mini rubinettiSERRA SAN BRUNO - A distanza di ben due mesi, il primo cittadino Bruno Rosi ha disposto con effetto immediato «la revoca delle ordinanze n.12 del 25/07/2014 (per la parte in cui si vietava l'uso potabile dell'acqua, ai fini del consumo umano, proveniente dal serbatoio denominato "Castagnari") e n.13 del 07/08/2014 (per la parte in cui si vietava l'uso potabile dell'acqua, ai fini del consumo umano, proveniente dal serbatoio "Guido" e per la parte in cui si confermava il divieto dell'uso potabile dell'acqua, ai fini del consumo umano, proveniente dal serbatoio denominato "Castagnari")». 

La suddetta ordinanza è stata emessa «a seguito dei risultati delle analisi eseguite dalla Esi Lab srl per conto del Comune», dalle quali si evince la «conformità al D.Lgs. n.31/2001 e s.m.i dei parametri microbiologici dei campioni prelevati in data 25/09/2014 in uscita dai serbatoi "Castagnari" e presso il serbatoio di acqua denominato "Guido"».

 

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rubinettiAnche per quest’estate, a quanto pare, i serresi saranno costretti a porre corposi limiti alle modalità d’uso dell’acqua che ricevono nelle proprie abitazioni. Questa mattina, infatti, il sindaco Bruno Rosi ha emesso una nuova ordinanza di limitazione dell’utilizzo dell’acqua potabile (n.12/2014), realizzata in riferimento ai risultati delle analisi effettuate dalla ditta Esi Lab srl, proprio per conto del Comune di Serra San Bruno, in merito ai campionamenti eseguiti lo scorso lunedì 21 luglio sull'acqua in uscita dal serbatoio “Castagnari” e dal serbatoio comunale “Ninfo”.

Vista «l’urgente e non procrastinabile necessita di intervenire a tutela della salute pubblica» – si legge nell’ordinanza – fino a quando non sarà accertata la conformità dell’acqua erogata dai due serbatoi in questione è stato ordinato, dunque, con decorrenza immediata e fino a nuove disposizioni, «il divieto all’uso potabile dell’acqua ai fini del consumo umano». I problemi riscontrati dalle analisi in questione sarebbero di carattere microbiologico e l’acqua erogata - secondo lo stesso atto - potrà essere utilizzata comunque «per uso domestico, igiene personale, pulizia, ecc.».

Inoltre, l’atto comunale varato oggi ordina ai cittadini la limitazione dell’uso dell’acqua limitatamente alle zone che sarebbero direttamente fornite dai due serbatoi in questione, tanto che nella stessa ordinanza si legge testualmente: «l’acqua del serbatoio “Castagnari” viene erogata solo in una zona limitata del territorio comunale e precisamente località Ombrellino, via Catanzaro (nel tratto incrocio via Serra dei Monaci – aiuola statua di San Pio) e relative traverse di via Serra dei Monaci». Una ricostruzione topografica non nuova e del tutto azzardata, visto che in realtà l’acqua erogata da qualsiasi serbatoio afferente alla rete idrica locale, va poi a miscelarsi in un anello unico che serve tutto il territorio comunale. Dunque risulta quanto mai errato tentare di dare indicazioni - come già accaduto diverse volte nel recente passato - su quali siano le zone di pertinenza di ogni singolo serbatoio.

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mini homeVIBO VALENTIA - L'hanno chiamata “Trasparenza acqua”. Un'operazione di chiarezza, mirata a rassicurare i cittadini allertati dai soliti ambientalisti «allarmisti» che erano scesi in piazza, a Vibo Valentia, a manifestare contro il “sistema Alaco” e la gestione delle risorse idriche calabrese. Insomma, doveva essere un modo per mettere definitivamente fine – attraverso lo strumento comunicativo più democratico e accessibile che esiste oggi, il web – a voci e sospetti sulla salubrità del liquido che fuoriesce dai rubinetti di decine di migliaia di cittadini vibonesi.

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Martedì, 16 Aprile 2013 13:23

Il lago di gomma

mini alaco_schiumaLo hanno battezzato il lago di gomma. Un bacino artificiale nelle montagne delle Serre, a quasi mille metri d’altezza, nel cuore verde della Calabria centro-meridionale. Non è una montagna come un’altra, quella che ospita l’invaso dell’Alaco. Probabilmente ha nascosto tra i suoi abeti molti briganti sfuggiti ai Savoia e, più recentemente, anche qualche latitante di ‘ndrangheta. Una montagna in cui sono stati investiti tanti soldi, che ha dovuto cedere i suoi spazi incontaminati ad un parco eolico e ad una megapiscina abbandonata, che ha visto anche l’orrore delle nuove faide che hanno insanguinato tre province. Negli anni 70, qui, sono cominciati i lavori per costruire una diga diventata ben presto leggenda: decine di sospensioni e altrettante varianti, lavori bloccati per vincoli ambientali poi spariti, 160 miliardi di lire di fondi pubblici spesi a fronte dei 15 previsti nel progetto iniziale. Un’opera maestosa su cui si sono addensati gli interessi della malapolitica, di imprenditori e multinazionali senza scrupoli, e della ‘ndrangheta

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Domenica, 17 Febbraio 2013 10:22

Caso acqua, Tassone: 'Uno scandalo senza fine'

mini conf_stampa_mirko_30_aprile_2012
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Uno scandalo cui bisogna porre fine immediatamente. Non è più possibile assistere all’osceno balletto delle ordinanze che, un giorno si e l’altro pure, vietano ai cittadini di accedere ad un bene primario quale l’acqua. E’ necessario fare chiarezza e farla subito. Non si può continuare a cincischiare con la salute dei cittadini. Al di là delle ultime vicende, (vedi allarme benzene) gli utenti non possono continuare ad essere approvvigionati attraverso un invaso posto sotto sequestro. In particolare, i serresi hanno la necessità di ricevere le risposte che l’attuale amministrazione si ostina a non voler cercare. Occorre staccare la spina a Sorical ed all’Alaco. Non c’è più tempo da perdere, bisogna recuperare i pozzi, le sorgenti ed ottimizzare  tutte le risorse idriche comunali. E’ necessario tagliare ogni dipendenza da Sorical, a costo di contingentare le forniture idriche. Una elementare regola di buon senso dovrebbe far capire, infatti, che è meglio erogare acqua buona per mezza giornata, piuttosto che pompare tutto il giorno acqua putrida, insalubre e quindi inservibile. A ciò si aggiunga che, la gran parte dell’acqua proveniente dai serbatoi comunali può essere equiparata tranquillamente ad acqua minerale, mentre quella dell’Alaco, diventa potabile ( quando lo è) solamente in seguito a massicci interventi a base di cloro. Le istituzioni, a partire da quella comunale, hanno, inoltre, il dovere di ricostruire il rapporto di fiducia con i cittadini. Per farlo bisogna uscire dall’ambiguità. Non sono più tollerabili manifestazioni di superficialità o errori marchiani, ai limiti dell’incompetenza, quali quelli commessi con l’ordinanza n. 4, del 1 febbraio u.s., con la quale è stato escluso dal “ divieto all'uso potabile dell'acqua” il rione servito dal serbatoio “ denominato “Guido”, ovvero lo stesso per il quale era stata dichiarata la non potabilità con una precedente ordinanza, la n. 28 del 3 ottobre 2012. Un’ordinanza peraltro, a distanza di oltre quattro mesi, mai ritirata e pertanto, ancora, in vigore. Una situazione paradossale, assurda, come paradossale e assurdo è l’atteggiamento dell’amministrazione comunale che, durante la fase più acuta dell’allarme benzene, per giustificare il ritardo nell’emanazione dell’ordinanza ha affermato che i risultati del prelievo, effettuato il 6 dicembre 2012, erano stati comunicati solamente il 1 febbraio 2013. Una Toppa peggio del buco, dal momento che alcuni esponenti dell’amministrazione cittadina affermano, ad ogni piè sospinto, che le analisi vengono fatte con regolarità. Se così fosse, però, non ci sarebbe stata alcuna necessità che a comunicare la non potabilità fosse un organismo terzo. Mentre l’amministrazione cittadina continua a cullarsi nella sua usuale ignavia, nonostante in questi due anni non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta, continuiamo a porre quesiti ed interrogativi al fine di poter tutelare la salute dei cittadini. Il data 6 febbraio il sottoscritto ha indirizzato l’interpellanza che segue, al sindaco, al presidente del consiglio, al Prefetto ed alla commissione di accesso agli atti.
 
 
INTERPELLANZA A RISPOSTA SCRITTA
 
POTABILITÀ DELL'ACQUA
 
 
OGGETTO: Potabilità dell’acqua
 
 
Il sottoscritto consigliere 
 
Premesso che
 
- da alcuni anni i cittadini residente nel comune di Serra San Bruno sono costretti a subire gravi disagi a causa della non potabilità dell’acqua;
- nel mese di Maggio 2012 è stato posto sotto sequestro l’invaso Alaco che rifornisce la gran parte delle utenze cittadine;
- in data venerdì 1 febbraio 2013, è stata emanata l’ordinanza n. 4 con la quale è stato disposto “il divieto all’uso potabile dell’acqua in tutto il territorio comunale ad esclusione delle località servite dai serbatoi  comunali (Serbatoio denominato “Guido”, serbatoio denominato “Ninfo”, serbatoio denominato “Castagnari”);
- che nell’ordinanza n. 4/2013 il divieto all’uso dell’acqua potabile non veniva esteso alle “località servite dai serbatoi comunali (Serbatoio denominato “Guido”, serbatoio denominato “Ninfo”, serbatoio denominato “Castagnari”)”;
- in data 3 febbraio 2013 con ordinanza n. 5 è stata disposta la revocato dell’ordinanza n. 4/2013;
- da notizie apprese dagli organi di stampa, l’Arpacal avrebbe consegnato al prefetto di Vibo Valentia, dott. Michele di Bari, una relazione dalla quale risulterebbe che sul campione di acqua prelevato “dall’impianto dell’Alaco”, è stata “individuata una serie di componenti che, nella materia delle analisi per le acque potabili, non sono codificati dalla legislazione vigente: sono i cosiddetti “composti aromatici alogenati derivanti dal benzene espressi come benzene”
 
 
Considerato che
 
- da notizie apprese dagli organi di stampa, il prelievo che avrebbe individuato la presenza di Cloriti oltre i limiti previsti dal D. Lgs. 31/01 e s.m.i. risalirebbe al 6 dicembre 2012:
- l'ordinanza di non potabilità, con grave ritardo, è stata pubblicata solamente l'1 febbraio u.s.;
- con ordinanza n. 28 del 3 ottobre 2012 era stato disposto il divieto all’uso dell’acqua potabile per le località servite dal serbatoio denominato “Guido”;
- nel corso degli ultimi anni sono state emanate numerose ordinanze di non potabilità dell’acqua;
- le continue ordinanze hanno generato paura e sfiducia nei cittadini;
- le continue ordinanze oltre ad produrre apprensione danneggiano gravemente l’immagine della cittadina;
 
 
Interpella il Sindaco per conoscere
 
- se e quando è stata revocata l’ordinanza n. 28/2013
- se nel corso di questi mesi, dalla data del suo insediamento, l’attuale Amministrazione abbia effettuato una ricognizione conoscitiva, al fine di individuare le cause dei ripetuti episodi di non potabilità dell’acqua verificatasi negli ultimi anni e negli ultimi mesi;
- quali siano gli agenti inquinanti presenti nell’acqua;
- se oltre alle analisi batteriologiche sono state effettuate, a cura dell’Amministrazione comunale, analisi approfondite al fine di individuare l’eventuali presenza di agenti inquinanti di altra natura;
- con riferimento al menzionato prelievo effettuato dall’Arpacal, in data 6 dicembre 2012, l’arco temporale durante il quale l’acqua erogata nelle abitazioni dei cittadini non è stata potabile;
- quali possono essere i rischi derivanti per la salute dei cittadini a causa del prolungato uso di acqua inquinata da “cloriti” e “composti aromatici alogenati derivanti dal benzene”; 
- le ragioni per le quali i risultati dei prelievi effettuati il 6 dicembre 2012 siano stati comunicati solamente il 1 febbraio u.s.
- quali azioni, anche di carattere legale, codesta Amministrazione abbia intrapreso o stia per intraprendere nei confronti dei responsabili dell’omessa o tardiva comunicazione relativa ai risultati delle analisi del campione prelevato lo scorso 6 dicembre 2012;
- quali azioni, anche di carattere legale, codesta Amministrazione abbia intrapreso o stia per intraprendere nei confronti della società che gestisce l’invaso dell’ Alaco;
- quali siano stati i provvedimenti intrapresi da codesta Amministrazione per risolvere, in maniera definitiva, l’increscioso problema dell’acqua non potabile; 
- quali progetti codesta Amministrazione abbia allo studio al fine di interrompere la dipendenza idrica dalle forniture provenienti dall’Alaco;
- quanti e quali pozzi comunali in disuso siano stati riattivati per alleggerire la dipendenza dalle forniture provenienti dall’invaso dell’Alaco;
 
 
Il consigliere comunale
 
Mirko Tassone
 
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mini rubinettoRiceviamo e pubblichiamo:

Un disastro senza fine! Per riparare i danni, compiuti dall’amministrazione comunale più inadeguata che la storia di Serra ricordi, non basterà un intero lustro. L’elenco dei guasti è lungo, forse interminabile. Si potrebbe cominciare con la responsabilità di aver fatto arrivare, per la prima volta nella millenaria storia cittadina, una commissione di accesso agli atti, per finire all’aver avallato, con l’indifferenza ed il complice silenzio, la sostanziale chiusura dell’ospedale. A ciò si aggiunga, la mancata soluzione del problema connesso con la potabilità dell’acqua. Una vera e propria emergenza, in cui l’amministrazione comunale ha palesato tutti i suoi limiti. Prova ne è la vergogna derivante dall’ordinanza n. 28, con la quale è stata disposto: il divieto “all’uso dell’acqua potabile” per i cittadini serviti dal serbatoio “di acqua denominato “Guido””, la chiusura delle fontane pubbliche “ubicate in località Santa Maria ed in piazza Monsignor Barillari”, nonché l’apposizione di cartelli indicanti la non potabilità dell’acqua alle fontane ubicate nelle località “Scorciatina” e “Guido”. Un provvedimento  analogo ad altri, se non fosse, per un dettaglio tutt’altro che irrilevante. L’ordinanza in questione è stata emanata il 3 ottobre 2012 e non è mai stata ritirata. In altri termini, da oltre tre mesi, i cittadini, le cui case sono approvvigionate tramite il serbatoio di località “Guido”, sono privi di acqua potabile. Viene quindi da chiedersi, come sia possibile che un’ordinanza di non potabilità possa durare così tanto, senza che nessuno intervenga. Chi dovrebbe chiarire la situazione tace. Nelle quindici settimane intercorse dalla pubblicazione dell’ordinanza, il sindaco e la sua maggioranza, non hanno mai sentito l’esigenza d’informare i cittadini, di chiarire cosa stia succedendo, di fare luce sui colpevoli ritardi nella soluzione del problema. Non è più possibile andare avanti così, i cittadini, sempre più inermi, non possono essere trattati alla stregua di sudditi di una repubblica delle banane. In una situazione del genere, in molti si chiedono, con quale coraggio si possa imporre ai serresi di pagare il servizio idrico in cambio acqua putrida. Tocca fare chiarezza,  non è più possibile, infatti, che i cittadini inizino le loro giornate con il dilemma se l’acqua sia potabile o meno. Non è possibile che le persone anziane siano costrette a consumare acqua non potabile perché non hanno la possibilità di acquistare o semplicemente trasportare dal supermercato a casa acqua minerale. E’ indecoroso, che i cittadini non conoscano le cause e le conseguenze per la salute, degli agenti inquinanti che rendono, sistematicamente, l’acqua non potabile. Nonostante lo scorso 6 agosto, chi scrive, abbia presentato un’interrogazione per ricevere ragguagli sulla situazione generale dell’acqua, allo stato non  è pervenuta nessuna risposta. Forse, troppo intenti a disputarsi uno scranno da assessore sul quale dormire all’ombra di uno stipendio pagato dai serresi, la maggioranza non ha il tempo per occuparsi dei problemi dei cittadini. Qualora non fosse  la lotta per “l’investitura” ad impedire alla maggioranza di trovare il tempo necessario per risolvere il problema dell’acqua, potrebbe esserci dell’altro. Forse, il sindaco e la sua giunta, supportati dai consiglieri, stanno vagando nella foresta alla ricerca dei boscaioli mandati a cercare le sorgenti (così come promesso dal sindaco in campagna elettorale) necessarie a staccare Serra da Sorical, forse non riescono a completare il conteggio di quel milione di euro derivante dalla rinegoziazione dei mutui (così come asserito dal sindaco nella trasmissione del maggio 2012 a telejonio) con il quale risolvere definitivamente il problema, forse stanno cercando un porta valori per trasportare i trecentomila euro di fondi regionali ( di cui il sindaco,  a settembre, aveva assicurato l’imminente arrivo, salvo non prevederli in bilancio) da impiegare per ripulire i serbatoi. In attesa di assistere all’ennesima promessa da marinaio, condannati vivere una situazione da commedia dell’assurdo, i serresi, come il grande De Filippo, pensano che “ha da passà a nuttata”. Speriamo passi presto.  

Mirko Tassone

Consigliere comunale “Al lavoro per il Cambiamento”

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mini schiuma'Acquaraggia' è il titolo dell'inchiesta sul 'caso Alaco' che è andata in onda mercoledì notte su Raitre e sarà in replica lunedì 12 novembre alle 23 su Raistoria. Si tratta di un documentario - realizzato da Giulia Zanfino, Sergio Pelaia e Sergio Gambino, con la collaborazione di Salvatore Albanese, Salvatore Costa ed Emilio Grimaldi, e con fotografia, riprese e montaggio di Mauro Nigro - che ripercorre la storia controversa dell'invaso dell'Alaco, recentemente posto sotto sequestro dalla Procura di Vibo, che da sei anni fornisce acqua "potabile" sporca e maleodorante a circa 400mila calabresi. L'inchiesta andrà in onda nella trasmissione "Crash - Contatto, impatto, convivenza" (Rai Educational), un programma di Valeria Coiante e Marco Malvestio, Andrea Zanini, Paolo Zagari.

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mini IMG00168-20121015-2233_1Nonostante l’impianto dell’Alaco, gestito da Sorical Spa dal 2006, sia stato posto sottosequestro da parte della Procura della Repubblica di Vibo ormai da diversi mesi, la situazione connessa al caso “acqua sporca” non è affatto cambiata. Continuano infatti ad arrivare copiose segnalazioni da parte di cittadini che tuttora ricevono nelle proprie case acqua maleodorante e dal colorito anomalo. Le ultime segnalazioni sono arrivate addirittura da cittadini residenti in abitazioni site nel centralissimo C.so Umberto I, a Serra San Bruno (foto). Di conseguenza l’acqua che dall’Alaco arriva fino alle case di migliaia di calabresi, presenta le stesse identiche deficienze nonostante, appunto, al momento l’impianto sia stato affidato alla gestione di un custode giudiziario.

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mini acqua_serraRiceviamo e pubblichiamo: 

Ormai è un tormento. Una situazione insostenibile che non accenna a rientrare. Il problema connesso con la potabilità dell’acqua è una vera e propria emergenza che l’amministrazione comunale non sembra avere la forza o la volontà per affrontare e risolvere. Al di là dei proclami e della politica parolaia ed inconcludente cui i serresi sembrano essersi rassegnati,  il problema rimane insoluto. Nonostante le innumerevoli e mirabolanti promesse la situazione diventa giorno dopo giorno più preoccupante.

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mini municipio_serra

Il valzer delle ordinanze di non potabilità, inscenato ormai da mesi dall’amministrazione comunale serrese, sembra non volersi arrestare. Mentre ancora sussiste l’ordinanza di non potabilità per l’acqua erogata dal serbatoio ‘Castagnari’, con l’ordinanza n.28/2012 del 3 ottobre, viene dichiarata non potabile anche l’acqua del serbatoio ‘Guido’ che rifornisce Via Nicolas Green e zone limitrofe. La non conformità pare si riferisca a dei parametri microbiologici di campioni prelevati venerdì 28settembre dalle fontane pubbliche di Guido, Scorciatina, Santa Maria e piazza Mons. Barillari.
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