mini Serra_San_Bruno_centro_storicoSERRA SAN BRUNO – L'impossibilità di pagare la retta mensile dell'affitto e le inevitabili difficoltà economiche legate al mantenimento dei proprio figli: è questo ciò che avrebbe spinto due coniugi, entrambi disoccupati con cinque figli a carico, ad occupare una struttura abitativa già ultimata, situata nel quartiere “Terravecchia”, e destinata al progetto, di fatto mai avviato, denominato “Paese Albergo”. Da quanto siamo riusciti ad apprendere, i coniugi in questione abitavano in una casa nel vicino comune di Brognaturo, ma l'impossibilità di sostenere le spese per il pagamento dell'affitto avrebbe costretto il titolare a sgomberare l'immobile. Cosa che, loro malgrado, è avvenuta. Ed oggi, i due - genitori di cinque figli piccoli - hanno preso l'inevitabile decisione di occupare abusivamente una delle strutture destinate al “Paese Albergo”. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti del locale Commissariato di Polizia, guidati dal dirigente Antonio De Tommaso.
 
 
 
 
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fondazione campanella 3La sanità regionale affossa sempre più. Ora, come già era nell’aria da tempo, a chiudere battenti potrebbe essere il Popolo oncologico della Fondazione Campanella di Catanzaro, unico centro oncologico di eccellenza nell’intera regione. Il provvedimento, che porterà contestualmente anche al licenziamento irreversibile dei 180 dipendenti occupati nella struttura, è stato reso noto qualche ora fa dai vertici amministrativi e sanitari dello stesso Polo.

Il management della fondazione Campanella è stato, infatti, costretto ad avviare la procedura che porterà, a partire dal prossimo giovedì 17 luglio, alla soppressione di tutte le attività di ricovero ed ambulatoriali, svolte fino ad ora nella struttura di Germaneto. Secondo quanto comunicato dagli stessi dirigenti del Campanella, «non vi sono più le condizioni per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari».

La decisione è stata ufficializzata anche tramite una lettera indirizzata all’attenzione del Governo, dove testualmente viene indicato come il Centro oncologico – di proprietà della Regione Calabria e dell’Università Magna Græcia di Catanzaro – sia stato trasformato nel tempo «in una clinica privata e ridotto in una situazione economica disastrosa, costretto a chiedere in prestito farmaci alle altre strutture sanitarie per non interrompere le cure dei propri pazienti». 

Nella stessa missiva sottoscritta direttamente dal Direttore generale Mario Martina e dal Presidente Paolo Falzea, viene sottolineato, inoltre, come l’imminente soppressione riguardi il fallimento di un «progetto culturale» imprescindibile per la rete sanitaria ed universitaria calabrese e non solo. Un dramma che «sta facendo affondare la Fondazione in un mare di debiti costringendola a chiudere i battenti» con circa, al momento, 500 pazienti «che sono in cura presso il Centro costretti a trovare un'altra struttura». Tutto ciò, viene fatto notare, «mentre nella vicina Crotone sta avviando la sua attività un Centro oncologico veramente privato».

Già lo scorso 19 maggio tutti i soggetti istituzionali interessati alla questione erano stati informati della condizione a dir poco complicata in cui verteva il presidio. In seguito il consiglio regionale ed il presidente dalla giunta regionale facente funzioni, Antonella Stasi, avevano dichiarato l’intenzione di avviare tutte le procedure utili a perseguire una giusta risoluzione del problema, tanto che la paventata soppressione era stato prolungata proprio fino alla scadenza del 17 luglio prossimo. Ma, a soli sei giorni di distanza, come rimarcato dalla lettera presentata oggi, «non si sa se e quando saranno trasferite le risorse necessarie per poter acquistare farmaci, dispostivi medici e pagare gli stipendi ai dipendenti». «Per la gestione di tutte le attività – si aggiunge nella nota – da parte della Fondazione sono necessari circa 30 milioni all'anno; ne sono stati previsti solo 10 milioni. Solo per la gestione delle attività non oncologiche un'apposita commissione paritetica Università - Regione ha stabilito il costo in circa 26 milioni all'anno».

«Sarà sempre la Regione – continua la nota – nei prossimi anni a pagare comunque i debiti accumulati dopo aver distrutto una struttura ove sono presenti eccellenti competenze che non possono essere sminuite nella loro professionalità da miopie di vario genere. Quotidianamente siamo costretti a ricorrere allo scambio al prestito di farmaci con altri ospedali della Regione; le case farmaceutiche si rifiutano di fornire i farmaci e dispositivi medici che comunque devono essere pagati in anticipo dopo estenuanti trattative». Nel comunicato è evidenziato inoltre che «già dal 14 luglio non sarà possibile effettuare presso la Fondazione le Pet. Nei prossimi giorni si darà corso ad ulteriori iniziative giudiziarie nella speranza che sia ancora la volta la magistratura ad intervenire per ripristinare il diritto alla salute dei cittadini calabresi».

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mini silverserra1Silver City – Futsal Serra   4 – 3
 
Quintetto iniziale Futsal Serra: Carrera, Albano, Domenico Zaffino, Ciconte, Franzè
 
A disposizione: Costa, De Caria, De Raffele, Vincenzo Zaffino. All.: Gerardo Pisani
 
Il Futsal Serra incappa nel secondo ko stagionale, dopo quello di Sorbo San Basile e – da oggi fino a sabato prossimo – potrebbe vedersi raggiungere in vetta alla classifica dal Five Falerna, che attualmente dista sei lunghezze. Oggi pomeriggio, però, i gialloblu saranno impegnati in trasferta contro la Futsal Catanzaro ed un eventuale successo li avvicinerebbe, appunto, al Futsal Serra.
 
Ieri contro la Silver City i ragazzi di mister Pisani non sono riusciti nell’intento di portare a casa i tre punti che avrebbero consentito loro di chiudere la pratica promozione. Problemi di formazione per il tecnico biancoverde, costretto a fare a meno di Lucio Zaffino, De Padova e Nardo. A questi si aggiungono anche Franzè e De Caria, con il primo che ha ripreso soltanto venerdì gli allenamenti, a causa di un attacco influenzale, mentre De Caria non era al top sempre per via di un infortunio.
 
Uomini contati, quindi, per Pisani che si affida a Carrera tra i pali, capitan Albano centrale di difesa, Domenico Zaffino e Ciconte i due laterali con lo stesso Franzè pivot.
 
Nonostante l’emergenza, il Futsal Serra nel primo tempo gioca una buona partita, riuscendo nell’intento di chiudere gli spazi agli avversari e di ripartire in contropiede. La prima mezz’ora si conclude con gli ospiti meritatamente in avanti per 3 a 0, grazie alla marcatura iniziale di Ciconte, dopo due minuti dal fischio d’inizio, al raddoppio di Domenico Zaffino e al tris siglato sempre da Ciconte.
 
Al rientro dagli spogliatoi, però, la squadra cambia radicalmente volto e pensa perlopiù a difendere il vantaggio acquisito nella prima frazione. Scelta questa che, se si aggiunge anche la mancanza di cambi a disposizione per Pisani che, praticamente, è stato costretto a far giocare Albano, Ciconte e Domenico Zaffino per tutto l’arco della partita, ha consentito alla Silver City di ribaltare il risultato con quattro marcature, tre delle quali purtroppo sono arrivate su situazioni di palla inattiva.
 
Sabato prossimo, il Futsal Serra osserverà il turno di riposo, dopodiché ci sarà la pausa per le festività pasquali. Il campionato, dunque – per i biancoverdi – riprenderà sabato 26 aprile, quando il Futsal Serra affronterà in casa la Polisportiva Capo Vaticano.
 
 
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Domenica, 08 Aprile 2012 10:45

Sharo e la via crucis di Gesuino

Si consuma proprio nella bocca maledetta di una capra il sacrilegio che potrebbe causare la dannazione dell’anima del povero Gesuino. Detta così sembrerà improbabile, invece quanti hanno letto o leggeranno “Sole Nero a Malifà” – il primo romanzo di Sharo Gambino ristampato da Rubbettino – avranno ben presente come quell’inenarrabile “mal’azione”, quell’empietà cui il piccolo pastore malifioto timoratissimo di Dio è stato costretto, sia all’origine di un crescendo di follia mistica che alla fine porterà il protagonista a cercare la definitiva purificazione nella sua personale, grottesca, tragica via crucis. Già il suo nome, Gesuino, è una chiara metafora del destino cui vanno incontro il piccolo pastore e la sua gente, sopravvivendo tra miseria, arretratezza e superstizione in un villaggio arroccato sulle montagne dell’altopiano delle Serre, nella valle del fiume Allaro.

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