Non c’è pace per l’Asp di Vibo Valentia e, soprattutto, non c’è pace per gli utenti di una rete sanitaria sempre più precaria rispetto in particolare ai tempi delle prestazioni offerte. Dopo il recente caso, assurto all’attenzione dei media nazionali, dell’83enne di Serra San Bruno che avrebbe dovuto attendere fino al 2020 prima di poter beneficiare di una visita cardiologica (vicenda per la quale è poi arrivata la smentita da parte dei vertici dell’Azienda sanitaria provinciale) questa volta a suscitare polemiche è un secondo caso legato all’erogazione di una prestazione di prevenzione per il tumore caratterizzata da una definizione dei tempi ancora “ambigua”.

Protagonista, suo malgrado, una signora di Spadola che si è vista recapitare nelle ultime ore una lettera di convocazione a visita per sottoporsi a «una mammografia bilaterale periodica» da effettuare «nell’ambito del programma per la prevenzione del tumore al seno». La proposta di appuntamento era stata fissata per il 10 gennaio 2018, alle ore 10.45, peccato però che la stessa convocazione sia stata recapitata all’indirizzo della donna, tramite raccomandata postale, questa mattina, con dunque oltre tre mesi di ritardo. La lettera inoltre porta esternamente il timbro dell’ufficio postale datato 11 aprile 2018, circa una settimana fa, ma risulta sottoscritta dalla responsabile del comparto sanitario competente, la dottoressa Teresa Landro, in data 6 dicembre 2017. Bisognerà capire, per evitare ogni rimpallo di responsabilità tra l’Azienda sanitaria vibonese e gli uffici della Posta, quando effettivamente la missiva è stata affidata al servizio di recapito.

La mammografia bilaterale – una radiografia del seno che rappresenta lo strumento principale per accertarsi precocemente della presenza di noduli, microcalcificazioni o altri segni indiretti di una possibile neoplasia – avrebbe dovuto effettuarsi presso la Radiologia dell’ospedale di Serra San Bruno, ed è chiaro che sarà necessaria ora una nuova convocazione.

Una vicenda destinata quindi a suscitare nuove polemiche e potrebbe trattarsi di un caso non isolato visto il numero elevato di donne chiamate periodicamente a sottoporsi agli esami di prevenzione del tumore al seno.

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