mini IMG109_1Abbiamo dovuto smuovere un po' le acque, pubblicare articoli, contattare sindaco ed assessori, che in verità hanno dimostrato interesse per la questione mettendosi immediatamente in contatto con la Co.Ge.I.S., ma ce l'abbiamo fatta: la struttura polisportiva di via San Brunone ha già riaperto i battenti da qualche giorno. Pare che il problema fosse semplicemente il fatto che il custode sia andato in ferie per il mese di Agosto ed alla società cosentina non sia venuto in mente di nominare un sostituto ma di chiudere direttamente baracca e burattini fino a Settembre. Per risolvere una questione banale quanto ridicola, che ha suscitato sdegno e meraviglia in chiunque ne sia venuto a conoscenza e che avrebbe costituito un grave disservizio alla cittadinanza, è bastato semplicemente incaricare uno dei dipendenti, in genere addetto alla manutenzione della piscina, ad aprire a chiudere il cancello.

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mini 182190_399472416756152_1924496783_nScorre sangue d’artista nelle vene del piccolo Giuseppe Manno. Classe 1998, che il suo futuro sarebbe stato immerso nella pittura lo si intuì già alle elementari, quando a soli 10 anni, partecipò ad un concorso di disegno indetto da una famosa catena di distribuzione di giocattoli, in occasione del V centenario della morte di San Francesco da Paola. Giuseppe, come tutti gli altri compagni di classe, presentò il suo disegno che la giuria però rigettò puntualmente: “è impossibile che un bambino così piccolo sia capace di fare un disegno del genere!”.  Allora le maestre, che ancora conservano gelosamente i primi disegni di Giuseppe, sfidarono gli organizzatori della gara a raggiungere il giovane artista direttamente a scuola, in classe, per sincerarsi di persona di che cosa il bambino, una volta afferrata la matita in mano, fosse capace. Ma questi si scusarono e fecero immediatamente marcia indietro. Avevano compreso a pieno che quella piccola opera d’arte sul Santo paolano era davvero farina del sacco di Giuseppe. Un sacco che col passare del tempo è diventato ancora più intrigante, capiente e profondo. Sono infatti più di una ventina le opere che Giuseppe esporrà in una tre giorni, dal 3 fino al 5 agosto, nei locali di Sala Chimirri a Serra San Bruno. Opere straordinarie in cui magistralmente i volti ei paesaggi diventano arte.

Mentre visitiamo la mostra Giuseppe scorazza fra i suoi quadri con leggerezza e disinvoltura, così come lo immaginiamo con il pennello in mano. Capelli biondi, occhi azzurri e lo sguardo di chi la sa lunga. Una sicurezza disarmante, degna di un artista navigato, mentre spiega ai numerosi visitatori che si tratta solo della sua prima esposizione personale di pittura e che non vuole assolutamente fermarsi. È solo agli esordi. Come una pregevole Ferrari che scalda il motore verso chissà quali altri orizzonti di arte e di soddisfazione.

Il piccolo Giuseppe Manno, assieme a Rocco Giancotti, appartiene alla ‘generazione terribile dei nuovi artisti serresi’, pronti a spodestare prematuramente i maestri che li hanno preceduti e in qualche caso guidati. Fin da bambino Giuseppe nutre una particolare attrazione per il disegno, una voglia incontenibile di tramutare in immagine tutto ciò che è visibile, tangibile o pensabile. Nelle sue opere emerge infatti un connubio perfetto ed inscindibile che trova spunto dall’amore per i luoghi dell’infanzia, sono diverse infatti le tele con squarci di Serra e Brognaturo (rispettivamente il paese del padre Bruno e della madre Teresa), ed i volti già di per sé affascinanti di zie e cugine, dipinti in opere che da questa soluzione acquistano un significato ancora più intimo e profondo. Un immenso affetto immortalato sulla tela.

La mostra ha già fatto registrare un grande successo di pubblico scandito dalla visita di centinaia di persone. Giuseppe, seppur ancora giovanissimo, ha l’aria dell’artista che se gli fosse toccato vivere in qualche luogo altissimo, sospeso su un dirupo o su uno scoglio così stretto da poterci posare soltanto i due piedi, avrebbe portato con sé anche un cavalletto su cui adagiare una tela da trasformare magicamente in opera d’arte, solcandola in lungo ed in largo con il carboncino, la china o il pennello. Un’arte respirata a tuttotondo, in tutte le sue sfaccettature ed espressioni. Un’inclinazione che diviene fin da piccolo passione e che si sta man mano affinando sempre più, come un bocciolo che cresce lento a primavera e che presto si trasformerà in uno splendido fiore di cui si avverte già il meraviglioso profumo. Tanto che nell’ultimo anno la voglia di esprimere il suo modo particolare di intendere la pittura, il disegno e l'arte hanno spinto Giuseppe a concentrarsi su tecniche, fino ad ora, per lui inesplorate come ad esempio la china, da cui riesce, fra gli altri a ricavare una splendida Marilyn Monroe. Quindi, ancora una volta vi ricordiamo, per chiunque voglia apprezzare le doti di questo straordinario artista in erba, che le sue opere rimarranno esposte ancora fino a domenica 5 nella centralissima Sala Chimirri, nei pressi del Cinema Aurora, a Serra San Bruno. 

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Sabato, 28 Luglio 2012 13:55

L'amicizia ai tempi di Feisbuc

mini lamore_ai_tempi_della_telecomNelle mie vorticose scorribande nella rete, spesso mi  imbatto nei soliti post, qualcuno stupido, qualcuno simpatico, qualcuno inguardabile insomma quel ginepraio che è Facebook. Quello che vuole sapere a cosa sto pensando, qual sia il mio Stato, che avrebbe detto Pino Amaddeo “…non ha capito che mi deve dare del Lei”…insomma Facebook, proprio quello che sto utilizzando in questo momento per raggiungervi con i miei pensieri. Non so perché scrivo, forse perché “l’arte di lu Tata è menza ‘mparata”, ma probabilmente non l’ho imparata neanche per metà, oppure perché mi succedono tante cose interessanti. C’è in ogni caso una cosa in comune col mio Tata, lui scriveva nella baraonda creata dalla sua numerose prole, della quale io comprendo in volume (di suono) una grossa percentuale, io scrivo per lo più nel bordello dell’Associazione, dove in questo momento, da quando ho iniziato a scrivere si è parlato di svariati argomenti, in tono abbastanza sostenuto, colorito da imprecazioni di ogni sorta

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Mercoledì, 04 Luglio 2012 17:10

Flai Cgil Vibo: forestali senza stipendio

mini regione-Calabria-1MONGIANA – A finire nel mirino di Battista Platì, Segretario Generale Flai-Cgil Vibo Valentia sono il Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti, l’Assessore al bilancio On.Mancini, l’A.Fo.R., il Dipartimento alla Forestazione e il competente Assessore Regionale On. Trematerra, i quali ancora una volta, secondo quanto afferma il sindacalista «stanno disattendendo i molteplici impegni presi con i sindacati di categoria e i lavoratori, per l’ennesima volta quanto faticosamente concordato è disatteso, esponendo i lavoratori a causa delle solite lungaggini burocratiche, con il solito scarica barile della responsabilità, interi nuclei familiari mono reddito,non vedono arrivare le loro giuste spettanze,ponendoli in condizioni di estrema precarietà ha causa della mancanza di una data certa della loro paga». La FLAI-CGIL di Vibo Valentia attraverso il Segretario Generale Battista Platì, vuole stigmatizzare il mancato pagamento dei forestali «a tutt’oggi, infatti, non è stato erogato il salario della mensilità di Maggio e della quattordicesima

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Sabato, 30 Giugno 2012 10:08

Un centravanti made in Italy

 

mini balotelli-gol-italia-germania-euro-2012Eccolo finalmente. Il discolo è tornato, come il figliol prodigo. Balotelli mostra al mondo cosa vuol dire essere Balotelli. Dal colpo di testa a quello di collo, dall’esultanza da Hulk che non fa paura a nessuno, se non ai tedeschi, fino al tenero abbraccio alla madre. In 90 minuti l’antologia di un italiano di colore. Di un centravanti scontroso per vocazione,  con la corteccia dura del fuorilegge ed il midollo tenero come quello di ogni ventenne. A Varsavia in campo c’era anche lui, e si è fatto sentire. C’era il ribelle che per una volta tanto riesce a domarsi. A sfogare tutta la rabbia e la carica che ha in corpo nella maniera più bella. In quello che sa fare meglio di qualsiasi altra cosa.

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mini corteo_t28Mille e 200 chilometri di lontananza non possono bastare a tenere distanti le idee e le azioni di chi quotidianamente si batte a difesa e tutela dei propri diritti e del proprio territorio. E nell’epoca delle relazioni virtuali dove basta una connessione internet per sentirsi più vicini, a volte invece bisogna montare su un furgone e percorrere l’Italia dai piedi alla testa per ricucire margini solo apparentemente distanti, per saldare rapporti che a dire il vero non sono mai stati scollati. Bisogna stringersi la mano, baciarsi sulle guance e guardarsi fisso negli occhi, faccia a faccia, per capire veramente chi siamo. E queste due realtà, il Brigante e il COA T28, si scoprono ogni volta più vicine, anzi vicinissime come due gemelli che comunicano a distanza per telepatia. Così in soli 2 giorni le maglie della rete si stringono, si legano fraternamente per forgiarsi più forti. Legami che prendono la forma della festa e della lotta, dell’incontro inteso come preludio al confronto e soprattutto alla crescita reciproca. L’8 ed il 9 giugno scorsi Milano si è scoperta calabrese, anzi si è scoperta brigantessa, in una due giorni intensa che ha il sapore dell’appuntamento rituale che piace, diverte ed appassiona.

In questi 2 giorni di lotta e di festa per la difesa dei territori, contro la devastazione, la speculazione ed il razzismo abbiamo avuto il piacere di ritrovare oltre che gli amici del T28 anche il Movimento Migranti e Rifugiati Politici di Caserta, Equosud Rosarno ed i Gas del Sole di Milano.

Nella giornata di Venerdì 8 nella piazzetta di via dei Transiti, un’area in passato schiava di spacciatori e degrado ed oggi ‘bonificata’ dallo stesso T28, si è tenuto un incontro-dibattito fra realtà diverse, fra chi lotta quotidianamente per difendere il territorio che abita e che sente visceralmente proprio. E poco importa se la lotta si traduca con le iniziative a favore della sanità o contro l’acqua marcia, per il diritto alla casa o contro lo scempio della TAV, per il lavoro libero e tutelato indipendentemente dal colore della pelle che lo suda, l’importante è ritrovarsi tutti dalla stessa parte, calabresi, lombardi, italiani ed immigrati. Tutti uniti a ridere e ballare, costruire un futuro migliore e gustare del buon vino. A relazionarci per conoscerci, per capirci. Per riappropriarci dei nostri diritti, di cui nessuno, nemmeno una crisi telecomandata, può privarci. Poi, dopo il dibattito, le parole lasciano spazio alle immagini ed in tarda serata, poco prima della cena sociale a base di prodotti calabresi, sul telo del proiettore scorrono le scene della lotta dei Comitati Civici Calabresi per gli Ospedali di Montagna (video realizzato dalla giornalista Giulia Zanfino) ed il cortometraggio sulla storia dei ragazzi africani a lavoro negli agrumeti di Rosarno. Due splendide testimonianze. Un pomeriggio memorabile con dulcis in fundo 2 ore di tarantelle e musiche calabresi.

Il giorno seguente, il sabato, la festa è continuata con un corteo che si è snodato per le vie del quartiere fra la gioia e la curiosità di centinaia di milanesi affacciati alle finestre e accorsi poi di fretta in strada, incuriositi ed ammaliati dalla sinfonia assordante della Banda Pilusa e dalla danza di Mata & Grifone, i celeberrimi Giganti. Emblema dell’unione fra popoli diversi. Nonostante le bizzarrie del cielo meneghino la serata è proseguita allegramente, allietata da una cena impeccabile, consumata nei locali del T28 per rifugiarsi dalla pioggia scrosciante e continua, fino a tarda notte, ancora tutti insieme in apnea, assorti nell’inchiostro di Carmine Abate, Sharo Gambino ed Enotrio, deliziati da poesie e ballate, cullati dalle note della lira e dell’organetto.

Un’iniziativa memorabile che ti fa capire che l’Italia è piccolissima, che Milano e la Calabria sono molto più vicine di quanto si possa pensare e che uscire da questa crisi asfissiante è possibile. Basta continuare a lottare senza abbassare la testa, rifiutando quel debito che non ci appartiene perché non lo abbiamo creato noi e che lentamente, giorno dopo giorno, sta inghiottendo lo stato sociale ed i nostri diritti. Bisogna rimanere uniti, continuando insieme italiani e stranieri, a costruire percorsi comuni che portino ad un’alternativa concreta a questo fallimentare sistema economico. Se per tutto questo c’è un punto di partenza, lo è stato sicuramente questa due giorni, quest'incontro che si celebra una volta l'anno e che non vedi l'ora che accada ancora.

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mini ccarabinieriSAN NICOLA DA CRISSA – Si è tenuta ieri l’udienza a carico dei tre fratelli di San Nicola da Crissa, Giuseppe, Nicola e Rosaria Pileggi, rispettivamente di 79, 72 e 65 anni, già  noti alle forze dell’ordine perchè imputati di tentato omicidio ai danni di una vicina di casa, che nel novembre scorso si erano resi responsabili, asce in pugno, di aggressione nei confronti dei carabinieri della locale stazione. I tre, sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, avevano violato tale restrizione per uscire, asce in pugno, a tagliare legna da ardere. Una volta fuori di casa, i tre anziani si sarebbero messi ad inveire nuovamente contro la vicina di casa, già loro vittima di tentato omicidio, la quale spaventata si sarebbe barricata in casa. Sul luogo dell’accaduto sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e della locale Stazione, coordinati dal capitano Esposito Vangone, che una volta accertatisi di quanto stesse succedendo, avrebbero cercato di far desistere i tre fratelli

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mini il_sindaco_di_Serra_San_Bruno_Bruno_RosiSERRA SAN BRUNO – Dopo dieci giorni dallo scoppio della "bomba Alaco" con l'operazione "Acqua sporca" condotta dalla procura, dai Nas e dal Cfs, il sindaco Bruno Rosi emana l'ordinanza di non potabilità dell'acqua sul territorio comunale. Dopo aver ricevuto la comunicazione telefonica da parte della Esi Lab, incaricata di effettuare le analisi dell’acqua, circa «la possibilità che i risultati delle analisi effettuate sui campioni di acqua prelevati, in data 21 maggio, nei punti di prelievo di piazza San Giovanni, piazza monsignor Barillari, via Monte Calvario angolo via Volta, potrebbero non rientrare nei limiti previsti dal decreto legislativo n. 31/01». Considerato che «l’acqua proveniente dal serbatoio Sorical  viene erogata in quasi tutto il territorio comunale» e vista «l’urgente e non procrastinabile necessità di intervenire a tutela della salute pubblica fino a quando non sarà accertata la conformità dell’acqua erogata alle vigenti disposizioni di legge», il sindaco di Serra San Bruno ha emesso una ordinanza  «con decorrenza immediata» per vietare «l’uso dell’acqua potabile ai fini del consumo umano

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mini paura19 maggio, 8 meno 20 del mattino. Esplode Brindisi. L’atrio di una scuola, all’arrivo di pullman e pendolari, viene sfregiato da una bomba pensata per uccidere, non per esibire i muscoli. Una bomba che flagella una ragazza, Melissa Bassi, 16 anni e ne ferisce altre 5. Una nazione sotto choc. È la prima strage che colpisce il fresco carico di futuro e gioventù che popola una scuola. Ed è un pugno allo stomaco, perché improvvisamente tutte le nostre scuole possono essere la Morvillo Falcone, tutte le nostre figlie possono essere Melissa. Ovunque incombe l’ombra nera della bomba. Perciò c’è chi spera che ce ne staremo in silenzio e accetteremo tutto e forse anche di più.
Sono tempi senza Dio, penserebbe chi ci crede. Aggrediti da una crisi politica, finanziaria e morale. Al limite della sopravvivenza civile. La diseconomia che avanza. La disperazione che si allarga come una macchia d’unto. Il Palazzo arroccato a difesa dei suoi privilegi. I partiti che evaporano. Le elezioni che ci raccontano di una netta supremazia dei movimenti che arrivano dal basso e stravolgono i progetti delle stanze dei bottoni. I territori in tumulto. Le proteste. I forconi. I no tav. “Concidenze” che hanno sempre trovato una strage di Stato pronta a zittire ogni opposizione. Ogni rivolta. Una strategia della tensione firmata politica, finanza e servizi segreti. Uno stato di polizia legittimato dal terrore. Il terrore che riduce gli spazi alla democrazia e al confronto. Come per dire fate i bravi e state muti. Perché è la paura che rende muti. La paura di aver oltrepassato una boa in mare aperto oltre la quale niente è più sicuro. Un punto di non ritorno. Gli studenti di Brindisi come i contadini di Portella della Ginestra. Come i morti di Piazza Fontana o della Questura a Milano, del treno che deraglia sui binari minati a Gioia Tauro nel ’70, di Piazza della Loggia a Brescia o del treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro nel ’74 e poi 10 anni dopo sul rapido 904. Della strage di Bologna e di quella di Ustica.
10 giorni dopo la gambizzazione del dirigente d’Equitalia, con tanto di volantino di rivendicazione brigatista allegato, Brindisi segna il ritorno di un progetto che rispunta ogni volta che ce n’è bisogno. Anni torbidi in Italia. Le cose si fanno difficili, la crisi economica e politica avanza e ritorna la paura, le bombe ed i morti. Un progetto che abbiamo già conosciuto e non ci inganna. Velato sotto un’ignobile sfregio alla vita e alla cultura. Ad una scuola intestata ad un magistrato donna, Francesca Morvillo Falcone, uccisa il 19 maggio 2012 per la seconda volta con una bomba capace di macchiare di sangue vite, zainetti e diari.

Per soffocare ogni dubbio o si cattura velocemente l’attentatore di Brindisi, il nuovo Una Bomber col telecomando in mano, ammesso che ci sia, oppure prepariamoci all’ennesimo processo lungo un quarto di secolo, dove alla fine, guarda caso, i colpevoli non esistono.

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mini FOTO_AIBESSERRA SAN BRUNO – Pubblico delle grandi occasioni a Gasperina per l’ undicesimo concorso regionale organizzato dall’ Aibes (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori) svoltosi lunedì scorso nella ridente cittadina Jonica. Undici sono i concorsi regionali organizzati finora nella nostra regione che, anno dopo anno,  vedono sempre più numerosi Barmen professionisti del mestiere, giovani che  ambiscono a diventarlo ed appassionati di questo avvincente e affascinante  mondo del beverage. La competizione ha stabilito chi, tra i partecipanti, avrà l’onore di approdare alla finale nazionale Aibes che si terrà a Sorrento nel prossimo mese di Novembre. Sei le sfide in programma, suddivise nelle seguenti categorie: “Amici Sparkling”, “Emergenti – cocktails al caffé”, “Aspiranti - Frozen”, “Professionisti – Afterdinner”, “Professionisti – Longdrink” e “Professionisti – Predinner”. Ancora una volta, la sezione vibonese dell’ Aibes sorprende per le posizioni in classifica dei propri affiliati: dopo la vittoria nella scorsa edizione di Barban dell’ anno da parte Dominic Garcea, l’ undicesimo concorso ha visto protagonisti nelle varie categorie la tropeana Mariastella Scrugli (1a classificata), i vibonesi Fausto Ranniti (3° classificato) ed Erika Bentivoglio (terza classificata),  ed il serrese Domenico Scrivo (foto), primo classificato nella categoria “Aspiranti Frozen Barmen”.

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