Un’iniziativa che, come quelle precedenti, ancora una volta ha destato l’entusiasmo della comunità e, soprattutto, ha attirato verso la cittadina numerosi visitatori provenienti dai centri limitrofi. La prima edizione del "Carnevale Serrese" si è infatti dimostrata un vero e proprio successo, capace di coinvolgere in un allegro corteo in maschera diverse centinaia di persone. Ma, come d’altronde era già accaduto per le iniziative organizzate dal sodalizio nei mesi scorsi, l’evento è stato del tutto snobbato dall’amministrazione comunale, che anzi ha perfino omesso di garantire la sicurezza ai partecipanti alla manifestazione con il blocco preventivo del traffico veicolare. Sono stati infatti gli stessi promotori e diversi cittadini a sopperire alla negligenza, arrivando addirittura a vestire i panni dei “vigili urbani improvvisati” per gestire il flusso delle automobili che avrebbe potuto arrecare disagi rispetto alla buona riuscita di un evento che, tra l’altro, contava anche la presenza di molti bambini. Per fortuna, in definitiva, non si sono verificati incidenti anche se le operazione di gestione del traffico, non complicate per il tratto di Corso Umberto I ubicato nel quartiere “Terravecchia”, si sono rivelate molto più intricate per il territorio di “Spinetto” dove la principale arteria urbana della viabilità cittadina si interseca con numerosi incroci stradali.

L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Rosi – ovviamente a conoscenza da settimane dello svolgimento di questo evento – non si è dunque affatto preoccupata di garantire i minimi requisiti di sicurezza per lo svolgimento dell’evento. Figuriamoci, allora se – così come accaduto per il carnevale di molti altri comuni calabresi – gli organizzatori avessero richiesto di propagandare a dovere l’evento per diffondere al meglio questi importanti momenti aggregativi e culturali o di partecipare, casomai, all’organizzazione logistica con un contributo economico.

Cosa aspettarsi d’altronde da un’amministrazione che in uno degli ultimi bilanci di previsione aveva stanziato alla voce “Eventi culturali” una somma di sole 250euro, o che si è dimostrata capace di lasciare passare in sordina anche ricorrenze di un certo spessore quali il centenario della morte di Mastro Bruno Pelaggi o, ancora, i cinquecento anni dalla beatificazione di San Bruno e del ritorno dei frati certosini nel sacro convento serrese dopo un’assenza di quasi quattro secoli. L’arrivo in città di centinaia di persone dovrebbe essere inteso come un’opportunità, seppur piccola, da non lasciarsi sfuggire, soprattutto perché – con un’adeguata promozione – queste ed altre iniziative potrebbero rivelarsi un indotto importante per le attività commerciali ubicate sul territorio comunale. A Serra, invece, anche domenica scorsa si è assistito all’inerzia di un’amministrazione che già nel recente passato si era lasciata sfuggire, dunque, ghiotte occasioni, utili magari a far conoscere la cittadina ben oltre i confini locali attraverso l’avvio di campagne promozionali o il coinvolgimento di tutti quei settori economici che proprio da eventi come quello di domenica avrebbero potuto trarre beneficio. Sarebbe magari il momento di iniziare a lavorare in sinergia con società, associazioni o qualsivoglia soggetto di promozione sociale, con gli operatori commerciali, soprattutto, per implementare un rilancio socio-economico che, al momento, a Serra San Bruno ha tutta l’aria dell’utopia irrealizzabile.