Domenica, 15 Novembre 2020 11:15

Sanità e zona rossa, Mangialavori: «Il commissariamento ha fallito ma il governo non ascolta i territori»

Scritto da Redazione
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Durante la puntata di “Detto tra noi” andata in onda giovedì scorso su Radio Serra, a fornire il suo contributo rispetto all’emergenza Covid e alla situazione calabrese è stato anche il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. I conduttori del programma Daniela Maiolo e Sergio Pelaia – regia di Bruno Iozzo – hanno sottolineato come le lungaggini nel processare i tamponi in Calabria potrebbero presto fare da apripista a «rischi ingestibili e incalcolabili per la sanità regionale» e hanno ricordato la manifestazione dei sindaci del Vibonese davanti alla Prefettura al fine chiedere tempi e strumenti certi per affrontare la pandemia. Tra le richieste anche la previsione di punti per l’effettuazione di test rapidi al fine di scremare una grossa porzione di casi con sospetti.

L’incipit di Mangialavori (medico, oltre che politico) è stato dedicato alla classificazione della Calabria come zona rossa: «Se pensiamo asetticamente solo ai numeri – ha spiegato il parlamentare vibonese – direi che la decisione di dichiarare la Calabria “zona rossa” è stata eccessiva, anche se sicuramente i casi andranno ad aumentare. Per essere oggettivi, il problema nostro è l’eventuale ricorso alle strutture sanitarie. Molto probabilmente il governo si è preoccupato della nostra non capacità di accogliere i pazienti nel caso in cui ci dovesse essere un’ondata critica».

In merito a come il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, abbia accolto negativamente la possibilità di una nomina di Gino Strada a commissario ad acta della Sanità calabrese, e sulla recente guida di Giuseppe Zuccatelli, il parlamentare ha chiarito: «Io non entro nel merito delle nomine e non mi interessano i nomi. Ritengo che sia fallito proprio lo strumento del commissariamento. Dal governo continuano a considerarci incapaci di gestire la sanità quando da 10 anni a decidere sono i commissari con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Sono contro il commissariamento e contro qualsiasi persona che possa venire da fuori senza conoscere il territorio».

Un fallimento, come sottolineato dai conduttori di “Detto tra noi”, che si può attribuire anche alla politica e a persone che il territorio lo conoscevano come Giuseppe Scopelliti, che quella carica l’ha ricoperta e, ancora prima, Agazio Loiero nelle vesti di governatore. Dunque, sull’evidente impasse e sulla soluzione per uscire dal commissariamento, Mangialavori ha continuato: «Prima di tutto ci dovrebbe essere un governo disposto ad ascoltare, andrebbe valutato con attenzione quanto successo negli ultimi anni e mi sembra che questi presupposti non ci siano. È verissimo che il commissariamento è venuto fuori a causa di una gestione pessima dei fondi pubblici, ma, alla luce di quello che è successo in circa 11 anni, i commissari tutto hanno fatto tranne che risanare l’aspetto economico, nonostante tagli su tagli e una sanità che oggi non si può più definire da Paese civile. Quindi auspico che la gestione torni ai calabresi, con i dovuti controlli ovviamente, ma gestita da chi conosce i problemi del territorio».

Commentando la manifestazione dei sindaci del Vibonese che hanno consegnato al prefetto Zito un documento con le richieste per la gestione della pandemia, Mangialavori ha infine annunciato: «Già da tempo ho avviato un’interlocuzione con il commissario dell’Asp di Vibo, Giuseppe Giuliano, il quale conosce benissimo la situazione e ritengo stia lavorando nella direzione giusta. Proprio in questi giorni dovrebbe arrivare all’ospedale di Vibo uno strumento che permetterà di campionare i tamponi. Tempi tecnici permettendo, quindi, mi auguro che a breve Vibo riesca a processare i tamponi della nostra provincia. Dunque, i problemi che stanno affrontando oggi i cittadini del Vibonese non dovrebbero più esistere. La situazione attuale è assolutamente inaccettabile, perché una persona che risulta positiva a un tampone rapido (positività quasi sempre confermata) non può stare in attesa una settimana prima di avere l’ufficialità. Questa è una follia».

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