Martedì, 06 Febbraio 2018 16:28

Ex Lsu-Lpu, i chiarimenti di Palazzo Chigi confermano i dubbi dei sindaci "ribelli"

Scritto da Redazione
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Una vicenda già per nulla semplice quella che riguarda il percorso di stabilizzazione degli ex Lsu-Lpu in servizio in diversi Comuni e in molti altri enti della Calabria, resa ancora più caotica però in queste ultime ore da una circolare emessa dal dipartimento Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri.

L’atto ha confermato il finanziamento statale di 50milioni di euro per l’anno 2018 a favore dei lavoratori e, allo stesso tempo, la possibilità di prorogare i contratti per i lavoratori che hanno già prestato i 36 mesi a tempo determinato, purché in tal caso sia previsto un percorso che miri alla stabilizzazione del lavoratore entro e non oltre la fine dell’anno in corso. Ipotesi, questa, poco concretizzabile in particolare per i piccoli Comuni che hanno in servizio decine di ex Lsu-Lpu ma che, per evidenti ristrettezze di bilancio, non possano annetterli tutti nella propria pianta organica. Erano stati pochi i primi cittadini che proprio in virtù di quanto disposto dalla legge Madia si erano rifiutati di sottoscrivere le proroghe, ma pare dunque adesso che tale scelta sia stata motivata da una prudenza più che fondata. Infatti secondo quanto comunicato dalla Funzione pubblica «i lavoratori in argomento, ove la Regione definisca l'elenco previsto dal predetto comma 8, dovrebbero essere già inseriti in un percorso di stabilizzazione che giustificherebbe la possibilità di proroga finalizzata del contratto». Il nodo starebbe emergendo allora per i diversi Comuni, la maggior parte sembra, che hanno deciso di rinnovare i contratti senza poter però dare certezze rispetto alla successiva stabilizzazione dei lavoratori. In tal caso chi non verrà stabilizzato entro la fine del 2018 dovrà rientrare «nel bacino dei lavoratori impegnati in attività socialmente utili e di quelle di pubblica utilità». Situazione che determinerebbe «una riduzione della tutela riconosciuta dal comma 223 della legge 205/2017» e che condurrebbe quindi i lavoratori di nuovo alla condizione occupazionale antecedente al 2015 e alle condizioni sancite dalla contrattualizzazione goduta in questi ultimi 36mesi.

Non sono mancate a riguardo le reazioni del mondo della politica e delle istituzioni. In particolare il primo cittadino di Arena, Antonino Schinella, uno dei pochi che non aveva proceduto con la proroga dei contratti, ha chiesto alla Regione Calabria e ai ministeri competenti di «conoscere con la massima urgenza che il caso richiede lo status e, pertanto, l’inquadramento giuridico ed economico dei lavoratori ex lsu in dotazione al Comune di Arena, per i quali, si ribadisce, non è stato possibile avviare il relativo processo di stabilizzazione a causa delle limitate risorse finanziarie disponibili e delle facoltà assunzionali verificate in fase di predisposizione del Fabbisogno del personale dipendente». Schinella ha inoltre richiesto «l’adozione degli atti di rispettiva competenza, da adottare con celerità, al fine di tutelare i suddetti lavoratori, invitando la stessa Regione a valutare la tempestiva sottoscrizione di specifica convenzione di utilizzo, fino al 31.12.2018, dei lavoratori socialmente utili, di pubblica utilità e dei lavoratori impegnati in attività socialmente utili».

 A pronunciarsi sulla questione è stata anche la deputata Dalila Nesci per la quale «il chiarimento della Funzione pubblica sulla possibilità di prorogare i contratti degli Lsu-Lpu conferma in pieno le osservazioni in materia già espresse da sindaci, segretari comunali e Movimento 5stelle». «Primo, la Funzione pubblica – prosegue la parlamentare 5stelle – ha esplicitato che sono prorogabili i contratti per i soli lavoratori stabilizzabili, cioè per quelli che rientrino nel fabbisogno ufficiale degli enti territoriali e che gli stessi enti possano stabilizzare con le proprie risorse. Secondo, i 50milioni trasferiti dal governo alla Regione per il 2018 sono la quota parte dello Stato per il completamento del percorso di stabilizzazione di quegli Lsu-Lpu che potranno essere assunti dagli enti territoriali a tempo indeterminato. Quelli che rimarranno esclusi, cioè la maggioranza, rientreranno nel bacino regionale di provenienza, per cui la Regione dovrà indicare se potrà stabilizzarli, come potrà stabilizzarli, quando potrà stabilizzarli e con quali risorse». «In sintesi – precisa ancora la parlamentare grillina – la proroga dei contratti a tutti i lavoratori, anche a quelli non stabilizzabili, espone gli amministratori locali al rischio di danno erariale da risarcire in proprio. Invece, il futuro dei lavoratori esclusi dalle stabilizzazioni è del tutto incerto e la Regione di Oliverio, che ha spinto molti sindaci a prorogare i contratti, non ha ancora un piano per evitare un dramma sociale di proporzioni enormi e per risolvere un precariato che non può essere perpetuato, ogni volta, con la Legge di Stabilità». «A questo punto – conclude Nesci – lasciando a Bruno Bossio e al governatore Oliverio le loro evidenti fake news, è fondamentale che i sindacati esercitino pressione e che le forze politiche, tutte, prendano coscienza della realtà e della necessità di provvedimenti risolutivi».

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