Gli uomini del Nucleo operativo della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura di Vibo Valentia – dopo il caso dei contratti siglati in “extremis”, quasi contestualmente all’azzeramento dei vertici dell’ente – hanno aperto un nuovo filone di indagine, relativo questa volta al valore dell’immobile in cui ha sede proprio l’Aterp vibonese. A darne notizia è stato ieri Il Quotidiano del Sud.

Vi sarebbe, dunque, una consistente anomalia nella quotazione dell’immobile. Lo stabile in cui sono ubicati i locali dell’ente che si occupa della costruzione, dell’assegnazione e della gestione degli edifici destinati alle famiglie meno abbienti, prima degli interventi di adeguamento e ristrutturazione aveva una quotazione di circa un milione di euro, lievitata poi, a lavori ultimati, a 2,9milioni iva inclusa. Ecco perché il maggiore Mario Celso, coadiuvato dal vice Giovanni Torino, ha condotto i suoi uomini nel corso dei giorni scorsi nel municipio cittadino, dove, direttamente nell’ufficio Urbanistica, sarebbero stati acquisiti alcuni carteggi riguardanti proprio lo stabile dell’Aterp.

Al momento non sono emersi ulteriori ragguagli in merito, ma è facile presagire che la nuova indagine possa rientrare nello stesso ambito investigativo avviato nel febbraio scorso, ed afferente agli incarichi esterni messi a contratto – come già detto – poco prima della decadenza, voluta dalla nuova giunta regionale, dell’ex commissario Antonino Daffinà. Tra i beneficiari, secondo quanto emerso, figurerebbero diversi esponenti, militanti e “simpatizzanti” del Partito democratico di Vibo e di altri paesi della provincia. Proprio in merito ai contratti, Daffinà – al cui posto in questi ultimi giorni è subentrato temporaneamente l’ingegnere Pino Raffele, già dirigente tecnico dell’Aterp di Vibo – aveva ribadito come i soggetti selezionati fossero stati individuati da una short list ed utilizzati in funzione delle relative competenze professionali. L’elenco dei soggetti sarebbe poi stato sottoposto al vaglio del dipartimento regionale competente. Gli incarichi al momento restano però sospesi in attesa che sia la Procura ad offrire maggiore chiarezza in merito.