mini crinitiAlla fine i colpi di mercato tanto attesi sono arrivati. La Serrese, infatti, ha ufficializzato due nuovi acquisti, proprio nell'ultimo giorno utile per la campagna trasferimenti: si tratta di Gianfranco Criniti e Davide Lombardo, entrambi giocatori di un certo calibro. Il primo, attaccante classe '78, catanzarese doc, ha calcato per molti anni i campi di C1, C2 e serie D, vestendo anche le maglie di Catanzaro, Montevarchi, Olbia e, nell'ultima stagione, è stato ad Acireale in Eccellenza. Lombardo, invece, è un difensore ex Taurianovese, Sambiase, Soverato e Capo Vaticano. I due nuovi arrivi non fanno altro che rinforzare ulteriormente la rosa a disposizione del tecnico Luciano Mordocco che, d'ora in avanti, può anche contare sull'apporto di Criniti e Lombardo. Entrambi potrebbero essere già disponibili per il prossimo impegno in campionato, previsto per domenica prossima, quando allo stadio "La Quercia" i biancoblu ospiteranno il ReggioMediterannea. 

 

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mini madonnasimbarioQuasi sempre, una comunità ufficializza la propria vita religiosa con la costruzione della prima chiesa. Per i simbariani invece, il vero cammino religioso comincia sotto l'egida dei padri domenicani, quando avviene il passaggio del loro territorio «dal Regio patrimonio della maestà cattolica di Filippo IV, nel quale (patrimonio) si trovava dal 1650, una volta cessata la signoria della famiglia Carafa di Nocera», al monastero di Soriano Calabro, come si legge nel volume “Simbario, note storiche e fenomeno migratorio”, curato da padre Antonio Alaggia.
La grande fede che i simbariani nutrono nei confronti dell'effige mariana, deriverebbe proprio dalla stretta connessione che quei territori ebbero con il convento dei domenicani. Segno evidente è il simulacro della “Madonna del Rosario”, all’interno della chiesa matrice, e l’omonima confraternita oramai estinta. Si racconta infatti, che Domenico di Guzmán, assorto in preghiera per combattere l'eresia albigese, ebbe in apparizione la Madonna che gli consegnò il Rosario.
Come si evince ancora dal libro di padre Antonio Alaggia «anche la chiesa della Madonna delle Grazie, titolo tanto caro ai domenicani, con la meravigliosa e maestosa statua marmorea, opera molto probabilmente del Gagini (da attribuire ndr), è dovuta ai religiosi di Soriano».
Padre Alaggia però non specifica se i devoti di San Domenico abbiano offerto la statua alla comunità simbariana, oppure se, i simbariani, vicini ai conventuali di Soriano, l’abbiano loro stessi commissionata. E, quando la Storia non soddisfa completamente la voglia di sapere, l’aiuto arriva tosto dalla leggenda (ogni paese ne ha una), che molto spesso affascina più di una mezza verità.
Oggi a Simbario si officiano i festeggiamenti in onore della Madonna Grazie. La bellissima statua policroma, posta sopra l’altare maggiore dell’omonima chiesa, non è mai stata portata in processione, data la sua fattura in marmo, anzi, i simbariani raccontano che la stessa non è mai stata spostata da quel luogo, che la Madonna avrebbe scelto come sua dimora. Per il rito processionale infatti, viene utilizzata una riproduzione leggera della statua originale, custodita durante l’anno nella sacrestia.
 
Molto tempo fa, sulla spiaggia di Soverato, venne trovata una statua marmorea con un Bambino, raffigurante la Madonna delle Grazie. La scoperta scosse gli appetiti di tutti i fedeli della zona, che munitisi di fastosi carri e possenti buoi, si diressero verso Soverato speranzosi di condurre la bellissima statua ognuno nella propria chiesa. I tentativi di portare la Madonna delle Grazie sui carri non ebbero successo. L’effigie marmorea si era fatta così pesante, che gli espedienti per spostarla dalla spiaggia risultarono vani.
Nel frattempo, un certo Patoscia partiva col suo malandato carro trainato da due buoi malnutriti, con l’intento di portare la Madonna delle Grazie, di cui tanto si parlava, a Simbario. Per la gente – che già aveva sentito delle difficoltà altrui affrontate nel tentativo di spostare la statua dalla spiaggia – Patoscia divenne oggetto di derisione. Giunto nel cuore della notte a Soverato, il povero Patoscia decise di riposarsi e di aspettare che facesse mattino per portare la Madonna a Simbario. Destatosi dal sonno, sia lui che i presenti sulla spiaggia non credettero a quanto era successo: la statua misteriosamente si trovava sul carro di Patoscia. Lo stesso dunque, ancora incredulo ma contento, riprese la strada verso casa e giunto a Simbario, si fermò in una piazzetta dove c’era un pioppo e una fontana. Allorché, scese dal carro, attinse acqua dalla fontana e, stremato dal viaggio si mise a dormire. Il giorno seguente, la Madonna delle Grazie era adagiata sul tronco del pioppo e, come per miracolo, attorno all’albero era stato anche tracciato da mano acheropita il perimetro dove sarebbe sorta l’attuale chiesa.
 

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toga tribunaleLa corte d’Appello ha confermato ieri le condanne a danno di ben nove dei dieci imputati coinvolti nel processo contro il clan Sia-Procopio-Tripodi, operante nel Soveratese ed in altri comuni dello basso Jonio Catanzarese. L’operazione "Show down" - coordinata dai procuratori Vincenzo Lombardo e Giuseppe Borrelli e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato, nonché dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro - era stata avviata in seguito ad un presunto caso di “Lupara bianca” legato alla scomparsa di Giuseppe Todaro, avvenuta il 22 dicembre del 2009. Successivamente gli inquirenti si resero autori di un blitz portato a termine attraverso due diverse tranche: la prima scattata all’alba del 15 dicembre 2011 con l’esecuzione di un provvedimento di fermo a carico di diciotto persone; l’altra effettuata tre anni dopo, il 10 maggio scorso, con la notifica di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di dodici persone e di obbligo di firma per altre tre. L’inchiesta ha fatto luce sulla “faida” interna sorta tra i due schieramenti - originariamente alleati - dei Sia e dei Todaro, sostenuti rispettivamente dalle cosche Vallelunga e Novella da un lato e da quella dei Gallace dall’altro. Contrasti intestini che hanno portato ad una vera e propria guerra di mafia con decine di omicidi commessi a cavallo tra il 2009 ed il 2011.

Le accuse contestate, a vario titolo, riguardano i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona, estorsione, rapina, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, omicidio e occultamento di cadavere.

Rispetto alla sentenza di primo grado, emessa il 22 aprile del 2013, i giudici della Corte d’appello di Catanzaro - presieduta da Anna Maria Saullo, con consiglieri Maria Teresa Carè e Vincenzo Galati - hanno ridotto la sola condanna inflitta a Francesco Vitale - per il quale è stata esclusa l’aggravante mafiosa - riducendola da 1 anno di reclusione e 300 euro di multa, fino a 8 mesi e 200 euro. Per tutti gli altri imputati invece sono state confermate le sentenze di primo grado, compresa quella a danno di Vincenzo Alcaro, 47 anni, nato a Soverato, ex brigadiere dei carabinieri in servizio presso il reparto operativo del Comando provinciale di Catanzaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa perché - secondo gli inquirenti - avrebbe fornito ai componenti dell’associazione mafiosa informazioni sulle indagini svolte dai colleghi nei confronti della stessa cosca Sia-Procopio-Tripodi.

Le altre condanne risultano invece tutte convalidate rispetto a quanto proposto in primo grado:
Patrick Vitale a 7 anni, 6 mesi e 20 giorni;
Giuseppe Santo Procopio a 6 anni e 8 mesi;
Vincenzo Bertucci a 5 anni e 8 mesi;
Angelo Procopio a 4 anni e 8 mesi;
Pannia Salvatore a 4 anni e 935 euro;
Bruno Procopio a 3 anni e 4 mesi;
Vincenzo Todaro a 1 anno e 4 mesi;
Vincenzo Ranieri a 6 mesi 20 giorni e 1000 euro.

 

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mini Documento_-ordinanza_20_29112013-page-001Il primo cittadino di Serra, Bruno Rosi - attraverso un'apposita ordinanza - ha disposto a titolo precauzionale la chiusura di tutte le scuole per domani, sabato 30 novembre, riservandosi inoltre di adottare ulteriori provvedimenti in relazione all'andamento metereologico. Il tutto si è reso necessario a seguito dall'avviso di allerta meteo pervenuto dalla Regione Calabria - Settore Protezione civile e dalla Prefettura di Vibo Valentia. 
 
Identica situazione in altri centri calabresi, come Soverato e Catanzaro. Il sindaco del capoluogo di regione, Sergio Abramo, oltre alla chiusura delle scuole sia per domani che per la giornata di lunedì ha disposto anche quella degli impianti sportivi della città. Si attende, dunque, il rinvio della partita di Prima divisione tra Catanzaro e Benevento. 
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mini vigili_del_fuocoLa notte scorsa, a Satriano (Cz), sono stati dati alle fiamme sei autobus della società di autolinee Federico. Quattro mezzi sono stati completamente distrutti, mentre gli altri due hanno comunque subito danni ingenti. Gli autobus dati alle fiamme erano parcheggiati in un capannone di proprietà della società. L'incendio è stato spento dai Vigili del fuoco. L'episodio è stato denunciato ai carabinieri della Compagnia di Soverato, che hanno avviato le indagini. Nel recente passato la società di trasporti aveva subito altri danneggiamenti di questo tipo.

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mini giuseppe_bruno_e_caterina_raimondiUn vuoto di potere dopo omicidi e arresti di boss eccellenti. Un tentativo di espandere il predominio su territori ritenuti scoperti. Il vortice di interessi che sta intorno al business delle pale eoliche. Potrebbe essere questo lo scenario in cui è maturato il duplice omicidio avvenuto l’altro ieri sera a Vallefiorita, piccolo centro dell’entroterra catanzarese. Un delitto brutale: Giuseppe Bruno, 39 anni, e la moglie Caterina Raimondi, 29, investiti da una pioggia di proiettili, almeno 30 colpi di kalashnikov. Stavano uscendo dalla loro villetta di periferia, intorno alle 21, ma non hanno fatto in tempo nemmeno a salire in macchina. Lui è stato colpito all’addome, la giovane donna al volto. I killer – probabilmente uno solo a sparare, certamente affiancato da uno o più complici – hanno lasciato l’arma da guerra appoggiata a terra, vicino ai due cadaveri. Un gesto insolito. Un messaggio. Una sfida.

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mini diga-alacoNuovo colpo di scena sull'ormai famigerato invaso dei veleni. Nel pomeriggio odierno, infatti, il direttore generale dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente), Sabrina Santagati, ha consegnato una relazione al prefetto di Vibo Valentia, Michele di Bari, chiamando in causa direttamente l' Azienda sanitaria di Soverato che, secondo l' Arpacal, «non sarebbe intervenuta nonostante le segnalazioni di non potabilità dell'acqua».

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mini volley

SERRA SAN BRUNO - Fischio d' inizio alle 18 di oggi pomeriggio per l'esordio nel campionato di Prima divisione maschile di pallavolo del Serra nel volley che, presso la palestra interscolastica di via Mulè, affronterà l' Athletes World Pizzo, squadra vincente del torneo appena trascorso. Oltre a Serra e Pizzo, saranno impegnati nel campionato di Prima divisione anche Volley nel cuore Soverato, Next Atlas, Rocca di Neto volley, Farmacia Desando, Fer. Pi. volley e Blue.Angels.-.Voll. Cotronei.  Tra sette giorni, invece, la compagine serrese farà visita al Volley nel cuore Soverato. 

 

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mini santo_procopioEra latitante dal 15 dicembre dello scorso anno, quando era riuscito a sfuggire all'arresto ordinato dalla Dda di Catanzaro nell'ambito dell'operazione "Showdown". Giuseppe Santo Procopio, 27 anni, è stato catturato stamattina dai carabinieri di Catanzaro. L'operazione in cui è coinvolto aveva già portato in carcere diversi presunti affiliati del cartello Sia-Procopio-Tripodi (Soverato, Davoli), accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, occultamento di cadavere, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Il clan, attivo nel Soveratese con l'appoggio dei Vallelunga di Serra San Bruno, è contrapposto ai Gallace-Ruga-Leuzzi (Guardavalle, Monasterace, Stignano) nella feroce guerra di 'ndrangheta (la seconda "faida dei boschi") che tra il 2010 e il 2011 ha insanguinato il triangolo di territorio compreso tra le Serre, Soverato e il basso Jonio catanzarese.

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mini omicidio_fortuna_vibo_marinaSotto l'ombrellone, con la calura soffocante e i bambini che giocano a fare castelli di sabbia. In riva al mare, quando l'obiettivo è nudo, disarmato. La 'ndrangheta in Calabria uccide anche così. Dal Tirreno allo Jonio. Davide Fortuna, 31 anni, è stato freddato ieri pomeriggio, intorno alle 17, sull'affollatissima spiaggia di Vibo Marina. Proprio come Ferdinando Rombolà, 40 anni, crivellato di colpi sulla spiaggia di Soverato il 23 agosto 2010. Fortuna, come Rombolà, era in spiaggia con la moglie ed i figli piccoli. A Soverato il killer, dopo aver sparato, gridò ai bagnanti terrorizzati: "State zitti e fermi". Ieri a Vibo Marina, dopo aver piantato cinque colpi di pistola nel petto del 31enne, il sicario ha sparato un colpo in aria per farsi strada nella fuga.

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