Martedì, 01 Giugno 2021 09:21

'Ndrangheta in Piemonte, condanne ridotte per gli Stambè di Gerocarne

Scritto da Redazione
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È stata pronunciata ieri dalla Corte d’Appello di Torino la sentenza relativa al processo Barbarossa, sulla ‘ndrangheta fra Asti e Costigliole d'Asti. Si tratta di 15 imputati, riconosciuti al vertice dell’organizzazione, che avevano il maggior peso di accuse e che già due anni fa avevano scelto il rito abbreviato per godere di uno sconto di pena. Alla sbarra anche la famiglia Stambè, originaria di Sant’Angelo di Gerocarne, oltre a presunti esponenti apicali dei clan del Reggino trapiantati in Piemonte. Molti hanno ammesso le loro responsabilità, di conseguenza si sono trasformati in testimoni di forte impatto sul processo ordinario che si è tenuto davanti al Tribunale di Asti a carico dei restanti 9 imputati “minori”.

Dei 15, solo uno (Bruno Agostino) ha scelto di discutere il processo d’appello, che si è chiuso a suo carico con una conferma della condanna e un piccolo sconto: dagli iniziali 10 anni e 4 mesi agli attuali 9 anni e 10 mesi. Tutti gli altri, invece, su consiglio dei loro avvocati, hanno scelto la via della pena concordata, riducendo anche notevolmente le pene inflitte in primo grado. Lo sconto di pena maggiore è quello a carico di Michele Stambè, che è passato da una prima condanna a 20 anni ad una di 10 anni. Significativa anche la riduzione di pena nei confronti di Rocco Zangrà, considerato il referente dell’organizzazione per tutta la zona di Alba, che avrebbe avuto influenza anche sulla locale di Asti: a fronte dei 12 anni e 8 mesi inflitti in primo grado per il solo processo Barbarossa, in appello ha visto una pena finale di 6 anni e 6 mesi comprensivi anche dell’operazione Albachiara aggiunta in continuazione all’inchiesta astigiana. Tornando alla famiglia originaria di Gerocarne, per Daniele Stambè la condanna è passata da 9 anni agli attuai 6. Salvatore Stambè, invece, si è visto ridurre la pena da 11 anni e 8 mesi a 7 anni. Condanna a 8 anni per Salvatore Carè (in primo grado era stato condannato a 11 anni) mentre per Luca Scrima gli anni inflitti sono stati 9 e 9 mesi contro i 14 anni e 8 mesi del primo grado. Giuseppe e Ferdinando Catarisano, padre e figlio, sono passati da 9 anni e 4 mesi del primo grado a 6 anni concordati con i giudici di Corte d’Appello. Confermata invece la pena a carico di Vincenzo Emma: 10 anni, come in primo grado ma in continuazione con un’altra sentenza sempre riguardante un processo di associazione mafiosa. I fratelli Giuseppe e Adriano sono stati condannati a 6 anni e 6 mesi. Gianfranco Guzzetta dovrà scontare 6 anni (9 anni in primo grado), Agim Lena 3 anni (5 anni e 4 mesi prima condanna) e Massimo Marchiori 8 mesi contro gli iniziali 3 anni e 4 mesi.

Confermati i risarcimenti per i Comuni di Asti e Costigliole, costituiti in parte civile con l’avvocato Giulio Calosso, di 250 mila euro e 100 mila euro.

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