mini Nicodemo_OliverioLa farsa del "Decreto liste pulite" è risultata alla fine un provvedimento virtuoso da parte del Governo Monti. In sostanza, nessun politico (passato e presente) che ha avuto problemi con la Giustizia rientra nella morsa del Decreto. Infatti, il testo che prevede i criteri di incandidabilità riporta che saranno esclusi coloro che hanno subìto «condanne definitive a più di due anni per delitti di allarme sociale (mafia e terrorismo) e contro la Pubblica Amministrazione (corruzione, concussione, peculato), nonché chi è stato condannato a più di due anni per delitti non colposi per i quali sia prevista una pena non inferiore nel massimo a 4 anni, (stalking, voto di scambio, aggiotaggio, reati fiscali, ecc.)».

Una mossa studiata a tavolino, come se prima della stesura del testo, parlamentari e senatori abbiano confessato le loro condanne per rientrare nei termini di legge. Anche Berlusconi ne esce pulito. Un plauso per il Governo Monti!

«Auspico ? sottolineava infatti la presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio Giulia Bongiorno ? che i partiti si dimostrino ancora più rigorosi della legge approvata, prevedendo regole e limiti ben più stringenti sulle candidature».

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mini Casa_Andreacchi2SERRA SAN BRUNO - Una battaglia. Anzi, due. La prima, iniziata circa tre anni fa, contro la giustizia. O forse sarebbe meglio parlare di ingiustizia. Perchè di questo si tratta. Era il dicembre del 2009 quando furono ritrovati i resti di Pasquale Andreacchi, giovane vittima innocente della criminalità organizzata. Il 15 gennaio 2010, poi, l'esame del Dna ha confermato che le ossa appartenevano proprio al ragazzo amante dei cavalli. Insomma, tre anni di battaglie e sofferenze. Contro la giustizia. Contro chi ha deciso di archiviare il caso dopo appena dodici mesi dal delitto. Tre anni nei quali la famiglia di Pasquale, assieme al proprio legale, l'avvocato Giovanna Fronte, ha fatto di tutto per risalire ai colpevoli.

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mini bastone_del_cittadino_a_FabriziaRiceviamo e pubblichiamo: 

FABRIZIA - In questi giorni si sono accavallati un paio di eventi politici di notevole rilievo sostanziale i quali, tuttavia, considerandoli all'esito dello svolgimento e sotto il profilo della magra risonanza ottenuta, si sono rivelati di scarsissimo interesse partecipativo per la cittadinanza di Fabrizia: il Consiglio Comunale di sabato scorso e le primarie del Centro-sinistra del 25 novembre.

Quasi ignorati entrambi.

Il Consiglio comunale non ha più nulla da far conoscere: il sistema è consolidato ed il potere non ha altro compito se non quello di perpetrare se stesso – sia pur nel totale immobilismo amministrativo e decisionale.

Una mesta presidenza, quasi artificiale, utile solo per la modesta remunerazione e, forse, per ravvivare un morente sentimento di potere in estinzione.

Nonostante gli argomenti abbastanza rilevanti per l'intera collettività, siamo costretti ancora una volta a sottolineare la negativa dimostrazione d'interesse della gente e, cosa ancora più grave, della minoranza consiliare – latitante sia sotto il profilo della forma sia sotto quello dei contenuti. Questo è, non ci stanchiamo di rilevarlo, un grave nocumento alla democrazia, poiché in assenza della necessaria partecipazione dell'Opposizione consiliare, si perde il contrappeso democratico della gestione della cosa pubblica.

Sotto il profilo contenutistico, poi, non si è capito bene quali siano i provvedimenti che il Consiglio ha approvato per l'assestamento di bilancio. Infatti, chi aveva il potere e dovere di richiedere i chiarimenti, cioè l'Opposizione, non ha rivolto il suo interesse al problema, pur mantenendo formalmente l'attribuzione elettorale. L'Amministrazione in carica ringrazia sicuramente per l'autonomia ed il monopolio di fatto che, a scapito delle istanze democratiche e partecipative, gli è stato regalato.

Eppure, l'assestamento di bilancio è un argomento così importante che, da solo, avrebbe meritato maggior credito. Mancano circa 59 mila euro per quadrare il bilancio, è stato detto. La soluzione ha fatto riferimento semplicisticamente alla necessità di affrontare con oculatezza la situazione, non rilevando altri problemi sostanziali. Pare tuttavia che i problemi ci siano. Perché, altrimenti, prevedere la necessità di vendere appositamente le case popolari, non in risposta a legittime istanze abitative degli aventi diritto, ma solo strumentalmente, per quadrare il bilancio? Pur assumendo per buono l'intervento di salvaguardia degli equilibri di bilancio mediante l'alienazione di case popolari, si deve in ogni caso tener presente che l'entrata che si prevede a copertura del disavanzo deve avere il requisito della certezza. Nel caso di alienazione di immobili (secondo la Corte dei Conti) la certezza di entrata si ha solo in presenza del titolo che ne attesti la compravendita, non essendo sufficiente il compromesso o il preliminare di vendita, dai quali si acquisisce solo il diritto di portare a termine l'operazione. Pertanto, nel caso di specie, con la semplice emissione del bando per la dismissione non si può dire che si sia di fronte ai requisiti richiesti per avere la “certezza” dell'entrata. Tutto ciò è questione sostanziale: riguarda il rispetto del principio di legalità nell'agire amministrativo – a prescindere dalla giustezza e dalla opportunità inerente la scelta della vendita delle case, probabilmente abitate da famiglie che non possiedono le capacità economiche per acquistare la proprietà di un alloggio. Per inciso, non si può tralasciare un altro dato oggettivo: Fabrizia è strapiena di case in vendita, forse a più buon mercato e migliori di quelle offerte dal Comune.

Infine, sull'argomento dei rilievi della Corte dei Conti, riferiti in sintesi dal Sindaco, liquidato con noncurante ovvietà mediante un semplicistico rinvio al “prendere per buona” la relazione della Responsabile di Ragioneria, non vi è stato alcun esaustivo chiarimento. Si potrebbe, in teoria, comprendere il disagio per l'assoluta mancanza di pubblico, se non fosse che nella stessa sala vuota, il Sindaco ha, invece, ritenuto essenziali altre comunicazioni, di natura politico-propagandistiche, quale il preannuncio del prossimo resoconto semestrale dell'amministrazione.

A tutto ciò si aggiunga una breve meditazione sullo svolgimento delle primarie del Centro-sinistra: ancora una volta si rileva il fenomeno di un grande disinteresse per alcuni eventi di rilievo della vita sociale. E' stato così per questa occasione di democratica partecipazione alla scelta della leadership di metà del popolo italiano, del rappresentante che probabilmente dovrà governare le sorti del Paese Italia per cinque anni dal prossimo marzo 2013. Si consideri che ha votato uno scarso 6% degli aventi diritto. Cosa dire? Sarà colpa del disamore per la politica, come dappertutto? Oppure ci sarà un motivo più radicato nell'ambito locale, che discenda da umori contrastanti e da notevoli incertezze per un futuro sociale in forte inibizione, promanante dalla strana mescolanza politica e dall'intreccio di interessi tutt'altro che democratici e trasparenti su cui è stato costruito l'ultimo esperimento elettorale?

Maria Cirillo

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Martedì, 27 Novembre 2012 14:48

Non datecela a bere!


mini incontro_Non_datecela_a_bereVIBO MARINA - C’è un capitolo di un film che torna sempre di moda, quasi come se fosse divenuto un cult. E la visione è ogni volta diversa da quella precedente, scoprendo a poco a poco quei particolari che erano passati inosservati. A Vibo Marina, per esempio, i ragazzi del “Facciamo Rumore” hanno scoperto la totale disinformazione della cittadinanza sulla saga dell’acqua sporca. La maggior parte dei presenti, per  esempio, era convinta che l’acqua era sporca solo per via della rete colabrodo del Comune e che le analisi dell’Asl erano attendibili solo perché erano loro stesse ad emanarle. E mentre per alcuni, vedi magistratura e associazioni  varie, la pellicola è quasi consumata, per  altri invece si tratta di una prima visione assoluta.

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mini provincia-viboPuntuale, il prefetto Michele Di Bari ha decretato lo scioglimento del consiglio provinciale e la contestuale nomina del commissario prefettizio per la gestione provvicosria dell'ente. La Prefettura precisa che il provvedimento si è reso necessario per la grave situazione determinatasi con le dimissioni dell'ormai ex presidente De Nisi. Il commissario è il prefetto Mario Ciclosi. Si insedierà giovedì. Finisce così la storia della Provincia di Vibo. Una storia per nulla gloriosa, che racconta di un ente governato per quasi un ventennio dal centrosinistra, in particolare dall'alleanza tra cattolici popolari ed ex comunisti, con risultati disastrosi sul territorio.

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mini pasquale_3SERRA SAN BRUNO - Tre anni. Tanto è trascorso dall'omicidio di Pasquale Andreacchi. Tre anni di sofferenze, speranze e ricordi. Pasquale, però, non c'è più. È morto. Trucidato brutalmente alla tenera età di diciotto anni. Un dolore atroce per i familiari, che si sono visti strappare un figlio appena maggiorenne. Amava i cavalli. E pare sia stata proprio la compravendita di un cavallo non pagato da un pregiudicato della zona che gli avrebbe portato a fare questa fine. Da allora, però, Salvatore e Maria Rosa hanno fatto il possibile per chiedere verità e giustizia. Si sono rivolti più volte alle testate giornalistiche locali. Hanno contattato anche programmi televisivi di spessore quali 'Quarto grado', 'Pomeriggio Cinque', 'La via in diretta' e 'Blu notte'. Ma nessuno ha risposto. È vero, sì. Fa più rumore un omicidio compiuto in pieno centro a Milano o a Roma che nella nostra provincia. Terra dimenticata dai media nazionali, ma non solo. Anche la classe politica ha fatto la sua parte.

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mini fabriziaRiceviamo e pubblichiamo:

FABRIZIA - Sabato scorso si è tenuta a Fabrizia una seduta straordinaria del Consiglio Comunale per discutere della precaria e pericolosa situazione in cui versa la viabilità provinciale, definita efficacemente dai rappresentanti istituzionali come un colabrodo; tanto che il Prefetto, recentemente in visita a Nardodipace, ha sentito il dovere di offrire il proprio impegno nel sostenere le ragioni di queste comunità per la messa in sicurezza delle strade. Abbastanza dimenticate. Una precisa stigmatizzazione è stata rivolta al Presidente della Provincia che, a parere del Sindaco Minniti, si è occupato troppo della zona di Filadelfia, abbandonando quella delle serre.

A parere dei cittadini, parecchio indignati ed abbastanza scettici sul probabile ascolto di queste voci della periferia, l’abbandono è evidente. Eppure, questo angolo di Provincia, per quanto periferico, è di notevole interesse paesaggistico, ma anche economico, grazie ai numerosi beni naturali di grande pregio quale la magnifica acqua, ed i lussureggianti boschi di cui è ricco il comprensorio.

L’attualità dell’argomento fa sorgere il dovere di precisare che la perifericità non deve essere un handicap ma, semmai, una riserva di valore. Comunque, le persone, a qualunque paese appartengano, sono cittadini, senza distinzione di serie o di altitudine, con i loro diritti inderogabili. Purtroppo bisogna constatare che siamo governati da una classe dirigente politica poco stimata e di scadente serie, anzi fuori serie minima che, ci si augura, irriproducibile. Qualsiasi altra nazione tiene alto l'onore del paese e, chi sbaglia, se ne va a casa (altrimenti ce lo mandano); in Italia al massimo si rimedia con una sanatoria, economica, politica, contabile e, persino, giudiziaria. Tuttavia, non volevo prenderla troppo alla larga e, quindi, rivolgo un diretto appello a questi politici o, almeno, a quelli con cui abbiamo a che fare. Quando vi si chiede qualcosa, non lanciate subito la patata agli altri, e non vi nascondete dietro scuse banali, ma fate prima voi qualcosa che è nelle vostre disponibilità. Iniziate con l'essere sinceri con i cittadini, a partire dalle occasioni di campagna elettorale. Se non avete la possibilità di fare nulla, perché non vi dimettete? Siete solo un peso per l'erario e per i cittadini che devono rimpinguarlo.

Tanto per citare brevemente qualche criticità, al di là dell'attuale pessima gestione manutentiva delle povere e disastrate strade (qualcuna addirittura degna di essere dismessa), volevo accennare provocatoriamente al fatto che nessun tentativo di sviluppo è stato mai seriamente intrapreso in merito alla famosa questione trasporti della nostra zona. Vi ricordate della ferrovia che, prima che subentraste voi, politici di lungo corso, famosi per le belle idee spendaccione nell'inutile ed avare nelle cose utili e serie, arrivava fino a Chiaravalle Centrale? Ancora, conoscete la ferrovia della costa ionica reggina, risalente ai famosi tempi migliori, quelli della realizzazione delle strade regie? Bene, entrambe le infrastrutture hanno fatto la loro bella figura, finché è durata. La ferrovia chiaravallese è sparita e quella della locrese è ridotta alla miseria. Pare anch'essa di probabile dismissione. Alla fine, poco male. E' vero che potevamo usufruirne con maggior comodità, ma, a parte che i pochi chilometri per raggiungerla scoraggiano anche i più temerari, vi è che viene la tristezza a pensare che in questa bellissima zona, potenzialmente espansiva, la ferrovia sia ridotta a quel solo precario trenino, a proposito del quale, i Fabriziesi che lo utilizzano affermano che per giungere alle stazioni centrali ci si mette mezza giornata!

Non voglio annoiare i lettori, ma sento il dovere prima umano e poi civico di puntualizzare un'altra importantissima questione. Vitale, oserei dire. L'acqua. Cosa sta succedendo a questa preziosa fonte di vita? Punto primo, l'hanno consegnata in mani private poco oneste. Secondo, ma di primaria importanza per la salute pubblica, l'HANNO LASCIATA ALLO SBARAGLIO E AD UN TERRIBILE INQUINAMENTO INVASIVO e, a distanza di 4 mesi dal sequestro dell'Alaco, nessuno ha messo la mano sulla coscienza per salvaguardare la salute delle persone. Anche in questo caso è d'obbligo lanciare un chiaro monito: andatevene a casa. E mi fermo qui.

Chi deve intendere intenda. La protesta deve essere contro di voi politici, da attuare seriamente, innanzitutto con lo strumento elettorale e poi richiamandovi alle precipue e personali responsabilità contabili e forse anche giudiziarie, per gli sprechi e per le distorsioni dei bilanci, manovrati e rivoltati a vostro piacimento, per strappare il consenso elettorale e non per i bisogni veri delle persone che hanno il diritto di usufruire dei servizi e delle innovazioni e non di sole celebrazioni.

Maria Cirillo 

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Giovedì, 18 Ottobre 2012 12:31

Serra, ancora bullismo a scuola

mini bullismoSERRA SAN BRUNO – Un ennesimo episodio di bullismo si sarebbe consumato ai danni di un bambino di 11anni delle scuole medie. A riferirlo ai Carabinieri la madre del ragazzino, che frequenta la prima classe della Scuola Media Statale “I. Larussa” di Serra San Bruno, che si è rivolta all’Arma per denunciare il fatto, presentando una formale querela nella quale ha esposto quanto sarebbe avvenuto. Secondo quanto riferito dal genitore, il 16 ottobre sarebbe rientrata a casa e avrebbe trovato il proprio figlio dolorante alla spalla e al braccio destro e avrebbe quindi chiesto spiegazioni dell’accaduto. Il bambino avrebbe riferito che poco dopo la ricreazione, cinque ragazzi della terza di cui non ha saputo indicare le generalità nè i genitori, sarebbero entrati nell’aula e avrebbero “buttato fuori” l’insegnante. I cinque ragazzi, secondo il racconto che la presunta vittima dell’episodio di bullismo avrebbe fatto alla madre, avrebbero percosso l’undicenne provocandogli un trauma contusivo alla spalla destra

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mini Bivacco_004Tra i miei tanti bei ricordi di bambino, tra i più belli, ci sono certamente quelli passati nel gruppo scout. La formazione politica negli anni mi ha portato a frequentare altre associazioni, con indirizzo diverso, ma la formazione mia personale, sul volontariato, sul servizio, sulla “buona azione quotidiana”, è certamente anche nata dalla grossa influenza avuta dal mio essere scout. Se mio figlio facesse lo scout ne sarei felice. Tra le piazze di Spinetto, l’altra sera, appunto per seguire Sharo jr (che a sua volta ha avuto una “soffiata” da Erica), sono capitato in una manifestazione scout. Un fuoco di bivacco. Mi avvicino quasi col magone, ricordando tanti fuochi e tante serate, accovacciati con quei bambini miei amici, che ora sono capi ed educatori. Era il gruppo Scout Serra San Bruno 2 della Parrocchia di Spinetto a festeggiare il suo secondo anniversario. Lo stesso entusiasmo negli occhi dei bambini al riflesso del grande fuoco fatto con maestria da Mella, Pino e Bruno, che poi hanno fatto cantare e giocare i loro piccoli amici. E poi lo schermo con i vari momenti immortalati delle attività del gruppo, dalla nascita alle “trasferte”, fino ad Assisi. E poi lui, Don Ferdy, come affettuosamente viene chiamato nella sua parrocchia. Un uomo di Chiesa, ma anche un ragazzo simpatico e giovane, che riesce ad aggregare intorno alla sua Parrocchia un sacco di giovani con attività varie. Poi, dopo la solennità del momento di preghiera alla presenza dell’Assistente Ecclesiastico, dolci e ancora risate e gioia. Di queste cose ha bisogno Serra. Di momenti di aggregazione, di condivisione di valori e di civiltà. Dell’aiuto al "prossimo tuo” e a chi ha bisogno di aiuto. Il gruppo Scout Serra 2 lo fa egregiamente, come tutti gli scout del mondo. Cosa dire più? Scout una volta, scout per sempre. Ad maiora.

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mini il_sindaco_di_Serra_San_Bruno_Bruno_RosiSERRA SAN BRUNO – Malumori. Questo quanto traspare dalla maggioranza pidiellina che sostiene il primo cittadino serrese Bruno Rosi. Cosi tanti malumori che, secondo indiscrezioni, avrebbero indotto il consigliere regionale Nazzareno Salerno, dominus politico del centrodestra che ha investito sull’attuale sindaco, ad esercitare il bastone del comando. Cosa sta succedendo allora all’interno della maggioranza di Palazzo Tucci? Lo stallo amministrativo sta scontentando un po’ tutti e tutti reputano necessario un cambio di rotta all’insegna del rinnovamento e del rilancio dell’attività amministrativa perché, come dice qualche bene informato, «o si cambia registro o tutti a casa». Nel mirino di Nazzareno Salerno e dei suoi fedelissimi  l’immobilismo del sindaco Rosi e della sua giunta che non starebbero affrontando i problemi amministrativi che di volta in volta sorgono in seno alla cittadina della Certosa, preferendo invece lasciarseli scivolare addosso.

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