Il Vizzarro.it - quotidiano online
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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Piazza Spogliatore non è di certo via dell’Umiltà. Soprattutto metaforicamente. Perché a Vibo Valentia i rappresentanti locali del Pdl ostentano una sicurezza al di là delle previsioni negative generali che li vedrebbero dieci punti lontani dalla vetta. Per loro, sulla scia dei proclami giornalieri di Silvio, il partito è praticamente incollato agli avversari del Pd. “Questa notizia - ha detto ieri il coordinatore e nuovo padre del pidielle locale Nazzareno Salerno durante la conferenza stampa di presentazione dell’unico candidato provinciale in lizza alla Camera per il vibonese - è l’ultimo sondaggio diramato e ci vede al 31,2 per cento”. Dunque, dal tenore e dalla distensione dei presenti, nonostante manchino ancora quattro settimane alla tornata, Pasquale La Gamba “siederà in Parlamento a rappresentare al meglio il nostro territorio”. E Mimmo Scilipoti, detto “il responsabile”, non sarà di certo la spina nel fianco dei calabresi di centro-destra, ne tanto meno del Popolo della Libertà. Anzi, per i berluscones vibonesi lui è il simbolo della gratitudine al partito. Non come Fini “il traditore”. In fondo, è forte la consapevolezza di vincere dove i giorni che separano tutto e tutti dall’atteso verdetto saranno intensi e interessanti sotto il profilo della campagna elettorale. “Scenderemo in campo - ha continuato Salerno - per ottenere un grande risultato, riappropriandoci così di quanto indegnamente ci era stato tolto a novembre 2011”. I toni, dunque, al pari dei proclami, sono anch’essi intrisi di un pensiero comune. Qui come a Roma. E il vetriolo è lo strumento preferito per mascherare defaillance evidenti, come - checchè ne dicano i presenti - Scilipoti in Calabria oppure il “fuggitivo” Cosentino in Campania, appunto perché “gli altri non hanno fatto meglio di noi”. Anzi, ha ricordato alla platea La Gamba “ci si può accusare, per merito di una legge elettorale che non condividiamo, di averne messo uno in sesta posizione al Senato, preferendo comunque meglio e prima di lui i nostri, mentre Bersani e i suoi hanno totalmente snobbato i rappresentanti calabresi calando dall’alto ben quattro personaggi “stranieri” nei primi posti”. Un mal comune mezzo gaudio, quindi, che in politica non solo è moralmente accettato, ma è pure utile per confondere o convincere elettori, indecisi e astenuti. Della serie “tanto c’è sempre qualcuno peggio”. E in questo caso non rimane che un sol uomo: Silvio Berlusconi da Arcore. Tutto come previsto, insomma. Tutto da campagna elettorale. Senza esclusioni di colpi, dietrologie non tanto dietrologiche e impresentabili presentabili. Una campagna elettorale tra le più aspre e dure di sempre, con un Pdl versione Barcellona di Cruyiff, molto aggressivo e presuntuoso, assecondato forse dalla forza dei consensi, che in Calabria - se riconfermati - saranno molti e pure decisivi. Non solo per l’assessore comunale La Gamba, comunque meritevole di un attenzione particolare per, nonostante la giovane età, l’assidua militanza e per l’esclusiva potenziale espressione vibonese al Parlamento, ma per tutto il centro-destra calabrese e nazionale, ultimamente liftato con l’inserimento di un nuovo che avanza a discapito di un vecchio che ormai ha fatto la sua storia. Come nel caso del senatore, quasi ex, Francesco Bevilacqua tagliato insieme a tanti altri big per ragioni certamente di anzianità, ma pure per questioni di prospettive e progetti a lungo termine. Che, non a caso, con Peppe Scopelliti al comando si è accentuato in tutte le sue forme, fino a sottoscrivere una nuova linea decisamente più affettiva che di puro organismo. Con il solito happy ending del “grazie per aver dato tutto al partito”.
Quando i nostri nipoti studieranno Storia, sui loro libri di testo, subito dopo le guerre mondiali, il fascismo, la Resistenza ed il Sessantotto, troveranno le pagine della seconda repubblica. E scopriranno che nel Parlamento italiano, anche nel 2013, è esistito un tale Domenico (per gli amici Mimmo) Scilipoti, “uomo di rottura” con una spiccata tendenza al trasformismo, maturata negli anni, per una triste questione di poltrone e vitalizi. Tralasciando il parlare sconquassato ed i congiuntivi devastati, i toni pessimi e rivoltanti o l'antipatia che, indipendentemente dalla posizione politica (non ci azzardiamo a parlare di ideologia), suscita un siffatto personaggio retorico e vuoto, intriso di un ultranazionalismo pecoreccio, massone e xenofobo, il punto è: come ha fatto Scilipoti a risultare candidato in Calabria? Un semi-sconosciuto agopuntore di Barcellona Pozzo di Gotto?
Dei tanti parcheggi politici dell’ultim’ora di sicuro la Calabria è quello più abusivo. Come se non bastasse già Rosy Bindi, eletta plebiscitariamente manco fosse nata in Aspromonte nelle scorse primarie democrat, adesso il Piddielle ha calato l’asso di bastoni. Che in gergo locale, da non confondersi, anche se sembrerebbe, con “lato Berlusconi”, significa “metterlo prepotentemente nel lato B”. Scilipoti finalmente ha preso la cittadinanza ultra meridionale. Un vero primato. Roba da porcellum. Porcellum e promesse mantenute. Perché se è vero, com’è vero, che il cosiddetto “responsabile” (o “salva-culi” che dir si voglia) è riuscito nell’impresa di tenere a galla per qualche altro mese il governo ante-Monti, è altrettanto vero che il tornaconto richiesto per tale gesto è stata senza dubbio la riconferma parlamentare. Anzi, Quirinale.
La notizia di Scilipoti l’Africano in Calabria circolava già dalle prime ore del mattino. I big locali, con in testa il governatùr Giuseppe Scopelliti, hanno improvvisamente messo mano ai telefoni per bestemmiare in faccia ad Angelino Alfano, contestando l’inatteso regalo del loro principale. Addirittura, il cosiddetto “responsabile di fine seconda repubblica”, avrebbe dovuto posizionarsi nella prima piazza regionale, davanti a pezzi da 90 come il mammasantissima Tonino Gentile e l’assessoressimo “rrriggitanu” Antonio Caridi. Poi, finalmente, lo scatto d’orgoglio del popolo oppresso. “Eh no – avranno bisbigliato bestemmiando sottovoce gli scalzati pidiellini – a tutto c’è un limite. Scipilo, Scilito, Scilicomecazzosi chiama no. Almeno si fosse portato la Tommasi, giustu u ndi facimu l’occhji”. Breve riunione del coordinamento, presa di coraggio e via. “Governatùr pensaci tu”. Ed ecco la magia. Alle ore 20 in punto il buon Mimmo viene piazzato in sesta posizione. Utile ancora certo, perché in Calabria, evidentemente, gli Scopelliti and friends hanno certezza scientifica dei loro consensi.
Storie quotidiane di sottomissioni meridionali. Succede così da 150 anni. E pensare che Scopelliti ce l’aveva messa tutta per ridare un filo di dignità e moralità al partito, regalandosi appena qualche giorno fa una Scopelliti buona che, per l’appunto e a dispetto del cognome, non è neanche lontanamente parente. Rosanna, figlia del giudice Antonino Scopelliti ammazzato dalla ‘ndrangheta su ordine di Cosa Nostra nel 1991, è ad honoris cause nelle liste per la Camera al secondo posto. Praticamente con due piedi in Parlamento. Lei, da ingenua inesperta qual è, ha dichiarato felicemente di “voler dare voce alla parte onesta della Calabria ad oggi poco considerata”. E aggiunge, disconoscendo totalmente la sua blindata elezione, “qualora lo vorranno”. Intanto, per far capire al mondo intero la sua posizione in merito al conflitto di interessi, la Scopelliti buona si licenzia subito dal coordinamento del movimento antimafia “E adesso ammazzateci tutti”.
Ma ritornando all’uomo per tutte le stagioni, ovvero Mimmo “ ‘o responsabile ”, capace in un attimo di offuscare la verginità ritrovata del Pdl calabrese, è davvero troppo facile intuire come lo stesso sia il vero scheletro negli armadi della nascitura Terza Repubblica. Persino più di Dorina Bianchi nota esponente del “PddL” (Partito democratico della Libertà) e nata politicamente per caso nel 2001 all’interno di una lista civetta chiamata niente meno che “Abolizione Scorporo”. Un centro-destra, insomma, che – malgrado alcuni lo pensassero incapace di stupire gli italiani – ha nuovamente stupito il bel Paese, piazzando sul mercato elettorale alcuni personaggi. Più simili a dei bardotti che a dei cavalli di razza.
L’assicurazione della responsabilità civile per moto e autoveicoli è obbligatoria da quando la Legge 990/1969 impose la copertura assicurativa per "tutti i veicoli a motore senza guida di rotaie". Ma nessuno, quarant’anni fa, poteva mai immaginare che col tempo, quella che aveva tutta l’aria di essere una “tassa” utile a conducenti, passeggeri e pedoni, potesse poi trasformarsi in una vera è propria spada di Damocle sospesa, con cadenza annuale, sulla testa degli auto conducenti italiani. Una batosta che, in tempo di crisi, rappresenta un fastidioso ed ulteriore aggravio nelle tasche già scarne di gran parte dei calabresi. Una tassa divenuta insostenibile in particolar modo in Calabria e, più ancora, nelle province di Vibo, Crotone e Reggio.
Infatti secondo la ricerca condotta nell’ambito del progetto “RC Auto. Quando mi costi?”, realizzato dall’Associazione dei Consumatori “CittadinanzAttiva”, proprio i 3 capoluoghi di provincia calabresi sopracitati, risulterebbero tra le prime 10 città italiane in cui per assicurare moto ed auto si paga mediamente di più. Un dato davvero anomalo, vista che la distribuzione dei sinistri nella nostra regione si attesta al 2,2%, una percentuale fra le più basse (al sesto posto sul totale delle 20 regioni italiane).
La situazione RCA rasenta quindi i limiti del proibitivo per le famiglie calabresi, tanto che gli adulti in classe di massimo sconto della nostra regione sono costretti in media ad un esborso di 926 euro annui, mentre la media nazionale si attesta a 661 euro. Ancora più grave la condizione dei neo patentati che in Calabria, secondo la stessa ricerca, sarebbero chiamati a sborsare addirittura 3.423 euro all’anno per l’assicurazione della propria autovettura (la media nazionale si attesta a 2.828 euro annui).
Emergono quindi dati preoccupanti, non solo per la già agonizzante Calabria, ma per tutto il Mezzogiorno in genere. Infatti il caro RC Auto risulta più marcato al Sud (dove un’automobilista adulto spende all’anno 776 euro), leggermente più moderato al Centro Italia (712 euro annui) e ben più basso al nord (547 euro).
SPADOLA - Si è aperta a Spadola, piccolo centro delle Serre vibonesi, la campagna elettorale del Pd in vista delle politiche del 24 e 25 febbraio. Alla presenza, tra gli altri, del commissario regionale Alfredo D' Attorre e del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, è stato organizzato il dibattito dal titolo: ''I piccoli paesi dell'entroterra del Mezzogiorno e della Calabria: una delle tante sfide per il futuro governo Bersani''. Oltre a Oliverio e D' Attore, hanno preso parte all'incontro anche il primo cittadino di Spadola, Giuseppe Barbara, il consigliere comunale del Pd di Brognaturo, Bruno Papa, il segretario del locale circolo del Pd, Angelo Tassone, il consigliere comunale del Pd di Simbario e presidente della Comunità montana delle Serre calabre, Bruno Tassone, il coordinatore provinciale del partito, Michele Mirabello, la dirigente nazionale dei Gd e candidata alla Camera dei deputati, Tania Ruffa, il consigliere regionale e candidato alla Camera, Bruno Censore e l'ex presidente della Provincia, in lista per un posto al Senato, Francesco De Nisi. Presenti, inoltre, sindaci ed amministratori del comprensorio. Ad introdurre il dibattito è stato il sindaco Barbara, secondo il quale, ad oggi, 'non c'è alcuna alternativa al governo Bersani' sia a 'livello nazionale' ma anche, e soprattutto 'in ambito territoriale'. Per Bruno Papa, il Vibonese avrà 'l'onore di avere due rappresentanti in Parlamento', mentre Angelo Tassone ha avvertito l'esigenza di 'mandare a casa il governo Berlusconi che in questi anni ha fatto soltanto promesse campate in aria'. Critiche al presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, sono arrivate da Bruno Tassone, il quale ha considerato l'esponente del Pdl un politico 'parolaio' e 'nullafacente' e da Michele Mirabello, che dal canto suo, di certo, non le ha mandate a dire: 'Scopelliti - ha affermato il coordinatore del Pd - è un leone in Calabria e fa la pecora nei tavoli romani'. A seguire, gli interventi di Tania Ruffa, secondo la quale il Pd è 'l'unico partito che può salvaguardare il Sud e la Calabria'; Bruno Censore, invece, ha rincarato la dose, affermando che Scopelliti rappresenta il sinonimo del 'disastro' e del 'fallimento' che questa terra sta registrando quotidianamente; De Nisi ha invitato coloro i quali siederanno in Parlamento a 'confrontarsi con i cittadini dell'entroterra'; Oliverio ha parlato di una Calabria 'dimenticata, defraudata e marginalizzata' dal centrodestra e D' Attore, nel concludere i lavori, ha lodato il Pd per le primarie, grazie alle quali 'siamo riusciti a garantire a questo territorio una rappresentanza a Roma inspiegabile fino a qualche tempo fa'.
SERRA SAN BRUNO - Tutto rinviato tra Serrese e Pianopoli. Nel pomeriggio odierno, allo stadio comunale 'La Quercia' sarebbero dovuti scendere in campo i biancoblu di mister Rolando Megna e l'undici catanzarese del collega Mastroianni. A causa delle abbondanti nevicate che, nella giornata di venerdì, hanno interessato un po tutto il comprensorio, il rettangolo di gioco era a dir poco impraticabile, tant'è che le squadre non si sono neppure presentante alla struttura di via Aldo Moro. In settimana, il Comitato regionale Calabria della Lega nazionale dilettanti si pronuncerà sulla prima data utile per il recupero dell'incontro. Sull'altro fronte, quello delle partite giocate, il Soriano di mister Baroni non va oltre l'uno a uno dall'insidiosa trasferta di Nicotera e interrompe, così, la lunga striscia di vittorie consecutive. Domenica prossima, la capolista riceverà il Prasar, mentre la Serrese sarà impegnata in trasferta contro il Real Pianopoli.
(foto tratta dal profilo facebook dell' A.C. Serrese e riferita alla giornata di ieri)
SERRA SAN BRUNO - Divulgare in maniera 'forte' la disciplina dell’off road offrendo ai motociclisti l’opportunità di 'essere protagonisti in una gara di altissimo livello per quanto riguarda la sicurezza, l’immagine e il divertimento'. Con questo obiettivo, il Motoclub Calabria Enduro, guidato da Roberto Romiti, ed il Motoclub Nello Muià - in collaborazione con la Intertonno srl e la Fim (Federazione Motociclistica italiana) - hanno organizzato il I° Trofeo Hard Race Sardanelli, a circuito chiuso, articolato in due prove: la prima, tenutasi lo scorso 4 dicembre a Camigliatello Silano, in provincia di Cosenza; la seconda, invece, si è svolta il 23 al Crosspark Gonia, a pochi chilometri da Palmi. Alla manifestazione hanno partecipato numerosi piloti provenienti da ogni angolo della Calabria. Presente anche il serrese Brunello Tassone, che ha preso parte al torneo conseguendo il quarto posto nella prima gara ed il secondo - in coabitazione con Pier Paolo Pungitore -, invece, a Palmi, portando a casa un trofeo, un treno di gomme per moto ed un assegno di 450 euro come rimborso spese. Il primo posto, invece, è andato a due campioni regionali del cross calabrese, Lello Carbone e Giuseppe Marafioti. La gara è durata 2 ore - per la categoria coppie agonisti e marathon - ed 1 ora e 40 minuti per la categoria coppie sport e marathon sport. L' evento organizzato nella città della Piana è stato dedicato a Saverio Petrilli, giovane centauro taurianovese prematuramente scomparso nel 2010 a causa di un incidente stradale. Ancora una volta, un serrese protagonista in eventi sportivi di rilevanza regionale. Un secondo posto di tutto rispetto per Tassone che, nonostante tutto, ha dovuto arrendersi soltanto di fronte a due campioni della disciplina. Appuntamento, dunque, al prossimo anno, per un altra entusiasmante corsa sulle due ruote. Che sia la volta buona per vedere un serrese sul gradino più alto del podio..
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