mini rubinettoRiceviamo e pubblichiamo:

Non poteva passare nell’assoluto silenzio ciò che sta accadendo dal 12 Dicembre 2012 nel nostro Comune relativamente all’erogazione dell’acqua nelle case dei cittadini Serresi.

Più specificatamente, il problema è legato sia all’improvvisa mancata erogazione dell’acqua, sia al fatto che la popolazione non è stata avvisata per tempo di questa inaspettata interruzione del servizio idrico pubblico.  

La popolazione assolutamente ignara di ciò che le sarebbe accaduto, è costretta ad organizzarsi alla buona, per cercare di ridurre al minimo i disagi legati alla mancata fruizione del servizio.

In questo contesto, non è chiaro, o non è noto, se tra il Comune di Serra San Bruno e la Sorical ci siano state delle comunicazioni ufficiali circa la sopravvenuta interruzione del servizio e, soprattutto, cosa ancor più grave,  c’è da chiedersi come mai di tali comunicazioni non siano state debitamente informati in tempo utile i cittadini Serresi.

C’è da chiedersi se ci sia una interruzione temporanea oppure cessazione improvvisa e perdurante di un servizio pubblico che, mi auguro, possa far emergere le anomalie o le omissioni nella fase della gestione dell’emergenza idrica.

Ma, soprattutto, mi aspetto che il Sindaco e la sua Giunta Comunale tengano conto, di questo pericoloso precedente, e di questi giorni da terzo mondo, nei quali la pazienza della gente oltre viene messa a dura prova.

In particolare, mi aspetto che nella prima Giunta utile, si emani una delibera che introduca degli incentivi o bonus giornalieri per ogni nucleo familiare che usufruisca del acqua comunale nei casi di mancata erogazione del servizio idrico tenendo in considerazione già questo caso.

Sono sicuro che non sarà cosi difficile venire fattivamente incontro ai cittadini Serresi cosi come, allo stesso modo, è stato previsto ed attuato l’ulteriore appesantimento della tassa idrica comunale attraverso la previsione del pagamento del canone legato alla depurazione dell’acqua.

Vincenzo Albanese
Coordinatore Comprensorio delle Serre MPA-AD 
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mini sorianelloAnche il comune di Sorianello ha deciso di costituirsi parte civile nel processo "Luce nei boschi", che sta facendo luce su anni di faide e delitti avvenuti nel territorio delle Preserre e dell'Alto Mesima, roccaforte del locale di 'ndrangheta di Ariola. Proprio ieri si è tenuta l'udienza preliminare del procedimento che vede alla sbarra 43 persone accusate dai pm di far parte della cosca egemone in questa zona. Già ieri sono state ammesse tutte le parti civili che avevano presentato richiesta. Oltre a diversi privati cittadini, ad essere ammessi come parte civile sono stati i comuni di Arena, Dasà, Gerocarne e Acquaro. A questi si aggiungerà anche l'amministrazione di Sorianello guidata dal sindaco Sergio Cannatelli, che il 3 dicembre scorso ha deliberato in tal senso, poichè, come gli altri enti, ricade nel territorio in cui si sono verificati molti dei fatti criminosi al centro del processo.

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mini municipio_serra

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'Un uomo è tale più per le cose per tace, che per quelle che dice'. Il sindaco e la sua maggioranza si sono, forse, ispirati all’aforisma di Camus per nascondere ai cittadini i retroscena del caso più inquietante e clamoroso della storia politica cittadina. L’ormai famigerato “caso Zaffino”, tiene banco, da oltre un anno, senza che cittadini e consiglieri di minoranza abbiano la possibilità di conoscere la verità. Sindaco ed assessori continuano a tacere.

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mini Serra_San_Bruno_2040-12-57-03-4870C’è qualcosa di inquietante nel cielo di Serra San Bruno, nelle strade, nelle relazioni, negli occhi preoccupati di anziani ed anziane. Di vecchietti in preda ad angosce di cui non si sentiva per nulla il bisogno. L’ondata di criminalità che ha travolto il paese sembra non volersi arrestare. Proprio il centro storico, abitato in genere da persone in avanti con l’età, sta divenendo sempre più l’assurdo scenario di un circo all’aperto. Un mondo alla rovescia dove se ti allontani da casa, anche solo per poche ore, ti ritrovi gli armadi e le stanze alleggeriti di tutto. Soldi, gioielli, quadri, monili. La “banda del buco” non vuole proprio arrestarsi.
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mini CensoreBruno

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'L’attuale condizione e la complessa realtà socio-economica del Vibonese ci impone a non tralasciare l’elemento essenziale della politica che, a questo punto giova ricordarlo, deve agire nell’esclusivo interesse dei cittadini'. E’ quanto afferma il Consigliere Regionale del PD Bruno Censore, rivolgendo un invito al Consiglio Provinciale di Vibo Valentia affinché approvi il Bilancio di Previsione. 'L’attuale condizione – prosegue il Consigliere Regionale del Partito Democratico – non permette atti di grave irresponsabilità che non passeranno inosservati, con conseguenze pesantissimi per tutti, in particolare per le famiglie vibonesi. A Vibo Valentia la crisi generale rischia di essere pesantemente acuita dalla logica puramente e dissennatamente contabile che ha partorito il Decreto legge sul riordino delle Province, un provvedimento che ancor di più a queste latitudini produrrebbe l’unico risultato di generare confusione, gettando nel caos l’intero territorio, generando disservizi e miseria e, cosa ancor più grave, diminuendo sensibilmente i posti di lavoro. Pertanto - continua Bruno Censore – è quanto mai opportuno che il centrosinistra faccia fino in fondo la propria parte e che il Popolo della Libertà e gli altri partiti che formano l’attuale opposizione in senso al Consiglio Provinciale di Vibo Valentia la smettano di praticare ad oltranza i noti “giochi della politica”. Bene farebbe anche il Presidente Francesco De Nisi, a cui chiedo di fare chiarezza sulle sue dimissioni, spiegando con chi le abbia concordate stante il silenzio ufficiale del Partito Democratico e sgombrando così il campo da dubbi che stanno creando difficoltà politiche al nostro partito, a ripresentarsi in Aula. Sarebbe un gesto di grande valore, che marcherebbe la differenza tra la buona e la cattiva politica. Gli appelli univoci e accorati che giungono in questi giorni da organizzazioni sindacali, dalle forze produttive e imprenditoriali locali non possono restare inesauditi e impongono alla politica tutta, senza alcuna distinzione partitica, di dimostrare coesione attorno all’unico interesse che giustifica la nostra postazione istituzionale: i cittadini. In caso contrario – conclude Bruno Censore – uomini e forze politiche che in questi anni hanno rappresentato i vibonesi dentro il Consiglio provinciale, saranno costretti ad assumersi l’intera responsabilità di una pecca che avrà ripercussioni insostenibili per imprese, lavoratori, dipendenti e per molte famiglie'.

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mini conf_stampa_mirko_30_aprile_2012Riceviamo e pubblichiamo:

Cui prodest? La locuzione latina, per indicare “a chi giova?”, sembra essere pertinente in un caso sintomatico di come l’amministrazione comunale navighi a vista, o peggio ancora, brancoli nel buio. Il caso, unico nel suo genere, è quello che riguarda i lavori di realizzazione dei viali cimiteriali. Un lavoro singolare, che lascia basiti e far sorgere non pochi interrogativi. Innanzitutto, in un periodo di forti ristrettezze economiche, era, proprio, necessario realizzare un intervento di cui non si comprende la necessità e l’urgenza? Con il paese, ormai, sprofondato nel baratro più cupo, anziché, pensare alla soluzione di problemi indifferibili, l’amministrazione cittadina, ha preferito far pagare ai cittadini i propri capricci. Non sarebbe stato, ad esempio, più produttivo investire quei soldi per ripristinare qualche pozzo comunale o per risanare qualche serbatoio al fine di mandare qualche litro d’acqua, finalmente, salubre nelle case dei cittadini? Oppure, non si poteva, giusto per fare un altro esempio, mantenere la promessa di abbassare, anche, di qualche punto, la Tarsu, che con l’aumento del 43% è diventata un’autentica mannaia per i già magri bilanci familiari? Sarebbe, inoltre, interessante capire la ragione per la quale, per l’esecuzione dei lavori, non sia stato redatto alcun progetto e si sia proceduto con una delibera (la n. 80 del 18 maggio 2012) ad emanare una semplice direttiva per “l’esecuzione di lavori in economia di manutenzione straordinaria dei viali cimiteriali che costituiscono via di accesso alle varie tombe gentilizie”. E’ del tutto evidente che, la realizzazione dei nuovi viali, non può essere equiparata ad una semplice manutenzione e pertanto sarebbe stato necessario redigere apposito progetto. A ciò si aggiunga, che il valore artistico del cimitero serrese mal si concilia con la colata di cemento che, nel più tipico gusto palazzinaro, si è abbattuto sulle cappelle gentilizie ornate con le magnifiche sculture in marmo e granito realizzate dagli scalpellini serresi dei secoli scorsi. Sarebbe, quindi, interessante comprendere le ragioni tecniche alla base della scelta del materiale (cemento) impiegato per l’esecuzione de lavori. A ciò si aggiunga, che visto il pregio artistico del cimitero serrese sarebbe stato necessario far precedere l’intervento, quanto meno, da una comunicazione alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. Al contrario, nessuna procedura è stata eseguita, al punto tale che, durante l’ultimo consiglio comunale, nessuno è stato in grado di quantificare, neppure, la spesa sostenuta. Allo stato, l’unico atto ufficiale risulta essere una determinazione (la n. 164 del 4 settembre 2012) con la quale sono stati liquidati 3614,83 € per l’acquisto di materiali presso una ditta di Cittanova. Un atto dal quale sorgono altri interrogativi. Viene da chiedersi, ad esempio, per quale ragione non si sia proceduto all’acquisto di materiali presso una ditta del luogo? Sarebbe interessante sapere, inoltre, chi siano gli altri fornitori, ma, soprattutto, quanto i cittadini saranno costretti a pagare un intervento più che superfluo, inutile. 

Mirko Tassone (consigliere comunale "Al Lavoro per il cambiamento")

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mini autobus-ferrovie-della-calabria-300x225Ennesimo fallimento per la Regione Calabria. Alla malconcia Sanità e al problema di gestione delle risorse idriche, si accoda l’annullamento dei mezzi pubblici. Due assiomi garanti della vita ridotti al lumicino: Salute e Trasporti. E il paradosso si ingrandisce quando ci si rende conto che per raggiungere le strutture sanitarie oramai dilapidate d’organico e strumentazione, in moltissimi comuni bisogna usufruire del servizio di trasporto pubblico. Intorno a Serra San Bruno, ad esempio, sono tanti i cittadini dei comuni limitrofi impossibilitati a spostarsi. Tra questi gli abitanti di Simbario, Spadola, Brognaturo, Mongiana, Fabrizia, Nardodipace e frazioni, la maggior parte lavoratori e studenti. Senza contare chi ogni mattina deve raggiungere Serra San Bruno per recarsi in ospedale o presso gli uffici pubblici quali l’Asp, il Centro per l’Impiego, la Posta, l’Inps ecc.

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mini imagesCAGWIJ8GSPADOLA - La crisi idrica che sta attanagliando il territorio delle Serre sembra non voler conoscere la parola fine. Ma l’emergenza che si sta registrando in questi giorni a Spadola ha davvero poco a che fare con l’annosa questione  “acqua sporca” che recentemente ha portato al sequestro dell’invaso Alaco. Infatti il comune di Spadola gestisce l’acqua in perfetta autonomia e non dipende quindi dal lago in mano a Sorical ormai dal 2006, ma si tratta comunque dell’ennesimo capitolo giallo di un romanzo idrico sempre più bizzarro e misterioso.

Il 16 ottobre scorso, il Sindaco Giuseppe Barbara ha emesso un’ordinanza di non potabilità sulla base di una nota trasmessa dall’ASP di Vibo Valentia (prot. 823/IP), tramite cui il Dipartimento Prevenzione della stessa Azienda Sanitaria comunicava che i risultati delle analisi di routine microbiologiche, effettuate su un campione d’acqua prelevato in uscita del serbatoio comunale sito in località ‘Corvo’, non rientrerebbero nei limiti di potabilità previsti dal Dlgs 31/2001. Provvedimento che, già 13 giorni fa, ha quindi vietato “l’uso dell’acqua potabile ai fini del consumo umano, nelle zone della rete idrica alimentate dal serbatoio in località Corvo”.

Ma la disposizione di semplice non potabilità, che indirizza la cittadinanza al non utilizzo dell’acqua, è stata insolitamente seguita da un totale black-out idrico. Un allarmante stato di disagio dettato dalla completa sospensione dell’erogazione dell’acqua nella quasi totalità del territorio spadolese.

Ormai da ore gli uffici comunali sono inondati da telefonate da parte dei numerosi cittadini legittimamente infastiditi dalle difficoltà legate all’essere completamente privi di acqua corrente nelle proprie abitazioni, tanto che per i servizi igienici o per la doccia molti hanno dovuto rivolgersi a parenti ed amici residenti nelle vicine Brognaturo e Simbario.

Al di là della non potabilità ormai acclarata da quasi due settimane, la completa assenza di acqua potrebbe essere connessa ad un difetto tecnico alla rete idrica comunale. Infatti a lasciare a secco i cittadini di Spadola potrebbe essere stato un guasto tecnico a una delle condotte principali del serbatoio centrale da cui poi l’acqua viene ripartita nelle case del centro abitato. 

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mini Serra_San_Bruno_centro_storicoRiceviamo e pubblichiamo:

“Il circolo PD di Serra San Bruno esprime solidarietà e vicinanza ai ragazzi egiziani del progetto “Pitagora Mundus”, ospiti nel nostro paese, che nei giorni scorsi hanno subito una violenta aggressione da alcuni loro coetanei del posto. Siamo convinti della straordinaria ospitalità e correttezza che da sempre contraddistinguono la cittadinanza serrese, perciò speriamo sia stato solo uno spiacevole episodio destinato a non ripetersi. La nostra cultura ci impone di condannare con fermezza questi atti  che sono frutto di comportamenti inadeguati di un’esigua minoranza della nostra comunità.

Quanto accaduto, comunque, ci porta a riflettere sul comportamento totalmente passivo assunto dall’amministrazione comunale che non ha espresso nessuna condanna per l’accaduto, nessuna presa di posizione e nessun atto di disapprovazione. Il soggiorno a Serra San Bruno di questi ragazzi è senza dubbio  una grande opportunità che l’attuale maggioranza non riesce a valorizzare; già l’accoglienza non è stata delle migliori infatti al loro loro arrivo non si sapeva bene dove gli studenti avrebbero alloggiato e ora si trovano divisi in due strutture diverse e lontane tra loro. Da quasi un mese vivono nel nostro paese ma non è stato organizzato un solo evento che possa essere per questi ragazzi occasione di crescita e confronto e ciò denota una grave incapacità da parte degli amministratori nel farsi promotori di un percorso di integrazione tra i due popoli.

Un pensiero di gratitudine, invece, lo indirizziamo ai volontari ed ai cittadini che con grande senso civico hanno deciso si organizzarsi per affiancare i ragazzi e aiutarli durante la loro permanenza a Serra colmando, così, il vuoto e le lacune che l’amministrazione comunale ha prodotto e continua a produrre anche in questa occasione.

Chiediamo al sindaco Rosi e alla sua giunta di svegliarsi dal letargo nel quale sono caduti dal giorno successivo alla loro elezione e di sostenere i ragazzi, di programmare una serie di iniziative anche di carattere ricreativo, di intraprendere ogni azione opportuna per favorire, in tutti i modi possibili, il loro inserimento nella nostra comunità cercando di sensibilizzare i loro coetanei serresi perché è vero che la prima educazione avviene in famiglia ma la società e le istituzioni hanno il resto della responsabilità nella formazione di ognuno di noi.”

Circolo PD Serra San Bruno

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mini conf_stampa_mirko_30_aprile_2012Riceviamo e pubblichiamo:

Nel segno della continuità. Avrebbe dovuto essere questo lo slogan elettorale dell’attuale amministrazione. Uno slogan sicuramente più pertinente di quel  “dovere morale” di cui allo stato non c’è traccia. Una continuità, ovviamente, con la passata gestione, quella tanto criticata, ma, altrettanto, emulata. Continuità ed emulazione più che evidenti, fin dal primo atto, allorquando, la maggioranza procedette alla nomina del presidente del consiglio, ovvero di quella figura introdotta nella passata consiliatura ed all’epoca giudicata, da chi oggi siede sui banchi della maggioranza, come un inutile spreco di denaro pubblico. Un episodio tutt’altro che isolato, come dimostrato recentemente, anche, dalla gestione dei parcheggi di Santa Maria affidata, nonostante le quasi cento unità lavorative che prestano servizio presso il comune,  ad una cooperativa di Mileto. Il tutto, dopo aver criticato l’amministrazione precedente per un analogo provvedimento. A scanso di  equivoci, i conservatori nostrani, hanno voluto mummificare il paese, lasciando tutto immutato (vedi, acqua non potabile, randagismo, paese sporco ed abbandonato, mancato contrasto alla chiusura dell’ospedale, etc.). In alcuni contesti, poi, sono riusciti a compiere un’impresa davvero unica: fare peggio dei loro predecessori. Un caso, sotto gli occhi di tutti, è quello che riguarda la raccolta (in) differenziata dei rifiuti, cancellata con un tratto di supponenza per reintrodurre i cassonetti. Un settore, quello della raccolta differenziata, sul quale a nulla sono valse le promesse pronunciate in consiglio comunale nel novembre del 2011, allorquando, l’assessore al ramo, nel suo, peraltro, unico e stringato intervento, assicurò che il servizio sarebbe stato attivato a partire dall’1 gennaio 2012. A distanza di dieci mesi, nell’ultimo consiglio comunale, è stato assicurato che è, ormai, questione di qualche settimana. Rimaniamo in fiduciosa attesa, con il rammarico di chi ha la consapevolezza che lo smantellamento del servizio di raccolta differenziata ha causato, fino ad oggi, per le casse comunali, la perdita di decine di migliaia di euro provenienti, sia dai mancati introiti derivanti dalla vendita dei materiali differenziati,  sia dai costi sostenuti per il conferimento in discarica della spazzatura indifferenziata. Per non far sentire ai serresi la mancanza del passato, poi, l’attuale maggioranza non ha voluto trascurare nulla. Si è iniziato, così, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, a far svolgere il consiglio comunale di mattina. Una pratica anti democratica, contraria a qualunque principio di trasparenza e partecipazione, che contribuisce, ulteriormente, a scavare un ulteriore solco tra classe politica ed i cittadini. In un periodo si forte diffidenza nelle istituzioni politiche e nelle rappresentanze elettive, in un periodo in cui la politica è stata commissariata a favore dai tecnici, anziché  cercare di creare, almeno a livello locale, un nuovo patto di fiducia tra cittadini e politica, l’amministrazione comunale sta facendo esattamente i contrario. Il consiglio comunale di mattina, fatto con lo scopo preciso di impedire la partecipazione democratica dei cittadini, ingenera negli elettori l’immagine di una politica autoreferenziale, chiusa in se stessa che, avendo interessi nascosti da preservare, preferisce discutere lontana da orecchie indiscrete. Il motivo, probabilmente, è più banale. La scelta operata dall’attuale maggioranza, con ogni probabilità, risiede in quella che, i vecchi cronisti di pugilato, definivano “inferiorità tecnica”. Non passa consiglio comunale, infatti, in cui la maggioranza non sia costretta a modificare l’ordine del giorno o a ritirare gli atti, in seguito agli interventi della minoranza. L’ultima vicenda, in ordine di tempo, è quanto mai significativa. Nell’ultima seduta di consiglio, si è assistito alla precipitosa fuga della maggioranza che non riuscendo a reggere il confronto sul riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio ha abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale. Una situazione paradossale, poiché in nessuna assemblea elettiva della terra si era mai assistito ad una vicenda del genere. Solitamente, infatti, è la minoranza ad abbandonare la seduta, non certo la maggioranza che convoca la seduta, prepara l’ordine del giorno e conduce i lavori. Alla luce di quanto sta accadendo, mutuando una celebre battuta di Ennio Flaiano, viene da pensare che a Serra “la situazione politica è grave ma non è seria”.  

Mirko Tassone (consigliere comunale di "Al lavoro per il cambiamento")

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