Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo:
A S.E. Signor Prefetto, Vibo Valentia
e p.c. Sindaco Serra San Bruno
Come si suol dire, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Così, presso il Comune di Serra San Bruno abbiamo idea che alcune persone non vogliano sentire o non vogliano capire che i lavoratori non sono oggetti di cui disporre liberamente, senza regole e senza averne alcun riguardo o, ancora peggio, in base alle proprie antipatie o simpatie personali.
Nel caso particolare, ancora una volta, i lavoratori LSU/LPU di quell’ente, hanno ricevuto l’ennesimo ordine di servizio che ne rivede l’utilizzo e ne modifica le mansioni. Ancora una volta, queste scelte dell’amministrazione avvengono senza alcun criterio e senza aver preventivamente convocato i Sindacati con i quali è necessario sottoscrive un apposito accordo.
Difatti, recita in premessa il Disciplinare Regionale che possono essere modificate le mansioni del lavoratore avendo riguardo ai progetti iniziali con cui sono stati avviati e dei requisiti professionali richiesti o acquisiti e previo accordo con le OO.SS. e che detto accordo “deve essere sottoscritto anche dalla O.S. a cui il lavoratore ha dato mandato, nel caso di modifica delle mansioni del singolo lavoratore”.
L’ordine di servizio datato 23/11/2012 ha, quindi, la grave pecca di non essere stato oggetto di discussione con le Segreterie Confederali dei sindacati, cui la materia è demandata, ma è anche viziato da altre irregolarità tra cui, la più grave, la mancata osservanza delle prescrizioni mediche circa l’utilizzo di una delle lavoratrici in questione, che aveva già depositato presso il Comune apposita certificazione.
La lavoratrice interessata è una nostra associata e, visti i trascorsi non sempre pacifici nelle relazioni tra la scrivente O.S. e l’amministrazione, non possiamo non avanzare il dubbio che questa sia l’ennesima ritorsione, venendo essa adibita a mansioni di pulizia interna ed esterna dopo essere stata assegnata per lungo tempo ai servizi sociali.
Il Sindaco Rosi ha, come d’altra parte moltissimi politici nostrani, l’abitudine di propinare belle parole ad ogni occasione, specialmente riguardo ai servizi che la sua amministrazione offre ai cittadini, in particolar modo ai più deboli di essi. Non dice, però, che molti LSU/LPU assegnati a quei servizi sono attualmente confinati in una sede staccata del Comune, senza nessun incarico o mansione operativa, senza mezzi per comunicare con l’esterno quali fax o computer o telefoni, abbandonati a loro stessi e privati della loro dignità di lavoratori.
Non dice, il Sindaco, che una lavoratrice LSU, da anni avente mansione amministrativa nell’ufficio protocollo, per mesi è stata relegata in un corridoio avendo come unico compito quello di rimanere seduta e che ora ha ordine di distribuire le buste per la raccolta differenziata. Ci chiediamo se fattori sindacali o politici hanno suggerito questo provvedimento, essendo anche questa associata alla scrivente organizzazione.
Anche al di là di questo caso particolare, l’estemporaneità delle decisioni dell’amministrazione serrese sono così palesemente campate in aria che, da voci che ci giungono, tutti i lavoratori interessati da questo ultimo ordine di servizio vi si stanno opponendo ed il loro malcontento è tangibile.
Nel complesso, la gestione degli LSU/LPU a Serra San Bruno è, per quanto ne sappiamo, una tra le meno sensibili alle necessità dei lavoratori che mai si sia registrata in un comune della Provincia e forse della Regione: talora segue modalità raffazzonate alla meno peggio, talora è dettata da piccole vendette personali.
Su questa materia già in passato abbiamo chiesto una convocazione in Prefettura del Sindaco Rosi e del Segretario Comunale, responsabile ultimo nella gestione del personale. Il primo ha sempre garantito maggiore attenzione e riguardo rispetto a questi lavoratori, salvo nei giorni seguenti riprendere i consueti toni arroganti; il secondo non è mai comparso ed ora, non firma più nemmeno un ordine di servizio.
Siamo dunque a richiederVi un ulteriore incontro da tenere con il Sindaco ed il Segretario Comunale con l’intento di far revocare l’ordine di servizio del 23/11/2012 e con la speranza che stavolta si possa trovare una soluzione il più possibile definitiva che possa far ritrovare un giusto clima di serenità tra i lavoratori.
Luciano Prestia
Segretario Provinciale Uil
Riceviamo e pubblichiamo:
Nel segno della continuità. Avrebbe dovuto essere questo lo slogan elettorale dell’attuale amministrazione. Uno slogan sicuramente più pertinente di quel “dovere morale” di cui allo stato non c’è traccia. Una continuità, ovviamente, con la passata gestione, quella tanto criticata, ma, altrettanto, emulata. Continuità ed emulazione più che evidenti, fin dal primo atto, allorquando, la maggioranza procedette alla nomina del presidente del consiglio, ovvero di quella figura introdotta nella passata consiliatura ed all’epoca giudicata, da chi oggi siede sui banchi della maggioranza, come un inutile spreco di denaro pubblico. Un episodio tutt’altro che isolato, come dimostrato recentemente, anche, dalla gestione dei parcheggi di Santa Maria affidata, nonostante le quasi cento unità lavorative che prestano servizio presso il comune, ad una cooperativa di Mileto. Il tutto, dopo aver criticato l’amministrazione precedente per un analogo provvedimento. A scanso di equivoci, i conservatori nostrani, hanno voluto mummificare il paese, lasciando tutto immutato (vedi, acqua non potabile, randagismo, paese sporco ed abbandonato, mancato contrasto alla chiusura dell’ospedale, etc.). In alcuni contesti, poi, sono riusciti a compiere un’impresa davvero unica: fare peggio dei loro predecessori. Un caso, sotto gli occhi di tutti, è quello che riguarda la raccolta (in) differenziata dei rifiuti, cancellata con un tratto di supponenza per reintrodurre i cassonetti. Un settore, quello della raccolta differenziata, sul quale a nulla sono valse le promesse pronunciate in consiglio comunale nel novembre del 2011, allorquando, l’assessore al ramo, nel suo, peraltro, unico e stringato intervento, assicurò che il servizio sarebbe stato attivato a partire dall’1 gennaio 2012. A distanza di dieci mesi, nell’ultimo consiglio comunale, è stato assicurato che è, ormai, questione di qualche settimana. Rimaniamo in fiduciosa attesa, con il rammarico di chi ha la consapevolezza che lo smantellamento del servizio di raccolta differenziata ha causato, fino ad oggi, per le casse comunali, la perdita di decine di migliaia di euro provenienti, sia dai mancati introiti derivanti dalla vendita dei materiali differenziati, sia dai costi sostenuti per il conferimento in discarica della spazzatura indifferenziata. Per non far sentire ai serresi la mancanza del passato, poi, l’attuale maggioranza non ha voluto trascurare nulla. Si è iniziato, così, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, a far svolgere il consiglio comunale di mattina. Una pratica anti democratica, contraria a qualunque principio di trasparenza e partecipazione, che contribuisce, ulteriormente, a scavare un ulteriore solco tra classe politica ed i cittadini. In un periodo si forte diffidenza nelle istituzioni politiche e nelle rappresentanze elettive, in un periodo in cui la politica è stata commissariata a favore dai tecnici, anziché cercare di creare, almeno a livello locale, un nuovo patto di fiducia tra cittadini e politica, l’amministrazione comunale sta facendo esattamente i contrario. Il consiglio comunale di mattina, fatto con lo scopo preciso di impedire la partecipazione democratica dei cittadini, ingenera negli elettori l’immagine di una politica autoreferenziale, chiusa in se stessa che, avendo interessi nascosti da preservare, preferisce discutere lontana da orecchie indiscrete. Il motivo, probabilmente, è più banale. La scelta operata dall’attuale maggioranza, con ogni probabilità, risiede in quella che, i vecchi cronisti di pugilato, definivano “inferiorità tecnica”. Non passa consiglio comunale, infatti, in cui la maggioranza non sia costretta a modificare l’ordine del giorno o a ritirare gli atti, in seguito agli interventi della minoranza. L’ultima vicenda, in ordine di tempo, è quanto mai significativa. Nell’ultima seduta di consiglio, si è assistito alla precipitosa fuga della maggioranza che non riuscendo a reggere il confronto sul riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio ha abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale. Una situazione paradossale, poiché in nessuna assemblea elettiva della terra si era mai assistito ad una vicenda del genere. Solitamente, infatti, è la minoranza ad abbandonare la seduta, non certo la maggioranza che convoca la seduta, prepara l’ordine del giorno e conduce i lavori. Alla luce di quanto sta accadendo, mutuando una celebre battuta di Ennio Flaiano, viene da pensare che a Serra “la situazione politica è grave ma non è seria”.
Mirko Tassone (consigliere comunale di "Al lavoro per il cambiamento")
SERRA SAN BRUNO – E’ forse il reparto che più di tutti dà risposte sul territorio del comprensorio montano. Quella del servizio dialisi dell’ospedale di Serra San Bruno, è una storia di efficienza, dedizione, competenza e sacrificio. Diretto egregiamente da Raffaele Regio con la collaborazione del collega Galati, ha tutti i posti sempre occupati, a fronte di una domanda sempre maggiore che obbliga molti dializzati del comprensorio a spostarsi verso i nosocomi di Chiaravalle o di Soriano. Per questo, per dare ulteriore risposte a quanti ne hanno bisogno, il servizio dialisi serrese, necessita dell’attivazione di un nuovo turno, dove possano trovare posto quei dializzati che rimangono fuori dalla turnazione ordinaria e che sono costretti, quasi ogni giorno, a sollecitare il proprio corpo, già insultato dalla malattia, in un viaggio di andata e ritorno verso un nosocomio esterno al territorio, dove potersi sottoporre al trattamento sanitario. Degli attuali cinque infermieri, ne rimangono in servizio quattro, un sanitario infatti non presta attualmente servizio per motivi personali, mentre i medici che garantiscono le operazioni del servizio sanitario che per molte persone è vitale, sono soltanto due e compiono il loro lavoro con l’esperienza necessaria che possedere chi è destinato a questo servizio. Senza contare che gli attuali locali dov’è ospitato il servizio dialisi sono attigui all’astanteria del pronto soccorso, con la conseguenza che la porta di entrata del servizio e sempre occupata da parenti o persone che aspettano i degenti del servizio di urgenza e che non permettono il sereno e riservato svolgimento del trattamento sanitario dialitico. Ecco, allora, che oltre al necessario aumento di turnazione, sarebbe necessario reperire dei nuovi locali che possano ospitare il servizio dialisi. E di nuovi locali il presidio ospedaliero serrese ne ha a iosa, basti pensare che ben due piani della struttura attualmente risultano quasi vuoti e ben potrebbero ospitare questo importante servizio, garantendo maggiore riservatezza e mettendo in condizione il personale di svolgere il proprio compito senza un ulteriore aggravio di responsabilità. Bisogna ricordare che la dialisi è un processo che consiste nel purificare il sangue almeno tre volte alla settimana attraverso un apposito macchinario: il rene artificiale. Questo trattamento viene fatto in pazienti con insufficienza renale, in attesa di trapianto e molti sono i pazienti trapiantati e quelli in attesa che vengono seguiti dal servizio serrese, con una complessa rete di comunicazione con i maggiori centri di trapianto nazionali e internazionali.
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