Lunedì, 05 Luglio 2021 15:57

Guerra dei carburanti, la denuncia del dirigente: «Non sarò il capro espiatorio»

Scritto da Redazione
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Il responsabile dell’area Manutenzione e Urbanistica del Comune di Serra San Bruno Roberto Camillen comunica all’ente che rispetto all’«assegnazione del procedimento sull’impianto carburanti della ditta Muzzi Unipersonale srl» non assumerà il ruolo di responsabile del procedimento. Camillen insomma intende tirarsi fuori e non adottare alcun atto amministrativo rispetto alla vicenda ormai da tempo ribattezzata “guerra dei carburanti”, un lungo contenzioso legale tra le aziende Schiavello e Muzzì a cui, ora, si aggiunge un nuovo capitolo. Il dirigente comunale mette infatti nero su bianco - in una contestazione inviata al sindaco, ai capigruppo di opposizione, al sindacato Slai Cobas e alle ditte interessate - le ragioni per cui, a suo giudizio, «sussistono le condizioni di incompatibilità, di cause di astensione obbligatoria e anche di opportunità». E lo fa con una lunga lettera in cui non mancano affermazioni forti su come l’amministrazione comunale starebbe gestendo la vicenda.

Innanzitutto, Camillen contesta «la mancata attivazione» delle procedure previste dal vigente piano anticorruzione che «testualmente recita “in tutti i casi di incarichi conferiti verrà acquisita una dichiarazione dell'interessato sulla inesistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità e una dichiarazione sulla inesistenza di astensione del codice di comportamento”». In realtà, scrive il dirigente, «informalmente è stato comunicato per le vie brevi l'intenzione di procedere in tal senso sia dal segretario generale quanto dalla politica e, malgrado siano state ribadite le cause palesi di incompatibilità/astensione obbligatoria/opportunità previste dalle norme vigenti, si è inteso procedere lo stesso». Ciò sarebbe stato deciso «sulla base di un fantomatico parere espresso verbalmente da un legale di fiducia». Mentre fino ad oggi, prosegue Camillen, «riconoscendo l'incompatibilità di tutti i tecnici in servizio presso l'ente, il segretario generale ha assunto la responsabilità del procedimento», adesso, «di colpo», dopo aver «portato quasi a definizione la pratica e dopo aver richiesto a supporto delle decisioni da intraprendere un parere legale, l'ente scopre che le incompatibilità precedentemente acclarate e accettate non esistono più». Come mai? La risposta sarebbe «semplice» secondo il dirigente: «Dopo che sono caduti gli alibi che, di volta in volta, in qualche modo consentivano di rinviare ogni decisione (sequestro penale dell'area, ricorsi amministrativi, procedura avviata presso ABR/DAM, ecc.) bisogna adottare provvedimenti. E qui entra in gioco la sindrome di Ponzio Pilato e quindi bisogna trovare un capro espiatorio a cui addossare ogni colpa». Quindi sarebbero state «scaricate» sul dirigente «tutte le mancanze, le non decisioni, il continuo prender tempo e tutte le negligenze pregresse che provocheranno inevitabilmente gravi ripercussioni finanziarie sull'ente».

Le ragioni dell’incompatibilità, secondo Camillen, «risiedono nel fatto che progettista e D.L. della pratica in questione è un libero professionista coniugato con lo scrivente e che attualmente si ritrova sotto procedimento penale». Il dirigente comunale aggiunge che «le ragioni di astensione obbligatoria risiedono nella grave inimicizia con una delle parti che, oltre ad aver denunciato il progettista e D.L. e quindi mia moglie, non ha lesinato nei confronti dello scrivente denunce ed esposti», oltre che nel suo «strettissimo legame di amicizia» con un'altra delle parti.

Camillen sottolinea di non dover «tutelare gli interessi economici di nessuno» né coltivare bacini elettorali, ma aggiunge di aver interessato della vicenda l'intero consiglio comunale «a causa delle gravi ripercussioni economiche che inevitabilmente ricadranno sull'Ente».

Il dirigente conclude: «Stiano sereni coloro i quali già da tempo minacciano ritorsioni io sono qui e aspetto pazientemente e non mi lascerò intimidire dalle manine che tramano nell'ombra o da altri soggetti o da professionisti esterni all'Ente».

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