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Lunedì, 29 Ottobre 2012 18:52

Non passa il bilancio, De Nisi ko: l'ultimo triste atto della Provincia di Vibo

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DeNisiVIBO VALENTIA - Fine degli spettacoli: tutti a casa. Cala il sipario sulla Provincia di Vibo. L'ultimo triste atto del teatrino della politica vibonese è andato in scena oggi: il Consiglio provinciale, riunitosi in mattinata e terminato intorno alle 17, non ha approvato il bilancio, dunque la giunta De Nisi, sorretta da Pd e Sel, ha terminato anzitempo la sua vita amministrativa e il Consiglio provinciale verrà subito sospeso dal Prefetto, che nominerà un Commissario in attesa dello scioglimento decretato dal Presidente della Repubblica. Ex maggioranza e minoranza si sono trovati in una situazione di pareggio: 12 a 12, bilancio respinto e tutti a casa. Probabilmente De Nisi contava sul voto del consigliere Renato Arone, che però non si è presentato in aula.

In anticipo rispetto alle scadenze previste dal governo nazionale per la soppressione, dunque, finisce così la vita politica di un ente governato per quasi un ventennio dal centrosinistra.

Dal Pd vibonese già arrivano accuse di "irresponsabilità" nei confronti del centrodestra. Vero è che un folto gruppo di consiglieri è stato eletto con il centrosinistra e poi è passato al centrodestra, ma risulta paradossale e poco credibile che il Pd si aspettasse il sostegno dell'opposizione per tenere in vita la Provincia. E' ovvio che l'oppositore non vota il bilancio; più utile, per i democratici vibonesi e per De Nisi, sarebbe chiedersi perchè un'elezione vinta a larghissima maggioranza si è tramutata in una minoranza numerica in Consiglio. Il trasformismo diffuso è una spiegazione, ma c'è da chiedersi, nel caso, chi abbia candidato e portato in consiglio i suddetti trasformisti. La mancata approvazione del bilancio mette ovviamente in una situazione poco rosea i dipendenti e i tanti precari in servizio presso l'ente, ma la responsabilità politica di ciò deve essere ovviamente ascritta al centrosinistra, che non è riuscito a mantenere la maggioranza e che negli anni ha governato l'ente creando un numero abnorme di precari. Una situazione di crisi acclarata, aggravata dal famigerato ammanco su cui indaga la Procura, che ha portato l'ente sulla soglia del dissesto economico-finanziario. A quel disastro, oggi, se n'è aggiunto uno prettamente politico, ma le conseguenze, come tra l'altro è stato finora, ricadranno solo su lavoratori e cittadini. 

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