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Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
SERRA SAN BRUNO - «È da sette mesi che non sappiamo più niente. Di cosa possa essere successo a Massimo. Viviamo tutti nell'angoscia più totale». È questo l'incipit di una lettera firmata da Antonella Lampasi, la sorella di Massimo, giovane serrese di cui si sono perse le tracce la sera del 24 febbraio scorso, quando il 25enne si allontanò da casa - senza portare con sè, però, il telefono cellulare - dicendo alla convinente che sarebbe uscito a prendere le sigarette. Massimo, però, non ha fatto più ritorno nella sua abitazione. E la mattina seguente la scomparsa, la compagna si è recata presso la locale Compagnia dei Carabinieri, guidata dal capitano Stefano Esposito Vangone, per denunciare l'accaduto. La stessa convivente avrebbe dichiarato di aver visto Massimo salire su un' auto di colore scuro, anche se l'ultima volta Massimo pare sia stato visto nei pressi del campo sintetico, dove stava attendendo qualcuno per un appuntamento di lavoro. Sta di fatto che il 25enne è salito su un'auto, ma ancora oggi, però, non si sa con chi e, soprattutto, non c'è certezza sul fatto che qualcuno, magari, abbia deciso di tendere una trappola al giovane padre di una bambina.
Storie di vite strappate. Storie, come queste, di un diciannovenne ucciso per sbaglio da mano (ancora) ignota. Si, perchè in Calabria sui muore anche così. Per errore. Storie come quelle di Filippo Ceravolo e di tante altre vittime innocenti della criminalità organizzata. Il 25 ottobre 2012, ormai, sarà ricordato a lungo dai familiari di Filippo. Da quel giorno tutto è cambiato. Nulla è come prima. In casa si avverte la mancanza di un ragazzo buono, sempre con il sorriso sulle labbra. Un dolore incommensurabile. Filippo è stato ucciso la sera di giovedì 25 ottobre 2012, nella strada che collega Soriano a Pizzoni. Probabilmente i sicari non lo volevano uccidere. L’obiettivo, infatti, non era Filippo ma chi viaggiava assieme a lui. In poche ore, il giovane sfegatato tifoso della Juve si spegne all’ospedale ‘Jazzolino’ di Vibo, dietro il dolore straziante dei familiari. Filippo era un ragazzo perbene. Nessun precedente penale alle spalle.
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