Bagarre ieri in aula alla Camera dei deputati, dove era in corso la discussione sul “Decreto Calabria”, all’interno del quale sono contenute anche norme che cambiano le procedure per il commissariamento delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione.

A finire nel mirino delle opposizioni la proposta di nominare alla guida dell'Asp di Vibo Gianluigi Scaffidi, 68enne reggino già collaboratore della parlamentare grillina relatrice dello stesso decreto sulla Calabria, cioè Dalila Nesci. L’opposizione ha chiesto con veemenza che Scaffidi non sia nominato a Vibo Valentia: «Proprio voi che parlavate di politica fuori dalle Asp state nominando un vostro collaboratore». Dal canto suo, la Nesci ha ammesso che Scaffidi è stato un suo collaboratore, ma a titolo gratuito. «Ora finalmente lo pagate, ma con i soldi degli italiani», rimarcano dai banchi della minoranza Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ad un certo punto si presenta in aula il ministro della Salute, Giulia Grillo: «Non sono io a scegliere i commissari delle Asp, in quanto è il commissario alla sanità che li propone al governatore. Se, poi, non trovano un accordo, se ne occupa il governo». Così prevede infatti il decreto Calabria, ma l’accordo tra il commissario ad acta Saverio Cotticelli e Mario Oliverio non c’è e, di conseguenza, nei prossimi giorni la palla passerà nelle mani del governo. «Dobbiamo dircele le cose - ha rimarcato ancora Giulia Grillo - la Calabria non l’abbiamo guidata noi ma Forza Italia e il Pd, che sono riusciti a nominare dei manager che hanno fatto fallire tutte le Asp. Siete stati voi. Mi urlate “onestà”, ma mi pare che il presidente della Regione del Pd abbia qualche problemino con la giustizia o mi sbaglio?». «In Parlamento non si fanno comizi - la replica di Graziano Delrio dai banchi del Pd -. Qui una parlamentare di Vibo Valentia relatrice di una legge sul sistema sanitario calabrese vuole nominare un suo collaboratore alla Asp di Vibo Valentia».

Dopo altri interventi, il ministro della Salute ha ripreso nuovamente la parola, scusandosi per i toni fuori dalle righe: «Ci tengo a questo provvedimento, fondamentale per i cittadini calabresi. Noi riteniamo che non ci siano conflitti di interessi ma se questo elemento diventa fondamentale per proseguire la discussione in aula della legge, potremmo rinunciare a questa nomina».