Oliverio, già da tempo, ha messo nel mirino il commissario ad acta Massimo Scura, e in questa lotta al suo fianco si sono schierati 351 sindaci, i presidenti delle 4 Province (Catanzaro, Crotone, Cosenza e Vibo Valentia) e quello della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Molti dei primi cittadini avevano anche presenziato alla conferenza tenuta lo scorso 29 novembre presso la Cittadella regionale. Un’iniziativa che aveva avuto un unico ordine del giorno: la condizione in cui verte la sanità calabrese.

Tutti gli interventi che si sono registrati nel corso dell’assise hanno evidenziato fortissima preoccupazione sullo stato in cui verte il servizio sanitario regionale, condividendo le valutazioni espresse, in apertura della conferenza, dal presidente Oliverio.

«Tutti gli indicatori certificano il fallimento delle gestioni commissariali – si legge in un documento diffuso dallo staff di Oliverio nelle ultime ore –, dal mancato risanamento economico, al rispetto dei Lea, all’emigrazione sanitaria passiva. Tutto ciò, dopo otto anni di piano di rientro e sette anni di commissariamento non è più sostenibile. La conferenza dei sindaci calabresi ritiene urgente il superamento della gestione commissariale e la rinegoziazione del Piano di rientro».

«I sindaci calabresi condividono e dichiarano pieno sostegno all’iniziativa assunta dal presidente della giunta regionale» spiega ancora il documento in cui viene anche riportato, diviso per provincia, il lungo elenco di sindaci a sostegno dell’iniziativa di Oliverio.

Per quel che riguarda il Vibonese, oltre alla sottoscrizione del presidente della Provincia, Andrea Niglia, si registra l’adesione di 44 primi cittadini sui 50 complessivi. Nell’elenco, sempre secondo il documento diffuso dallo staff di Mario Oliverio, mancano le adesioni dei primi cittadini di Brognaturo, Parghelia e San Nicola da Crissa. All'appello non hanno chiaramente aderito il Comune di Nicotera, commissariato dal novembre 2016, quello di Tropea commissariato dal settembre scorso e quello di Filandari, commissariato dal maggio 2016.

Bisognerà capire adesso quali saranno le reazioni dai palazzi romani “amici” rispetto ad un’iniziativa che potrebbe essere arrivata fuori tempo massimo da parte di Oliverio, dimostratosi combattivo rispetto alle precarie condizioni che insistono ormai da tempo sul comparto sanitario regionale solo dopo tre anni dalla data del suo insediamento.