pandaincendiataSERRA SAN BRUNO - Intorno alle due della notte scorsa, ignoti hanno dato alle fiamme l'autovettura - una Fiat Panda vecchio modello - di proprietà di G.S., 61enne postino del luogo. La macchina era parcheggiata sul centralissimo corso Umberto I, nel cuore del rione "Spinetto". Secondo una prima ricostruzione, pare che i malviventi abbiano agito forzando la portiera anteriore del mezzo dal lato del conducente. All'interno l'autovettura è andata completamente distrutta. Gli inquirenti hanno prontamente avviato le indagini per cercare di individuare i responsabili.

Si tratta del secondo caso di incendio, nel giro di pochi giorni, a danno di autovetture parcheggiate nella stessa zona. Circa una decina di giorni fa, infatti, si registrò un altro precedente analogo, con le fiamme che, anche in quel caso, divamparono direttamente dall'interno di un'autovettura in sosta in una via adiacente allo stesso Corso Umberto I, sempre in zona "Spinetto". Anche quella volta il proprietario dell'automobile era un postino, ma in tal caso in pensione da diverso tempo.

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mini vdfNotte di fuoco nella frazione Sant'Angelo di Gerocarne dove, intorno a mezzanotte e mezzo, è stata data alle fiamme una Fiat 500 vecchio modello, di proprietà di V.G., 70enne del luogo, parcheggiata in via San Domenico. L'autovettura è andata completamente distrutta. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco ed i Carabinieri della Stazione di Soriano Calabro, guidati dal maresciallo Barbaro Sciacca e diretti dal capitano della Compagnia di Serra, Stefano Esposito Vangone, i quali hanno avviato subito le indagini per cercare di risalire agli autori del gesto. Certa l'origine dolosa del rogo. 

 

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mini toga_tribunaleIl gip distrettuale Abigail Mellace ha disposto la misura degli arresti domiciliari per l' ex capo della squadra mobile di Vibo Valentia, Maurizio Lento, per il vice, Emanuele Rodonò e per l'avvocato Carmelo Antonio Galati, finiti in manette nel febbraio scorso a seguito di un'operazione della DDA di Catanzaro. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto, quindi, le istanze presentate dagli avvocati Guido Contestabile, Armando Veneto, Maurizio Nucci e Sergio Rotundo, per via della perdita di efficacia delle esigenze cautelari in carcere.

I tre erano stati arrestati a fine febbraio nell'ambito di un'operazione condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia del capoluogo di regione – e portata avanti dai Carabinieri del Ros e da quelli della Squadra Mobile – dalla quale sarebbe emerso che Lento e Rodonò avrebbero intrattenuto dei rapporti con in clan Mancuso di Limbadi, fornendo all'avvocato Carmelo Antonio Galati - legale di alcuni elementi di spicco della consorteria mafiosa - informazioni su indagini in corso. Galati era finito in carcere con l'accusa di associazione mafiosa, mentre l'accusa nei confroti di Lento e Rodonò era di concorso esterno.

L'inchiesta che riguarda Lento, Rodoò e Galati trae origine da un'informativa del Ros di Catanzaro denominata "Purgatorio".

 

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pizzo ospedale2Solo il 24 aprile scorso, i carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia avevano eseguito diciassette provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti dipendenti dell’Asp Vibonese - tra i quali dirigenti sanitari, assistenti amministrativi ed infermieri - tutti in servizio presso la struttura di Pizzo Calabro, inquisiti a vario titolo per truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta denominata “Asp-etta”. 

Le indagini dell'Arma, partite nel giugno del 2012, avevano quindi portato ad un blitz condotto dai militari proprio la mattina del 24 aprile scorso, avviate a seguito di una serie di informazioni confidenziali segnalate direttamente da parte di cittadini ai carabinieri della Stazione di Pizzo. Le indicazioni avevano consentito - attraverso attività di appostamenti e di monitoraggio, effettuate con telecamere istallate fuori e dentro la struttura sanitaria, nonché sulla macchinetta marcatempo - di documentare reiterate condotte di assenteismo, di cui si rendevano autori i dipendenti Asp, avvezzi ad allontanarsi dal luogo di lavoro per finalità estranee alle attività d’ufficio. Inoltre, secondo quanto asserito dagli inquirenti, alcuni erano soliti affidare il proprio “cartellino” ad altri colleghi, disposti a “strisciarlo” al loro posto, in maniera da artefarne dunque gli orari di entrata ed uscita. Già in quella fase, a conclusione delle indagini, era scattata nei confronti delle persone coinvolte la sospensione dall'impiego per due mesi.

Stamattina, per loro, il gip Fabio Regolo ha fissato il procedimento penale in accoglimento della richiesta di immediato presentata dal pubblico ministero, Vittorio Gallucci. La prima udienza è stata fissata, però, addirittura per il 2 febbraio del prossimo anno. Solo allora gli indagati saranno chiamati a comparire davanti al Tribunale monocratico.

«Un'Asp la cui gestione è improntata alla navigazione a vista e i cui settori, quantomeno alcuni, si reggono solo grazie alla volontà dei singoli che cercano di fare fronte alle carenze di sistema» commentava lo stesso Regolo nella sua ordinanza di custodia cautelare.

 

 



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mini fustiradioattiviIn seguito alla comunicazione del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, indirizzata alla presidente della Camera, Laura Boldrini, sono stati in queste ultime ore desecretati documenti precedentemente coperti dal segreto di Stato. Come rivelato dal giornalista Claudio Cordova su il Dispaccio.it, in molti atti, oltre a comparire riferimenti sul caso delle cosiddette “navi dei veleni” e sull’omicidio dei giornalisti Ilaria Alpi e Miram Hrovatin, ci sono anche delle note dei Servizi segreti che segnalano esplicitamente le attività illecite effettuate a ridosso degli anni ’90 dalla ‘ndrangheta.

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mini comune_serraLa Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha notificato nei giorni scorsi l'avviso di conclusione delle indagini nei confronti dell'ex primo cittadino, Raffaele Lo Iacono e di altri otto ex amministratori serresi, accusati di abuso d'ufficio nell'ambito della gestione della Fondazione ''Monsignor Biagio Pisani'', presieduta dallo stesso Lo Iacono: si tratta di Luigi Calabretta, Leonardo Calabretta, Biagio Vavalà, Giuseppe Raffele, Antonio Procopio, Maria Abronzino, Francesco Bonazza e Vincenzo Damiani. L'avviso è stato disposto anche nei confronti di Salvatore Amato, all'epoca vice segretario comunale, oggi in pensione.
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mediciIl sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Gabriella Di Lauro, ha aperto tre fascicoli d'indagine - al momento contro ignoti - per far luce su altrettanti decessi registratisi negli ultimi giorni nel Vibonese in circostanze ancora non molto chiare. Una triplice inchiesta, dunque, per accertare o meno se le tre morti siano potenzialmente imputabili a casi di malasanità.

La prima indagine, eseguita sulla base degli accertamenti effettuati dai Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia, mira a fare luce sui fatti che di recente hanno determinato il decesso di Massimo Prestia, 67 anni, ex primario ginecologo in servizio all’ospedale di Serra San Bruno fino a qualche anno fa. Il decesso di Prestia era arrivato lo scorso 27 aprile, dopo 10 giorni di dolori e dopo varie visite effettuate prima al Pronto soccorso di Vibo e poi a quello di Tropea, a causa di una sospetta dissecazione aortica legata ad una peritonite acuta.

Il secondo fascicolo d’indagine riguarda invece la morte di Giuseppe Di Renzo, deceduto lo scorso 2 maggio all’età di 78 anni, in seguito ad un tragico incidente stradale mentre si trovava a bordo della sua carrozzina a motore. Conseguentemente all’urto con un veicolo, l’anziano era stato trasportato d’urgenza all’ospedale Iazzolino di Vibo, dove è deceduto. I Carabinieri hanno effettuato, in queste ore, il sequestro della sua cartella clinica. 

Altro caso sul quale contestualmente sono state avviate le indagini riguarda la morte di Luigi Pacifico, 66 anni, residente a Pizzo Calabro. L’uomo era stato ricoverato nel reparto di Chirurgia dello stesso Iazzolino di Vibo, dove è deceduto a causa di una presunta embolia polmonare.

 

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mini pistola1Un giovane di 18 anni, G.G., è stato ferito da un colpo di pistola alla spalla, mentre era con un amico, in una zona di campagna di Monasterace, nel Reggino. I Carabinieri del gruppo di Locri, diretti dal tenente colonnello, Giuseppe De Magistris, hanno già avviato le indagini per cercare di capire i motivi dell'agguato. Al momento, non sarebbero gravi le condizioni del giovane, visto che è stato lui stesso a presentarsi, in compagnia di un amico, presso il pronto soccorso di Sovertato. Ricoverato, la prognosi al momento resta riservata. Il diciottenne, inoltre, ha detto di non sapere chi ha sparato. 

 

 

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mini guardia_di_finanza_viboAlle prime luci dell'alba di oggi, su segnalazione dei Carabinieri di Locri, è stata segnalata la presenza di un'imbarcazione a vela con migranti irregolari a bordo, davanti le cose di Riace, nel Reggino. Sul posto, sono intervenute le unità navali della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza di Roccella Jonica. Si tratta, in sostanza, di un veliero di tredici metri, con 46 persone di nazionalità palestinese ed afgana - di cui 34 uomini, 6 donne e altrettanti bambini - traposrtati fino al porto di Roccella Jonica in discrete condizioni di salute, partite presumibilmente dalla Turchia. Sono in corso indagini da parte della sezione operativa della Guardia di Finanza di Roccella Jonica e del Commissariato della Polizia di Stato di Siderno, per approfondire le modalità del viaggio ed individuare gli scafisti, probabilmente fuggiti a terra una volta giunti a destinazione. Le buone condizioni delle acque stanno favorendo i viaggi di migranti verso le coste calabresi. 

 

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LOGO COMITATO ORiceviamo e pubblichiamo

Con non poca preoccupazione abbiamo atteso per quasi due anni, dal 17 maggio del 2012, la conclusione della fase inquisitoria dell’inchiesta “Acqua Sporca”. Oggi, nonostante le accuse reiterate, gli attacchi gratuiti, i continui e vani tentativi di delegittimazione, finalmente si sta lentamente completando quel puzzle giudiziario utile a dare la giusta rilevanza ai nostri timori sull’annosa condizione dell’invaso Alaco. Non era allarmismo, non erano strumentalizzazioni pseudo-politiche. L’emergenza fatta scattare ormai diversi anni fa dal Comitato Civico Pro Serre - riguardo al veleno che quotidianamente la Sorical e le istituzioni compiacenti fanno scorrere direttamente dai rubinetti delle nostre case - è cosa concreta e fondata. Proprio ieri la conclusione delle indagini coordinate dal Procuratore di Vibo Valentia Mario Spagnuolo ha - tra le altre cose - evidenziato come le acque del bacino Alaco non rientrino affatto tra le categorie di acque potabilizzabili, neanche se trattate con un processo “spinto”. Siamo certi che continueranno a emergere elementi ulteriori sugli “spettri” che fanno di quest’acqua - erogata a migliaia di cittadini calabresi - un liquido altamente nocivo per la salute umana.

Il Comitato Civico pro Serre, soddisfatto ma allo stesso tempo ancora più preoccupato per quanto emerso dal provvedimento di conclusione indagini, a carico di 36 persone, che conferma il sequestro dell’invaso, continuerà la sua battaglia “No Alaco”, per giungere concretamente e il prima possibile alla chiusura definitiva di questo bacino avvelenato. Con la consapevolezza che la strada sarà lunga e compatibilmente ai tempi stessi dell’iter processuale, il Comitato Civico pro Serre si costituirà parte civile – assieme a tutti i cittadini che lo vorranno – per tutelare il diritto alla salute e all’acqua del nostro comprensorio, chiedendo un giusto risarcimento per quanto subìto. Fin da subito ci attiveremo sui territori dei comuni serviti dall’Alaco per chiedere l’interruzione del pagamento delle bollette inviate ai cittadini, che da anni pagano per avere acqua potabile, e per progettare nel più breve tempo possibile l’alternativa al “sistema Alaco”, recuperando le sorgenti e i pozzi comunali presenti sul territorio e predisponendo un piano alternativo di ripubblicizzazione totale delle risorse idriche in modo da concretizzare, finalmente, la linea politica contenuta nella proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Acqua Bene Comune Calabria - Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua” già sottoscritta da decine di migliaia di cittadini calabresi. La lotta continua.

Comitato Civico pro Serre


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