Giovedì, 21 Giugno 2018 12:52

Serra, al via le attività di accalappiamento dei cani randagi

Scritto da Redazione
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Come annunciato dal primo cittadino Luigi Tassone, l’amministrazione comunale di Serra San Bruno, con l’ausilio del personale competente dell’Asp di Vibo Valentia, ha avviato in queste ultime ore le attività di accalappiamento dei cani randagi che saranno poi affidati a una struttura privata per il ricovero e l’assistenza, la “Futuredil di Carone Pietro & C.” con sede a Ricadi.

Nel corso dei giorni scorsi proprio Tassone aveva reso nota la riattivazione del servizio di affidamento e ricovero, interrotto ormai da mesi già durante il mandato dell’ex sindaco Bruno Rosi. I rapporti con il canile convenzionato si erano interrotti anche a causa di alcuni debiti regressi (circa 26mila euro), sorti a fronte del servizio svolto ma mai saldato da parte dell’ente di piazza Tucci. Alla fine del 2017, l’amministrazione in carica aveva riconosciuto il debito e con una conseguente delibera di giunta aveva riattivato l’iter relativo all’affidamento del servizio stesso. Dopo una serie di difficoltà burocratiche, relative a un primo bando andato deserto e al mancato rispetto dei requisiti indicati dal secondo avviso per l’unica offerta pervenuta, con un terzo procedimento si è riusciti finalmente in seguito a procedere con l’affidamento. La convenzione per l’affidamento dei cani randagi accalappiati sul territorio comunale è di fatto, dunque, entrata in vigore in queste ultime ore e riguarda anche i servizi di ricovero e assistenza oltre che quello di mantenimento per un importo annuale di 13mila euro (Iva esclusa), mentre le attività di accalappiamento, come già detto, sono curate dal personale addetto dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. Sul territorio verrà accalappiato, di volta in volta, un numero massimo di 25 esemplari che poi saranno quindi destinati alla struttura privata che si occuperà della custodia.

I randagi accalappiati, già a partire dalle attività svolte in queste ore, «saranno, come previsto dalla normativa vigente in materia, dotati di microchip per l’identificazione, analizzati e in seguito trasferiti nel canile, con l’auspicio – ha chiarito proprio il primo cittadino Tassone – che la struttura riesca poi ad adottarli».

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