rischio idrogeologico1L’Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento) ha presentato di recente, al Maxxi di Roma, una ricerca sui territori soggetti a maggiore rischio idrogeologico e sismico. Secondo i riferimenti statistici riportati dall’associazione confindustriale è nel Meridione che si individuano le zone da considerare a maggiore rischio sismico e idrogeologico di tutta Italia. I dati sono stati resi noti durante il convegno annuale del sodalizio a cui ha partecipato questa volta anche il numero uno di Viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi.

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orlando fiascoIl rapporto annuale dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha fatto luce sulle tariffe applicate in tutta Italia per la fornitura di acqua potabile. L’indagine racconta ancora una volta di uno spropositato aumento del costo dell’acqua, che sale – rispetto al 2007 – addirittura del 43% e rispetto al 2012 del 7,4%. Aumenti che in valori assoluti si traducono con una media di costi in bolletta per oltre 330euro a nucleo famigliare.

Su scala regionale l’acqua più “salata” è risultata quella erogata in Toscana con una media di 498 euro. Tutt’altra storia invece per il Molise, la regione dove l’acqua costa meno: 143euro in media. In Calabria si va invece dai 473 euro di Reggio Calabria ai 171 di Cosenza.

Ma in testa alla classifica dell’aumento dei costi registrati nel solo ultimo anno, verosimilmente, primeggia la provincia di Vibo Valentia con una percentuale del 54,7% in più rispetto al 2012. Un dato davvero inspiegabile se si fa riferimento al fatto che la maggior parte dei centri urbani siti nella provincia di Monteleone continuano ad approvvigionarsi di acqua “potabile” dall’impianto idrico dell’Alaco, posto sottosequestro - in seguiti all'inchiesta "Acqua Sporca" condotta dalla Procura di Vibo Valentia - dal maggio del 2012. Se ne desume che al “caro acqua”, quanto meno, corrisponda una qualità non proprio eccellente del liquido erogato.

Secondo il report inoltre, su scala nazionale, rimane ben alta la percentuale di dispersione idrica: al 33%. Con un costo, derivante dall'acqua sprecata, pari a 3,7 miliardi di euro all’anno, «più del valore di una manovra finanziaria». «In Italia in media – si legge ancora nell’elaborato di Cittadinanzattiva - il 33% dell'acqua immessa nelle tubature (per tutti gli usi) va persa». «Problema particolarmente accentuato al sud (42%) e al centro (33%)»; va «meglio per il nord che presenta percentuali di perdite al di sotto della media nazionale (27%)».

 

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mini topi“Paria na gatta. Na gattaredha addandunata. ‘Mbeci era nu surici!”. A vederlo da lontano - il topo liberamente transitato questa mattina nei pressi di via Cavour, nel cuore del centro storico di Serra San Bruno – secondo il racconto di un’anziana signora residente sul posto, sarebbe parso un gatto. Grigio e pasciuto. Invece era un topo. Un topone con la coda ritta e dall’andatura superba, che scorazzava tranquillo tra le abitazioni di Terravecchia. Poi nel giro di una mezz’ora, ancora la donna, avrebbe notato altri due ratti, più piccoli ma più veloci. Spariti entrambi nella bocca della grondaia di una casa. E così decine e decine di altri avvistamenti, quasi tutti nella stessa zona. Un centro storico letteralmente invaso da questi – peraltro prolifici – roditori che, tra sacchi e sacchetti della cosi detta ‘raccolta differenziata’, crescono, si nutrono e si riproducono.  
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Giovedì, 05 Gennaio 2012 15:01

Niente tasse per chi denuncia il "pizzo"

mini 8708-dattolaLuciopresidentedellaCameradiCommerciodiReggioCalabriaREGGIO CALABRIA - Dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria arriva una brillante iniziativa mirata a combattere la 'ndragheta ed in particolare il racket. «Le imprese che non si piegheranno al racket saranno esentate dal pagamento del diritto annuale» rende noto il presidente della Camera di Commercio di Reggio, Lucio Dattola, in una nota - «In pratica imprenditori, commercianti e artigiani vittime di reati di estorsione, corruzione e usura che hanno denunciato i loro aguzzini e hanno collaborato con l’autorità giudiziaria, fornendo elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l’individuazione e/o cattura degli estorsori e usurai, usufruiranno per cinque anni di un contributo annuale come rimborso di quanto dovuto e versato come tassa camerale. E i primi imprenditori a ottenere l’agevolazione saranno Tiberio Bentivoglio, comproprietario assieme alla moglie della “Sanitaria Sant’Elia” di Reggio Calabria, Salvatore d’Amico, titolare dell'"Informatica d’Amico" di Reggio Calabria, e Filippo Cogliandro, chef e proprietario del ristorante "L’Accademia" di Lazzaro (Rc). Sono tre imprenditori reggini simbolo della lotta contro le ’ndrine che impongono il pizzo. Tutti e tre sono stati segnalati da “Libera” e sono promotori di “Reggio libera Reggio. La libertà non ha pizzo”, un’associazione che si oppone al racket e alla ‘ndrangheta». «La Camera di Commercio  – continua Dattola – è dalla parte dei reggini che scelgono la via della legalità. Per questo ha voluto rispondere concretamente all’appello dell’associazione “Libera” di sostenere gli imprenditori che hanno avuto il coraggio di rompere il silenzio, denunciare e costituirsi parte civile nei processi esponendo se stessi e i familiari a rischi e pericoli per riscattare la nostra terra. Il percorso di denuncia e di coerenza è difficile, ma è l’unica strada per smuovere le coscienze in una città dove la maggior parte degli imprenditori afferma di non essere mai stato coinvolto in episodi di racket o di usura». «Secondo l’indagine del 2011 (realizzata da Camera di Commercio di Reggio Calabria, Sos impresa, Istituto Guglielmo Tagliacarne e Istituto Piepoli) sulla presenza e sulla percezione dei fenomeni illegali nella provincia reggina, i comportamenti criminosi ritenuti più gravi sono: le estorsioni e l’usura (62,5%). La maggior parte degli imprenditori intervistati afferma di non essere mai stato coinvolto in episodi di racket (92,5%) o di usura (98,2%). Invece secondo Sos impresa il 70% delle imprese a Reggio Calabria sono coinvolte nel pizzo (audizione Sos impresa alla commissione parlamentare antimafia, 4 maggio 2010) e, secondo il rapporto Eurispes 2011, la provincia reggina è una delle province italiane con il più alto indice di rischio usura (97,1%)». «Continuiamo con fatti concreti a sostenere chi combatte la 'ndrangheta e saremo economicamente vicini alle imprese che si opporranno al racket».

 

 

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mini decretoSERRA SAN BRUNO - E’ datato 21 dicembre 2011 l’atto di revoca con il quale il sindaco Bruno Rosi ha estromesso l’assessore Bruno Zaffino dalla giunta. Il decreto con il quale il Capo della Giunta che guida palazzo Tucci  ha notificato la revoca dell’assessorato al diretto interessato, contiene le motivazioni ufficiali formulate dal sindaco per spiegare la sua decisione. Nel decreto, in merito, si legge: “Ritenuto di dover dare maggior incisività all’azione politico-amministrativa e considerato che ricorrono motivi di opportunità relativi all’attuazione del programma politico-amministrativo che impongono la necessità di rimodulare la Giunta Comunale al fine di dare maggior impulso all’attuazione dello stesso programma e raggiungere gli obiettivi prefissati”. L’ormai ex-assessore, che nei giorni scorsi era uscito allo scoperto dichiarando che “è doveroso che il sindaco spieghi ai cittadini i motivi per i quali mi ha revocato dall’esecutivo comunale” sembra aver accettato, seppur non certo di buon grado, la decisione, dicendosi comunque pronto a “continuare a sostenere la maggioranza e il PDL senza precluderne i rapporti”.

Una scelta, quella del sindaco, che agli occhi di molti appare ancora tanto improvvisa quanto sorprendente, visto che proprio il primo cittadino di Serra San Bruno, in una nota stampa diramata non più di un mese adddietro, si era detto “sorpreso” dal fatto che alcuni organi di stampa avessero riportato notizie riguardanti un rimpasto di giunta che a suo dire “non hanno fondamento a livello politico e nemmeno a livello di semplice pettegolezzo”, aggiungendo inoltre che “non esiste al momento nessuna ipotesi di rimpasto. E’ scontato - aggiungeva il sindaco - che gli assessori abbiano delega piena ed ampia autonomia d’azione nell’ambito dell’attuazione del programma politico-amministrativo”. Un cambio radicale di rotta, dunque, che non allontana i venti di guerra, che qualcuno prevedeva o forse percepiva, all’interno della maggioranza, ma anzi li alimenta, dando la sensazione che la parola fine a questa storia debba ancora essere scritta.

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