«È ben noto che il mio campo politico di origine è il centrosinistra pur non avendo al momento tessere di partito» aveva ribadito solo ventiquattro ore prima Antonio Procopio ai microfoni di Rs98, rimarcando dunque senza mezzi termini un commento che lo stesso si era già lasciato sfuggire durante il discorso della presentazione ufficiale della lista a suo sostegno. Già all’epoca il passaggio aveva generato dei taciti malumori per il “sottogruppo salerniano”, emersi però con forza e in maniera pubblica questa volta: «La nostra collocazione politica è stata, è e sarà sempre nel centrodestra, nei cui valori ci riconosciamo» hanno infatti avuto premura di far sapere Tucci, De Caria, Vellone e De Raffele, tra l’altro senza che nessuno avesse mai messo in dubbio la loro posizione partitica o gliene avesse chiesto conto. Altro distinguo importante, che non è passato inosservato e che è sembrato quasi un attacco frontale al passato recente del centrosinistra serrese, il passaggio con cui ancora i 4 candidati hanno inteso evidenziare: «Per quanto riguarda le amministrazioni precedenti, noi rispondiamo di quanto prodotto da marzo 2019 a febbraio 2020».

È facile allora immaginare che all’interno della lista “Uniti per Serra” si sia generata una lieve crepa o che comunque non ci sia piena sintonia e coordinamento rispetto alle "cose" da dire o non dire pubblicamente. Una crepa nata attorno alla necessità di tentare di preservare (sembra ad oggi con grande difficoltà) l'idea di un candidato a sindaco presentato come «giusta figura di sintesi». Vicino in egual misura alle due anime che formano la compagine. Così forse non è, tanto che anche il fatto che lo stesso Procopio si sia presentato in radio in compresenza con l’ex parlamentare del Partito democratico Bruno Censore avrebbe – secondo i meglio informati – generato ulteriore insofferenza tra i “salerniani”, relegati quasi a un ruolo marginale all’interno del gruppo.

Sarà allora il responso delle urne a fare chiarezza sui reali equilibri di forza intestini alla compagine che già ora, però, presenta un marcato squilibrio con 4 candidati riconducibile all’ex gruppo di centrodestra “In alto volare” (proprio Tucci, De Caria, Vellone e De Raffele) e altri 8 che invece sembrano più vicini al Pd di Bruno Censore. Se a questi ultimi si aggiunge il candidato a sindaco Antonio Procopio ecco che allora l’ago della bilancio sembra pendere inequivocabilmente da un lato, quello del centrosinistra. Solo appena sarà stata pescata l’ultima scheda dal fondo delle urne, nel tardo pomeriggio del 21 settembre prossimo, in caso di vittoria di Procopio, si potrà verificare nel concreto quanti e quali “salerniani” si saranno assicurati un seggio in Consiglio comunale. In tal senso una rappresentanza esigua potrebbe costringerli ulteriormente all’angolo, considerando anche che – come già detto – Procopio ha annunciato di «non avere al momento tessere di partito», senza aver però mai specificato se abbia o meno l’intenzione di sottoscriverle nel futuro imminente. Magari nei giorni immediatamente successivi al voto.