Martedì, 31 Maggio 2016 09:49

Elevata mortalità nelle Serre, l'appello dell'associazione Momò: 'Si agisca al più presto'

Scritto da Redazione
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Iniziano ad arrivare le prime reazioni a seguito del rapporto dell'Istituto superiore di sanità, rispetto allo studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria, all'interno del quale uno specifico capitolo è dedicato anche alla zona delle Serre.

Ad intervenire è il presidente dell'associazione Momò, con sede a Mongiana, Pasquale Raffaele Demasi, il quale si appella «a tutte le associazioni e comitati presenti sul territorio dei comuni interessati, ai sindaci e agli amministratori, con particolare riferimento al primo cittadino di Mongiana, Bruno Iorfida, a quello di Fabrizia, Antonio Minniti e al futuro sindaco di Serra San Bruno», affinchè «ci si confronti nel più breve tempo possibile per discutere su data e luogo di un primo incontro/confronto di respiro popolare intercomunale».

«All'interno del rapporto – prosegue Demasi – si legge testualmente: “Sono state considerate, in particolare, due cause di contaminazione ambientali, vale a dire un traffico internazionale illegale di scorie tossiche-radioattive, emerse a seguito della desecretazione del dossier 588/3 e l'invaso dell'Alaco, il cui utilizzo è messo in discussione alla luce di valutazioni contrastanti della qualità dell'acqua e dell'idoneità dell'impianto di potabilizzazione».

«Nel documento, inoltre – fa sapere il presidente dell'associazione Momò – si possono leggere, a pagina 111, notizie inerenti il “Caso studio sulle Serre calabresi”. Capitolo, questo, che riporta nel paragrafo “Contaminazione ambientale” il seguente scritto: “A seguito della desecretazione parlamentare, che ha portato alla luce il dossier 588/3 del SISDE (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica) viene riportato un presunto traffico internazionale illegale di scorie tossico-radioattive. Tali documenti, inoltre, citano vari comuni (Fabrizia, Mongiana e Serra San Bruno) e zone (tra cui l'area in cui è presente l'invaso dell'Alaco) ricadenti in questo sistema paesaggistico del Vibonese, dove sarebbero stati interrati fusti radioattivi. Sulla base di quanto esposto, nell'area in esame appare ben documentata una sovra mortalità, rispetto alla Regione Calabria alla quale concorrono in modo particolare i tumori totali».

In chiusura, Demasi chiede dunque «la dovuta chiarezza e tutte le informazioni utili» agli organi preposti e di «pianificare una programmazione volta al monitoraggio del territorio e allo sviluppo, in tempi rapidi, di analisi atte a valutare le reali condizioni ambientali ed il relativo grado di inquinamento».

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