Mercoledì, 25 Aprile 2012 12:41

Il 25 aprile di Sharo: la memoria e l'orgoglio

mini DSCN8474Di seguito pubblichiamo uno scritto di Marinella Gambino in memoria del padre Sharo, compianto giornalista e scrittore morto il 25 aprile 2008.

Dal giorno della scomparsa di Sharo Gambino siamo stati testimoni di una mobilitazione straordinaria. Il mondo della cultura, la gente comune, la Calabria intera, parte dell'Italia, hanno voluto rendere omaggio alla figura dello scrittore, con una tale ricchezza di sentimenti, quale noialtri familiari non ci saremmo mai aspettata. Una partecipazione ampia e generosa, un affetto travolgente di cui siamo sentitamente grati. Nel mio modo di vedere, ho sempre ritenuto che mio padre, per le sue esequie, immaginasse qualcosa di esattamente eguale ai funerali del suo personaggio Mariano D'Alife, nel romanzo 'Concerto in re maggiore':

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Venerdì, 23 Marzo 2012 15:55

Michele Tassone e la Chiave delle Serre

mini nigri“Serra è la mamma di la zampogna”, questo uno dei tanti detti calabresi che tesseva le lodi della nostra fiorente cittadina. Nella tradizione musicale serrese, troviamo peculiarità del tutto diverse, quasi anomale, rispetto a tutto il resto della Calabria. Nella prima metà dell’ottocento vi sono in Serra costruttori e suonatori di “bengiu e mandulinu”, strumenti che venivano suonati quotidianamente anche dai ceti sociali più bassi. Costruttori e suonatori di chitarra battente, costruttori e suonatori di zampogna. La zampogna a chiave. Nel resto delle Calabrie gli strumenti più diffusi sono le varianti della zampogna "a paru" (si fa riferimento alla lunghezza delle due canne melodiche), "surdulina" nella Sila e più lunga, nel reggino. Poi la "chiave" nelle Serre, da qui, poi, l’inventiva e la sperimentazione di costruttori del livello di Monteleone da San Giorgio Morgeto, partoriscono la cosiddetta “ammoderna”, copia in piccolo della zampogna a chiave, (ma senza la chiave), ma con uguale foratura e proporzioni.

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Martedì, 27 Dicembre 2011 15:25

Il simbolismo rituale del Natale

mini presepeLa ricorrenza più importante della cristianità, quella che celebra la nascita di Cristo, ha origini antiche. La storia rimanda ad un tempo remoto che precede l’avvento del cristianesimo. Una festa periodica di rinnovamento, celebrata a tutte le latitudini per simboleggiare la chiusura di un ciclo annuale e l’inaugurazione di quello successivo. Una tradizione diffusa presso molti popoli pagani faceva coincidere, infatti, con il periodo tra il 15 ed il 25 dicembre il momento più significativo dell’anno. I romani ad esempio tra il 17 ed il 25 celebravano i Saturnalia, i giorni di festa legati all’agricoltura e dedicati al dio Saturno. I Saturnalia precedevano il momento di passaggio e di rinnovamento rappresentato dal solstizio d’inverno. La nascita del nuovo sole rappresentava una tradizione particolarmente diffusa nel nord Europa, dove la celebrazione era legata all’abete, l’albero sempreverde nel quale rifulgono i raggi del sole appena nato. La festività romana che però presenta maggiori affinità con il Natale cristiano e quella del “sol invictus” in onore di Mytra, la divinità alla quale, secondo alcuni studiosi, la tradizione cattolica sarebbe particolarmente debitrice per la filiazione di tutta una serie di riti ed apparati liturgici. La ricorrenza del Natale entra quindi lentamente nella tradizione religiosa cristiana. Una festività che nello spirito di una religione universalista come quella cattolica, con il trascorrere del tempo e la diffusione del verbo di Cristo in tutto il mondo, si arricchisce di nuovi apparati sincretici che racchiudono spesso tradizioni pre cristiane di chiara derivazione pagana. L’agrifoglio, ad esempio, con il quale vengono spesso decorate le abitazioni, rappresenta un’antichissima usanza legata alla credenza che le foglie acuminate avessero il potere di scacciare gli spiriti maligni. Legata alla cultura celtica è invece l’usanza di appendere il vischio sull’uscio di casa. I Druidi, i sacerdoti celtici, oltre ad attribuirgli poteri magici e curativi, sostenevano che i nemici che si incontravano sotto una pianta di vischio dovessero deporre le armi. Per tale motivo si è diffusa la credenza che la sua esposizione garantisca pace e serenità. Molto più recente invece il ricorso alla stella di Natale, introdotta negli Stati Uniti e successivamente in Europa, dal Messico, nel 1825, dall’ambasciatore Joel Robert Poinsett. Tutta italiana, invece, l’usanza del presepe, la cui origine è attribuita dalla tradizione a San Francesco d’Assisi che, nel 1223, nel convento di Greccio, fece celebrare la messa su una mangiatoia adibita ad altare, tra un asino ed un bue vivi al cospetto della gente del villaggio. In seguito i francescani ed i domenicani promossero la costituzione di presepi che lentamente si diffusero in tutt’Italia. Il più antico presepe risale al 1280 ed è quello scolpito da Arnolfo di Cambio e custodito oggi nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma. E’ però tra il sei ed il settecento che il presepe diventa un’autentica forma d’arte arricchendosi di personaggi, angeli e gente comune. Tuttavia anche la tradizione del presepe non è immune da un retaggio molto più antico. Secondo la tradizione etrusca e latina gli antenati defunti venivano rappresentati da statuette di terracotta, i lari, cui veniva assegnata la funzione di vegliare sul buon andamento della famiglia. Intorno al IV secolo il rito venne mutuato da cristiani che alle immagini dei lari sostituirono quelle dei componenti della sacra famiglia. Una festa ricca di simboli e significati, elaborati da culture diverse, che sopravvivono oggi nelle differenze di una tradizione gastronomica che nel periodo natalizio riesce ancora a testimoniare tutti i tratti ed i sapori di un tempo.

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mini vigili_del_fuocoSERRA SAN BRUNO - Sono stati alcuni passanti, stamattina intorno alle 5, a dare l'allarme per l'incendio sviluppatosi in una palazzina in pieno centro storico e ad allertare i Vigili del Fuoco del distaccamento di Serra San Bruno. La squadra di soccorso ha subito raggiunto Piazza tenente Pietro Tedeschi dove, al terzo piano, su un balcone, si trovava una famiglia intera di sette persone che cercava di rifugiarsi per sfuggire alle fiamme. Con l'ausilio della "Scala Italiana" i vigili hanno subito raggiunto il balcone e hanno tratto in salvo le persone intrappolate. Nel frattempo, il resto della squadra ha sfondato il portone di ingresso del fabbricato e ha così portato in salvo due anziani che si trovavano nell'appartamento ubicato al secondo piano dell'edificio. Successivamente sono intervenute anche le squadre arrivate dal distaccamento di Chiaravalle Centrale e dalla Sede Centrale del Comando, impedendo così che l'incendio si propagasse alle abitazioni limitrofe. Un incendio spaventoso, dunque, che poteva avere conseguenze ancora peggiori di quelle che ha avuto. I servizi sociali del Comune di Serra, intanto, già nella giornata di oggi hanno trovato un sistemazione temporanea per la famiglia che abitava al terzo piano della palazzina e che era rimasta senza una dimora.

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