mini gambino_e_pasoliniE’ una storia come tante questa. Una storia d’acqua e di contadini. La storia di intellettuali di sinistra che stavano tra la gente. La storia di un ruscello, che separa due frazioni sperdute delle pre-serre vibonesi. Il grande archivio librario, di documentazione e di memorie, lasciato da Sharo Gambino, mi “costringe”a delle riflessioni, anzitutto sul destino di questo grande patrimonio che appartiene alla Calabria prima ancora di essere proprietà della mia famiglia. Quelle che erano le riflessioni e le attività giornaliere di quegli intellettuali socialisti e comunisti che allora lavoravano e studiavano attivamente sul territorio, rendendosi parte integrante, uomini del PCI, anche se spesso ne stavano fuori. Repaci, Zitara, Mancini, Don Massimo Alvaro, Berto, Pasolini. 
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mini pasqualelagambaPiazza Spogliatore non è di certo via dell’Umiltà. Soprattutto metaforicamente. Perché a Vibo Valentia i rappresentanti locali del Pdl ostentano una sicurezza al di là delle previsioni negative generali che li vedrebbero dieci punti lontani dalla vetta. Per loro, sulla scia dei proclami giornalieri di Silvio, il partito è praticamente incollato agli avversari del Pd. “Questa notizia - ha detto ieri il coordinatore e nuovo padre del pidielle locale Nazzareno Salerno durante la conferenza stampa di presentazione dell’unico candidato provinciale in lizza alla Camera per il vibonese - è l’ultimo sondaggio diramato e ci vede al 31,2 per cento”. Dunque, dal tenore e dalla distensione dei presenti, nonostante manchino ancora quattro settimane alla tornata, Pasquale La Gamba “siederà in Parlamento a rappresentare al meglio il nostro territorio”. E Mimmo Scilipoti, detto “il responsabile”, non sarà di certo la spina nel fianco dei calabresi di centro-destra, ne tanto meno del Popolo della Libertà. Anzi, per i berluscones vibonesi lui è il simbolo della gratitudine al partito. Non come Fini “il traditore”. In fondo, è forte la consapevolezza di vincere dove i giorni che separano tutto e tutti dall’atteso verdetto saranno intensi e interessanti sotto il profilo della campagna elettorale. “Scenderemo in campo - ha continuato Salerno - per ottenere un grande risultato, riappropriandoci così di quanto indegnamente ci era stato tolto a novembre 2011”. I toni, dunque, al pari dei proclami, sono anch’essi intrisi di un pensiero comune. Qui come a Roma. E il vetriolo è lo strumento preferito per mascherare defaillance evidenti, come - checchè ne dicano i presenti - Scilipoti in Calabria oppure il “fuggitivo” Cosentino in Campania, appunto perché “gli altri non hanno fatto meglio di noi”. Anzi, ha ricordato alla platea La Gamba “ci si può accusare, per merito di una legge elettorale che non condividiamo, di averne messo uno in sesta posizione al Senato, preferendo comunque meglio e prima di lui i nostri, mentre Bersani e i suoi hanno totalmente snobbato i rappresentanti calabresi calando dall’alto ben quattro personaggi “stranieri” nei primi posti”. Un mal comune mezzo gaudio, quindi, che in politica non solo è moralmente accettato, ma è pure utile per confondere o convincere elettori, indecisi e astenuti. Della serie “tanto c’è sempre qualcuno peggio”. E in questo caso non rimane che un sol uomo: Silvio Berlusconi da Arcore. Tutto come previsto, insomma. Tutto da campagna elettorale. Senza esclusioni di colpi, dietrologie non tanto dietrologiche e impresentabili presentabili. Una campagna elettorale tra le più aspre e dure di sempre, con un Pdl versione Barcellona di Cruyiff, molto aggressivo e presuntuoso, assecondato forse dalla forza dei consensi, che in Calabria - se riconfermati - saranno molti e pure decisivi. Non solo per l’assessore comunale La Gamba, comunque meritevole di un attenzione particolare per, nonostante la giovane età, l’assidua militanza e per l’esclusiva potenziale espressione vibonese al Parlamento, ma per tutto il centro-destra calabrese e nazionale, ultimamente liftato con l’inserimento di un nuovo che avanza a discapito di un vecchio che ormai ha fatto la sua storia. Come nel caso del senatore, quasi ex, Francesco Bevilacqua tagliato insieme a tanti altri big per ragioni certamente di anzianità, ma pure per questioni di prospettive e progetti a lungo termine. Che, non a caso, con Peppe Scopelliti al comando si è accentuato in tutte le sue forme, fino a sottoscrivere una nuova linea decisamente più affettiva che di puro organismo. Con il solito happy ending del “grazie per aver dato tutto al partito”.

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Venerdì, 25 Gennaio 2013 14:53

Scilipoti, un ragazzo di Calabria

 

mini tony-faccetta-nera-1027265_0x410Quando i nostri nipoti studieranno Storia, sui loro libri di testo, subito dopo le guerre mondiali, il fascismo, la Resistenza ed il Sessantotto, troveranno le pagine della seconda repubblica. E scopriranno che nel Parlamento italiano, anche nel 2013, è esistito un tale Domenico (per gli amici Mimmo) Scilipoti, “uomo di rottura” con una spiccata tendenza al trasformismo, maturata negli anni, per una triste questione di poltrone e vitalizi. Tralasciando il parlare sconquassato ed i congiuntivi devastati, i toni pessimi e rivoltanti o l'antipatia che, indipendentemente dalla posizione politica (non ci azzardiamo a parlare di ideologia), suscita un siffatto personaggio retorico e vuoto, intriso di un ultranazionalismo pecoreccio, massone e xenofobo, il punto è: come ha fatto Scilipoti a risultare candidato in Calabria?  Un semi-sconosciuto agopuntore di Barcellona Pozzo di Gotto?

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mini assicurazione-auto-fotogramma_672L’assicurazione della responsabilità civile per moto e autoveicoli è obbligatoria da quando la Legge 990/1969 impose la copertura assicurativa per "tutti i veicoli a motore senza guida di rotaie". Ma nessuno, quarant’anni fa, poteva mai immaginare che col tempo, quella che aveva tutta l’aria di essere una “tassa” utile a conducenti, passeggeri e pedoni, potesse poi trasformarsi in una vera è propria spada di Damocle sospesa, con cadenza annuale, sulla testa degli auto conducenti italiani. Una batosta che, in tempo di crisi, rappresenta un fastidioso ed ulteriore aggravio nelle tasche già scarne di gran parte dei calabresi. Una tassa divenuta insostenibile in particolar modo in Calabria e, più ancora, nelle province di Vibo, Crotone e Reggio.

Infatti secondo la ricerca condotta nell’ambito del progetto “RC Auto. Quando mi costi?”, realizzato dall’Associazione dei Consumatori “CittadinanzAttiva”, proprio i 3 capoluoghi di provincia calabresi sopracitati, risulterebbero tra le prime 10 città italiane in cui per assicurare moto ed auto si paga mediamente di più. Un dato davvero anomalo, vista che la distribuzione dei sinistri nella nostra regione si attesta al 2,2%, una percentuale fra le più basse (al sesto posto sul totale delle 20 regioni italiane).

La situazione RCA rasenta quindi i limiti del proibitivo per le famiglie calabresi, tanto che gli adulti in classe di massimo sconto della nostra regione sono costretti in media ad un esborso di 926 euro annui, mentre la media nazionale si attesta a 661 euro. Ancora più grave la condizione dei neo patentati che in Calabria, secondo la stessa ricerca, sarebbero chiamati a sborsare addirittura 3.423 euro all’anno per l’assicurazione della propria autovettura (la media nazionale si attesta a 2.828 euro annui).

Emergono quindi dati preoccupanti, non solo per la già agonizzante Calabria, ma per tutto il Mezzogiorno in genere. Infatti il caro RC Auto risulta più marcato al Sud (dove un’automobilista adulto spende all’anno 776 euro), leggermente più moderato al Centro Italia (712 euro annui) e ben più basso al nord (547 euro).

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mini iniziativaacquapubblicaNegli ultimi anni anche in Calabria, come nel resto d’Italia, si è diffusa la consapevolezza sociale dei rischi connessi alla mercificazione del bene comune acqua, e dimostrazione ne è la vittoria dei Sì ai referendum del giugno 2011: 780mila calabresi, oltre la metà degli aventi diritto al voto, si sono espressi chiaramente contro la privatizzazione del servizio idrico, sostenendo i quesiti referendari promossi dal Comitato “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”. Ma la politica è sorda e non vuole saperne di dare seguito alla manifesta volontà popolare.
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mini pagine_perduteLuigi Silipo. Bruno Pelaggi. Ciccio Svelo. Storie diverse, sbagliate. Forse ancora aggrappate ad un filo, sempre più esile e consumato, sfibrato dal peso del passato. Logorato come la terra che quelle storie le ha partorite e poi fagocitate. E’ il filo della memoria, di una Calabria che si è dispersa in tanti rivoli asciugati dal tempo. Alcune storie però riemergono anche dalla terra inaridita, come fili d’erba che valicano il cemento armato. Luigi Silipo era un comunista catanzarese, ucciso tra i vicoli della sua città il primo aprile 1965. Un dirigente che aveva il suo peso nel partito, spesso scomodo. Era impegnato anima e corpo nella lotta al fianco dei contadini calabresi. Affrontava a muso duro i proprietari terrieri che opprimevano i lavoratori servendosi della manovalanza della ‘ndrangheta che, di lì a breve, avrebbe conquistato il mondo. Si opponeva con forza, isolato nel suo partito, alla nuova urbanizzazione che avrebbe generato la Catanzaro cementificata che conosciamo oggi. La sua storia, dimenticata, è al centro del romanzo “Blocco 52”, di Lou Palanca, autore collettivo che sul mistero della morte di Silipo ha intrecciato altre meravigliose storie che, da Catanzaro a Praga, prendono corpo e vita sul cadavere del Novecento

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mini precari_4Si sono dati appuntamento alla stazione ferroviaria di Villa San Giovanni i precari calabresi che hanno aderito allo sciopero generale organizzato per oggi dall'Unione sindacale di base. In riva allo Stretto si stanno radunando diverse centinaia di precari costretti a scendere nuovamente in piazza per chiedere certezze su un futuro lavorativo costellato ormai solo di dubbi e promesse non mantenute dalla politica. "Mai come in questi giorni – si legge in una nota dell'Usb –  c’è una grande rabbia ed una grande determinazione da parte dei lavoratori, decisi a porre fine a soprusi che si trascinano da oltre dieci anni, per cui gli Lsu-Lpu, stanchi di essere considerati lavoratori senza diritti.

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mini schiuma'Acquaraggia' è il titolo dell'inchiesta sul 'caso Alaco' che è andata in onda mercoledì notte su Raitre e sarà in replica lunedì 12 novembre alle 23 su Raistoria. Si tratta di un documentario - realizzato da Giulia Zanfino, Sergio Pelaia e Sergio Gambino, con la collaborazione di Salvatore Albanese, Salvatore Costa ed Emilio Grimaldi, e con fotografia, riprese e montaggio di Mauro Nigro - che ripercorre la storia controversa dell'invaso dell'Alaco, recentemente posto sotto sequestro dalla Procura di Vibo, che da sei anni fornisce acqua "potabile" sporca e maleodorante a circa 400mila calabresi. L'inchiesta andrà in onda nella trasmissione "Crash - Contatto, impatto, convivenza" (Rai Educational), un programma di Valeria Coiante e Marco Malvestio, Andrea Zanini, Paolo Zagari.

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Venerdì, 17 Agosto 2012 18:02

Dasà: 1° sagra dello stocco

mini locandina-stocco1Sabato 18 agosto dalle ore 20 presso il cortile della scuola elementare la Pro Loco "Liberi per Dasà" organizza la 1° sagra dello stocco. Durante la manifestazione lo stocco sarà cucinato in vari modi secondo le tradizionali ricette calabresi. A seguire in via provinciale dalle ore 22 ci sarà il concerto di Micu U pulici e Angelo Mauro. 

Per maggiori informazioni 

wwww.prolocodasa.it

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mini corteo_t28Mille e 200 chilometri di lontananza non possono bastare a tenere distanti le idee e le azioni di chi quotidianamente si batte a difesa e tutela dei propri diritti e del proprio territorio. E nell’epoca delle relazioni virtuali dove basta una connessione internet per sentirsi più vicini, a volte invece bisogna montare su un furgone e percorrere l’Italia dai piedi alla testa per ricucire margini solo apparentemente distanti, per saldare rapporti che a dire il vero non sono mai stati scollati. Bisogna stringersi la mano, baciarsi sulle guance e guardarsi fisso negli occhi, faccia a faccia, per capire veramente chi siamo. E queste due realtà, il Brigante e il COA T28, si scoprono ogni volta più vicine, anzi vicinissime come due gemelli che comunicano a distanza per telepatia. Così in soli 2 giorni le maglie della rete si stringono, si legano fraternamente per forgiarsi più forti. Legami che prendono la forma della festa e della lotta, dell’incontro inteso come preludio al confronto e soprattutto alla crescita reciproca. L’8 ed il 9 giugno scorsi Milano si è scoperta calabrese, anzi si è scoperta brigantessa, in una due giorni intensa che ha il sapore dell’appuntamento rituale che piace, diverte ed appassiona.

In questi 2 giorni di lotta e di festa per la difesa dei territori, contro la devastazione, la speculazione ed il razzismo abbiamo avuto il piacere di ritrovare oltre che gli amici del T28 anche il Movimento Migranti e Rifugiati Politici di Caserta, Equosud Rosarno ed i Gas del Sole di Milano.

Nella giornata di Venerdì 8 nella piazzetta di via dei Transiti, un’area in passato schiava di spacciatori e degrado ed oggi ‘bonificata’ dallo stesso T28, si è tenuto un incontro-dibattito fra realtà diverse, fra chi lotta quotidianamente per difendere il territorio che abita e che sente visceralmente proprio. E poco importa se la lotta si traduca con le iniziative a favore della sanità o contro l’acqua marcia, per il diritto alla casa o contro lo scempio della TAV, per il lavoro libero e tutelato indipendentemente dal colore della pelle che lo suda, l’importante è ritrovarsi tutti dalla stessa parte, calabresi, lombardi, italiani ed immigrati. Tutti uniti a ridere e ballare, costruire un futuro migliore e gustare del buon vino. A relazionarci per conoscerci, per capirci. Per riappropriarci dei nostri diritti, di cui nessuno, nemmeno una crisi telecomandata, può privarci. Poi, dopo il dibattito, le parole lasciano spazio alle immagini ed in tarda serata, poco prima della cena sociale a base di prodotti calabresi, sul telo del proiettore scorrono le scene della lotta dei Comitati Civici Calabresi per gli Ospedali di Montagna (video realizzato dalla giornalista Giulia Zanfino) ed il cortometraggio sulla storia dei ragazzi africani a lavoro negli agrumeti di Rosarno. Due splendide testimonianze. Un pomeriggio memorabile con dulcis in fundo 2 ore di tarantelle e musiche calabresi.

Il giorno seguente, il sabato, la festa è continuata con un corteo che si è snodato per le vie del quartiere fra la gioia e la curiosità di centinaia di milanesi affacciati alle finestre e accorsi poi di fretta in strada, incuriositi ed ammaliati dalla sinfonia assordante della Banda Pilusa e dalla danza di Mata & Grifone, i celeberrimi Giganti. Emblema dell’unione fra popoli diversi. Nonostante le bizzarrie del cielo meneghino la serata è proseguita allegramente, allietata da una cena impeccabile, consumata nei locali del T28 per rifugiarsi dalla pioggia scrosciante e continua, fino a tarda notte, ancora tutti insieme in apnea, assorti nell’inchiostro di Carmine Abate, Sharo Gambino ed Enotrio, deliziati da poesie e ballate, cullati dalle note della lira e dell’organetto.

Un’iniziativa memorabile che ti fa capire che l’Italia è piccolissima, che Milano e la Calabria sono molto più vicine di quanto si possa pensare e che uscire da questa crisi asfissiante è possibile. Basta continuare a lottare senza abbassare la testa, rifiutando quel debito che non ci appartiene perché non lo abbiamo creato noi e che lentamente, giorno dopo giorno, sta inghiottendo lo stato sociale ed i nostri diritti. Bisogna rimanere uniti, continuando insieme italiani e stranieri, a costruire percorsi comuni che portino ad un’alternativa concreta a questo fallimentare sistema economico. Se per tutto questo c’è un punto di partenza, lo è stato sicuramente questa due giorni, quest'incontro che si celebra una volta l'anno e che non vedi l'ora che accada ancora.

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