mini mongiana

MONGIANA – Un’altra vittima del lavoro, un’altra morte bianca si aggiunge a quella che è un’autentica carneficina e che purtroppo viene sottostimata dalle statistiche ufficiali e ignorata dalla politica. Nazzanero Nadile, il boscaiolo 42enne che da alcuni giorni si trovava dalla ricoverato in gravissime condizioni presso il reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, dov’era giunto, a bordo di un elicottero del 118, in seguito alle conseguenze di un incidente sul lavoro che lo avevano costretto a lottare tra la vita e la morte, è morto ieri pomeriggio. Il giovane non ce l’ha fatta, è deceduto dopo le gravi ferite riportate in quella che avrebbe dovuto essere una delle tante mattinate di lavoro e che invece si è trasformata in una tragedia. 

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mini ospedale_serraSERRA SAN BRUNO - Quando il 23 marzo 1976, sul settimanale “Calabria Settegiorni”, il giornalista serrese Franco Gambino, con un articolo dal titolo “Un ospedale in frigorifero”, ammonì l’intera classe politica circa i ritardi nell’apertura dell’ospedale di Serra, intese dimostrare come il necessario avvio del nosocomio e con esso il reparto di chirurgia funzionante, avrebbe nel giro di pochi mesi potuto salvare delle vite umane. Allora, i ritardi furono accompagnati da una notevole protesta popolare che incalzò la classe politica accusandola d’irresponsabilità politica e morale. Successivamente, la stessa classe politica spinse l’acceleratore e si vide “costretta” ad aprire il nosocomio. Tutto questo oggi non è avvenuto e tra l’indifferenza degli “uomini nuovi” della classe politica calabrese e serrese, quella che tecnicamente sarebbe una riconversione, di fatto ha il sapore di una chiusura.

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mini carabinieriNella tarda serata di ieri i carabinieri di Vibo Valentia hanno rintracciato e fermato a Nicotera Pantaleone Mancuso, 52 anni, pluripregiudicato, sorvegliato speciale ed esponente di spicco dell'omonima cosca di Limbadi, gravemente indiziato dei delitti di omicidio e tentato omicidio aggravati dalle modalità mafiose. L'operazione è stata condotta dai militari del Nucleo investigativo di Vibo Valentia in collaborazione con quelli della compagnia di Tropea e dello Squadrone eliportato "Cacciatori". L'uomo, sottoposto a fermo su provvedimento della Dda di Catanzaro, secondo gli inquirenti sarebbe uno dei protagonisti della faida di 'ndrangheta che ha visto contrapposti i "Patania" di Stefanaconi e il clan emergente dei "Piscopisani" dell'omonima frazione di Vibo Valentia.

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mini omicidioA pochi giorni dal duplice omicidio di Vallefiorita, un altro morto ammazzato fa tornare la paura nel Soveratese. Francesco Chiodo, imprenditore 44enne, è stato freddato ieri sera a Montauro, mentre si trovava all'ingresso della sua cava. Chiodo, raggiunto da diversi colpi di fucile, era stato coinvolto nell'indagine "Showdown", scattata nel 2011 contro i presunti affiliati delle cosche Sia-Procopio-Tripodi. Prima avvisato orale di pubblica sicurezza, poi arrestato, l'imprenditore ucciso era ritenuto dagli inquirenti vicino al boss Vittorio Sia, o meglio in un rapporto "di subordinazione" rispetto al capoclan, con cui avrebbe avuto rapporti in relazione alla fornitura di materiale edile e a lavori di movimento terra nel Soveratese.

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mini furto-repertorioSERRA SAN BRUNO - Non sembrano attenuarsi i fenomeni di microcriminalità nel territorio serrese. Dopo l'episodio che ha visto, suo malgrado, protagonista, il consigliere comunale del gruppo ''Al lavoro per il cambiamento'', Mirko Tassone, la cui autovettura - parcheggiata in via Cavour, nei pressi dell'abitazione dell'esponente politico - è stata data alle fiamme, nella tarda serata di martedì si è verificato un altro episodio: ignoti, infatti, hanno fatto irruzione nell'abitazione di una signora del luogo, situata nei pressi del commissariato di Polizia, in via San Brunone di Colonia. I ladri avrebbero approfittato dell'assenza della titolare che, secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, avrebbe lasciato socchiuse le finestre dell'abitazione, consentendo dunque ai ladri di intrufolarsi all'intero, portando via del materiale da orologeria. Non appena la donna è rientrata, si è resa conto di quanto accaduto ed ha lanciato l'allarme. Sul posto sono intervenuti gli agenti del locale commissariato, guidati dal dirigente Antonio De Tommaso. Cresce, dunque, l'allarme nella cittadina della Certosa, per il susseguirsi di episodi che, a quanto pare, sembrano aver assunto una cadenza quotidiana.

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mini Franco-MorelliL'ex magistrato, Vincenzo Giuseppe Giglio, è stato condannato a 4 anni e 7 mesi di carcere nel processo sulla cosiddetta 'zona grigia' della 'ndrangheta. Giglio, ex Presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, venne arrestato e poi sospeso dal Csm, nel novembre 2011, con le accuse di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento aggravato per avere agevolato l'attività del clan Valle-Lampada, operante in particolare in Lombardia. Nella stessa inchiesta è stato condannato a 8 anni e 4 mesi l’ex Consigliere regionale del Pdl Franco Morelli per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e rivelazione del segreto d'ufficio.

Inoltre i giudici dell’ottava sezione penale di Milano hanno disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per lo stesso Morelli, mentre Giglio è stato interdetto per 5 anni.Il tribunale, quindi, accogliendo l'impianto accusatorio del procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha emesso altre sette condanne: 16 anni per il boss Giulio Lampada; 9 anni e 6 mesi per Leonardo Valle; 8 anni per Vincenzo Giglio (cugino del giudice); 4 anni e 6 mesi per Francesco Lampada; 7 anni per Raffaele Firminio; 3 anni e 3 mesi per Maria Valle; 5 anni e 3 mesi per l'ex militare della guardia di finanza Luigi Mongelli, mentre altri 3 finanzieri sono stati assolti con revoca delle misure cautelari.

Secondo l'accusa, il magistrato Giglio si sarebbe rivolto al consigliere Morelli per ‘indirizzare’ la nomina della moglie, Alessandra Sarlo, a commissario della Asl di Vibo Valentia ed, in cambio, Morelli avrebbe chiesto e ottenuto notizie riservate su indagini in corso. Entrambi risultavano in rapporto con Giulio Lampada, leader della gestione di slot machine e videopoker in molti locali pubblici di Milano. Nel corso del processo era  stato ascoltato anche il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, che secondo alcune intercettazioni avrebbe incontrato Giulio Lampada a Roma proprio nei giorni della campagna elettorale.

 

 

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Riceviamo e pubblichiamo
 
 
E mentre ci accingiamo a scegliere chi a livello nazionale dovrà governarci, i risultati locali ci dimostrano chiaramente un clamoroso fallimento dell’amministrazione targata PDL.
Così come accaduto per il tanto decantato “contratto con gli italiani” propinato a suo tempo  dal padre del PDL nazionale ed oggi nuovamente in auge, anche i nostri amministratori locali, da buoni adepti, non  hanno adempiuto quasi a nulla degli impegni assunti.
 
Che molte delle promesse fatte fossero solo fantapolitica l’avevamo detto a gran voce durante la campagna elettorale e pur sapendo che, in momenti difficili si è più portati a credere a ciò che si vorrebbe che non a ciò che è, abbiamo scelto di investire sulla correttezza, sulla verità, sulla trasparenza sacrificando il risultato elettorale al cospetto della lealtà e del rispetto nei confronti dei cittadini serresi.
 
Oggi però è doveroso, per chi quelle promesse le ha fatte, ricordarle ed ammettere, vista la mancata attuazione di molti degli impegni assunti, la malafede delle parole a suo tempo pronunciate o, in alternativa, l’incapacità di dare seguito a quanto, magari, si riteneva di poter realizzare.
 
La maggioranza comunale deve quindi interrogarsi su quanto sin ora fatto e dare conto ai propri elettori  ed alla cittadinanza tutta di dove sono finiti i cento posti al Parco delle Serre con cui si sono illusi tanti  giovani; dove sono i finanziamenti per aiutare le giovani coppie a costruire una propria famiglia; dov’è quell’ospedale del futuro che avrebbe dovuto dare il meglio ai nostri ammalati; dove  il turismo religioso che avrebbe dovuto far rinascere l’economia serrese,  ma, soprattutto,  di dov’è l’amministrazione.
 
Ai cittadini, già provati dalla crisi economica,  stanno venendo gradualmente meno i beni essenziali della vita ma i nostri amministratori sembrano non esserne toccati.
 
L’ospedale è stato pressoché chiuso senza che dalla maggioranza si levasse la benché minima voce di protesta di fronte al dictat di partito; l’acqua continua a sgorgare lurida dai rubinetti ma, nonostante gli impegni assunti, ad oggi, non è stata resa autonoma neanche la più piccola fonte  del paese dove consentire almeno ai più anziani di fare rifornimento; l’isola ecologica è in condizioni tali da non poter più essere definita tale con potenziali pregiudizi per la salubrità dell’ambiente e la salute stessa delle persone.
 
A ciò aggiungasi una disastrata viabilità cittadina che gravi danni causa, oltre che alle vetture degli automobilisti, anche alle casse comunali; il fenomeno del randagismo ormai fuori controllo; lo stato di abbandono in cui versano tante importanti aree del paese anche in forza di una differenziata che funziona a singhiozzo; i disagi di alcuni lavoratori precari che lamentano, oltre che la mancata regolarità nel pagamento degli stipendi, anche l’assoluta mancanza di dialogo con gli amministratori.
 
Quell’inerzia da parte della maggioranza che già da tempo come Partito Democratico  avevamo rilevato sembra, soprattutto dopo l’arrivo della commissione d’accesso, essersi trasformata in un assoluto assenteismo amministrativo e sociale tanto da dare l’impressione che, dietro quella ostentata sicurezza, ci sia effettivamente l’ansia di attendere quel che sarà.
 
Ed allora, in attesa di conoscere il verdetto finale, ai serresi non rimane che cercare di andare avanti alla meno peggio e rassegnarsi ad avere un’amministrazione in stand by.
 
 
 
Rosanna Federico
 
Consigliere Comunale del PD
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mini Patania-Fortunato

Era ricercato per l'omicidio di Francesco Scrugli, avvenuto a Vibo il 21 marzo scorso. I Carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, guidati dal tenente colonnello Daniele Scardecchia, hanno tratto in arresto Saverio Patania, 42enne latitante dal 2011, coinvolto nella faida di 'ndrangheta tra il clan di Stefanaconi ed il ''locale'' emergente di Piscopio. Saverio è il figlio di Fortunato Patania (foto), il cui omicidio, avvenuto il 18 settembre del 2011, avrebbe scatenato la faida. 

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mini abramo_sindaco_catanzaro--400x300Nessun ribaltone alle comunali suppletive del capoluogo calabrese. Con il 50,46%, Sergio Abramo (Pdl), è stato confermato “neo” Sindaco di Catanzaro. Alla fine tutto è rimasto così come le urne del 5 maggio scorso avevano sentenziato. Si era tornati al voto, per le seconda volta dopo gli scandali della tornata elettorale precedente che avevano portato, gli uomini della Procura della Repubblica, ad operare il sequestro delle schede elettorali di ben 8 sezioni. A distanza di sette mesi,  e con in mezzo un ricorso al Tar vinto dallo “sfidante” Salvatore Scalzo (Pd), i 6.200 catanzaresi richiamati ad esprimere il proprio consenso, hanno riconfermato quindi il verdetto che vuole il presidente in carica della Sorical, seduto sul trono più alto della città del Cavatore. Si è trattato comunque di una vittoria al fotofinish, non tanto per il testa a testa fra i due candidati, ma per il timore che Abramo non riuscisse a raggiungere il 50% più 1 dei consensi totali, cosa che avrebbe rimandato tutto al ballottaggio previsto per il mese di marzo.

Alla chiusura delle urne Abramo è risultato in testa in tutte le sezioni, con l’unica eccezione per la n. 37 allestita nella scuola elementare “Aldisio”. Nella sezione n. 3 di Janò, il Presidente di seggio ha dovuto richiedere l’intervento delle forze dell’ordine per allontanare il pubblico e sedare dei battibecchi originatosi dalle proteste dei rappresentanti di lista.  

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mini maria-brosioDimissioni improvvise. Spiegazioni improbabili, contraddittorie. Un copione scritto male, con un sottotesto poco chiaro. Il "caso Parghelia" è scoppiato ieri, quando il sindaco Maria Brosio ha rassegnato le dimissioni insieme ai consiglieri comunali di maggioranza. Alla base della decisione, secondo quanto dichiarato dalla Brosio, ci sarebbe un articolo di stampa in cui si faceva riferimento ad un componente della giunta comunale che avrebbe subito delle pressioni nell'esercizio del suo mandato. L'articolo in questione è stato scritto da Giuseppe Baglivo sulla Gazzetta del Sud, e il copione scritto male lo vorrebbe "colpevole" della caduta dell'amministrazione comunale.

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