Mercoledì, 28 Aprile 2021 14:18

Estorsioni col metodo del “cavallo di ritorno”, Falvo: «I cittadini possono fidarsi»

Scritto da Redazione
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Estorsione consumata e tentata, ricettazione, detenzione illegale e porto abusivo di arma da fuoco. Sono questi i reati contestati alle sette persone arrestate stamattina nell’operazione “Trailer Fee”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo, guidata dal Procuratore Camillo Falvo ed eseguita dai carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia. Una presunta organizzazione criminale «che - ha affermato Falvo nel corso di una conferenza stampa - che agiva al confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. L’operazione di oggi scaturisce dalla denuncia del furto di un rimorchio di autoarticolato, avvenuto nel maggio 2020 a Mileto, e dalla solerzia di un militare dell’Arma che ha portato all’attenzione della Procura ciò che stava accadendo». Dopo il furto, sarebbe avvenuta la richiesta di denaro. «Prima 1000 euro in due tranche, poi non gli bastano e dicono che ce ne vogliono altri 2 mila, ma non bastano neanche questi. A quel punto - aggiunge il procuratore di Vibo - la vittima non ce la fa più e si rivolge ai carabinieri. Grazie a lui sono stati registrati anche degli incontri. L’uomo alla fine ha sborsato 3mila euro quando il valore del mezzo era di 8-10mila, e gliene avevano chiesti anche altri 1500. Il rimorchio, però, non è stato neanche restituito, per questo tra i reati contestati c’è anche la ricettazione». In particolare, i metodi estorsivi sarebbero stati compiuti con il metodo del “cavallo di ritorno”, ed il principale responsabile dell’attività, secondo quanto precisato dal procuratore della Repubblica, sarebbe «Giuseppe Bellocco, pregiudicato vicino ai Bellocco di Gioia Tauro».

In carcere, oltre a Bellocco, sono finiti Giovanni Sesini, 31 anni, di Rosarno; Angelo Bartone, 46 anni, di Paravati e Rocco Restuccia, 34 anni, di Rosarno. Domiciliari per Domenico Bartone, 53 anni, di Paravati e Antonio Cacciola, 40 anni, di Rosarno. Un’altra persona non è stata sottoposta a misura cautelare in quanto deceduta.

Secondo Falvo «è elevatissimo il rischio che la criminalità organizzata torni a rialzare la testa in questo particolare momento di crisi economica legata al Covid-19. Agli imprenditori dico: quando avete avvisaglie non abbiate timore a rivolgervi alla Procura e alle forze di polizia. I cittadini possono fidarsi, abbiamo costruito pezzo dopo pezzo una macchina che funziona bene». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il comandante provinciale dei carabinieri Bruno Capece: «L’operazione di oggi - ha affermato - è un’ulteriore riprova della fiducia della gente, che è la soddisfazione più grande. Non è più vero che Vibo è all’insegna dell’omertà».

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