mini d._arenaDopo gli arresti di ieri che hanno coinvolto anche un consigliere comunale della sua maggioranza, il sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, esce allo scoperto, esprime massima fiducia nell'operato della Procura reggina ma replica con fermezza alle dichiarazioni delle parlamentari Angela Napoli (Fli) e Doris Lo Moro (Pd), che avevano invocato l'intervento del Viminale sull'amministrazione di palazzo San Giorgio. ''Ripongo la massima fiducia nell'operato della magistratura reggina - ha dichiarato il sindaco di Reggio - affinche' faccia piena luce sui capi d'imputazione che hanno determinato la misura cautelare a carico del consigliere comunale Plutino. Ed auspico che il consigliere possa chiarire, nelle sedi competenti, la sua posizione. In questi primi mesi di legislatura - aggiunge Arena - Plutino, dopo aver smaltito la profonda amarezza per non essere stato designato dal partito nell'esecutivo comunale, ha svolto puntualmente il ruolo di consigliere comunale. Duole - dice ancora il sindaco - dover registrare il perpetuarsi di azioni irresponsabili ad opera di taluni soggetti che, nonostante in passato abbiano ricoperto cariche istituzionali di grande rilievo, continuano a strumentalizzare un tema delicato come quello della giustizia, per evidenti interessi personali legati alla carriera politica. Cio' e' ancor piu' grave se si considera che la comunita' che ho l'onore di rappresentare e' impegnata a supportare l'opera della magistratura e delle forze dell'ordine nella lotta alla criminalità organizzata. I continui sforzi per condizionare l'operato delle istituzioni da parte degli onorevoli Napoli e Lo Moro evidenziano un tentativo di prevaricazione delle regole e dei ruoli e un senso della Stato parolaio e strumentale''.

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mini Nucera-GiovanniLa "zona grigia" di cui ha parlato oggi il procuratore capo Giuseppe Pignatone, commentando gli arresti di Reggio, emerge costantemente dalle inchieste della magistratura che svelano risvolti sempre più sconcertanti sui rapporti tra 'ndrangheta e politica. Anche se non il più grave, sicuramente l'episodio che stupisce di più dell'operazione "Alta tensione" è quello riguardante il consigliere regionale del Pdl Gianni Nucera (foto). Tra i 7 arrestati, tutti presunti appartenenti alle cosche Caridi-Borghetto-Zindato, c'è anche un consigliere comunale del Pdl, Giovanni Plutino, ex assessore, alla terza consiliatura, che è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa in quanto sarebbe il referente politico della cosca. Secondo gli inquirenti, Nucera sarebbe stato avvicinato da Plutino e Domenico Condemi con lo scopo di ottenere favori per le famiglie che controllano i quartieri reggini di San Giorgio Extra, Modena e Ciccarello. IUl consigliere regionale avrebbe dovuto far rinnovare il contratto alla nipote di Eugenio Borghetto nella struttura del gruppo consiliare del Pdl, anzi avrebbe dovuto inserirla nella sua struttura speciale dandole un incarico "più duraturo e remunerativo", ma al suo rifiuto ci fu una reazione piuttosto inquietante: gli fu lasciata sul cofano della macchina una tanica piena di benzina con un panno inserito come miccia. Nucera, impaurito, denunciò. La responsabilità di Plutino nel costituire il punto di riferimento della cosca nelle istituzioni, viene messa nero su bianco dai magistrati reggini, che scrivono che il consigliere comunale del Pdl a palazzo San Giorgio "forniva un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo alla stessa (cosca Caridi, ndr) come referente politico del sodalizio, destinatario delle preferenze elettorali ricevute sia dagli affiliati, sia da parte di terzi ma raccolti in suo favore dagli esponenti della cosca nel corso di varie consultazioni elettorali, con particolare riferimento a quelle per l'elezione del consiglio comunale di Reggio Calabria del maggio 2011, anche mediante sistemi di alterazione della libera competizione elettorale e di controllo della libertà di voto".   

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mini g._plutinoL'arresto di Giuseppe Plutino (foto), 47enne consigliere del Pdl al comune di Reggio Calabria, sta scatenando una nuova bufera sull'amministrazione di Palazzo San Giorgio. Plutino è rimasto coinvolto nell'operazione della Dda scattata stamattina contro la cosca Caridi, ed è stato arrestato insieme ad altre 6 persone tra cui il presunto reggente della cosca, Leo Caridi. Il consigliere comunale, ex assessore all'ambiente, in carica da tre mandati, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e secondo gli inquirenti sarebbe stato il punto di riferimento politico delle cosche Caridi-Libri, che lo avrebbero appoggiato elettoralmente nelle comunali del 2011. In seguito all'operazione odierna e alle altre grane giudiziarie che hanno investito palazzo San Giorgio, le parlamentari Doris Lo Moro (Pd) e Angela Napoli (Fli) chiedono con forza l'intervento del Ministero dell'Interno sul comune di Reggio.

"Apprendiamo dalle agenzie - ha dichiarato la Lo Moro - che è in corso un'operazione della Polizia di Stato per l'esecuzione a Reggio Calabria di sette ordinanze di custodia cautelare in carcere contro altrettanti presunti affiliati alla cosca Caridi, con cui si contesta l'associazione per delinquere finalizzata ad estorsione e danneggiamenti. Apprendiamo, in particolare, che tra gli arrestati vi e' Giuseppe Plutino, consigliere comunale di Reggio Calabria del Pdl in carica da tre mandati. Mi chiedo e chiedero' oggi al Ministro dell'Interno, nel corso dell'audizione prevista presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, cos'altro deve succedere perche' si proceda ad una seria verifica di quanto succede a Reggio Calabria''.

Di tenore ancora più deciso è l'intervento della Napoli, componente della Commissione Parlamentare Antimafia: "L’arresto odierno del consigliere comunale Giuseppe Plutino, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione contro la cosca Caridi della ‘ndrangheta reggina - scrive la deputata - credo non possa più esimere il ministro dell’Interno dall’avviare adeguate procedure per lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria per infiltrazione mafiosa. Già nello scorso mese di novembre 2011 dalle indagini che avevano portato all’operazione 'Sistema' contro alcuni presunti affiliati alla cosca Crucitti della ‘ndrangheta reggina, è emerso che per infiltrarsi nel Comune di Reggio Calabria, il capo della cosca, Santo Crucitti, aveva fatto convogliare i propri voti e quelli dei suoi gregari su Pasquale Morisani, attuale Assessore ai lavori pubblici presso il Comune della Città. Sempre nello stesso mese di novembre 2011 l’operazione 'Astrea' ha evidenziato il controllo della cosca Tegano sulla società mista Multiservizi, società municipalizzata, dove il Comune di Reggio Calabria detiene ben il 51% delle quote, e che fino allo scorso anno ha avuto, quale suo consulente, il commercialista Demetrio Arena, attuale Sindaco di Reggio Calabria. Per non parlare di quanto è fin ora emerso dall’ inchiesta 'Meta', con il coinvolgimento di ex consiglieri comunali, di imprenditori affidatari di incarichi e di assunzioni varie da parte del Comune di Reggio Calabria.
Né credo si possa pensare che quanto si nasconde dietro il suicidio della dirigente comunale Orsola Fallara continui ad essere coperto dalle dichiarazioni 'compiacenti di alcuni indagati'.
Ritengo che la misura sia davvero colma e nessuno possa più continuare ne a chiudere gli occhi ne a coprire, omettendo gli adeguati interventi, su quanto sta accadendo a Reggio Calabria".

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mini arena-scopellitiUn'altra tegola giudiziaria per l'amministrazione comunale reggina guidata da Demetrio Arena (foto): questa mattina, nell'ambito di una operazione contro la cosca Caridi, è stato arrestato, insieme ad altre 6 persone, anche Giuseppe Plutino, 47 anni, consigliere comunale del Pdl, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Stando a quanto trapela, Plutino sarebbe stato, secondo gli inquirenti, un referente politico della cosca Caridi al comune di Reggio Calabria. L'operazione della Polizia di Stato scattata stamattina riguarda il controllo delle attività estorsive nei quartieri Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra, attività che sarebbe stata appannaggio, appunto, dei Caridi , che sarebbero "federati" con la potente cosca dei Libri. Su richiesta della Dda, agli indagati viene contestata l'associazione per delinquere finalizzata ad estorsione e danneggiamenti. Tra i 7 arrestati, oltre a Plutino, c'è anche Leo Caridi, ritenuto dagli inquirenti l'attuale reggente della cosca poichè il boss Nino, fratello di Leo, è in carcere dal 2007. Gli altri 6 arrestati sarebbero, secondo la Dda, presunti affiliati del clan.

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Martedì, 13 Dicembre 2011 19:57

Salerno nega l'aggressione. La denuncia c'è

In merito alla notizia, data ieri, di un pasticcere serrese che ha denunciato di essere stato aggredito dal consigliere regionale Nazzareno Salerno, Il Vizzarro.it sente il dovere di precisare alcune cose, anche in relazione alle dichiarazioni rilasciate dallo stesso consigliere regionale ad alcuni quotidiani calabresi.

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Miei cari accoliti, vi scrivo questo pizzinno...ehm scusate questa lettera, per lasciare ai postumi ospedalieri la mia parola. Voglio raccontarvi una parabola:" 
Un Pubblico Ministero si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che cosa hai fatto per ereditare la vita eterna?".Nazzareno gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi? Cui cazzu si 'ndi futta di la leggi, pentiti di 'mmerda". Costui rispose: "Amerai Don Peppe tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e con tutti i tuoi voti.... e il prossimo tuo come te stesso, ma quest'ultima non è obbligatoria".E Don Peppe: "Hai risposto bene; fà questo e vivrai".  Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Don Peppe: "E chi è il mio prossimo?". Don Peppino riprese: "Un pidiellino scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero, lo sputazzarono, le derisero, e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.  Per caso, un Padre degli umiliati scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.  Anche un magistrato, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un consigliere regionale, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.  Gli si fece vicino, e gli chiese quanti voti avesse, quando capì che aveva una bella famiglia numerosa, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.  Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.  Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". Quegli rispose: "Chi ha lavorato a futtacumpagnu.". Don Peppe gli disse: "Và e anche tu fa lo stesso"

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mini serra_san_bruno_2SERRA SAN BRUNO - Un consigliere regionale serrese avrebbe aggredito fisicamente un suo ex dipendente. A denunciarlo è proprio quest'ultimo, gelataio e pasticcere, anche lui di Serra San Bruno, che nella serata di ieri si è presentato al pronto soccorso del locale ospedale dove i sanitari gli hanno riscontrato una piccola ferita sull'arcata sopraciliare, riferita a percosse, e alcune abrasioni, per una prognosi  di 7 giorni. "Ieri sera - è  il racconto della presunta vittima dell'aggressione - sono stato avvicinato da questa persona mentre rientravo a casa. Dopo che la persona in questione mi ha detto che è inutile che io promuova azioni legali contro di lui per riavere alcuni soldi che mi spettano, mi ha preso a pugni". Il gelataio, secondo quanto riferito al Vizzarro.it da lui stesso, avrebbe denunciato l'accaduto presso il locale commissariato di Polizia. Sempre secondo quanto riferito dalla presunta vittima, l'aggressore sarebbe Nazzareno Salerno, esponente del Pdl e presidente della Commissione Sanità in Consiglio regionale.

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Sabato, 10 Dicembre 2011 20:36

La casta e i Robin Hood al contrario

mini Robin-Hood-walt-disneys-robin-hoodChe la politica non possieda più la capacità di ascoltare le istanze del popolo non è certo una novità. Ma quando questa si adopera con astuzia per accrescere ancora di più i propri interessi forse vale la pena di fermarsi un po’ per iniziare a chiedersi “dove stiamo andando?”, o meglio “dove si vuole arrivare?”

Dopo tutto alcuni mostri abbiamo contribuito a costruirli anche noi. Li abbiamo tirati su un po’ per volta. Li abbiamo forgiati giorno dopo giorno, saziandoli nel cuore delle campagne elettorali di applausi e calde strette di mano che, di contro, hanno poco in comune con i saluti gelidi e distaccati del post elezioni. Alcuni addirittura li abbiamo legittimati al potere, nutrendoli di ics tracciate di fretta in anguste cabine elettorali, con matite ben temperate da tante false speranze palesatesi nel tempo in reali illusioni.

La politica è sorda. Lo sanno i giovani che provano sempre meno amore nell’interessarsene e lo sanno i padri di famiglia che (e non è un luogo comune) riescono a stento ad arrivare alla fine mese. Ma, in alcuni casi, non si tratta di incapacità di ascoltare e né tanto meno di sordità acuta. Si tratta piuttosto di sfrontatezza, arroganza e malizia. Altrimenti non si spiegherebbe perché, in un’epoca in cui finalmente la politica inizia ad interrogarsi sui costi della politica, a qualcuno venga in mente di remare controvento, continuando a privilegiare la casta, senza ricordare che l’obiettivo di chi ci governa non è di certo la crescita dello spessore del proprio portafogli.

Ma facciamo un passo indietro.  

Lunedì 11 luglio scorso, durante la seduta del Consiglio Regionale, uno dei massimi esponenti del partito berlusconiano della nostra provincia, Nazzareno Salerno, ha avuto la premura di presentare un emendamento che mirava al ripristino del vitalizio per gli assessori regionali esterni e per i sottosegretari di giunta. Che tradotto significa assicurare la pensione a vita anche a coloro i quali non sono stati eletti dal popolo ma, piuttosto, nominati direttamente dai partiti. Si tratta di un fatto grave che la stessa maggioranza ha etichettato fin da subito come uno scellerato e maldestro tentativo di favorire qualche collega politico. Un tentativo che dipinge sul volto di Salerno la maschera del furbetto mancato. Infatti il consigliere aveva introdotto nell’assestamento di bilancio l’inghippo celandolo dietro la dicitura di “disposizione abrogativa e sostitutiva dell’art. 1 della legge regionale del 26 febbraio 2010 numero 7”. Una dicitura eccessivamente tecnica, in puro politichese, perché altrimenti magari la gente “capisce”!

Per fortuna le critiche sono state immediate, oltre che da tutti i partiti del consiglio, anche da parte della stessa maggioranza, tanto che perfino Cesella Gelanzè dello stesso PdL ha impiegato poco per definire la proposta di Salerno scellerata e vergognosa, e addirittura il governatore Scopelliti dai banchi della presidenza, e di fronte al consiglio regionale al gran completo, ha “invitato” Salerno a ritirare immediatamente l’emendamento, bollandolo come “un attacco vergognoso alla politica dei sacrifici. Sacrifici che sempre più gravano solo sulle spalle dei cittadini”.

Quindi, nonostante nei giorni scorsi sia stato reso noto l’ammontare degli stratosferici stipendi dei nostri consiglieri regionali, tra i più alti di tutta Italia (più di 12.000 euro al mese di stipendio base!), Salerno continua, come un Robin Hood al contrario, nella sua imperterrita battaglia di paladino dei più ricchi, visto che già nei mesi scorsi aveva dato parere favorevole sulla norma che avrebbe consentito ai consiglieri regionali di mantenere un doppio incarico e di conseguenza un doppio stipendio (consigliere regionale  e contemporaneamente sindaco di una città).

Ecco perché a questo punto è necessario chiedersi quali siano gli obiettivi veri della politica che ormai da tempo ha smarrito il suo ruolo originario, fino ad allontanarsi definitivamente dai bisogni reali di cui invece dovrebbe rendersi portavoce. Bisogni reclamati da un territorio e da migliaia di cittadini che si misurano quotidianamente con le difficoltà della nostra epoca e che francamente, vivendo in una terra martoriata, non considerano affatto una priorità il ripristino del vitalizio agli assessori esterni o il garantire un doppio incarico a potenziali “sindaci-consiglieri regionali”.

E io pago!

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