Venerdì, 27 Marzo 2015 13:24

La deputata del M5S Dalila Nesci in visita all’ospedale San Bruno

Scritto da Redazione
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L’intenzione è quella di riuscire a formulare un dossier da presentare poi all’attenzione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e del nuovo commissario ad acta Massimo Scura, insidiatosi di recente alla guida della sanità calabrese.

Per questo la deputata del Movimento Cinque Stelle, Dalila Nesci, già da diversi giorni ha intrapreso un tour che la sta portando a visitare i maggiori ospedali ubicati sull’intero territorio regionale. Lo scorso 12 marzo ha aperto l’iniziativa partendo da San Giovanni in Fiore, ospedale di montagna nella provincia di Cosenza; lunedì 16 è stata invece la volta dei Riuniti di Reggio Calabria, mentre il giorno successivo è toccato all'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia e, il 18 marzo, a quello civile di Tropea.

Questa mattina la Nesci ha fatto visita al San Bruno, ospedale di montagna di riferimento per i circa 36mila utenti che vivono nei 19 comuni nell'entroterra Vibonese. Un territorio marginale e debole sotto ogni punto di vista, in particolare rispetto alla rete viaria che non permette affatto veloci e facili spostamenti per le emergenze all’unica autoambulanza in dotazione al nosocomio.

Il San Bruno – struttura cardine quindi per l’intero distretto sanitario di Serra San Bruno – dovrebbe alleggerire il carico del pronto soccorso dello Jazzolino di Vibo Valentia, assorbendo le emergenze meno gravi. Ma, nel concreto, i tagli messi in atto con il Piano di rientro hanno fortemente ridimensionato i servizi offerti. Perché, al di là dei proclama politici, oltre a un pronto soccorso con pochissimi medici che si sottopongono a turni massacranti, nel presidio serrese è rimasta solo una Medicina-Lungodegenza con circa venti posti letto disponibili, mentre i reparti di Chirurgia, Cardiologia e – già all'epoca della giunta Loiero – quello di Ginecologia-Ostetricia sono stati chiusi.

Nonostante l'impegno di molti operatori, l’ospedale spesso si trasforma in un vero e proprio presidio “fantasma” con la forte impossibilità di svolgere anche le funzioni più basilari per via della presenza a singhiozzo dell’unica anestesista attualmente in dotazione al presidio, mentre la pianta organica ne prevedrebbe almeno quattro. Le gravi carenze strutturali e di organico dunque sono all’ordine del giorno. Per capire quale sia la condizione generale degli ospedali vibonesi – trend naturalmente confermato anche a Serra – basta considerare che solo un paziente su tre riesce a trovare un posto letto libero per il ricovero.

Di questo e di molto altro ha avuto dunque modo di discutere questa mattina - accompagnata nel presidio dai referenti del Comitato Civico Pro Serre e dal direttore sanitario della struttura, Livia Barberio - la deputata Nesci, relazionandosi con diversi dirigenti, con il personale sanitario ma anche con alcuni pazienti.

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