mini Bruni_Gaetano_Ottavio_IXIl presidente provinciale dell'UDC Sabrina Caglioti e il consigliere regionale Ottavio Bruni si dicono soddisfatti a metà in merito alla quesione dei 31 precari, 21 dei quali medici, dell'Azienda Sanitaria i cui contratti sono stati di recente rinnovati fino al 31 marzo. Una soluzione che non appaga a pieno le aspettative dei due rappresentanti crociati inquanto, a loro dire, il rischio di paralisi dell'ospedale Jezzolino è stato solo rimandato al 31 marzo e non completamente risolto come invece ci i auspicava. Il presidente Caglioti e l'onorevole Bruni, pur prendendo atto e apprezzando il contributo profuso durante l'incontro con i commissari dell'ASP dal governatore Scopelliti (commissario ad acta della sanità in calabria), ritengo che la questione non debba cadere nel dimenticatoio.«Sarebbe opportuno che tutti coloro i quali sono in questi giorni intervenuti per sciogliere il nodo della proroga dei contratti ai 21 medici e all'altro personale precario dell'Asp e non ultimo lo stesso presidente Scopelliti si preoccupassero di garantire la certezza del futuro a questi professionisti, la maggior parte dei quali, fra l'altro, vincitori di concorso. Riteniamo che da oggi si debba puntare a raggiungere un solo obiettivo che è quello di un piano di stabilizzazione per i 21 medici e gli altri dipendenti dell'Asp coinvolti in questa situazione». Otto dei 21 medici precari dell'Asp di Vibo Valentia operano nel Pronto Soccorso, e se il contratto non venisse risolta la situazione dei contratti le ripercussioni sull'erogazione dei servizi sarebbe gravissima. Si riscierebbe infatti, un effetto domino in tutta la provincia con seri disagi per il Pronto Soccorso dell'ospedale di Serra San Bruno e per la Postazione di Primo Intervento di Soriano Calabro, oltre naturalmente alla chiusura di diversi reparti dell'ospedale vibonese. «Quando parliamo di piano di stabilizzazione – proseguono i due UDC  – ci riferiamo, da una parte, al fatto che è necessario garantire un futuro ai medici, ma dall'altra riteniamo indispensabile continuare a garantire i livelli essenziali di assistenza alla popolazione vibonese. I due aspetti sono due facce della stessa medaglia e non si può considerare l'una senza tener conto dell'altra. Ecco perché la proroga dei contratti sino al 31 marzo ci soddisfa a metà, anche perché nelle altre province i contratti sono stati prorogati per 12 mesi e non per tre»

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mini Giuseppe_ScopellitiDopo l'intervento di Scopelliti si è sbloccata, almeno per il momento, la vertenza riguardante i precari in servizio all'Asp di Vibo: i contratti in scadenza saranno rinnovati fino al 31 marzo 2012. La questione delle 31 lettere di licenziamento che erano già partite all'indirizzo di altrettanti precari (di cui 21 medici), ha tenuto banco in questi giorni poichè i sindacati di categoria avevano denunciato, con un'unica voce, che tale provvedimento avrebbe portato alla paralisi la sanità vibonese. Dopo una mannifestazione di protesta, dopo diversi interventi a mezzo stampa da parte di politici vibonesi, dopo l'assemblea dei sindaci, è stato decisivo l'incontro odierno tra il presidente della Regione e la Commissione straordinaria che guida l'Asp di Vibo. "Il Presidente Scopelliti, facendo seguito all’impegno assunto davanti alla Conferenza dei Sindaci della Provincia di Vibo Valentia - informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale -ha incontrato oggi la Commissione straordinaria dell’ASP di Vibo al fine di dirimere la vicenda legata alla imminente scadenza dei contratti di personale assunto a tempo determinato. Il Presidente Scopelliti, dopo aver evidenziato la totale autonomia e responsabilità della Commissione straordinaria nella conduzione dell’Azienda, ha rimarcato la reciproca collaborazione che la stessa Commissione ha voluto instaurare, da subito, con la Struttura commissariale. La situazione che, pur presentando caratteri di specificità per l’ASP di Vibo Valentia, è comune a tutte le Aziende calabresi  è  stata rappresentata dalla Dott.ssa Bonadies, a nome della Commissione straordinaria dell’ASP di Vibo, che ha illustrato le carenze ed i riflessi sul piano assistenziale che si potrebbero determinare, nel breve, a seguito della scadenza dei contratti. La stessa ha tenuto a precisare il quadro legislativo che sovrintende alle decisioni della Commissione. Il Presidente Scopelliti, dal suo canto, ha ribadito la necessità che si mantengano gli attuali livelli di assistenza che costituisce l’ obiettivo comune e prioritario di tutte le amministrazioni, sia in regime ordinario che straordinario, motivo per cui la Commissione ha deciso di prorogare i contratti in scadenza fino al 31 marzo".

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sergio gencoLa procedura per la costruzione dei 4 nuovi ospedali calabresi (Vibo, Piana, Sibaritide, Catanzaro), con la convenzione tra la Regione Calabria e Infrastrutture Lombarde Spa, ha scatenato uno scontro durissimo tra il presidente Scopelliti e la sua maggioranza da una parte e la Cgil calabrese dall'altra. La convenzione con la società in house della Regione Lombardia era stata censurata dal sindacato, che aveva interessato della questione l'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, sostenendo in sostanza la non regolarità di un accordo che avrebbe, secondo il sindacato, prodotto vantaggi ingiusti per Infrastrutture Lombarde a discapito di qualsiasi altra azienda. Pochi giorni fa le tesi della Cgil sono state rigettate dall'Autorità garante per la concorrenza e dall'organismo di Vigilanza sui contratti pubblici, che hanno confermato invece la regolarità delle procedure seguite dalla Regione. A quel punto Scopelliti, nell'annunciare il parere favorevole dei due organismi indipendenti, si è tolto più di un sassolino dalla scarpa. Ha attaccato frontalmente, il presidente, non risparmiando frecciate e allusioni ad una presunta volontà di difendere interessi particolari, chiedendosi provocatoriamente chi ci sarebbe dietro agli attacchi del sindacato. La Cgil ha risposto con altrettanta durezza annunciando querele per calunnia: "Rispediamo al mittente - dice il segretario generale Sergio Genco (foto) - le farneticazioni del presidente Scopelliti e le sue affermazioni gravi e calunniose rispetto alla Cgil e agli interessi che la Cgil rappresenterebbe. Ne dovrà rispondere alla magistratura. Intanto lo rassicuriamo - aggiunge - noi rappresentiamo solo gli interessi legittimi di lavoratrici, lavoratori e cittadini calabresi che aspirano ad una diversa e migliore sanita'. Questi sono i nostri soli interessi. E' inutile che il governatore sollevi polveroni per nascondere problemi, le difficolta' e i suoi fallimenti nel governare la Calabria e, in particolare, la sanita' pubblica di cui e' commissario per l'emergenza. L'azione della Cgil continuera' ad essere forte affinche' i quattro ospedali possano essere realizzati nel rispetto delle norme e seguendo percorsi limpidi. Detto questo - continua Genco - non comprendiamo le ragioni della convenzione siglata con Infrastrutture Lombarde e per questo continueremo a contrastarla anche perche' nel momento in cui con il Piano di rientro dal deficit si chiedono sacrifici ai calabresi e nuovi esborsi economici per assicurare i livelli minimi di assistenza non si possono regalare decine di milioni per consulenze. Ci batteremo con decisione per la realizzazione degli ospedali, il diritto alla salute, il lavoro e il rispetto delle regole e della legalita. Per quanto e' accaduto in tutti questi anni sul versante della sanita' - sostiene ancora il leader della Cgil calabrese - bisogna infatti liberare il settore dai comitati d'affari, dalle collusioni e dall'azione tremenda della 'ndrangheta cosi' come quotidianamente ci evidenzia l'azione forte della magistratura. Non e' un caso che in Calabria, negli anni, abbiamo dovuto assistere allo scioglimento di Aziende sanitarie come quella di Locri, Palmi, Reggio e di Vibo. Per parte nostra combatteremo questa palude che sta affossando la Calabria. Di pari passo - conclude Genco - continueremo la nostra azione forte di proposta, mobilitazione e denuncia, a tutti i livelli, delle cose che non vanno. E tra queste c'e' lo svuotamento del ruolo e delle funzioni della Stazione unica appaltante''. A rispondere, in difesa di Scopelliti, tutti i capigruppo di maggioranza (Luigi Fedele del Pdl, Alfonso Dattolo dell'Udc, Giovanni Bilardi di Scopelliti Presidente, Giulio Serra di Insieme per la Calabria) che con una nota congiunta accusano il sindacato di voler tutelare qualche impresa: "Siamo vicini e solidali al Presidente Scopelliti per quanto affermato oggi dal sindacato della Cgil nel corso di una conferenza stampa. Condividiamo in pieno l’azione politica-amministrativa del Governatore, che ha finalmente reso possibile l’avvio dell’iter per la costruzione dei nuovi ospedali calabresi. Le pronunce dell' Autorità del Garante della concorrenza e dell' Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, rappresentato la più limpida conferma di correttezza e trasparenza del suo operato. Alla luce della conferenza stampa della Cgil, ci sembra sempre più chiaro ed evidente che, non entrando nel merito della questione, la battaglia del sindacato non sia in favore dei lavoratori.Ci chiediamo quindi se le ripetute azioni e dichiarazioni della Cgil, sull’argomento, siano piuttosto intraprese per tutelare qualche impresa".

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mini scopelliti_L'Autorità garante per la concorrenza e quella per la vigilanza sui contratti pubblici hanno dato l'ok alla convenzione tra Regione Calabria e Infrastrutture Lombarde Spa per la costruzione dei 4 nuovi ospedali calabresi. Ad annunciarlo è lo stesso presidente Scopelliti, che in una conferenza stampa ha sottolineato come la Regione si sia vista riconoscere la piena legittimità delle procedure adottate in merito alla costruzione dei 4 nuovi ospedali di Vibo Valentia, Sibaritide, Catanzaro e Piana di Gioia Tauro. La questione della legittimità degli accordi stipulati tra Regione e Infrastrutture Lombarde - società in house della Regione Lombardia - era stata sollevata dalla Cgil calabrese e da alcuni esponenti dell'opposizione. Scopelliti, forte dei pareri delle Autorità di garanzia, ha rispedito al mittente le critiche all'operato della Regione e ha assicurato che in tempi brevi sarà avviata la fase di assegnazione dei lavori.

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mini orsola-fallara

E' indagato per falso in atto pubblico per la vicenda tristemente nota come "caso Fallara" - l'indagine sul buco riscontrato nei conti del comune di Reggio - ma si dice "sereno" ed è convinto di aver chiarito la sua posizione. Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, uscendo ieri dal Cedir, il palazzo della Procura, ha ostentato tranquillità: "Ho soltanto chiarito la mia posizione rispetto alle vicende contestate - ha spiegato -  evidenziando, così come è scritto dagli stessi ispettori ministeriali, il distinguo tra le competenze, che sono gestionali in capo ai dirigenti, e quelle in capo alla politica. Ho dimostrato in maniera chiara la mia estraneità alla vicenda". Scopelliti è stato interrogato per quasi due ore dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Ottavio Sferlazza e dai pm Sara Ombra e Francesco Tripodi. Il contenuto dell'interrogatorio è ovviamente top secret, ma il breve commento che Scopelliti ha affidato ai cronisti lasciando la Procura è pesante, e l'interpretazione necessariamente univoca. L'ex amatissimo sindaco del comune di Reggio, eletto e rieletto a furor di popolo, ha apertamente scaricato la Fallara, dirigente comunale del settore finanze suicidatasi un anno fa ingerendo acido muriatico.

Era proprio dicembre, infatti, quando la donna, tra i burocrati più vicini a Scopelliti, si tolse la vita dopo essere stata indagata per essersi auto liquidata illegittimamente centinaia di migliaia di euro. Dall'indagine della Procura reggina, tra l'altro, emersero analoghi pagamenti non dovuti da parte del comune all'architetto Bruno Labate, allora legato sentimentalmente proprio alla Fallara. Lo stesso Bruno Labate divenne in seguito il capo della delegazione romana della Regione Calabria, un incarico "parcheggio" in attesa di arrivare a Fincalabra, almeno così ha sostenuto lui stesso spiegando che queste nomine erano arrivate grazie alla mediazione della Fallara nei confronti di Franco Zoccali, oggi dirigente generale della Regione, e di Scopelliti. E' chiaro dunque che Orsola Fallara fosse una persona di fiducia del presidente della Regione, anche alla luce - come scrive Giuseppe Baldessarro sul Quotidiano di oggi - del fatto che essendo una dirigente esterna era stata chiamata a guidare l'ufficio finanze del comune con un incarico fiduciario. Ma, secondo Scopelliti, questa sua fiducia sarebbe stata tradita, e la dirigente avrebbe agito autonomamente. La politica, dice il presidente, non poteva sapere, e quindi tutte le colpe sono della Fallara.


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mini pignatoneE' durato circa due ore l'interrogatorio del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, sentito in Procura a Reggio Calabria in merito alle note vicende sulla voragine nei conti del comune e sul caso Fallara. Scopelliti, sindaco di Reggio per due mandati, è indagato per falso in atto pubblico, ed oggi pomeriggio è stato sentito in merito a queste vicende dal procuratore capo Giuseppe Pignatone (foto) e dai suoi collaboratori. Ecco le dichiarazioni che il presidente della Regione ha rilasciato ai giornalisti uscendo dagli uffici della Procura: "Ho soltanto chiarito la mia posizione rispetto alle vicende contestate evidenziando, così come è scritto dagli stessi ispettori ministeriali, il distinguo tra le competenze, che sono gestionali in capo ai dirigenti, e quelle in capo alla politica. In qualita' di sindaco - ha aggiunto - ho dimostrato in maniera chiara la mia estraneita' alla vicenda. Sono molto sereno, tranquillissimo. Saranno poi i procuratori che dovranno valutare insieme ai sostituti la mia posizione che a me sembra molto lineare e naturale".

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Venerdì, 16 Dicembre 2011 15:41

Catanzaro, Traversa verso le dimissioni?

mini michele traversaLa situazione, nella città capoluogo, si evolve di minuto in minuto, e sembra farsi sempre più incerta la permanenza di Michele Traversa alla guida dell'amministrazione comunale catanzarese. Proprio oggi pomeriggio, intanto, i consiglieri comunali che sostengono la maggioranza di centrodestra a palazzo dei Nobili si sono rivolti direttamente al presidente della Regione Scopelliti, affinchè intervenga in prima persona per far desistere il primo cittadino dall'intento di dimettersi.

Il deputato-sindaco catanzarese, com'è noto, è obbligato a scegliere tra i due incarichi che ricopre, alla luce di una recente sentenza della Corte Costituzionale che ne ha sancito l'incompatibilità. Ma decisivo, per la sofferta scelta di Traversa, potrebbe essere stato il fallimento della sua recente missione romana, effettuata per cercare di trovare una qualche ancora di salvataggio governativa per le disastrate casse del suo comune, sull'orlo del dissesto. L'incontro con il segretario del Pdl Angelino Alfano, però, sembra non aver prodotto i frutti sperati: pare che il successore di Berlusconi alla guida del Pdl abbia sostanzialmente spiegato al "suo" deputato che, con l'attuale situazione economica nazionale e con la manovra Monti alla prova del Parlamento, un salvacondotto finanziario preferenziale per il comune di Catanzaro sarebbe stato improponibile e difficile da sostenere. Stando così le cose, con il suo comune ad un passo dal default e senza una via d'uscita, Traversa starebbe quindi meditando di abbandonare la guida della città e rimanere parlamentare. Un minimo di margine potrebbe ancora esserci, poichè rimane da vedere l'effetto di un eventuale tentativo di Scopelliti di convincere Traversa a rimanere sindaco. Il diretto interessato, comunque, ha fatto sapere che in ogni caso la sua scelta definitiva verrà resa nota entro la fine dell'anno.

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mini scopelliti“Il risultato ottenuto questa sera al tavolo Massicci è il frutto del lavoro di poco più di un anno e mezzo di un gruppo dirigente che ha dimostrato di voler perseguire un risultato fondamentale per offrire una nuova sanità in Calabria”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti al termine della riunione del “Tavolo Massicci”. “Lo sblocco di questa sera di 220 milioni di euro – ha aggiunto il Presidente - è una risposta che diamo alla Calabria e ai calabresi come dimostrazione della buona politica. Sono contento di questo straordinario risultato. I 220 milioni di euro sbloccati saranno una ulteriore boccata di ossigeno in un comparto in cui gravano ritardi storici che ne impedivano lo sviluppo. Lo sblocco di questi fondi è per noi un risultato importante. Dimostra l’ottimo lavoro della struttura commissariale e del Dipartimento salute della Regione. E’ un chiaro ed evidente riconoscimento dei Ministeri alla nostra opera, quotidiana, silenziosa nel difficile compito del risanamento del debito sanitario e di una sanità sempre più vicina ai bisogni dei cittadini”.

“Un grande risultato quello ottenuto dal presidente Scopelliti durante la riunione del Tavolo Massicci”. Il capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale, Luigi Fedele, commenta la notizia. “Il lavoro costante e deciso del Governatore, che dai primi giorni del suo mandato si sta spendendo totalmente per definire quella che forse rappresenta la più impellente emergenza regionale da risolvere, sta riscuotendo ottimi frutti. Lo sblocco di 220 milioni di euro da destinare al comparto della Sanità in Calabria – aggiunge il capogruppo Pdl a Palazzo Campanella – rappresenta un’ulteriore risposta concreta a quanti, nell’ultimo periodo, hanno messo in dubbio l’opera di risanamento che l’intera squadra amministrativa sta portando avanti, attraverso scelte coraggiose e decise, per sciogliere quello che si identifica come il nodo più complesso per il Governo regionale. Occorre, pertanto, continuare su questa strada per riuscire nell’intento che l’amministrazione di centrodestra si è prefissato: puntare su una mirata ed efficace azione di risanamento in un settore sostanziale per la nostra terra nell’esclusivo interesse dei cittadini calabresi”.

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mini foto_per_pezzo_politicaLa Calabria affonda. Frana, brucia, si svuota, viene tagliata fuori da tutto: questo vedono con gli occhi i calabresi ogni giorno. Questo il contesto in cui si vive. Ma sembra che esista, a ben guardare, anche un’altra dimensione, una sorta di iperuranio dove però non risiedono le “idee” che secondo Platone sono condizione necessaria per l’esistenza delle cose terrene. Si parla di un “luogo” della politica, non intesa come stimolo e strumento di buon governo, ma più prosaicamente – e realisticamente – come mezzo per l’acquisizione di potere. La fotografia attuale della Calabria è allarmante: disoccupazione sempre in aumento; emigrazione giovanile tornata ai livelli di 40 anni fa; un isolamento deliberatamente attuato dalle classi dominanti nazionali, che negli ultimi anni hanno sempre sacrificato il Meridione, e la Calabria in particolare, sull’altare del nordismo più sfacciato; un dissesto idrogeologico che fa davvero paura; delle infrastrutture, a partire dall’A3, da terzo mondo. Per non parlare della ‘ndrangheta, del malaffare, delle tante “zone grigie” su cui ancora si deve far luce e che opprimono tutto, qui da noi. Fino al soffocamento.
La Calabria è un’unica, impressionante emergenza riproposta nel quotidiano, ma questa condizione non è sicuramente la cosa che assilla di più i pensieri di chi ci governa e di chi dovrebbe rappresentarci nelle istituzioni. Perché la politica, non solo a queste latitudini, è fatta di altre cose, è occupata ad assolvere altre mansioni. E dunque a tenere banco in questi ambienti, di cui basta osservare il variopinto sottobosco, sono i movimenti e le strategie interne ai partiti, che sono lo strumento principe dell’accaparramento di posizioni di potere. E per capire quanto siano distanti, questi apparati, non solo dal popolo in generale, ma anche dai loro stessi elettori, è utile fare una panoramica sulla gerarchia di priorità individuabili nell’agenda dei principali partiti calabresi.

Il Pdl è diviso sulla questione dei doppi incarichi. La maggioranza sta ovviamente con Scopelliti, che è coordinatore del partito e anche presidente della Regione. La linea dettata da Angelino Alfano al Pdl però è chiara, e sono previste nelle circolari di partito precise incompatibilità, in cui si inquadra a pieno la posizione (incompatibile) del coordinatore-presidente. Ma Scopelliti adesso è troppo potente per schierarsi contro di lui, e dunque tra le tante anime del partito che lo sostengono c’è anche chi fa buon viso a cattivo gioco. Solo il deputato Nino Foti – che, particolare non da poco, ha strappato agli Scopelliti-boys la presidenza della Provincia di Reggio – si è apertamente mosso, da tempo, in chiave anti Scopelliti e non fa mancare occasione per ribadirlo. Ma c’è anche chi, come Pino Galati, scalpita dietro le quinte puntando decisamente alla leadership regionale del Pdl. Che tradotto significa un grosso potere sulla prossime candidature al Parlamento.

Stesso assillo, quest’ultimo, che agita i sonni di molti anche in casa del Pd. Lo spettacolo dell’epurazione, per mano commissariale, di Adamo e Bova – mentre Loiero, come suole fare, ha usato il partito come un taxi per essere trasferito, col suo cappottino verde, in luoghi per lui più agevoli – è stato perfino peggiore dell’aver consegnato proprio in queste mani la legislatura 2005/2010, con risultati che sono gli occhi di tutti. Eppure rimangono in sella gli intramontabili democratici calabresi. Quelli che votano con la maggioranza per proteggere le clientele della Fondazione Campanella – che non è solo questo, ci mancherebbe, ma è anche questo – o magari per salvaguardare i propri vergognosi privilegi. Poi ci sono quelli che forzano per prendersi il partito a suon di numeri, come il sempreverde Mario Oliverio, e quelli che tramano per garantirsi il posto al sole nel futuro prossimo. Quelli che proprio non riescono a fare autocritica, prima di parlare di sanità, sono molti, e altrettanti quelli che non hanno convenienza ad opporsi a “sistemi” ben oleati e protetti come quello riguardante il monopolio di Sorical sull’acqua calabrese. Un partito senza identità, dunque, fatto di soli generali, litigiosi e famelici fino al grottesco.

Poi ci sono gli embrioni di Terzo Polo, che in Calabria raggiungono vette irraggiungibili di ambiguità e incoerenza. Per una Angela Napoli (Fli) che rimane tutta d’un pezzo e, piaccia o meno, ha una linea politica ben chiara e diretta, c’è un Gino Trematerra (Udc) che non sa più da che parte girarsi per intavolare future alleanze. L’Udc calabrese è un fenomeno più antropologico che politico: a Catanzaro sta con Scopelliti, ma a Roma non sta con Berlusconi; in Calabria è anche nel Terzo Polo, in cui c’è anche Loiero, ma appoggia lo schieramento che ha sancito la fine del loierismo; a Vibo è contro Pd e Pdl – eppure, tra Comune e Provincia, ha flirtato e flirta con entrambi – ma attacca il tragicomico presidente della Provincia De Nisi sul dissesto finanziario, dimenticando che chi ha governato quell’ente per dieci anni (l’ex presidentissimo Ottavio Bruni) sta proprio sotto le insegne dello scudocrociato.

Sullo sfondo, per tutti, rimane una questione morale enorme, e per un Morelli (Pdl) – quello de “il compare del mio compare è tuo compare”, un uomo di chiesa… – che è stato arrestato e subito scaricato da tutti, c’è anche un Naccari Carlizzi (Pd) che va a cena, pare a scopo elettorale, proprio con lo stesso boss (Lampada) che ha inguaiato il suo rivale di partito. Questo appiattimento, questo livellamento trasversale verso il basso della politica calabrese, è alla base della creazione dell’iperuranio in cui vivono i Nostri, mentre tutti gli altri, questi sì maggioranza silenziosa, continuano a guardare con gli occhi la realtà, sperando che un giorno, qualcosa di quello che succede tutto intorno, non tocchi proprio noi. Allora capiremmo, ma saremo rimasti soli.

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mini manifestazione_pro_ospedaleIl Comitato civico Pro-Serre non demorde nella battaglia in difesa dell’ospedale di Serra San Bruno, fortemente ridimensionato con i tagli del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, e ridotto a solo 20 posti letto di medicina dai provvedimenti del commissario ad acta, il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti. Gli attivisti serresi hanno organizzato un nuovo sit-in di protesta per martedì 13 dicembre a Catanzaro, e nell’annunciarlo ribadiscono le loro critiche al presidente della Commissione snaità Nazareno Salerno e al sindaco di Serra Bruno Rosi, che hanno a loro volta criticato le iniziative del Comitato e sarebbero stati “sbugiardati” in merito alla notizia dei fondi per la messa in sicurezza della struttura ospedaliera. Di seguito la nota integrale diffusa dal Comitato Pro-Serre:

«Nonostante il dramma vissuto dalla nostra terra e dai cittadini del comprensorio (in 38.000 senza una struttura sanitaria adeguata e con una solo autoambulanza a disposizione) c’è chi ancora coglie la palla al balzo per strumentalizzare i fatti, il più delle volte del tutto inventati, per continuare a rimpinguare la propria immagine politica, senza mai pensare al bene della cittadinanza. E così il consigliere regionale del Pdl Salerno e tutti i suoi seguaci si sono pronunciati sui fondi per le ristrutturazioni esterne del “San Bruno”, di cui al momento non esiste alcuna prova documentata, accaparrandosene la paternità.

Andiamo per gradi. Vista la situazione di profondo sdegno da parte del comprensorio nei confronti di chi fino a qualche mese fa prometteva l’ospedale del futuro ed oggi, dopo il valzer del “mi dimetto - non mi dimetto”, si trova ancora alla guida della Commissione sanità, Salerno ha pensato bene, per sedare gli animi, di raccontarci l’ennesima bugia e si è autoproclamato salvatore della patria, attribuendosi la paternità di un fondo “salva intonaci” che in realtà non è mai esistito, quantomeno non per l’ospedale di Serra San Bruno. Si tratta piuttosto di una somma cospicua, complessivamente 14 milioni di euro, che secondo le direttive regionali andavano ripartiti solo a favore dei P.O. di Tropea e di Vibo Valentia. Piuttosto, come rivelato dal Quotidiano qualche giorno fa, è stata la Commissione dell’Asp di VV a chiedere per iscritto a Scopelliti che parte dei fondi originariamente destinati allo Jazzolino di Vibo fossero dirottati sul “San Bruno”. A riguardo da parte della Regione non è stata inoltrata alcuna risposta. D’altronde perché finanziare la ristrutturazione di un ospedale che nei piani di Scopelliti è già chiuso da tempo?

Partendo dal presupposto che intonaci, murature, infissi e cornicioni messi a nuovo serviranno a nulla quando alla porta del Pronto Soccorso busseranno infartuati e donne in gravidanza, risulta ancora più chiaro che chi si permette di apostrofare l’operato del Comitato Civico Pro Serre, in realtà muove queste critiche solo perché si sente messo all’angolo da una cittadinanza disillusa, stanca delle eterne bugie e che trova la forza di scendere in strada, come accaduto anche a Reggio Calabria, per urlare la propria indignazione nei confronti di una classe politica che non solo trascura gli interessi del territorio, ma addirittura persevera nel dispensare falsità a destra e a manca, mantenendo un atteggiamento poco riguardoso nei confronti dei cittadini stessi.

Intanto i 300 cittadini dei comitati per la difesa degli ospedali di montagna, che riuscirono poco più di una settimana fa a bloccare via Cardinale Portanova congestionando per 5 ore il traffico reggino, e che sono stati bollati dal solito Salerno come una trentina di scalmanati, sono riusciti a far ottenere un incontro fra i Sindaci del territorio e Scopelliti. L’incontro si terrà martedì 13 a Catanzaro, e il Comitato Pro Serre sarà presente ancora una volta, poiché non si sente affatto rappresentato dal sindaco di Serra San Bruno, che si impegnò immediatamente a riempire colonne di giornali per lodare l’impegno, oggi rivelatosi una bufala, di Salerno e del suo fondo “salva-intonaci”, ma che ancora non si sente in dovere di raccontare alla popolazione, ad esempio, perché il Tavolo Massici continui a bocciare l’operato del commissario ad acta Scopelliti, oppure perché oggi nel suo partito nessuno parla più di “ospedale del futuro”».

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