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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
La Regione ha comunicato l’elenco delle proprietà messe in vendita con l’intento “di ridurre l'indebitamento attraverso l'alienazione di beni in disuso o, peggio ancora, abbandonati”. Si tratta, per la maggior parte, di beni patrimoniali trasferiti dallo Stato, distinti in due elenchi (al primo appartengono i terreni e i fabbricati, al secondo i caselli ferroviari o immobili precedentemente affidati in gestione alle Ferrovie dello Stato).
SERRA SAN BRUNO – Stavolta non si tratta della solita figuraccia a cui ci hanno ormai abituato gli amministratori serresi. No, è molto peggio. I 50 studenti egiziani venuti a Serra con il progetto Pitagora Mundus potrebbero essere costretti, a fine febbraio, a tornarsene a casa, perché il Comune non ha rispettato gli impegni che aveva assunto, soprattutto di carattere finanziario, per garantire a questi ragazzi un soggiorno di studio adeguato e dignitoso. Una situazione paradossale
Sono tempi duri per il governatore calabrese Giuseppe Scopelliti, sempre più inquilino bistrattato del Pdl nazionale. Dopo la muta rassegnazione alla candidatura di Domenico Scilipoti – calata direttamente da Roma – al sesto posto nel listino calabrese per il Senato, arrivano ancora da Silvio Berlusconi parole e numeri, che non assomigliano neanche lontanamente ad un attestato di stima nei confronti del plenipotenziario presidente/commissario ad acta della sanità regionale, Giuseppe Scopelliti. Un attacco, questa volta ancora più diretto, che rimarca l’inconsistenza politica del governatore calabrese nell’ambito del partito nazionale.
L’assicurazione della responsabilità civile per moto e autoveicoli è obbligatoria da quando la Legge 990/1969 impose la copertura assicurativa per "tutti i veicoli a motore senza guida di rotaie". Ma nessuno, quarant’anni fa, poteva mai immaginare che col tempo, quella che aveva tutta l’aria di essere una “tassa” utile a conducenti, passeggeri e pedoni, potesse poi trasformarsi in una vera è propria spada di Damocle sospesa, con cadenza annuale, sulla testa degli auto conducenti italiani. Una batosta che, in tempo di crisi, rappresenta un fastidioso ed ulteriore aggravio nelle tasche già scarne di gran parte dei calabresi. Una tassa divenuta insostenibile in particolar modo in Calabria e, più ancora, nelle province di Vibo, Crotone e Reggio.
Infatti secondo la ricerca condotta nell’ambito del progetto “RC Auto. Quando mi costi?”, realizzato dall’Associazione dei Consumatori “CittadinanzAttiva”, proprio i 3 capoluoghi di provincia calabresi sopracitati, risulterebbero tra le prime 10 città italiane in cui per assicurare moto ed auto si paga mediamente di più. Un dato davvero anomalo, vista che la distribuzione dei sinistri nella nostra regione si attesta al 2,2%, una percentuale fra le più basse (al sesto posto sul totale delle 20 regioni italiane).
La situazione RCA rasenta quindi i limiti del proibitivo per le famiglie calabresi, tanto che gli adulti in classe di massimo sconto della nostra regione sono costretti in media ad un esborso di 926 euro annui, mentre la media nazionale si attesta a 661 euro. Ancora più grave la condizione dei neo patentati che in Calabria, secondo la stessa ricerca, sarebbero chiamati a sborsare addirittura 3.423 euro all’anno per l’assicurazione della propria autovettura (la media nazionale si attesta a 2.828 euro annui).
Emergono quindi dati preoccupanti, non solo per la già agonizzante Calabria, ma per tutto il Mezzogiorno in genere. Infatti il caro RC Auto risulta più marcato al Sud (dove un’automobilista adulto spende all’anno 776 euro), leggermente più moderato al Centro Italia (712 euro annui) e ben più basso al nord (547 euro).
Negli ultimi anni anche in Calabria, come nel resto d’Italia, si è diffusa la consapevolezza sociale dei rischi connessi alla mercificazione del bene comune acqua, e dimostrazione ne è la vittoria dei Sì ai referendum del giugno 2011: 780mila calabresi, oltre la metà degli aventi diritto al voto, si sono espressi chiaramente contro la privatizzazione del servizio idrico, sostenendo i quesiti referendari promossi dal Comitato “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”. Ma la politica è sorda e non vuole saperne di dare seguito alla manifesta volontà popolare.
Luigi Silipo. Bruno Pelaggi. Ciccio Svelo. Storie diverse, sbagliate. Forse ancora aggrappate ad un filo, sempre più esile e consumato, sfibrato dal peso del passato. Logorato come la terra che quelle storie le ha partorite e poi fagocitate. E’ il filo della memoria, di una Calabria che si è dispersa in tanti rivoli asciugati dal tempo. Alcune storie però riemergono anche dalla terra inaridita, come fili d’erba che valicano il cemento armato. Luigi Silipo era un comunista catanzarese, ucciso tra i vicoli della sua città il primo aprile 1965. Un dirigente che aveva il suo peso nel partito, spesso scomodo. Era impegnato anima e corpo nella lotta al fianco dei contadini calabresi. Affrontava a muso duro i proprietari terrieri che opprimevano i lavoratori servendosi della manovalanza della ‘ndrangheta che, di lì a breve, avrebbe conquistato il mondo. Si opponeva con forza, isolato nel suo partito, alla nuova urbanizzazione che avrebbe generato la Catanzaro cementificata che conosciamo oggi. La sua storia, dimenticata, è al centro del romanzo “Blocco 52”, di Lou Palanca, autore collettivo che sul mistero della morte di Silipo ha intrecciato altre meravigliose storie che, da Catanzaro a Praga, prendono corpo e vita sul cadavere del Novecento
C’è un nome “nuovo” per le speranze della martoriata Calabria. Anzi un nome grosso. Nientepopodimeno che il presidente dell’assemblea nazionale del Pd in persona. Adesso è ufficiale: Rosy Bindi concorrerà a Reggio alle primarie del prossimo 29 dicembre. E’ stato Alfredo D'Attorre, commissario regionale del partito, a renderne nota la candidatura: “Il suo impegno rafforzerà il lavoro di ricostruzione del meridione che il Pd calabrese sta portando avanti”. Per inciso la Bindi è nata in provincia di Siena, ed ha trascorso tutti i suoi 61anni dividendosi fra la stessa Toscana, il Veneto (dove è stata coordinatrice regionale del Ppi) e Roma (ministro e deputato per 17anni). Quindi non proprio nel meridione e soprattutto non proprio in Calabria. Allora non si capisce come possa la Bindi rappresentare al meglio la nostra regione.
Pochi giorni fa il monito di Bersani era arrivato minaccioso come una nuvola pronta alla tempesta nel già agitato cielo di dicembre: “Non sono candidabili alle primarie del Pd per Senato e Camera, i parlamentari europei, i sindaci dei Comuni con più di 5mila abitanti, i Presidenti di Provincia e di Regione, gli assessori e i consiglieri regionali in carica, salvo deroghe motivate”. Quindi, secondo quanto stabilito dalla consulta nazionale del Partito Democratico in previsione delle primarie del 29-30 dicembre utili alla nomina dei candidati in Parlamento, rimangono fuori anche in Calabria diversi pezzi da novanta che già rivestono cariche politiche di rilievo. di Dante il Sapiente
Era lo loco ov'a scendea Ancinale
veniro, il pdl e, per quel che v'er'anco,
tal, ch'ogni lecchino ne berrebbe uguale.
che da cima dell'Alaco, onde si mosse,
al piano è sì la roccia avvelenata
nei rubinetti scorrea a chi giù fosse:
cotal di quel pontano era la scesa;
e 'n su la punta de la rotta diga
l'infamia di Deo Marco era distesa
che fu creato ne la falsa Regione;
e quando vide noi, sé stesso morse,
sì come quei cui l'ira dentro la prigione
Lo savio mio inver' lui gridò: «Forse
tu credi che qui sia il Padre Umile
che giù a Serra le carte ti porse?
Pàrtiti, bestia: ché l'Alaco non vene
depurato da la tua sorella,
ma esiste per veder le nostre pene».
Lui è quel cornuto che sversa in quella,
c'ha ricevuto già, molti milioni,
che da dove fuoro, non sa, ma se dici, accoltella
da tutte parti l'alta valle feta
tremò sì, ch'i' pensai che la regione
sentisse amor, per lo suo popolo che l'vota.
Oh cieca cupidigia e ira folli,
che sì ci porti ne la vita corta,
e ne l'etterna pozza poi c'ammolli!
Lo mio maestro disse: «la pena a loro;
la farem noi, a sorical costà di presso:
ai sui non toccherà premio né alloro».
Poi guardò, e disse: «Quelli è Rizziuto,
che affogò nei suoi fitusi fanghi
nulla servì arricchirsi anche se molto arguto.
Dintorno al fosso vanno a mille a mille,
quivi è Deo Marco, chi 'mpurra, fiero
e lasciò la vita misera e senza faville.
La divina giustizia di qua punge
don Peppino che fu flagello in terra
e Nazza più non Bevil'acqua; e in etterno munge
Poi vidi gente che di fuor del Pontano
tenean la testa e ancor tutto 'l casso;
e di costoro assai riconobb'io lo Salatino.
(foto Salvatore Federico)
Doveva essere un fine settimana di gelo intenso, e così è stato. Come le previsioni meteorologiche avevano puntualmente annunciato, la Calabria del post Immacolata, si sveglia nel gelido abbraccio della morbida coltre bianca. La perturbazione che fino alla mattinata di sabato aveva principalmente interessato le regioni del centro-nord Italia, già nel tardo pomeriggio di ieri ha finito per invadere il meridione, in particolar modo la nostra regione che risulta ovunque innevata, dal crotonese alle Serre fino alla Sila cosentina e catanzarese. La neve ha interessato quindi tutte le cittadine con altitudine superiore ai 650 metri s.l.m., mentre gli altri centri, in particolare quelli ubicati sulle fasce tirreniche e ioniche, sono stati colpiti da intense grandinate e forti raffiche di vento. Invaso anche il manto autostradale, dove ovunque è stata disposta la circolazione con pneumatici da neve o l’obbligo di catene a bordo, anche se al momento sembra non si sia registrato alcun incidente o limite alla circolazione. Il Vizzarro.it - quotidiano online
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