Martedì, 21 Agosto 2012 15:03

Acqua sporca: i manifesti senza vergogna

mini manifesti comune acquaCon Sorical o con i cittadini? Questo è il problema. Un dubbio amletico, controverso e snervante, che accompagna il sindaco Rosi fin dal giorno della sua incoronazione. Di acqua sporca a Serra se ne parla da mesi, anzi da anni. Lo fece anche lui, a campagna elettorale in corso. Aveva promesso l’autonomia, il distacco da Sorical, il ripristino dei pozzi comunali e l’indagine di nuove falde acquifere con l’ausilio di improbabili boscaioli-rabdomanti. Promesse da marinaio che subiscono la metamorfosi imposta dall’obbedienza incondizionata alla voce del padrone. Ai comandi impartiti da chi sta sopra per gerarchia. Da chi sta alla Regione, che possiede il 53% di Sorical, e muove i fili disegnando nell’aria imposizioni a cui non si può disubbidire.

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mini Paolo_MeneguzziNon ci siamo mai fatti mancare nulla, a Serra San Bruno. Un santo di quelli che contano. La visita di due papi. Una certosa millenaria. Carte in regola, insomma, per essere “la capitale europea del turismo religioso”. Come no. Ci credeva il sindaco Bruno Rosi. Così com’era convinto che il “binomio Comune-Regione” avrebbe davvero elargito 100 posti di lavoro al Parco delle Serre, che avrebbe potenziato l’ospedale e che ci saremmo resi autonomi da Sorical e dall’Alaco. Ci credeva. D’altronde i suoi “santi in paradiso” glielo avevano garantito, e lui si è sempre fidato dei suoi santi.

L’ospedale del futuro promesso da Nazzareno Salerno, presidente della Commissione sanità, si è sbriciolato sotto i colpi dei decreti emanati dall’Altissimo, Scopelliti, a cui i nostri eroi volevano dare la cittadinanza onoraria.

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mini lago_Alaco_sponda_sud-ovestIn relazione a quanto dichiarato dall’ Ing. De Marco, direttore generale dell’area tecnica di SoRiCal, in relazione a quanto denunciato dal Comitato civico Pro-Serre nei giorni scorsi, si precisa quanto segue. 

De Marco, indagato per avvelenamento di acque nell’ambito dell’inchiesta “Acqua Sporca” condotta dalla Procura di Vibo, che ha portato al sequestro dell’impianto dell’Alaco, sostiene che i pozzi situati sulle sponde dell’Ancinale, nel comune di Spadola, sono stati dismessi da molti anni, ma ciò non corrisponde al vero poiché fonti molto attendibili riferiscono che sicuramente fino a tre anni fa, cioè fin quando la SoRiCal non fu estromessa dalla gestione delle acque spadolesi, erano in funzione. Oltre a ciò si dovrebbe spiegare ai cittadini perché questi impianti siano stati costruiti proprio sulle sponde del fiume. Non crediamo certo alle parole di De Marco, perché evidentemente non è proprio lui il soggetto che può sancire la bontà della condotta di SoRiCal e quindi dell’acqua dell’Alaco.

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mini impianti_Sorical_SpadolaNel corso di un’assemblea pubblica tenutasi in piazza a Serra San Bruno, il Comitato civico Pro-Serre ha affrontato nuovamente la questione della potabilità dell’acqua proveniente dall’invaso SoRiCal dell’Alaco, recentemente posto sotto sequestro dalla Procura di Vibo Valentia. Il Comitato ha ribadito che nulla è cambiato anche dopo il sequestro, poiché con un balletto di ordinanze il Comune di Serra continua a confondere le idee dei cittadini esasperati che si vedono arrivare nelle case la solita acqua giallastra proveniente dall’Alaco, che pure viene dichiarata ufficialmente potabile e che invece, secondo il Comitato, è “semplicemente” avvelenata.

Oltre a ciò gli attivisti del Comitato hanno denunciato un’ulteriore anomalia.

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Martedì, 10 Luglio 2012 08:53

La Sorical finisce in liquidazione

mini sorical 2La Sorical (società che gestisce le risorse idriche calabresi) è stata messa in liquidazione. Il tutto è stato deciso nel corso dell'assemblea dei soci di lunedì scorso, a causa dei crediti vantati verso i Comuni e che non vengono saldati. Il capitale della Sorical è detenuto, per il 53%, dalla Regione e per la restante parte da un socio privato che fa capo alla multinazionale francese Veolia. La società, a questo punto, sarà  gestita da due commissari liquidatori nominati dalla Regione e dal socio privato. "Si è trattato - ha detto il presidente Sergio Abramo - di una decisione tecnica stabilita da tempo.

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mini comitato_pro_serreSERRA SAN BRUNO - Il fantomatico balletto delle ordinanze, mandato in scena dall’amministrazione comunale serrese negli ultimi mesi, ha contribuito a rendere ancora più paradossale la questione acqua potabile. Si tratta, infatti, di un problema grave, che incide sulla salute oltre che sulle tasche dei cittadini, causato per larga parte dalla responsabilità delle amministrazioni comunali alla guida del paese dal 2004 (anno di insediamento di SoRiCal) e che viene malamente gestito oggi dall’amministrazione Rosi, che nell’arco degli ultimi 3 mesi ha tenuto un atteggiamento contraddittorio e fuorvianteper i cittadini, che oggi appaiono esasperati

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Mercoledì, 06 Giugno 2012 15:23

Acqua, Mpa contro il sindaco Rosi

mini mpa serraRiceviamo e pubblichiamo:

Chiedere le immediate dimissioni del Sindaco di Serra San Bruno sarebbe stato un atto dovuto, sopratutto dopo le famose due Ordinanze con le quali il primo cittadino è intervenuto sulla potabilità dell’acqua, ma, non lo facciamo, perché sappiamo di perdere solo tempo. L’insensibilità ormai è notoria e la serie di irresponsabili atti amministrativi di questa Amministrazione è infinita. Certamente non vogliamo nemmeno improvvisare ricette facili per non incorrere negli stessi errori di chi in passato l’ha fatto e oggi si trova al timone smarrito e senza più una meta o magari di chi continua o si accinge a farlo, contribuendo all’impoverimento della nostra comunità, incuranti delle difficoltà di “guidare la nave” della gestione della cosa pubblica. Perché è solo in quel momento che si contano gli Schettino di turno e non quando si parla o si scrive tanto per segnalare di esistere, tentando perfino di assurgersi a protagonista di lotte che, in questo caso specifico, appartengono solo alla costanza e alla tenacia di pochi ragazzi che senza bandiera o appartenenza alcuna hanno garantito, in questo momento di grande difficoltà democratica e di rappresentanza politica, il diritto di parola alla nostra cittadinanza.

Ciò che noi vorremmo invece capire è a quali fonti normative si ispira l’attività amministrativa del Sindaco, della sua Giunta e di qualche pericoloso consigliere. Una gestione assolutamente incapace ed irresponsabile della cosa pubblica che addirittura sta incutendo psicosi ed insicurezza nei cittadini serresi.Forse non sarebbe neppure esagerato parlare di vero terrorismo politico che provoca smarrimento e sfiducia. D'altronde, come si potrebbe definire il comportamento di chi, nonostante il sequestro dell’Alaco e di 57 serbatoi, con 26 indagati, ha continuato e continua ad incitare la gente a bere acqua dal rubinetto e a confonderla con due Ordinanze, emesse dopo oltre 10 giorni dal sequestro, con le quali a distanza di 24 ore l’una dall’altra, prima si vieta il consumo di acqua perché non potabile e dopo se ne consiglia l’uso purché bollita e, perfino, senza problemi nelle zone, tra l’altro mai puntualmente indicate, servite direttamente dagli acquedotti comunali che, tuttavia, è bene ricordarlo, riversano l’acqua in rete mescolandosi con quella fornita dall’invaso Alaco.

Una reazione grossolana, superficiale e tardiva quella del Sindaco e del suo entourage che và proprio nella direzione opposta alla linea intrapresa con l’inchiesta “acqua sporca” della Procura della Repubblica di Vibo Valentia e che rischia di ripercuotersi anche sotto il profilo delle responsabilità personali, tenuto conto che entrambi le Ordinanze sono state emesse a seguito di comunicazioni telefoniche e a mezzo posta elettronica da parte di una Ditta privata, la Esi Lab S.r.l. di Catanzaro, incaricata dal Comune, che secondo la normativa vigente non ha alcuna competenza ad emettere giudizi di potabilità dell’acqua comunale su cui un Sindaco può basare l’emanazione di Ordinanze. Infatti, i Decreti legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, attuativi della direttiva 98/83/CE, che rappresentano le norme di riferimento per la qualità delle acque destinate al consumo umano, prevedono che su tali acque vengano eseguiti due tipi di controllo analitico chimico-fisico e microbiologico: i controlli interni, di responsabilità del Gestore del Servizio idrico integrato, effettuati in laboratori interni, e i controlli esterni effettuati dalle Arpa territorialmente competenti unitamente alle Aziende Sanitarie Locali a cui spetta il giudizio di idoneità dell’acqua destinata al consumo umano (art. 6 comma 5-bis). Sono infatti le Aziende Sanitarie Locali, attraverso i propri Dipartimenti, preposte a verificare che l’acqua mantenga le necessarie caratteristiche di potabilità e non la Ditta di turno o di comodo. Ed in caso di presenza nell’acqua di sostanze che ne modificano la qualità o che la rendono non potabile, spetta alle ASL individuare e proporre provvedimenti cautelativi a tutela della salute pubblica. Solo tali proposte possono essere sottoposte al Sindaco che in veste di Autorità sanitaria emette Ordinanze specifiche con indicazioni ai cittadini sull’utilizzo dell’acqua (art. 10, comma 1)

Purtroppo, dobbiamo evidenziare che, anche in questo caso, il Sindaco continua la sua disavventura gravandosi perfino del ruolo di paladino della SORICAL, nemmeno ne fosse il primo investitore (v. delibera n. 1/2012, con la quale il Comune ha rinunciato a tutti i giudizi pendenti con SORICAL). Vorremmo, sinceramente, continuare ad essere fiduciosi che il Sindaco Bruno Rosi possa cambiare rotta e fare meglio del Comandante Schettino, ma, visto che continua ad usare un proprio codice a noi sconosciuto che lo porta ogni giorno a gestire il Comune con assoluta negligenza e tante ombre che impediscono di garantire l’assenza di qualsiasi dubbio di legalità e trasparenza, crediamo sia più opportuno chiedersi: quanto tempo ancora dovrà trascorrere prima che qualcuno, responsabilmente e senza più alcun indugio, blocchi questa emorragia amministrativa, democratica, di legalità e di autorevolezza, a cui purtroppo la nostra millenaria cittadina è condannata?

DIRETTIVO MPA - AD SERRA SAN BRUNO

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mini manifesto_mirko_acquaRiceviamo e pubblichiamo:

La recente indagine “Acqua sporca”, che ha portato al sequestro dell’invaso dell’Alaco e le ordinanze con le quali il sindaco di Serra ha vietato l’uso dell’acqua, ripropongono, per il quarto anno consecutivo, il problema connesso con la potabilità del prezioso liquido. Un dato singolare per una cittadina come la nostra, immersa nel verde e nel cuore del Parco Regionale delle Serre. Un fatto grave che sta generando apprensione nei cittadini che desiderano conoscere quali siano gli agenti inquinanti ed i rischi per la salute. Un problema che si trascina da tempo, senza, che allo stato, siano stati attuati adeguati provvedimenti da parte delle amministrazioni che si sono succedute. La vicenda, purtroppo, é stata sottovalutata anche dall’attuale maggioranza. A dimostrarlo due fatti, il primo: fino a pochi giorni addietro, lo stesso presidente del consiglio continuava a rassicurare i cittadini preoccupati invitandoli a consumare l’acqua del rubinetto. Il secondo: nel corso del primo anno di attività, l’amministrazione non ha messo in campo nessuna attività finalizzata a contrastare e prevenire l’insorgere del problema. Ora, al di là, delle diverse posizioni, giudichiamo opportuno lasciare da parte le polemiche per contribuire ad individuare una necessaria via d’uscita. Innanzitutto, invitiamo, l’amministrazione: a far apporre i necessari cartelli informativi sulle fontane pubbliche indicate nell’ordinanza che vieta l’uso dell’acqua; ad indicare, magari, sul sito del comune, le vie nelle quali viene distribuita l’acqua, ancora potabile, proveniente dalle sorgenti comunali; a predisporre un calendario della distribuzione con autobotte dell’acqua, al fine di far conoscere preventivamente ai cittadini il giorno, l’ora ed il luogo in cui avverrà la distribuzione. In attesa della programmazione e realizzazione di interventi che richiedono tempi lunghi, riteniamo necessario suggerire una strategia che, in tempi brevi, possa assicurare alle famiglie acqua finalmente potabile e buona da bere. Per tale ragione, suggeriamo al sindaco di attivarsi tempestivamente per interrompere la dipendenza da Sorical; ripristinare i pozzi comunali inutilizzati; programmare la realizzazione di nuovi pozzi; pianificare un piano d’intervento finalizzato ad eliminare gli sprechi d’acqua mediante la manutenzione straordinaria della rete idrica. Una serie d’interventi, per i quali, sono necessarie risorse economiche che possono essere recuperate attraverso la riduzione dei costi connessi alle forniture erogate da Sorical. Infine, riteniamo necessario ed opportuno che il comune citi in giudizio Sorical per tutelare i propri diritti, anche di natura economica, oltre che per il danno d’immagine arrecato alla nostra cittadina che, ancora una volta, si ritrova alle prese con un problema indegno di un paese civile.

Mirko Tassone (consigliere comunale 'Al lavoro per il cambiamento')

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mini pd logoRiceviamo e pubblichiamo:

Signor Sindaco,

le note vicende di questi giorni che hanno portato al sequestro dell’impianto dell’Alaco ci impongono, quale forza politica responsabile, di rivolgerci a Lei, quale massima autorità territoriale in materia, per avere garanzie e chiarezza sulla qualità dell’acqua che ancora oggi sgorga dai rubinetti delle nostre case e dalle nostre fonti.

E’ passato più di un anno dal Suo insediamento e da quella campagna elettorale che vedeva la lista supportata dal nostro partito mettere al primo punto del proprio programma il necessario distacco da So.ri.cal. e quella da Ella capeggiata seguire a ruota tale idea impegnandosi a ripristinare le vecchie fonti e ricercarne di nuove.

Oggi, alla luce dell’emergenza che il nostro paese sta affrontando, ci chiediamo e Le chiediamo, cosa Lei e la Sua maggioranza stiate facendo per ottemperare all’impegno assunto oltre che  confondere i cittadini con proclami quali “io bevo l’acqua del rubinetto” e lacunose e contraddittorie ordinanze di non potabilità.

Considerato che la qualità dell’acqua erogata da So.ri.cal è, quantomeno, dubbia e che il problema non sarà certo di pronta soluzione, esiste, anche in previsione di una possibile interruzione dei rifornimenti, un programma di interventi volto a renderci autosufficienti o quantomeno a ridurre il ricorso all’acqua dell’Alaco?

O la comunità serrese, pur vivendo in un territorio storicamente noto per la qualità e quantità delle sue acque, accanto alla spesa per l’aumento dei tributi (tassa sui rifiuti aumentata del 43% e nuova IMU sugli immobili) dovrà caricarsi la spesa per l’acquisto di acqua minerale anche per l’igiene quotidiana?

I cittadini serresi non possono accettare questo! E’ una vergogna per la nostra comunità oltre che un grave danno in termini economici anche in prospettiva dell’incipiente stagione turistica che, con l’acqua di dubbia potabilità, non può promettere certo nulla di buono.

Nel difendere, quindi, le istanze dei nostri cittadini e del nostro territorio chiediamo e riteniamo indispensabile che il Comune di Serra San Bruno assuma una posizione autorevole, netta e chiara sulla questione acqua potabile e nei confronti della SORICAL, anche nel rispetto della volontà degli oltre 2.600 cittadini serresi che nella scorsa tornata referendaria hanno deciso di votare per l’acqua quale bene pubblico e comune.

E’ evidente, infatti, come la gestione del privato delle risorse idriche e, nello specifico, la gestione portata avanti dalla SORICAL, abbia dimostrato una paurosa inefficienza. Gli anni di privatizzazione del sistema idrico hanno prodotto solo aumenti delle bollette senza un corrispondente miglioramento del servizio.

La salute dei cittadini serresi non può essere messa nelle mani di chi agisce per interessi privatistici e deve essere tutelata da ogni potenziale pericolo. Noi chiediamo e pretendiamo che questo venga fatto da chi, in questo momento, ha l’onore e l’onere di amministrare.

L’acqua è bene primario e comune. L’acqua non può essere fonte di guadagno. L’acqua non può essere gestita dai privati ma deve essere totalmente ricondotta nell’alveo del controllo pubblico. Deve essere gestita come servizio ai cittadini lontana da ogni speculazione di natura economica.

Crediamo e riteniamo indispensabile che il nostro Comune porti avanti una battaglia di equità e giustizia sociale per tornare al sistema di gestione e fornitura dell’acqua potabile attraverso la rete degli acquedotti comunali anche a costo di subire una riduzione dell’erogazione. Meglio poca acqua ma buona!

Sappiamo che una manutenzione attenta della rete esistente e quindi degli acquedotti comunali potrebbe portare ad un aumento della portata dell’acqua. Sappiamo che il territorio serrese è ricco di sorgenti. E’ necessario potenziare i pozzi già esistenti, realizzare nuovi pozzi di adduzione, realizzare nuovi acquedotti per raggiungere la completa autosufficienza e autonomia e staccarsi definitivamente da SORICAL.

Non vogliamo continuare ad avere rapporti con chi, per anni, ha lucrato su un bene primario mettendo interessi economici al primo posto rispetto alla salute dei nostri cittadini.

Tornare alle nostre risorse idriche si può. Si deve fare per il bene della nostra comunità.

Chiediamo allora:

- chiarezza e garanzie sulla qualità dell’acqua; 

- un’immediata programmazione di interventi volti al distacco da SORICAL con il ritorno ai pozzi ed agli acquedotti comunali per una graduale e completa autonomia idrica;

- la sospensione dell’invio delle bollette per il pagamento del servizio idrico;

- la convocazione di un consiglio comunale aperto sul tema;

- che il Comune di Serra San Bruno intraprenda contro la SORICAL ogni azione necessaria ad  ottenere il risarcimento degli ingenti danni subiti con la cattiva gestione del servizio e l’eventuale restituzione delle somme ingiustamente pagate.

Paolo Reitano (coordinatore Pd Serra San Bruno)

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mini municipio_serraSERRA SAN BRUNO – Come se non bastasse tutta la preoccupazione sorta nei cittadini dopo il sequestro dell’invaso dell’Alaco, l’amministrazione Rosi aggiunge ulteriori tasselli al già confusionario quadro riguardante la potabilità dell’acqua sul territorio comunale. Dopo l’ordinanza emanata in fretta e in furia sabato sera, che vietava il consumo umano dell’acqua in seguito alle comunicazioni telefoniche ricevute da EsiLab, una nuova ordinanza del sindaco, alquanto caotica, conferma che l’acqua non è potabile, ma con delle precisazioni. Innanzitutto l’ordinanza di Rosi dice che l’acqua erogata da Sorical non è potabile, e Sorical, dice sempre l’ordinanza, serve quasi tutto il territorio comunale.

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