mini ospedale_serraQuello che temevamo, e che avevamo prospettato alcuni giorni fa, si è purtroppo puntualmente verificato. L’ultima anestesista in funzione da ormai quasi un mese, 24 ore su 24, all’Ospedale San Bruno, non ha retto il ritmo massacrante alla quale si sottoponeva dal 12 marzo scorso. Anche lei, da oggi, risulta fuori servizio. Ne consegue che il Presidio sanitario serrese non è al momento in grado di eseguire alcun tipo di operazione chirurgica proprio a causa dell’assenza di personale preposto alla funzione di anestesia e rianimazione.
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mini pitagoraMIDIl diciassettesimo Consiglio dell’amministrazione Rosi si snocciola in leggerezza. Un bar dello sport contraddistinto da cellulari squillanti, sarcasmo e continui sogghigni. In maggioranza si respira quindi un’aria frivola, nonostante nella seduta odierna si tratti del futuro occupazionale di diversi giovani serresi reso - in un tempo già magro - ancora più incerto dalle grossolane inadempienze di un pugno di pseudo-amministratori locali. 
 
Punto all’ordine del giorno, nel Consiglio convocato su richiesta della minoranza in seduta straordinaria, i nodi del progetto “Pitagora Mundus”, che a partire dall’autunno scorso assegnò all’Istituto Alberghiero di Serra San Bruno ben 50 studenti egiziani per 5 anni. Secondo gli accordi l’Istituto avrebbe adempiuto - oltre che all’ausilio formativo e didattico – anche al vitto degli studenti ospiti, mentre il Comune avrebbe dovuto sostenere le spese per l’alloggio. Ma nonostante tutto, negligentemente, in fase di approvazione del Bilancio di Previsione 2013 non era stato inserito alcun capitolo di spesa inerente alla copertura finanziaria del progetto. 
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mini Serra San Bruno centro storicoRiceviamo e pubblichiamo:

SERRA SAN BRUNO - Non possiamo che esprime vicinanza e solidarietà ai lavoratori ed ai titolari dell’Agriturismo “Fondo dei Baroni” che si trovano a fronteggiare una grave crisi economica derivante dai mancati pagamenti delle prestazioni erogate agli studenti egiziani ospiti del progetto “Pitagora mundus”. Una vicenda che racchiude in sé il peggio della politica calabrese. Superficialità, incapacità, supponenza e menefreghismo hanno, infatti, contraddistinto, anche in questo caso, il non operato di un’amministrazione comunale la cui unica mission sembra essere quella di squalificare l’immagine di Serra. Come spesso accade, la classe politica nostrana si è distinta per la velocità nell’accampare presunti meriti e nella altrettanto rapidità nello sfuggire alle responsabilità. Fin dall’avvio del progetto, l’amministrazione cittadina ha brillato per inefficienza. Basti pensare alle difficoltà di trovare un alloggio pochi giorni prima dell’arrivo degli studenti. A ciò si aggiungano: l’abbandono degli studenti costretti, soprattutto nei periodi festivi, ad alimentarsi con mezzi di fortuna per la mancata predisposizione di un servizio adeguato o l’organizzazione di un vergognoso servizio lavanderia nei locali di palazzo “Chimirri”, per finire alla mancata predisposizione di qualunque forma di scambio e “integrazione” con la realtà locale. Per quanto concerne, infine, la vicenda economica, ancora una volta ci troviamo ad evidenziare che lo avevamo detto in tempi nono sospetti. In fase di approvazione del bilancio di previsione, avevamo, infatti, chiesto lumi sulla mancata predisposizione di un capitolo che contemplasse le risorse finanziare destinate ad assolvere gli impegni contratti con gli operatori locali. Un quesito cui giunsero, con il classico gesto che i serresi conoscono fin troppo bene, la spallucce del sindaco. Al fine di scongiurare la situazione che oggi si è venuta a determinare, proponemmo l’inserimento di una posta di bilancio destinata a pagare i debiti che, senza alcun impegno di spesa, l’amministrazione stava già contraendo. Purtroppo quelle proposte, frutto del senso di responsabilità della minoranza, caddero nel vuoto. Le conseguenza, oggi, sono sotto gli occhi di tutti, non da ultimo l’ulteriore danno arrecato all’immagine di una cittadina che dovrà faticare non poco per cancellare i guasti prodotti dall’amministrazione comunale più sciagurata che la storia di Serra ricordi.

Mirko Tassone
Consigliere comunale "Al Lavoro per il Cambiamento"

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Venerdì, 24 Maggio 2013 13:34

'Le matriosche del sindaco di Fabrizia'

mini fabriziaRiceviamo e pubblichiamo:

FABRIZIA - Se il Sindaco non può, per varie ragioni, assumersi le responsabilità gestionali di competenza dirigenziale, non è obbligato a farlo. Non è peraltro comprensibile una posizione ibrida e rischiosa che evidenzi sostanziali limiti per tempo a disposizione e per competenze specifiche. Per quale recondito motivo, invece di autonominarsi, non ha fatto ricorso ad altri, anche all’interno della struttura? In molti piccoli enti ci si avvale del Segretario comunale, il quale affida i procedimenti a personale di adeguata qualifica: il Comune di Fabrizia è fornito di queste possibilità. Probabilmente la scusante assunta a sostegno del mancato turn over in occasione del pensionamento del personale nel 2011 sarà stata la ristrettezza delle risorse, ma su questo ci sarebbe molto da ridire. Avrà intenzione di usare lo stesso sistema fra qualche mese, allorché si verificherà la fuoruscita di altri due dipendenti giunti al top dell’anzianità di servizio e d’età pensionabile? Evidentemente non c’è molto da giustificare. Infatti i contratti di lavoro dei dipendenti pubblici sono fermi al 2010 per disposizioni del Governo. La vacanza nella titolarità dell’Area Amministrativa, risalente al 2011, non ha conseguito gli eventuali risparmi matematici. In effetti, nonostante il numero ridotto di personale, la spesa da consuntivo recentemente approvato, tra il 2011 ed il 2012 si equivale.

Ma, facciamo il punto sull’anomalia dei compiti e responsabilità trattenute dal Sindaco iN capo a sé. L’atto è solo formale, soprattutto, strumentale. Esempio lampante ne è la recente occasione del bando per la formazione di una graduatoria di aspiranti alla frequenza di un corso di formazione per braccianti agricoli disoccupati, regolarmente retribuito e finanziato dalla Regione Calabria. In tale occasione, sapientemente, il Sindaco-Responsabile di Area, ha pensato bene di delegare la sua responsabilità ad una specie di Commissione. Il problema però, non è solo la commissione – assurda quanto assurdo è l’averla costituita – ma soprattutto il "commissariamento" dei suoi doveri. Avrebbe potuto e dovuto confrontarsi direttamente con la sua responsabilità ed avrebbe potuto farlo affidando il procedimento interno ad idoneo personale comunale a disposizione, che avrebbe steso matematicamente la graduatoria provvisoria, sulla base dei formali ed automatici criteri oggettivi cristallizzati nel bando. Invece ha ideato un inutile strumento, a mo’ di scatola cinese, o per meglio dire Matriosca, dentro e fuori della quale c’è la sua regia, il suo “seme”, ma anche, piaccia o no, la sua responsabilità. Ha assegnato ad un organismo strutturalmente fuori luogo, un’attribuzione sua, per poi tornarci come “approvatore”, come se si trattasse di un compito di altri e non di un suo precipuo dovere strutturale. Quand’anche si facesse una forzatura mentale per accettare, dal punto di vista squisitamente organizzativo, l’utilizzo di una bizzarra commissione per un compito elementare quale mettere in ordine di grandezza degli indicatori Isee, non si capisce perché abbia esagerato pretendendone anche l’avviamento! Al pari grave, se non di più, è stato l’aver bypassato addirittura la pubblicazione della graduatoria provvisoria, facendola dichiarare immediatamente definitiva e rubando agli interessati esclusi la possibilità di difendere il proprio diritto eventualmente negato. Mimetizzare le responsabilità amministrative, traslandole – in apparenza, perché ne è e ne rimane il solo responsabile - artificiosamente su dipendenti comunali indifesi, non può essere metodo per affrancarsi dalle le responsabilità politiche sgradevoli ed autoritarie.

Per questo tipo di eventi ci sarebbe forse da far intervenire il Prefetto, mostrandosi in tutta evidenza motivi ben più ragionevoli di quelli che hanno reconditi scopi da campagna elettorale, interna ed esterna dell’Amministrazione comunale. Ma questa campagna elettorale quasi certamente resterà inascoltata da chi aspira a legalità piuttosto che all’autoritarismo di vecchio stampo, riproposto fuori tempo massimo.

Maria Cirillo

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mini incastri_-_pasqualeRiceviamo e pubblichiamo:

L’organizzazione IN.CA.STRI – INterculturali CAmmini illuSTRI, presieduta da Donatella Cristiano, con la collaborazione del coordinamento antimafie “Libera”, indice le Giornate della Responsabilità Civile in Memoria delle Vittime di Mafia, che avranno luogo sabato 6 sabato 13 aprile 2013 c/o Serra San Bruno (VV).

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mini acqua_serraAlla fine sono arrivati anche a loro. Non è una sorpresa, a dirla tutta. Non per chi ha seguito l’evolversi del caso Alaco fino al turbinio di eventi di questi ultimi giorni. Roba da sceneggiatori allucinati: black out istituzionali dannosi per la salute pubblica ed equilibrismi da trapezisti funzionali al mantenimento dell’ordine pubblico. Un balletto macabro imbastito attorno al lago dei veleni, che, forse, comincia a non essere più così “gommoso”. Da oggi, in questo vortice di responsabilità istituzionali legate all’acqua pagata “cara e amara” da 400mila calabresi, dopo diversi dirigenti di Sorical, Asp e Arpacal, sono entrati anche 20 sindaci del Vibonese. Altri erano già stati iscritti nel registro degli indagati al momento del sequestro preventivo dell’invaso, avvenuto il 17 maggio scorso. L’accusa, relativa al periodo 2009/2012, per gli amministratori locali, è omissione di atti d’ufficio

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mini Serra_San_Bruno_2040-12-57-03-4870Ai nostri giorni si dà poca importanza a quei valori che fanno parte della vita di sempre: la responsabilità ad esempio; in pochi di noi, anzi nessuno di noi può considerarsi pienamente responsabile. Essere responsabili vuol dire essere coerenti, per mantenere un impegno non c’è bisogno del contatto, o almeno non sempre, a volte basta la parola. Sono una ragazza di sedici anni, non ho grosse responsabilità, ma spesso mi viene difficile mantenere un impegno preso; come ad esempio la scuola: "Si, mamma, non ti preoccupare…mi dici sempre le stesse cose", e poi l’indomani torno con un bel quattro a casa…che irresponsabile che sono….forse alla mia età è normale, ma mi rendo conto che i miei genitori hanno fatto dei sacrifici per trasmettermi il valore dell’istruzione, e mi rendo conto che in questo modo le mie irresponsabilità ricadono su di loro. Magari fosse solo la scuola, la verità è che io nella vita sono una frana, sono la tipa dell’ultimo minuto...lo so non è un modo molto responsabile di vivere, mi accuso io stessa della mia incoerenza, confusionaria e disorganizzata, ma nello stesso tempo molto disponibile con chi ha bisogno di aiuto. Chi di noi può ritenersi veramente “responsabile?"...So per certo che se avessi fatto questa domanda ad alta voce in classe, ci saremmo guardati con una tipica espressione da ebeti e avremmo sorriso un po’, senza dare una risposta. Ma se la stessa domanda si facesse agli uomini che nel mio paese hanno delle responsabilità?

Tutti noi dobbiamo sentirci chiamati in causa quando si parla di “corresponsabilità”, con tutti non intendo solo i “civili in giacca e cravatta”, parlo del prete, del sindaco, del carabiniere, dell’assasino, del disoccupato, e soprattutto parlo di me stessa. Non credo alla perfezione, credo che tutte le cose belle abbiano dei difetti, credo allo stesso modo che una società migliore avrebbe certamente un futuro migliore non con petali di rose o discorsi di circostanza, ma con persone vive. Chi si è preso la responsabilità dei morti ammazzati, degli avvelenati a causa della “cacca” che sgorga dai rubinetti? La verità è che pensano solo al potere, ai soldi, alla visibilità; in Africa le persone muoiono per mancanza di acqua, a Serra San Bruno invece corriamo ad approvvigionarci della morte! E allora pensiamo a domani come un domani migliore di oggi, con un pizzico di buon senso in più…io i morti sulla coscienza non li voglio avere…Rendiamo la  Corresponsabilità un “segno di vita”, perché ci stiamo irresponsabilmente trascinando alla distruzione.

Noemi Monteleone 

Classe III B Ragioneria
Istituto "Einaudi", Serra San Bruno

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mini arenaARENA – «Non vogliamo fare inutili dietrologie. Né vogliamo che questo Consiglio si trasformi in un tribunale dell’Inquisizione. Se ci sono stati e ci saranno responsabili saranno gli organi preposti a stabilirlo. Noi, la mia amministrazione intendo, abbiamo davanti soltanto due doveri: dal punto di vista politico, è opportuno fare chiarezza su una questione che avrà inevitabilmente pesanti ripercussioni. Dall’altro lato, dal punto di vista gestionale e quindi amministrativo, abbiamo l’obbligo di affrontare la situazione e la triste realtà. Realtà inoppugnabile: il lungo iter giudiziario si è concluso con una condanna pesante. Con la condanna al pagamento di oltre un miliardo di euro. 1.097.062 euro, per l’esattezza».

Nel corso di un affollato consiglio comunale, convocato in forma straordinaria e aperta, il sindaco Antonino Schinella ha inteso rendere edotta la cittadinanza in merito ad una questione che per lunghi anni ha tenuto con il fiato sospeso cittadini e amministratori di Arena: la vertenza Lorusso. Questione che ha avuto epilogo soltanto nei giorni scorsi con la decisione della Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dal Comune.  

«La storia parte da lontano e ha per oggetto i lavori di costruzione del Carcere mandamentale. I lavori - ha riferito il primo cittadino suffragando le sue tesi con carte e documenti alla mano - furono consegnati alla ditta nel febbraio dell’84. Dopo tre sospensioni nel breve arco temporale di un anno e mezzo, nell’estate dell’85 l’impresa subisce un attentato dinamitardo. E i lavori i fermano. Arrivano i solleciti, si susseguono due ordini di servizio, ma l’impresa riprende i lavori soltanto ad aprile del 1987. Ma sette mesi dopo si ferma di nuovo. Il motivo? Si è resa necessaria una perizia suppletiva e di variante, la cui redazione tra mancati recepimenti e pareri vari ha subito un iter abbastanza lungo. Si pensi, infatti, che soltanto nel 1994, sette anni dopo, la Giunta comunale ha approvato la perizia, dando così avvio ai lavori. Da questi ritardi, dunque, scaturisce il contenzioso. Per l’impresa la responsabilità sono attribuibili all’amministrazione appaltante e all’incapacità di quest’ultima di approvare una perizia. L’arbitrato ha successivamente accolto le richieste di Lorusso, condannando il Comune al pagamento di oltre un miliardo di euro. E dopo le decisioni della Corte di Appello e della Cassazione che hanno rigettato i ricorso presentati a suo tempo dal Comune, l’iter processuale si è concluso con una condanna. E adesso la situazione non è delle migliori. Acuita dal fatto che ci troviamo a fronteggiare una non facile situazione. Si pensi - ha aggiunto il sindaco - che quotidianamente si recano in Comune decine di creditori e diversi professionisti che esibiscono laute parcelle per prestazioni che in alcuni casi risalgono anche a decine di anni addietro. Si pensi, inoltre, che siamo costretti a pagare rate di mutui per un importo che supera i 200mila annui, di cui 70mila assorbite per la chiusura delle controversie legate agli espropri Lombardo e Scalamogna. E, come se tutto ciò non bastasse, aggiungo che a dicembre arriverà la sentenza, un'altra sentenza, sempre inerente un esproprio, questa volta del terreno dove è ubicata la scuola elementare, e le notizie forniteci dal nostro avvocato non ci lasciano ben sperare. Dunque, è evidente che la situazione che abbiamo ereditato è pesantissima. C’è chi in questi giorni ci sta consigliando il dissesto. Forse è l’unica via di uscita, ma sarebbe una iattura per la nostra gente. Significherebbe l’aumento, fino al massimo consentito, dei tributi e delle tariffe per cinque anni. E in un periodo di crisi generale, non possiamo mettere le mani nella tasche dei nostri cittadini. Perciò, stiamo lavorando e lavoreremo con un unico obiettivo: evitare il dissesto. Ci siamo rivolti ai ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture, ai quali abbiamo chiesto di assumersi i maggiori oneri derivanti dalla costruzione del Carcere anche nello spirito dell'articolo 19 della legge n. 119 del 1981, che prevedeva che i maggiori oneri potessero essere saldati attingendo ad un mutuo a totale carico dello Stato. In questa direzione, il deputato Laratta presenterà presto un’interrogazione, portando il nostro caso all’attenzione del Parlamento. Inoltre, siamo in trattativa con il creditore: se riuscissimo ad ottenere una dilazione, a conti fatti saremmo in grado di onorare il debito. E questa - ha aggiunto il sindaco rispondendo alla domanda del consigliere di opposizione Giamba - sarebbe la migliore condizione: ci permetterebbe da un lato di evitare il dissesto e dall’altro di affrontare l’onere senza neppure aumentare la pressione fiscale. Basterà razionalizzare la spesa, sulla falsariga di quello che abbiamo fatto finora, se è vero come è vero che ad oggi siamo riusciti a diminuire sensibilmente alcuni costi: penso, solo per fare qualche esempio, alla gestione e al trasporto dei rifiuti, al riscaldamento dello strutture pubbliche e alla manutenzione dei mezzi comunali». Infine, rispondendo ad una domanda dell’altro consigliere di opposizione Brogna, il primo cittadino ha chiosato così: «Lei mi chiede di chi sono le responsabilità? Leggendo le carte, emerge che il loro arbitrale ha addossato le responsabilità alle amministrazioni che si sono susseguite dal 1987 al 1994 e in parte anche ai progettisti e alla carenze progettuali. Aggiungo che reputo un errore il fatto che la precedente amministrazione non abbia nominato un arbitro, e quindi un difensore del Comune, decidendo di non giocarsi la partita, sebbene questo ultimo aspetto non rappresenti la prova che affrontando il giudizio in modo diverso il Comune ne sarebbe uscito indenne. Comunque, ribadisco che saranno gli organi proposti a stabilire chi sono i responsabili. Posso dirle che alla Procura della Corte dei conti è stato già trasmesso l’intero fascicolo».

Dopo la chiosa del sindaco, gli interventi del pubblico, tra cui quello dell’ingegnere Michele Gerace, assieme al collega Raffaele Schinella progettista e direttore dei lavori del Carcere, e dell’ex sindaco Rosario Pugliese.

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mini foto_28Il Coordinamento Provinciale di LIbera-Associazioni Nomi e Numeri Contro le Mafie esprime preoccupazione per il gesto che vede coinvolta una scuola superiore della Città di Serra San Bruno. Il ritrovamento di tre cartucce e il gesto inqualificabile di sigillare il cancello d'ingresso alla scuola nonché la scritta minacciosa, ci preoccupano molto. Ma allo stesso tempo ci danno ulteriore forza per continuare a stare accanto ai ragazzi,agli insegnanti ed agli operatori del mondo della scuola con cui abbiamo intrapreso rapporti di collaborazione per costruire percorsi condivisi di legalità,responsabilità e corresponsabilità. Fiduciosi che il lavoro delle Forze di Polizia e della Magistratura possa fare luce sul grave fatto, siamo vicini all'Istituzione Scolastica e ci attiveremo per reagire con forza a questi gesti di violenza con i ragazzi e con quanti vorranno condividere una reazione decisa e ferma per l’accaduto.

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mini municipio_serraSERRA SAN BRUNO – Ci sarebbe «un danno erariale provocato dal presidente della provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi che ha avvantaggiato i comuni amici e persone a lui vicine», mentre la responsabilità del sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, sarebbe quella di «svendere il proprio comune, dimezzando quello che c’era da 400 mila euro a 200 mila euro affinchè possa gestire i soldi con incarichi professionali e appalti». Queste le accuse mosse dal consigliere provinciale dell’Udc Pino Raffele che contemporaneamente è anche consigliere comunale di Serra San Bruno della lista “La Serra” a capo della quale era stato candidato a sindaco. La vicenda è quella che vede coinvolti i due politici nella rimodulazione dei 400mila euro destinati alla “Messa a Norma dello Stadio Comunale di Serra San Bruno” che passano ora a 200mila, per questo Pino Raffele ha presentato presso la Procura Generale della Corte dei Conti della Regione Calabria di Catanzaro un esposto per denunciare quanto d’irregolare sarebbe successo. Ma vediamo cosa contiene l’esposto. «Con deliberazione di Giunta Provinciale n° 262 del 01.08.2012 veniva stabilito, tra le altre cose: di utilizzare la somma che si rende disponibile a seguito della risoluzione del contratto d’appalto con l’Impresa PROG.I.R.I. s.r.l., mediante la rimodulazione del mutuo contratto con l’Istituto per il Credito Sportivo (I.C.S. – prat. n° 31491), per come di seguito indicato: € 200.000,00 per “Impianti sportivi polivalenti nel Comune di Serra San Bruno”; € 14.634,90 per “Lavori di sistemazione campo calcetto loc. Torretta a San Calogero”; € 160.211,55 per “Impianti sportivi polivalenti nel Comune di San Calogero”; di precisare che la spesa scaturente dai progetti sopra indicati, dell’importo complessivo di  € 374.846,45 potrà essere finanziata con la devoluzione del mutuo I.C.S. sopra indicato; di dare atto che è venuto meno l’interesse dell’Amministrazione alla realizzazione dei lavori di che trattasi; di dare indirizzo al Dirigente del Settore VIII per la redazione degli elaborati progettuali con relativa variazione al piano delle opere pubbliche». Fin qui la rimodulazione con un evidente svantaggio per la cittadina della Certosa, mentre «palesemente in contrasto con quanto stabilito nella deliberazione della Giunta Provinciale n° 262 del 01.08.2012, il Comune di Serra San Bruno, con deliberazione della Giunta Comunale n° 143 del 27.08.2012, approvava un protocollo d’intesa da stipulare tra l’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia e l’Amministrazione Comunale di Serra San Bruno, finalizzato alla realizzazione dei lavori agli impianti sportivi polivalenti nel Comune di Serra San Bruno». Da qui, in sostanza, sorgerebbe la responsabilità politica del sindaco Rosi. L’esposto sottolinea come «la Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Calabria, con deliberazione n° 59/2012 prot. n° 2544 del 31.05.2012, trasmessa al Presidente del Consiglio Provinciale di Vibo Valentia, a seguito di “un’istruttoria condotta in relazione al rendiconto 2010 della Provincia di Vibo Valentia ha evidenziato la presenza di alcuni comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria rilevanti ai sensi e per gli effetti previsti dall’art. 1, c. 168, della legge n. 266/2005 e di situazioni che, in assenza di misure correttive, possono condurre alle conseguenze previste dall’art. 6, c.2, del D.Lgs. 149/2011”». Pino Raffele, chiede ai magistrati contabili di accertare e verificare circa la sussistenza «di eventuali profili di irregolarità nella procedura esposta; di danno all’erario eventualmente verificatosi; di eventuali responsabilità in capo ad amministratori e/o altri soggetti coinvolti, nei confronti dell’erario, considerato che il caso esposto, sicuramente, non è l’unico».

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