mini mpa_serraRiceviamo e pubblichiamo:

La Maggioranza in seno al Comune di Serra San Bruno, vive costantemente la questione legalità con una strana visione tutta sua, figlia evidentemente di quel modus operandi che ha portato il Popolo delle Libertà a vincere le elezioni Comunali del 15 -16 Maggio 2011.

Tutto ciò che in qualche modo ne sfiori il tema mette ansia, paura e inquietudine agli interessati.

Ma cosa potrà mai creare tanta angoscia nella maggioranza al solo richiamo della legalità? Perfino durante la visita del Santo Padre o durante il corteo in ricordo delle vittime innocenti delle mafie si notava nella maggioranza (molto risicata al corteo) l’imbarazzo a stare assieme alle Autorità presenti. Lo stesso imbarazzo che riteniamo sia stato alla base della decisione di non organizzare una cerimonia pubblica per scoprire la targa “Qui la ‘ndrangheta non entra”, e immaginare, come lo struzzo che nasconde la testa sotto sabbia, che basta solo fissare, con sette mesi di ritardo, di notte in notte, furtivamente e con un assordante silenzio, la targa all’ingresso del Municipio per adempiere alla rovinosa quanto spinosa richiesta della Minoranza, tralasciando di invitare il Prefetto, le Forze dell’Ordine, le Autorità ecclesiastiche, quelle scolastiche e chiaramente il Consiglio Comunale che ha votato all’unanimità la proposta.

Perché tutto questo? Forse perché si ha timore o, meglio, vergogna, della presenza di tutti i componenti del Consiglio che non possono essere sostituiti a piacimento come quando si sostituisce un Assessore (Zaffino) per rilanciare l’azione amministrativa????? Cosa crede questa maggioranza che basti solo togliere dalla mente un problema perché questo, come per magia, scompaia?

La maggioranza consiliare sarebbe stata di certo una dei più importanti casi clinici di Sigmund Freud, il quale si sarebbe di certo accorto del meccanismo psicologico che sta allontanando dalle coscienze del Sindaco e dei suoi compari, quei pericolosi pensieri farciti di lati oscuri sui quali nascono i sospetti e i misteri oramai noti.    

Un tema, quello della legalità, sul quale questa maggioranza è oramai abituata a disattendere o rimuovere.

Nella teoria psicoanalitica, la rimozione, infatti, è un meccanismo di difesa e consiste nell'inconsapevole cancellazione di un ricordo, di una esperienza che il soggetto ha vissuto come acutamente angosciante o traumatizzante.

Di fronte a una situazione che genera eccessiva angoscia, per esempio, l’individuo ricorre a varie strategie per fronteggiare l'estrema portata ansiosa dell'evento, con lo scopo preminente di escludere dalla coscienza ciò che è ritenuto inaccettabile e pericoloso.

D’altronde non può esserci altra spiegazione, dato che, nonostante ciò, la cosa non sembra assolutamente preoccupare Rosi & Compari. Dei numerosi atti illegittimi, posti in essere da questa incompetente e discutibile compagine nel primo anno di attività, già si stanno occupando le Forze dell’Ordine, ma, purtroppo, in spregio alle regole e alle leggi, continua imperterrita e senza preoccupazione alcuna, insita solo in chi è convinto di avere SANTI IN PARADISO, la produzione di dubbi Atti che a quanto pare hanno l’unico scopo di placare il proprio, sempre più agguerrito, elettorato che ormai, ovunque e senza pudore, rinfaccia il mancato rispetto delle promesse fatte in campagna elettorale.

Così, dopo l’affidamento di lavori in somma urgenza, con gara truccata, l’indecorosa gestione delle posizioni organizzative al personale dipendente, l’affidamento diretto a ditta esterna per il trasporto rifiuti, che scientemente hanno reso necessario con la ricollocazione dei bidoni della spazzatura in tutto il territorio comunale, mancata pubblicazione di Determine per oltre 7 mesi, la dubbia gestione dell’emergenza neve, le Ordinanze ballerine, l’incoraggiamento sui network all’avvelenamento collettivo, ecc. ecc., la Giunta Comunale, con delibera n. 128, del 13.07.2012, approva una bozza di convenzione e decide di affidare, ai sensi dell’art. 5 della L. 381/91, ad una cooperativa sociale di tipo B, l’attività dei servizi di gestione parcheggi siti nei pressi della Certosa e di Santa Maria del Bosco.

A tale Delibera è seguita la Determinazione n. 35, del 18.07.2012, del Responsabile del Settore Lavori Pubblici, che ha affidato direttamente il servizio di gestione parcheggi alla Società Cooperativa Sociale “Atena Servizi” di Mileto (VV) che, puntualmente, e su questo non avevamo alcun dubbio, avvia al lavoro giovani di Serra San Bruno di notoria fede politica.

Dalla lettura e, quindi, dall’analisi dei citati atti deliberativi, apprendiamo che il co. 1 della citata L. 381/91, come giustamente viene riportato in premessa della delibera, prevede la derogabilità alla disciplina in materia di contratti della pubblica amministrazione e l’affidamento diretto, mediante stipula di convenzioni, per la fornitura di beni e servizi, diversi da quelli socio-sanitari ed educativi, A CONDIZIONE CHE tali convenzioni siano finalizzate a creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate.

La Giunta Comunale però, opportunamente e dolosamente, richiama in delibera il D. Lgs. n. 276/2003, che, ai fini e per gli effetti di cui allo stesso Decreto, che nulla hanno a che fare con la L. 381/91, all’art. 2 definisce “lavoratore svantaggiato” qualsiasi persona appartenente ad una categoria che abbia difficoltà ad entrare, senza assistenza, nel mercato del lavoro, ovvero qualsiasi persona che soddisfi almeno uno dei criteri indicati all’art. 2 del Regolamento comunitario richiamato sempre in delibera. Ciò è aberrante.

Invero, le persone svantaggiate interessate sono quelle che la stessa Legge 381/91 definisce all’art. 4, così come modificato dall’art. 1 della legge 193/2000, che testualmente recita: “Nelle cooperative che svolgono le attività di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), si considerano persone svantaggiate gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, le persone detenute o internate negli istituti penitenziari, i condannati e gli internati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro all'esterno ai sensi dell'articolo 21 della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni. (…Omissis … ).

Non ci risulta che le persone assunte rientrino in una delle categorie sopraelencate, ma questo dovrebbe essere immediatamente verificabile, tenuto conto che la condizione di persona svantaggiata deve risultare da documentazione proveniente dalla pubblica amministrazione (art. 4, co. 2, legge 381/91). Altrimenti sarebbe troppo facile raggirare ed eludere i limiti imposti dalla legge in materia di assunzioni (Circ. MEF n. 11/2011)

Ma l’abuso non finisce qui.

Secondo le Linee guida per gli affidamenti a cooperative sociali ai sensi dell’art. 5, co. 1, della L. n. 381/91, emanate dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici di lavori, servizi e forniture ( AVCP ), l’utilizzo del convenzionamento diretto deve concernere l’affidamento di servizi strumentali, cioè svolti in favore della pubblica amministrazione e riferibili ad esigenze strumentali della stessa, con esclusione dei servizi pubblici locali (in tal senso, C.d.S., sez. V, 11.05.2010, n. 2829) o, comunque, erogati in favore dell’utenza.

L’Autorità di Vigilanza, con Deliberazione n. 34 del 9 marzo 2011, ha escluso che l’istituto della convenzione diretta possa estendersi alle concessioni di servizio pubblico, quali ad es. la gestione di un parcheggio, per le quali la controprestazione consista nel diritto di gestire e di sfruttare economicamente il servizio, secondo lo schema di cui dall’art. 30 del Codice dei contratti.

Purtroppo, anche in questo caso, e non sarà l’ultimo, dobbiamo rilevare che questi signori perseverano nella volontà di gestire la “cosa pubblica” come fosse “cosa loro”, con l’aggravante di farlo in totale disprezzo delle norme che stanno alla base di una gestione legale, imparziale, trasparente e democratica.

Eppure le indagini in corso sul “caso Zaffino”, che hanno portato in Caserma il Sindaco e tutti i consiglieri comunali per essere interrogati, avrebbero dovuto insegnare qualcosa. Quantomeno avrebbero dovuto suggerire un po’ di cautela e non certamente di continuare in questa sfida impari che li vede ogni giorno sempre più isolati e spaventati all’idea di una sempre più imminente e, ormai, ineludibile visita ispettiva.

Ma di chi è la responsabilità di questa inquietante situazione?

Nei romanzi gialli lo stereotipo è che il colpevole è sempre il maggiordomo, innanzitutto perché all'interno di un romanzo è il personaggio più interessante che non mostra mai ciò che pensa veramente e mantiene sempre la posizione di umile servitore, e poi perchè il maggiordomo essendo sempre stato al servizio del padrone, è alla ricerca di un "riscatto", di una vendetta, di un capovolgimento della situazione.

Ora, benché non sia difficile individuare in questa maggioranza chi ricopre il ruolo del maggiordomo e chi, invece, quello del padrone, temiamo che in questo caso il maggiordomo non sia così impavido ad affrontare la situazione. Ed allora, la responsabilità sarà forse del padrone?

Un caso esemplare che ci ricorda la trama del romanzo “10 piccoli indiani” di Agatha Christie:  

- Otto persone, che non si conoscono tra di loro, sono state invitate dal padrone di casa, di cui non sanno l’identità, in una splendida residenza su un’isola dell’Inghilterra. Nonostante lo strano invito, gli ospiti decidono di accettare la proposta e, ognuno di loro, spinto da motivazioni diverse, chi per necessità, chi per gioco, chi per opportunità, si presenta all’appuntamento in questa villa. Gli invitati non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli. Hanno trovato una poesia incorniciata, appesa sopra il caminetto della loro camera, e una voce registrata, inumana e penetrante, che li accusa di essere tutti assassini. Per gli ospiti intrappolati è l'inizio di un interminabile incubo: essendo solo loro gli abitanti di quel luogo ameno, sanno di conoscere l’assassino, poiché deve essere per forza in mezzo a loro e siede al tavolo insieme a loro.I sospetti ricadono su tutti, nessuno escluso, e non ci sono mai abbastanza indizi, non si capisce cosa si nasconde dietro questo gioco perverso né chi ne sia l’artefice.

Il colpo di scena principale, qui, consiste nel fatto che i personaggi scompaiono tutti -.

Chissà se anche in questo romanzo tutto serrese l’epilogo per questi signori possa essere la stesso? D’altronde, anche loro, come gli invitati del romanzo, hanno accettato l’avventura pensando ad un prospero soggiorno e ad un roseo futuro, fino a quando il padrone, raggiunto lo scopo (elettorale) e preoccupato di essere scoperto, non li ha trattati da indesiderati e li ha messi gli uni contro gli altri.

Noi ci auguriamo che l’epilogo sia lo stesso, perchè non è utopico pensare che, finalmente,  anche a Serra San Bruno si possa tornare alla normalità. PREFETTURA DOCET.

 

MPA-AD Sede di Serra San Bruno

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mini Cassari_F._GambinoNARDODIPACE - I luoghi che ispirarono a Sharo Gambino il suo primo romanzo, Sole Nero a Malifà, vivono ancora oggi, a distanza di 50 anni, lo stesso dramma di allora, l'isolamento. Cassari, frazione di Nardodipace arroccata sulle montagne al confine con il reggino, distante dal "capoluogo" più di 30 km, continua a soccombere, oggi come allora, sotto il peso di un'emarginazione che non è certo dovuta solo a fattori geografici, ma che ha assunto ormai da troppo tempo i contorni dell'emergenza sociale, economica, culturale. L'autore del Vizzarro arrivò qui per insegnare a leggere e scrivere ai contadini del luogo, e fu fortemente colpito dalle condizioni in cui vivevano, tanto da riuscire a far arrivare in queste montagne dei camion carichi di generi alimentari di prima necessità e soprattutto di medicinali.

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mini IMG_1014SERRA SAN BRUNO - Di seguito pubblichiamo il testo della lettera che diversi malati di sclerosi multipla hanno inviato al Prefetto di Vibo Valentia, al direttore sanitario dell'Asp e al primario di Neurologia. Nelle foto, le condizioni in cui versano i locali destinati al servizio di fisioterapia dell'ospedale di Serra San Bruno.

Con la presente, i sottoscritti desiderano portare a conoscenza la s.v. di quanto sotto esposto.

Il servizio di fisioterapia nel comune di Serra San Bruno, come gran parte del resto della struttura ospedaliera, è stato gravemente ridimensionato nell’ultimo anno. Prima di questa sconsiderata riconversione, nel reparto, con molta fatica

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mini pd logoRiceviamo e pubblichiamo:

Signor Sindaco,

le note vicende di questi giorni che hanno portato al sequestro dell’impianto dell’Alaco ci impongono, quale forza politica responsabile, di rivolgerci a Lei, quale massima autorità territoriale in materia, per avere garanzie e chiarezza sulla qualità dell’acqua che ancora oggi sgorga dai rubinetti delle nostre case e dalle nostre fonti.

E’ passato più di un anno dal Suo insediamento e da quella campagna elettorale che vedeva la lista supportata dal nostro partito mettere al primo punto del proprio programma il necessario distacco da So.ri.cal. e quella da Ella capeggiata seguire a ruota tale idea impegnandosi a ripristinare le vecchie fonti e ricercarne di nuove.

Oggi, alla luce dell’emergenza che il nostro paese sta affrontando, ci chiediamo e Le chiediamo, cosa Lei e la Sua maggioranza stiate facendo per ottemperare all’impegno assunto oltre che  confondere i cittadini con proclami quali “io bevo l’acqua del rubinetto” e lacunose e contraddittorie ordinanze di non potabilità.

Considerato che la qualità dell’acqua erogata da So.ri.cal è, quantomeno, dubbia e che il problema non sarà certo di pronta soluzione, esiste, anche in previsione di una possibile interruzione dei rifornimenti, un programma di interventi volto a renderci autosufficienti o quantomeno a ridurre il ricorso all’acqua dell’Alaco?

O la comunità serrese, pur vivendo in un territorio storicamente noto per la qualità e quantità delle sue acque, accanto alla spesa per l’aumento dei tributi (tassa sui rifiuti aumentata del 43% e nuova IMU sugli immobili) dovrà caricarsi la spesa per l’acquisto di acqua minerale anche per l’igiene quotidiana?

I cittadini serresi non possono accettare questo! E’ una vergogna per la nostra comunità oltre che un grave danno in termini economici anche in prospettiva dell’incipiente stagione turistica che, con l’acqua di dubbia potabilità, non può promettere certo nulla di buono.

Nel difendere, quindi, le istanze dei nostri cittadini e del nostro territorio chiediamo e riteniamo indispensabile che il Comune di Serra San Bruno assuma una posizione autorevole, netta e chiara sulla questione acqua potabile e nei confronti della SORICAL, anche nel rispetto della volontà degli oltre 2.600 cittadini serresi che nella scorsa tornata referendaria hanno deciso di votare per l’acqua quale bene pubblico e comune.

E’ evidente, infatti, come la gestione del privato delle risorse idriche e, nello specifico, la gestione portata avanti dalla SORICAL, abbia dimostrato una paurosa inefficienza. Gli anni di privatizzazione del sistema idrico hanno prodotto solo aumenti delle bollette senza un corrispondente miglioramento del servizio.

La salute dei cittadini serresi non può essere messa nelle mani di chi agisce per interessi privatistici e deve essere tutelata da ogni potenziale pericolo. Noi chiediamo e pretendiamo che questo venga fatto da chi, in questo momento, ha l’onore e l’onere di amministrare.

L’acqua è bene primario e comune. L’acqua non può essere fonte di guadagno. L’acqua non può essere gestita dai privati ma deve essere totalmente ricondotta nell’alveo del controllo pubblico. Deve essere gestita come servizio ai cittadini lontana da ogni speculazione di natura economica.

Crediamo e riteniamo indispensabile che il nostro Comune porti avanti una battaglia di equità e giustizia sociale per tornare al sistema di gestione e fornitura dell’acqua potabile attraverso la rete degli acquedotti comunali anche a costo di subire una riduzione dell’erogazione. Meglio poca acqua ma buona!

Sappiamo che una manutenzione attenta della rete esistente e quindi degli acquedotti comunali potrebbe portare ad un aumento della portata dell’acqua. Sappiamo che il territorio serrese è ricco di sorgenti. E’ necessario potenziare i pozzi già esistenti, realizzare nuovi pozzi di adduzione, realizzare nuovi acquedotti per raggiungere la completa autosufficienza e autonomia e staccarsi definitivamente da SORICAL.

Non vogliamo continuare ad avere rapporti con chi, per anni, ha lucrato su un bene primario mettendo interessi economici al primo posto rispetto alla salute dei nostri cittadini.

Tornare alle nostre risorse idriche si può. Si deve fare per il bene della nostra comunità.

Chiediamo allora:

- chiarezza e garanzie sulla qualità dell’acqua; 

- un’immediata programmazione di interventi volti al distacco da SORICAL con il ritorno ai pozzi ed agli acquedotti comunali per una graduale e completa autonomia idrica;

- la sospensione dell’invio delle bollette per il pagamento del servizio idrico;

- la convocazione di un consiglio comunale aperto sul tema;

- che il Comune di Serra San Bruno intraprenda contro la SORICAL ogni azione necessaria ad  ottenere il risarcimento degli ingenti danni subiti con la cattiva gestione del servizio e l’eventuale restituzione delle somme ingiustamente pagate.

Paolo Reitano (coordinatore Pd Serra San Bruno)

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mini lamezia_comitato_acquaRiceviamo e pubblichiamo:

E’ stata positiva la presenza di pubblico all’iniziativa di domenica scorsa con la partecipazione degli esponenti del Forum italiano dei movimenti per l’acqua Marco Bersani (Attac Italia) e Corrado Oddi (FP CGIL Nazionale), anche se ci amareggia constatare - per l’ennesima volta - l’assenza del Sindaco Gianni Speranza, nonostante il nostro invito gli sia pervenuto circa un mese fa.

La presenza in assemblea del neo Assessore Gianni Gallo, proprio in virtù della sua recente nomina, non ha soddisfatto le nostre aspettative sui possibili impegni che l’Amministrazione Speranza intende assumere in merito alla ripubblicizzazione del servizio idrico.

Ci è parsa positiva l’apertura del Presidente della Multiservizi Fernando Miletta su alcune questioni come lo scorporo del settore idrico dalle attività della Lamezia multiservizi.

Convinti che ci siano le condizioni per un percorso comune vogliamo ribadire con fermezza alcune richieste “minime” avanzate in assemblea e per le quali chiediamo risposta immediata al Sindaco Speranza:

  1. calendarizzazione dei lavori della commissione per la modifica dello statuto comunale con l’introduzione della definizione di servizio idrico integrato come “servizio pubblico essenziale di interesse generale”;
  2. convocazione immediata di un consiglio comunale aperto per la discussione della Delibera di Iniziativa Popolare promossa circa due anni fa dal Comitato Lametino Acqua Pubblica e mai approvata;
  3. apertura immediata di un tavolo tecnico tra l’Amministrazione Comunale e il Comitato Lametino aperto a tutti i cittadini interessati, per formalizzare lo scorporo del settore idrico dalle attività della Lamezia Multiservizi e per la contemporanea creazione di una Azienda Speciale di diritto pubblico;
  4. approvazione di una delibera di indirizzo alla Regione Calabria con la richiesta di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato regionale.

Siamo altresì convinti che in tale percorso possano essere inseriti il ciclo dei  rifiuti e i trasporti che, al pari dell’acqua, sono bene comuni sui quali il mercato non può speculare.

Il Comitato Lametino Acqua Pubblica ed il Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua continueranno con caparbietà a battersi, senza rinunciare alla collaborazione necessaria, per la riuscita di questo processo di ripubblicizzazione. 

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mini sorical 2Riceviamo e pubblichiamo:

L’inchiesta denominata “Acqua sporca” relativa alla gestione dell’invaso dell’Alaco e condotta dalla Procura di Vibo Valentia, di cui nelle ultime ore sono state rese pubbliche le conclusioni chiama pesantemente in causa i vertici della Sorical, società che nella nostra regione si occupa della gestione e distribuzione di una risorsa come l’acqua pubblica, di fondamentale importanza per le nostre comunità e l’intero sistema economico. In attesa degli ulteriori sviluppi di questa inchiesta, che comunque già allo stato ingenera nei cittadini non poche preoccupazioni e perplessità sulla reiterata condizione di rischio della salute pubblica qualora le ipotesi investigative dovessero trovare ulteriori riscontri probatori, mi preme evidenziare la lungimiranza dimostrata su questa spinosa vicenda dall’Amministrazione comunale da me guidata.

Che, sin già dal suo insediamento avvenuto a giugno 2010, come primo atto amministrativo qualificante decideva di sciogliere la convenzione in essere con la Sorical perché riteneva del tutto insoddisfacenti in rapporto agli onerosi costi sostenuti le modalità di gestione del servizio di distribuzione dell’acqua potabile nel comune capoluogo di Acquaro e nelle frazioni di Limpidi e Piani. Fu quella di allora una scelta fortemente a rischio di impopolarità, che comunque ritenemmo con convinzione e responsabilità di assumere in quanto la qualità complessiva del servizio fornito dalla Sorical non giustificava assolutamente l’onere finanziario sostenuto dall’ente, e quindi dalla comunità, ammontante a ben 30mila euro che annualmente venivano previsti in fase di redazione del bilancio di previsione per fronteggiarne il costo.

Avevamo infatti presente in quel momento la possibile ondata di proteste e accuse di inadeguatezza e/o irresponsabilità che sarebbero potute provenire sull’Amministrazione comunale da parte di cittadini che, abituati ormai da anni a non registrare alcun tipo di carenza idrica, avrebbero dovuto fare ora i conti con una più equa e soprattutto razionale distribuzione dell’acqua. Fortunatamente, invece, la nostra intuizione andò a buon fine e - smentendo i soloni di turno che predicevano chissà quali problemi e carenze nell’approvvigionamento idrico - il servizio autogestito di erogazione, sostitutivo di quello fornito dalla Sorical, andò subito a regime grazie anche e soprattutto ad un più razionale utilizzo delle nostre sorgenti e ad una ottimizzazione della rete di distribuzione dell’acqua resa di nuovo efficiente, dopo anni di abbandono e degrado, dagli interventi di ripristino prontamente attuati dai nostri operatori Lsu con la supervisione dello storico fontaniere cittadino che non ha esitato a rendersi disponibile pur se ormai da qualche anno in pensione.

In considerazione di tutto ciò viene oggi facile affermare che due anni fa non solo “abbiamo visto bene, ma soprattutto abbiamo agito bene!”, anche se rimane forte il rammarico per il tanto, troppo denaro pubblico speso invano negli anni precedenti senza per questo, stando almeno alle indagini in corso, tutelare adeguatamente il bene fondamentale della salute dei cittadini! Da parte nostra oggi, pur sentendoci solidali e vicini con tutte le popolazioni che guardano con apprensione e timore all’inchiesta in corso per le possibili conseguenze sulla salute pubblica, la soddisfazione di aver in quell’occasione saputo assolvere all’imperativo primario che dovrebbe ispirare l’azione di ogni buon amministratore e cioè la consapevole e coerente convinzione di aver operato nell’interesse generale!

Un compiacimento rafforzato dalla considerazione che almeno per una volta una decisione amministrativa saggia ed esemplare sia stata adottata da una piccola comunità dell’entroterra vibonese. Una realtà territoriale troppo spesso dimenticata e marginalizzata, che almeno in questa occasione ha saputo proporsi come esempio di amministrazione lungimirante ed a misura di cittadino!

GIUSEPPE BARILARO (sindaco di Acquaro)

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mini mpa serraSERRA SAN BRUNO - Il gruppo consiliare Movimento Per le Autonomie all’interno del Comune di Serra San Bruno segnala nuove irregolarità che sarebbero sorte dall’attività amministrativa del sindaco Bruno Rosi. Il comunicato diramato alla stampa è stato sottoscritto dal consigliere comunale di minoranza Raffaele Lo Iacono. Sotto accusa, le mancate pubblicazioni delle determinazioni sull’Albo Pretorio on-line, strumento di trasparenza fruibile da tutti e cronistoria dell’attività amministrativa. Come si apprende dalla richiesta di Raffaele Lo Iacono, protocollata presso l’ufficio competente in data 11 maggio 2012, l’intento del gruppo consiliare è quello di sapere se nei mesi di ottobre, novembre, dicembre 2011 e gennaio, febbraio, marzo 2012, sono state emanate "determinazioni di impegno di spesa, di liquidazione, di aggiudicazione, a contrattare", ecc. Se così fosse, assolutamente ingiustificata risulterebbe la mancata pubblicazione di questi provvedimenti all’interno dell’Albo Pretorio on-line. Infatti, a partire dal 1 gennaio 2011, "le pubblicità effettuate in forma cartacea non hanno effetto di pubblicità legale". Pertanto, è obbligo delle amministrazioni pubblicare sull’Albo Pretorio on-line.

Oltre a ciò, Raffaele Lo Iacono chiede di sapere se «in merito alla D. G. n. 49/2012, - Identificazione utenze servizio raccolta differenziata dei rifiuti - sono state avviate le procedure di gara per l’individuazione del fornitore del servizio di riconoscimento dei cittadini attraverso il metodo dei “codici a barre” e, in caso affermativo, chiedevo il rilascio in copia dell’elenco delle ditte invitate e della lettera d’invito». In merito a quanto detto sopra, Lo Iacono vuole che si faccia luce sulla data di spedizione e il relativo numero di protocollo assegnato, la scadenza di presentazione delle offerte, il metodo di gara utilizzato e l’eventuale prezzo a base d’asta.

Il gruppo consiliare, in data 23 aprile 2012, aveva già indirizzato una lettera arrecante le medesime richieste al Responsabile del Settore Manutentivo e Servizi Comunali, e per conoscenza al sindaco, adducendo in premessa che «alla data odierna, per quanto concerne codesto settore, non risultano essere state pubblicate le Determinazioni relative ai mesi di ottobre, novembre, dicembre 2011 e gennaio, febbraio, marzo 2012; che con Delibera n. 49, del 16.03.2012, la Giunta Comunale ha impartito alla S. V., in qualità di Responsabile del Settore Manutenzione e Servizi dell’Ente, apposita direttiva finalizzata all’attivazione, all’interno del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti “porta a porta”, di un metodo per l’identificazione dell’utente conferitore dei rifiuti e della tipologia dei rifiuti conferiti»

Scrive infine il consigliere di minoranza rivolgendosi al sindaco: «Sono certo converrà, che queste sono richieste legittime per un consigliere comunale che vuole solo valutare la correttezza e l’efficacia dell’operato dell’amministrazione. Purtroppo - continua - ad oggi, nessuna risposta è stata data in tal senso, anzi, corrono voci delle avvenute dimissioni da parte del Responsabile, che spero non siano state formalizzate per il “semplice” fatto che la sopra citata gara pare sia stata bloccata da qualche improvvido consigliere, dopo che le lettere erano già state protocollate in partenza, forse con il n. 5333, del 13.04.2012».

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mini asp-viboDi seguito pubblichiamo una lettera che un gruppo di mamme e future mamme serresi sta per inviare alla Commissione Straordinaria dell'ASP di Vibo Valentia, al Prefetto Michele Di Bari, alla Conferenza dei Sindaci, al Sindaco di Serra San Bruno e al Comitato civico Pro-Serre:

Siamo un gruppo di mamme e future mamme che stavano seguendo il corso di puericultura presso il consultorio di Serra San Bruno. Mercoledì 18 Aprile quando ci siamo recate all'incontro ci è stato riferito che il servizio era stato interrotto a causa della sospensione della puericultrice. Con quest'ultima, che rappresenta la sola figura presente, si era instaurato un rapporto di fiducia, visto che ha dimostrato sia nei nostri confronti sia verso il proprio lavoro attaccamento e professionalità.

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mini vvconferenza_stampa1Riceviamo e pubblichiamo:

Nella consapevolezza di dover massimizzare i servizi offerti, considerato il piano di rientro in corso, ogni dirigente della nostra asp dovrebbe mettere al primo posto tra le sue priorità la tutela della salute del cittadino. Questo non sembra essere il caso dei dirigenti dell’Asp di Vibo Valentia.

All’inizio di febbraio la direzione amministrativa dell’ospedale di Serra San Bruno informava gli elettricisti e i centralinisti della struttura che la ditta addetta al servizio di manutenzione degli ascensori non era piu’ la PARAVIA di Vibo Valentia, tra l’altro ditta produttrice degli ascensori stessi, ma la VIBAM SRL di Benevento. Con tanto di nuovi numeri di telefono, compreso quello per le emergenze attivo 24 ore su 24, da usare in caso di emergenze. Tutto questo deciso dall’Azienda Sanitaria Provinciale e valevole per tutte le strutture ospedaliere della provincia. Fino a qui non si registrerebbe nulla di strano considerando che il provvedimento ricadrebbe nella normale amministrazione se surrogato da consistente argomentazione. Sta di fatto che nella giornata di domenica, in piena emergenza dovuta all’arrivo di un paziente e nella conseguente necessità di trasferirlo in reparto, gli ascensori non erano attivi. All’arrivo del personale elettricista si constatava un guasto al funzionamento dell’ascensore e quindi di competenza della ditta VIBAM SRL. Dopo vari tentativi di contattare l’azienda attraverso il numero verde rimasti senza risposta alcuna il medico del pronto soccorso facente funzione di Direttore Sanitario in mancanza del titolare, ha deciso di chiamare le forze dell’ordine per denunciare il disservizio, mentre il personale interno all’ospedale si occupava del paziente che veniva trasferito al reparto attraverso una manovra manuale eseguita per far ripartire momentaneamente l’ascensore.  All’arrivo dei tecnici nella giornata di lunedì si scopre che la VIBAM SRL avrebbe dato in subappalto ad una terza ditta i lavori di manutenzione, essendo sita fuori regione e non potendo rispondere in tempo alle emergenze; a questo sarebbe dovuta la difficoltà di intervenire subito sui guasti. Inoltre mi è giunta voce che da un anno la direzione dell’ospedale di Serra San Bruno ha rinunciato a riparare un’ascensore, interessata da un guasto, in quanto non è considerata funzionale alle esigenze della struttura.

Tutto questo fa sorgere degli importanti interrogativi. Perché è stato revocato il servizio di manutenzione alla PARAVIA costruttrice degli ascensori che si è sempre attivata per tempo durante le emergenze? Che vantaggio trae l’asp di Vibo Valentia nell’affidare il servizio ad una ditta che è sita fuori regione e che ha la necessità di subappaltare i lavori, con le relative difficoltà di cui si è avuta esperienza durante l’emergenza di domenica scorsa? Fortunatamente tutto è stato risolto nel migliore dei modi, ma in una situazione diversa e con esiti diversi per il paziente di turno saremmo qua a parlare di un nuovo caso di malasanità. Non sarebbe più facile risolvere i problemi più gravi che il nostro sistema sanitario ha, invece di limitarsi ad occuparsi di sottigliezze tecniche che nulla hanno a che vedere con la crisi degli ospedali e che portano più danni che benefici?  

Questi sono gli interrogativi che il movimento da me presieduto, e che sin dalla sua nascita si è dimostrato sensibile rispetto alle problematiche della sanità, si pone e per i quali attende risposta da chi di competenza.

Michele Grenci (coordinatore del movimento "Al lavoro per il Cambiamento")

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mini SpagnuoloIl sostituto procuratore Michele Sirgiovanni ha emesso gli avvisi di conclusione delle indagini a carico di sette persone, tra cui l'ex sindaco Romano Loielo e i componenti della sua giunta, accusate a vario titolo di abuso d'ufficio e falso, in relazione ad una gara d'appalto per il servizio di trasporto pubblico che si aggiudicò la "Viaggi Gullì". La procura della Repubblica di Vibo, guidata da Mario Spagnuolo (foto), ha chiuso le indagini a carico di Loielo, degli ex assessori Aurelio Tassone, Pasquale La Rosa, Alberto Franzè, Antonio Maiolo e Antonio Franzè, e di Vincenzo Gullì, titolare dell'azienda che si era aggiudicato l'appalto. Quest'ultimo è accusato di aver falsificato un documento bancario che attestava alcuni requisiti patrimoniali richiesti per partecipare alla gara. Secondo l'accusa, l'ex sindaco e la sua giunta - sciolta di recente per infiltrazioni mafiose - hanno affidato il servizio con una serie di delibere senza far passare la gara attraverso la Stazione unica appaltante.

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