La monografia curata da Pietro Comba (Istituto Superiore di Sanità) e Massimiliano Pitimada (dottore Forestale) troverà spazio nell’importante convegno scientifico dal titolo “Ambiente e salute: un impegno comune per ridurre gli impatti sulla salute delle esposizioni ambientali”. 

Continua dunque a farsi strada negli ambienti scientifici il rapporto dell’Iss, uno studio che, come già riportato dal Vizzarro nel maggio 2016, si è concentrato sui territori di Crotone (dove è stato identificato un sito di interesse nazionale compreso nel triangolo Crotone-Cerchiara-Cassano); alcuni siti ricadenti nella provincia di Catanzaro (nei territori di Davoli e Lamezia Terme) e la vallata dell’Oliva (fiume, nel Cosentino, che attraversa i Comuni di Aiello Calabro, Amantea, Cleto, Domanico, Grimaldi, Lago, Malito, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello). Tutti luoghi dove è emerso un dato significativo di mortalità rispetto al resto del territorio regionale. 

Tra i siti nominati nel rapporto non sono mancate le Serre Calabre, dove, secondo quanto riportato sempre nello studio «appare ben documentata una sovra mortalità rispetto alla Regione Calabria alla quale concorrono in modo particolare i tumori totali e specialmente quelli gastrici». Tra le aree particolarmente attenzionate dunque anche le Serre Vibonesi, nello specifico i comuni di Fabrizia, Mongiana e Serra San Bruno.

«La pubblicazione (maggio 2016 ndr) – ha dichiarato Massimiliano Pitimada, uno dei curatori – pur prendendo il nome di “Rapporto Istisan”, non è e ne vuole essere un rapporto di fine lavoro, ma un input per continuare questo determinato studio. A sostegno della volontà di portare avanti l’importante lavoro c’è proprio l’ultimo capitolo della monografia, che si intitola “Proposta di uno studio epidemiologico della popolazione residente nei siti contaminati della Regione Calabria”. L’incontro bolognese è molto importante, anche perché è nostra intenzione continuare a far comparire questo studio in vari convegni scientifici. Partendo da questi appuntamenti specifici puntiamo a creare una sinergia col mondo dell’associazionismo, ma soprattutto con la politica, affinché possa continuare l’azione concreta di studio sui territori contaminati. Ne approfittiamo dunque per rinnovare la nostra proposta, già presente nello studio». 

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