Sabato, 13 Ottobre 2018 15:08

Provinciali, l'accusa di Piromalli: «Nel Pd giochi di potere in vista delle Regionali»

Scritto da Bruno Greco
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Il triste balletto sul cadavere della Provincia di Vibo descritto dal Vizzarro nelle scorse settimane (qui l'articolo) alla fine si è concretizzato durante la formazione delle liste per le elezioni provinciali del prossimo 31 ottobre. Giovedì scorso sono stati ufficializzati i candidati che correranno per la formazione del prossimo consiglio provinciale e, contestualmente, anche le candidature alla Presidenza dell'ente intermedio. Da una parte c'è lo schieramento di centrodestra, composto dalle liste “Rinascita vibonese” e “Forza civica”, che per la Presidenza sosterrà il sindaco di Stefanaconi Salvatore Solano, chiara espressione del senatore forzista Giuseppe Mangialavori che su di lui ha compattato il centrodestra vibonese. Dall’altra le schiere censoriane con la lista targata Pd e la candidatura a presidente del sindaco di Arena Antonino Schinella. A provare a ritagliarsi il ruolo del terzo incomodo c'è anche la lista “Civilmente impegnati”, frutto dell'asse tra l’ex presidente della Provincia, Francesco De Nisi, e l'ex consigliere regionale Pietro Giamborino. Quest'area politica non ha depositato nessuna candidatura a presidente, inoltre la lista ha perso pezzi nelle ore successive alla scadenza dei termini con tre candidati che si sono chiamati fuori dalla competizione, atto puramente politico visto che dal punto di vista legale le liste erano già state consegnate. Si tratta del primo cittadino di Dinami Gregorio Ciccone e dell’assessore Rosa Emanuela Campagna, nonché del sindaco di Spadola (fino alle scorse Politiche di area censoriana) Cosimo Damiano Piromalli. E proprio a quest'ultimo abbiamo chiesto come mai si fosse reso disponibile per una candidatura nel terzo polo (invece che nel Pd) per poi decidere di gettare la spugna dopo il deposito delle liste. «Io non ho mai pensato di candidarmi alle Provinciali con una lista che mi vedesse lontano dal Partito democratico», ha riferito Piromalli che, per cercare di fare chiarezza sulla sua posizione, ha invece ribadito di essere «un tesserato del Pd» e di voler continuare ad esserlo. «Ho partecipato a quasi tutte le riunioni del Partito democratico utili alla costruzione della lista – ha spiegato ancora Piromalli – e, dal mio punto di vista, ho fatto notare che la corsa per le Provinciali per il Pd avrebbe avuto un senso con la formazione di una squadra competitiva, che aprisse le porte anche ad altri schieramenti. Perché, diciamoci la verità, dopo il risultato delle ultime Politiche non si può ancora pensare di continuare sulla stessa strada, ma c’è bisogno di cambiamento e apertura per chiudere con il passato».

Per avere la possibilità di vincere e «fare il bene del territorio» in seno al consiglio provinciale, Piromalli avrebbe quindi voluto puntare su una lista di larghe intese, magari con soggetti centristi. Una strada questa che, stando alle parole del sindaco di Spadola, non sarebbe mai stata categoricamente chiusa nel dibattito politico interno al Pd vibonese ma che, anzi, si sarebbe tentato di percorrere. Ma non è tutto, Piromalli infatti ha aggiunto: «Sono stato vittima di un gioco poco trasparente. Nelle riunioni fatte in seno al Pd, io sarei stato d’accordo a puntare su un nome come quello di Giuseppe Condello. Il sindaco di San Nicola Da Crissa sarebbe stato per me l’uomo giusto del Pd per aprire magari alle forze di centro e creare una squadra per vincere. Dunque, il giorno prima del deposito delle liste, sono stato raggiunto da una persona vicina a Condello che mi ha chiesto l’adesione perché l’accordo tra Pd e altri schieramenti sarebbe stato raggiunto. Io ho detto di sì, stavo anche poco bene… ma il giorno dopo ho scoperto che il Partito democratico era sceso in campo da solo e il terzo polo pure, pur non trovando un nome spendibile per la candidatura alla Presidenza. Dato che io a questi giochi politici non ci sto, ho ritirato la mia candidatura. Per me – ha continuato il sindaco – fare una squadra competitiva e vincere queste elezioni era importante. Anche perché voglio ricordare come, nel recente passato, come amministrazione abbiamo detto “no” al comitato Pro Catanzaro perché per noi la soluzione non è abbandonare la Provincia di Vibo, ma farla rinascere, e questo si può fare vincendo prima le elezioni. Elezioni queste che forse a qualcuno non sono interessate». Nelle dichiarazioni di Piromalli si legge insomma una critica nemmeno tanto velata al modus operandi del Pd che, nelle Serre, continua ad essere dominato dall'ex deputato Bruno Censore: «Nei miei confronti, e non solo, c’è stato anche il solito silenzio del Pd locale e la mancanza di comunicazione tra le correnti di un partito ancora avvezzo a creare progetti in base a simpatie politiche e continuando a mantenersi staccato dal territorio. Da tutto questo ho capito, infine che l’interesse principale di una corrente del Pd non è il territorio bensì i giochi di potere, non riuscendo ancora a fare tesoro del risultato delle ultime Politiche e ricominciare in maniera diversa. A mio avviso, l’uscita in solitaria del Pd che non ha aperto ad altri è stato solo un modo per capire su chi poter contare alle prossime elezioni regionali. Misurare la propria forza. Un espediente vecchio che serve a poco o niente. La mancata riconferma di Censore insegna».

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