Un’epopea cominciata con un’inchiesta partita nel 2012, anno in cui (a maggio) è stato posto sotto sequestro anche il bacino dell’Alaco, l’incriminata riserva di acqua che rifornisce del prezioso liquido 88 comuni delle province di Reggio, Catanzaro e Vibo. Per i coinvolti nel processo “Acqua sporca” – dove sono stati chiamati a comparire tecnici della Sorical e di alcuni comuni coinvolti, e politici – tra i reati contestati dalla Procura di Vibo c’è anche quello di “avvelenamento colposo di acque” oltre a inadempimento contrattuale, falso, interruzione di servizio e omissione.

Gli imputati coinvolti nel processo sono Sergio Abramo, attuale sindaco di Catanzaro (ex presidente Sorical); Maurizio Del Re e Sergio De Marco (Sorical); Giuseppe Camo (Sorical); Giulio Ricciuto (Sorical); Ernaldo Biondi (Sorical); Vincenzo Pisani (addetto al trattamento acque); Domenico Criniti (ex sindaco di Santa Caterina sullo Ionio); Roberto Camillen (responsabile pro tempore del settore manutentivo del Comune di Serra San Bruno); Pietro e Domenico Lagadari; Massimiliano Fortuna e Fabio Pisani (responsabile pro tempore dell’ufficio tecnico al Comune di Serra San Bruno); Francesco Catricalà (dirigente dell’Asp di Soverato); Fortunato Carnovale (dirigente dell’Asp di Vibo); Rosanna Maida (dirigente prevenzione salute Area-Lea).

Nel processo si sono costituiti parte civile il Comitato civico Pro Serre (rappresentato dall’avvocato Angelo Calzone), Adoc Vibo Valentia (avvocato Paolo Fuduli); Legambiente (avvocato Ambrosio), Codacons Calabria e Articolo 32 (avvocato Claudio Cricenti).