Venerdì, 04 Maggio 2018 11:38

Buon compleanno, Filippo

Scritto da Alessandro De Padova
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SORIANO – Un ragazzo solare ed estroverso. Un instancabile lavoratore che, come ogni altro giovane della sua età, amava la vita e magari, chissà, già immaginava di farsene una tutta per sé.

Un destino crudele, però, ha voluto che per Filippo Ceravolo la vita finisse all’età di 19 anni, nel pieno della giovinezza. Era il 25 ottobre 2012 e Filippo aveva deciso di recarsi nella vicina Pizzoni per andare a trovare la fidanzata. Nel rincasare, il 19enne - che sarebbe poi stato dichiarato vittima di mafia - chiese un passaggio ad un’altra persona e, nei pressi del Calvario, l’autovettura con a bordo i due fu raggiunta da alcuni colpi di fucile. La dinamica dell’accaduto ha fatto subito pensare ad un agguato di ‘ndrangheta. E in effetti così è stato. L’obiettivo dei sicari, però, non era Filippo ma il ragazzo che viaggiava assieme a lui. Trasportato allo “Jazzolino” di Vibo Valentia dove i medici hanno fatto il possibile per cercare di salvargli la vita, purtroppo Filippo non ce l’ha fatta.

Il suo ricordo è vivo più che mai, soprattutto per chi, come papà Martino e mamma Anna, l’hanno cresciuto con i valori di una famiglia che ha fatto sempre degli enormi sacrifici per andare avanti. Quella di oggi, venerdì 4 maggio, poi, non è una giornata come tutte le altre per la famiglia Ceravolo: Filippo, infatti, avrebbe compiuto 25 anni e per l’occasione, stasera alle 18, ci sarà una Santa Messa nella chiesa di San Francesco a Soriano, alla presenza tra gli altri del sindaco Francesco Bartone, dell’onorevole Angela Napoli, dei rappresentanti di Libera e della gente comune che non ha mai mancato di dare il proprio sostegno a chi, come loro, da 6 anni conducono una battaglia chiedendo verità e giustizia per la morte del proprio caro.

«Da sei anni - ha affermato il papà Martino - per noi il 4 maggio non è più una giornata di festa. Filippo ci manca tantissimo e non riusciamo a darci pace fin quando gli assassini non andranno in carcere. Per questa gente l’unica soluzione possibile è il fine pena mai, non vedo altre strade». Sono passati sei anni, eppure Martino non ha perso la fiducia nelle istituzioni: «Siamo ottimisti sul fatto che presto verrà dato un nome e un cognome a chi ha ucciso mio figlio. I carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno assieme a quelli della Stazione di Soriano, gli agenti del Commissariato di polizia di Serra e il pool guidato dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri stanno portando avanti un lavoro di tutto rispetto che, speriamo, possa dare quanto prima i suoi frutti». A sostenere la famiglia, l’avvocato Giovanna Fronte: «Il caso - sono le parole del legale - è ancora allo stato iniziale. Sono state fatte delle indagini e sono state archiviate ma per quanto riguarda i familiari e il sottoscritto avvocato il lavoro continua. Stiamo passando al setaccio ogni piccolo aspetto di quanto è stato raccolto dalla Procura e stiamo analizzando e studiando ogni piccolo fenomeno criminale che sta interessando il territorio delle Preserre. Siamo fiduciosi che arriveremo ad una soluzione che permetta di trovare i colpevoli e quindi di dare risposte alla domanda di giustizia. Abbiamo la speranza che chi ha usato la sua mano per uccidere un innocente abbia uno scatto di orgoglio e dignità e parli. L’unico onore di cui un uomo può vantarsi».

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