Carabinieri-sorianelloEnnesimo preoccupante episodio intimidatorio a danno di Raffaele Montagnese, imprenditore edile, residente ad Acquaro, che già alcuni giorni fa aveva trovato davanti all’uscio della propria abitazione una bottiglia contenente benzina con accanto un bossolo di fucile.

Questa volta, però, Montagnese ha dovuto subire addirittura l'incendio della Fiat Punto di sua proprietà. A dare l’allarme il figlio, che, mentre tornava a casa, si è accorto delle fiamme che stavano per avvolgere l'autovettura. Sui fatti inerenti a questa e alle intimidazioni precedenti, di cui Montagnese è divenuto oramai oggetto per ben cinque volte negli ultimi 28 anni, continuano ad indagare i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno che non escludono al momento alcuna pista.

L’ipotesi più probabile è quella che indica i fatti come gesti intimidatori conseguenti alla recente apertura di un cantiere edile nella frazione “Limpidi” di Acquaro, per la costruzione di un muro da parte della ditta di proprietà dello stesso Montagnese.

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de masi thyssenTORINO - Si riapre la vicenda giudiziaria sull’incendio dello stabilimento ThyssenKrupp, l'acciaieria di Torino in cui, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, divampò un tragico rogo che provocò sette vittime - tutti operai - tra cui il giovane Giuseppe Demasi, all’epoca 26enne, i cui genitori sono originari di Fabrizia.

Nella serata di ieri le sezioni unite penali della Cassazione, inaspettatamente, hanno annullato con rinvio le condanne a danno dei manager imputati per il rogo della ThyssenKrupp, multinazionale tedesca leader nel settore dell'acciaio. Quindi, contrariamente alle sentenze precedenti, i giudici supremi hanno confermato la responsabilità degli imputati per omicidio colposo ma allo stesso tempo hanno annullato una parte della sentenza di appello che riguarda una circostanza aggravante, riferita – secondo la difesa - alle omesse misure di sicurezza. Ci sarà bisogno quindi di un nuovo processo d’appello per rideterminare le pene.

Il verdetto ha scatenato la rabbia dei familiari delle vittime, tanto che proprio in seguito alla pronuncia della sentenza, fuori dall’aula, si sono levate le urla di dissenso da parte di molti dei presenti. «Avete scelto di non decidere in modo che questi vigliacchi non vadano in carcere», hanno gridato alcuni parenti degli operai che persero la vita nel tragico incidente di sei anni e mezzo fa.

Si attendono quindi le motivazioni della decisione, soprattutto perché il procuratore generale Carlo Destro aveva chiesto la conferma delle pene inflitte in appello per omicidio colposo: 10 anni di reclusione per l’ex amministratore delegato, Harald Espenhahn, e dai 9 ai 7 anni per i dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci, il direttore dello stabilimento Raffaele Salerno, il responsabile dell’area tecnica Daniele Moroni e il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri. Pene che erano comunque state ridotte rispetto alla sentenza di primo grado del 15 aprile 2011, in cui Espenhahn - con una decisione definita all’epoca «un verdetto senza precedenti per i casi di morte sul lavoro» - era stato condannato per omicidio volontario con dolo eventuale. Ora, però, le pene per gli imputati dovranno essere rideterminate.

 

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soriano calabroÈ passato ormai oltre un mese dall’evento franoso che nel febbraio scorso aveva obbligato la chiusura al traffico della strada provinciale 73 ubicata alla periferia di Soriano Calabro. Lo stop alla viabilità era infatti arrivato in seguito alle abbondanti piogge registratisi proprio all’inizio dello scorso mese. Un provvedimento necessario, ma che aveva, altrettanto legittimamente, sollevato il malcontento dei numerosi artigiani ed imprenditori le cui attività sono ubicate sulla stessa strada. In particolar modo Francescantonio Primerano, titolare della “Primobile”, aveva espresso tutta la sua insoddisfazione tramite una lettera aperta - indirizzata contestualmente all’amministrazione provinciale, al prefetto e al commissario straordinario del Comune di Soriano – utile a richiedere il pronto ripristino della carreggiata. Alla lettera era seguita anche una petizione sottoscritta da gran parte dei titolari delle aziende operanti nella zona, oltreché da numerosi cittadini. Iniziative che pare abbiano finalmente sortito una giusta risoluzione del caso.

La chiusura della strada provinciale 73, operata quindi nel febbraio scorso, era comunque stata anticipata nei mesi precedenti da provvedimenti analoghi, con chiusure protratte anche per diverse settimane, che avevano quindi più volte causato il blocco al traffico in quella che rimane, a tutti gli effetti, una delle arterie più importanti per la viabilità dai centri delle Serre verso il capoluogo. Domani, quindi, la nuova riapertura, con la speranza che le istituzioni competenti si impegnino al meglio affinché il tratto non venga interessato, già nel prossimo futuro, da ulteriori frane e conseguenti chiusure.

 

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Lunedì, 10 Giugno 2013 16:48

Serra, lumini accesi aspettando Massimo

 

mini massimo_lampasiSERRA SAN BRUNO -  È stato un momento di riflessione e preghiera. Un momento utile, per squarciare quel muro di silenzio e omertà che, da sempre, hanno caratterizzato il popoloso centro montano. Nei giorni scorsi, presso il quartiere ‘san Gerolamo’, è stata organizzata una iniziativa  dal gruppo Scout ‘Serra 1‘, per ricordare Massimo Lampasi, il 25enne scomparso la sera del 24 febbraio scorso e di cui, ancora, non si conoscono le sorti. La mattina seguente, però, la stessa compagna ha inizialmente denunciato la scomparsa presso la locale Compagnia dei Carabinieri, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, i quali hanno avviato subito le ricerche, per poi dichiarare di aver visto Massimo salire su un’ auto di colore scuro. Secondo la sorella Antonella, però, pare che il 25enne con precedenti penali quella sera avesse un appuntamento di lavoro. 

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Martedì, 04 Giugno 2013 11:49

Lsu/Lpu, le preoccupazioni del Pd

mini municipio serraRiceviamo e pubblichiamo:

 

Siamo profondamente preoccupati ed amareggiati rispetto alla notizia che da diversi giorni circola negli ambienti cittadini, apparsa anche sulla stampa locale, circa la volontà del Sindaco Rosi e della sua maggioranza targata PDL di non voler rinnovare i contratti dei lavoratori LSU/LPU che scadranno il prossimo 31 Dicembre. Una scelta politico- amministrativa, portata avanti dall’amministrazione comunale, che rischia però di sbattere in mezzo ad una strada 58 lavoratori e le loro famiglie che da 15 anni mandano avanti, tra le numerose difficoltà che quotidianamente riscontrano, molti servizi essenziali del comune.  

La notizia ci lascia sconcertati, stupiti e increduli, soprattutto in un contesto storico in cui, ad ogni livello, i temi dell’occupazione e della tutela dei lavoratori assumono un ruolo centrale. In un periodo difficile, nel quale si vuole difendere ogni singolo posto di lavoro, la “lungimirante” amministrazione serrese decide di mandare a casa i lavoratori per esternalizzare e privatizzare alcuni servizi, primo fra tutti - per come si apprende dalla stampa - la raccolta differenziata. Non riusciamo a capire la logica che spinge in tale direzione anche alla luce delle drammatiche ripercussioni economiche che tale decisione potrebbe avere, non solo per le famiglie interessate, ma anche per l’economia cittadina.

Per tali motivi condurremo su questo tema una battaglia serrata e continua. Difenderemo i lavoratori e le loro famiglie ricordandoci il debito che la società ha nei loro confronti poiché, a fronte di anni di precariato, di un esiguo stipendio e senza alcun contributo previdenziale, quotidianamente sono impegnati a garantire anche il funzionamento della macchina burocratica comunale che altrimenti sarebbe ferma.

Riteniamo, quindi, che l’amministrazione comunale debba cambiare idea su questa importante e delicata questione prima che succeda l’irreparabile e si apra una fase di tensioni sociali senza precedenti per la nostra comunità.

Come locale circolo PD siamo molti attenti ai diritti dei lavoratori e porteremo avanti questa battaglia coinvolgendo direttamente anche i deputati democratici che già in questi giorni hanno investito della questione il competente Ministero del Lavoro. Nel tavolo tecnico riunitosi a Roma i parlamentari hanno chiesto un contributo economico specifico per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori LSU/LPU calabresi e risolvere definitivamente l’annosa questione.

Gli esponenti pidiellini piuttosto che guardare a come “liberarsi” di quello che per loro è ormai diventato un problema dovrebbero cercare di valorizzare le competenze e professionalità di questi operatori e forse riuscirebbero un po’ meglio nel garantire ai cittadini quei servizi indispensabili e quella gestione dell’ordinario che al momento non sembrano capaci di assicurare.

A questo proposito chiediamo loro una netta inversione di rotta rispetto all’attuale modo di gestire la cosa pubblica. Il livello di degrado politico, culturale e sociale raggiunto in poco più di due anni dimostra, infatti, un’incapacità amministrativa senza precedenti per il nostro paese alla quale non è consentito aggiungere ulteriori aggravanti attraverso decisioni scellerate a cui non sarebbe più possibile porre rimedio.

Rosanna Federico
Consigliere Comunale del PD

Luigi Tassone
PD Serra San Bruno

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mini massimo_lampasiSERRA SAN BRUNO – Di Massimo Lampasi, 25enne serrese con precedenti penali, non si ha nessuna notizia da ieri sera. Scomparso. Da una prima attendibile ricostruzione, pare che il giovane sia uscito di casa ieri intorno alle 18, senza fare più ritorno. I familiari stamattina hanno denunciato la scomparsa ai carabinieri della locale Compagnia, che hanno subito avviato le ricerche, tuttora in corso con l’ausilio delle unità cinofile. In sinergia con l’Arma, ad indagare sulla scomparsa del giovane sono anche gli uomini del Commissariato di Polizia. Lampasi è noto alle forze dell’ordine perché fu arrestato dalla Polizia già il 4 dicembre 2008, accusato di essere uno degli autori di un’aggressione ad un anziano del luogo a scopo di rapina. Il fatto era successo il 2 dicembre 2008 intorno alle 20. Tre persone fecero irruzione nell’abitazione di un 72enne, che fu picchiato e imbavagliato: i due complici furono arrestati in flagranza di reato, mentre Lampasi riuscì a dileguarsi tra i boschi delle Serre e fu catturato solo due giorni dopo. I tre vennero accusati di sequestro di persona, tentata rapina e lesioni, in concorso. Solo uno di loro fu condannato con rito abbreviato, mentre Lampasi fu assolto.

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Riceviamo e pubblichiamo
 
 
 “A distanza di un anno e sei mesi dall’ultima tornata per le comunali, si può affermare che la campagna elettorale posta in essere dall’attuale maggioranza pidiellina è stata un vero e proprio capolavoro di illusionismo. Facile promettere per “arrivare al potere” e poi disattendere. Facile addebitare colpe alle precedenti amministrazioni quando si è di fronte ad una incapacità amministrativa che fa spavento. Nulla hanno fatto e nulla stanno facendo di quanto fantasticato fino a maggio 2011, anzi si stanno distinguendo per un immobilismo spaventoso arrivando al punto di non riuscire neppure a porre in essere l’ordinaria amministrazione. E’ vivo nei nostri ricordi il tanto conclamato binomio Regione-Comune, tant’è vero che in virtù di ciò è stata avanzata la proposta di attribuire la cittadinanza onoraria all’attuale Presidente della Regione. Ma per cosa? Per quale merito? La massima rappresentazione di questo binomio la si può materialmente rappresentare con la struttura ex Kursaal sita nel centro storico di Serra San Bruno che si trova in uno stato di abbandono disarmante. Vetri rotti, esalazioni graveolenti e acqua piovana infiltratasi si sono appropriati dell’immobile creando una situazione igienico-sanitaria da terzo mondo. Ma nonostante ciò, l’immobile rimane in queste condizioni senza che l’attuale amministrazione se ne interessi come se lo stabile, di proprietà della Regione Calabria non fosse affar loro e non si trovi sul suolo comunale. Le promesse fatte in campagna elettorale per una “resurrezione immediata” del ex Kursaal, che ancora risuonano vive nelle orecchie di quanti assistevano ai loro comizi, sono rimaste solo “parole al vento” e hanno avuto l’unico scopo di accaparrarsi i consensi elettorali di quanti hanno riposto la fiducia nelle mani di “semplici illusionisti”, credendo nell’arrivo dei salvatori della Patria, pentendosi poi amaramente della scelta fatta a distanza di appena un anno e sei mesi. La struttura ex Kursaal rappresenta il disastro del binomio Regione-Comune e il fallimento di un’amministrazione che non ha precedenti, che ha abbandonato una comunità al proprio destino. Nessuno degli amministratori si occupa dei problemi della nostra cittadina e poi qualora li si interroga nessuno risponde, nascondendo la loro impreparazione dietro assordanti silenzi - vedi l’ultimo consiglio comunale - o dietro quel consigliere regionale che predica male e razzola ancor peggio. In attesa che l’attuale maggioranza si svegli dal letargo, i serresi speranzosi continuano a “sopravvivere” nell’attesa di veder realizzate le promesse elettorali che per come formulate avrebbero dovuto cambiare la loro vita ma che invece si sono rivelate mere promesse di marinai. Le parole passano solo i fatti restano ma di fatti, ad oggi, non  ne abbiamo ancora visti.  Quanto ancora dobbiamo aspettare?”
 
Pisani Raffaele
 
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mini 18169_1252335801959_1636458088_640049_4719359_n200mila euro per 4mila voti. 50 euro a voto. Sono le 7 del mattino e Domenico Zambetti, 60 anni, PdL, Assessore alla Casa nella giunta Formigoni, si sveglia con i carabinieri attorno al letto e le manette ai polsi. Secondo l’accusa, Zambetti, su cui grava anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, acquistò ‘pacchetti di preferenze gestiti dai clan Vibonesi e di Africo’ in vista delle regionali 2010. Ben 4mila voti, rivelatisi poi decisivi per la sua elezione al Pirellone con 11.217 preferenze totali. 

Le famiglie di riferimento del politico lombardo sarebbero i Mancuso di Vibo ed i Morabito-Bruzzaniti di Africo, agganciati grazie a Giuseppe D’Agostino (gestore di locali notturni a Milano con precedenti penali per traffico di droga) ed Eugenio Costantino (imprenditore).

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mini manifestazione_pro_ospedaleSerra San Bruno domani si fermerà, metterà in atto uno sciopero generale senza precedenti per dare un segnale forte di protesta contro il pesante ridimensionamento del locale presidio ospedaliero, ridotto a soli 20 posti letto di medicina dopo l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario. Allo sciopero, nato per iniziativa del Comitato civico Pro-Serre, hanno aderito i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Slai Cobas, molti partiti politici, movimenti e associazioni operanti sul territorio, nonché numerosi sindaci della zona delle Serre. Domani  mattina si terrà una manifestazione  che si annuncia imponente visto il larghissimo numero di adesioni che il Comitato ha raccolto nei paesi della zona. Mentre i commercianti serresi, in massa, metteranno in atto una serrata senza precedenti

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