mini manifestazione_alaco_20_ottobre_2012Stamattina  il Comitato civico Pro - Serre ed il Coordinamento calabrese Acqua pubblica 'Bruno Arcuri' hanno promosso una manifestazione di protesta davanti ai cancelli della diga Alaco, posta sotto sequestro ormai da diversi mesi dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia per gravi carenze nella gestione e nei controlli dell’acqua “potabile”. Nonostante i provvedimenti della magistratura, la situazione non è mai cambiata. Anzi. L' acqua che sgorga dai rubinetti, dei vibonesi e dei serresi in particolare, infatti, presenta ancora un odore nauseabondo ed un colorito anomalo. Nel corso del sit-in, al quale hanno preso parte centinaia di persone, da registrare gli interventi degli attivisti locali

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mini manifesto_no_alacoRiceviamo e pubblichiamo: Il coordinamento provinciale di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie parteciperà con convinzione alla manifestazione “No Alaco!!!” organizzata dal Comitato civico Pro-Serre e dal Coordinamento calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, che si terrà sabato 20 ottobre alle 10,30 nei pressi del lago Lacina (Brognaturo), proprio dove è sito l’impianto di potabilizzazione dell’Alaco. L’impianto, gestito da Sorical, è stato posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Vibo nel maggio scorso, poiché gli investigatori hanno riscontrato diverse criticità nella gestione e soprattutto una grave mancanza di controlli sull’acqua dell’invaso che, invece, sarebbe per legge soggetta ad analisi continue e molto accurate. La realtà dei fatti è che da quando è entrato in funzione l’Alaco i problemi di non potabilità dell’acqua si sono verificati costantemente e in maniera grave, sia a Vibo Valentia che a Serra San Bruno

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mini IMG00168-20121015-2233_1Nonostante l’impianto dell’Alaco, gestito da Sorical Spa dal 2006, sia stato posto sottosequestro da parte della Procura della Repubblica di Vibo ormai da diversi mesi, la situazione connessa al caso “acqua sporca” non è affatto cambiata. Continuano infatti ad arrivare copiose segnalazioni da parte di cittadini che tuttora ricevono nelle proprie case acqua maleodorante e dal colorito anomalo. Le ultime segnalazioni sono arrivate addirittura da cittadini residenti in abitazioni site nel centralissimo C.so Umberto I, a Serra San Bruno (foto). Di conseguenza l’acqua che dall’Alaco arriva fino alle case di migliaia di calabresi, presenta le stesse identiche deficienze nonostante, appunto, al momento l’impianto sia stato affidato alla gestione di un custode giudiziario.

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mini rubinettoNei comuni del comprensorio, permangono i problemi derivanti dalla non potabilità dell'acqua. Con ordinanza datata 7 settembre 2012, infatti, il primo cittadino di Simbario, Francesco Andreacchi, ha vietato l'utilizzo di acqua potabile ai fini del consumo umano. Un film, questo, già visto a Serra San Bruno. Basti pensare alle decine di ordinanze emesse dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Rosi. Il problema, però, è un altro. Simbario, così come altri ottanta comuni calabresi, dipende dall'invaso dell' Alaco.

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mini diga-alacoConvalidato il sequestro dell'invaso dell'Alaco. Il giudice per le indagini preliminari, Gabriella Lupoli, ha confermato il provvedimento della Procura vibonese che ha riguardato l'impianto che si trova sul monte Lacina e altri 57 siti ad esso collegati. Il sequestro preventivo, scattato il 17 maggio scorso, era arrivato con l'inchiesta condotta dal pm Michele Sirgiovanni e sulla scorta delle indagini dei carabinieri del Nas di Catanzaro e del Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato. 26 le persone indagate, alcune per avvelenamento colposo di acque, tra dirigenti, funzionari e tecnici Sorical, Asp e Arpacal, e alcuni sindaci. L'impianto investigativo ha dunque retto

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mini il_sindaco_di_Serra_San_Bruno_Bruno_RosiSERRA SAN BRUNO – Dopo dieci giorni dallo scoppio della "bomba Alaco" con l'operazione "Acqua sporca" condotta dalla procura, dai Nas e dal Cfs, il sindaco Bruno Rosi emana l'ordinanza di non potabilità dell'acqua sul territorio comunale. Dopo aver ricevuto la comunicazione telefonica da parte della Esi Lab, incaricata di effettuare le analisi dell’acqua, circa «la possibilità che i risultati delle analisi effettuate sui campioni di acqua prelevati, in data 21 maggio, nei punti di prelievo di piazza San Giovanni, piazza monsignor Barillari, via Monte Calvario angolo via Volta, potrebbero non rientrare nei limiti previsti dal decreto legislativo n. 31/01». Considerato che «l’acqua proveniente dal serbatoio Sorical  viene erogata in quasi tutto il territorio comunale» e vista «l’urgente e non procrastinabile necessità di intervenire a tutela della salute pubblica fino a quando non sarà accertata la conformità dell’acqua erogata alle vigenti disposizioni di legge», il sindaco di Serra San Bruno ha emesso una ordinanza  «con decorrenza immediata» per vietare «l’uso dell’acqua potabile ai fini del consumo umano

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mini depliant_alacoSERRA SAN BRUNO – Quella schiuma marrone e putrida che gli attivisti dei comitati civici hanno fotografato sulle sponde della diga Alaco, secondo i tecnici Sorical era dovuta semplicemente alla pressione dell’acqua. Se l’acqua arrivava gialla e maleodorante nelle case dei serresi e dei vibonesi, poi, la colpa era delle condotte dei comuni. I funzionari, gli ingegneri e gli operatori che rispondevano così ai cittadini che hanno potuto visitare l’impianto di potabilizzazione dell’Alaco, oggi sono sotto indagine in seguito al sequestro dell’invaso e di altri 57 siti da parte della procura di Vibo. La situazione che emerge dalla carte dell’inchiesta del pm Michele Sirgiovanni, condotta da Nas e Cfs, è ben diversa da quella che prospettavano gli uomini di Sorical e di Veolia di fronte alle comprensibili proteste dei cittadini. Intanto sono state riscontrate lacune molto consistenti nei controlli: è chiaro, da una parte, come gli uomini Sorical, pur capendo le difficoltà che presenta l’acqua dell’invaso, evitassero di comunicare i problemi ai comuni

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mini sequestro_alaco_2Di seguito il comunicato stampa diffuso dal Comitato civico Pro-Serre dopo la conferenza stampa tenutasi oggi pomeriggio nei locali dell'associazione "Il Brigante" con i responsabili del Coordinamento regionale acqua pubblica "Bruno Arcuri": L' inchiesta odierna della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, che ha proceduto al sequestro dell'impianto di potabilizzazione dell'Alaco, rappresenta una battaglia vinta per il Comitato Civico Pro - Serre e, in particolar modo, per tutti i cittadini che da tempo avevano ravvisato profonde anomalie in quell’acqua putrida e puzzolente che sgorga ogni giorno dai nostri rubinetti. Finalmente l’Alaco, come chiedevamo da mesi, è stato posto sotto sequestro.

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mini sequestro_alacoQuella di Vibo Valentia è una delle prime procure italiane a contestare il reato di avvelenamento colposo di acque. Il Procuratore Capo Mario Spagnuolo lo ha rilevato stamattina in conferenza stampa, spiegando anche che c'era l'urgenza e l'obbligo giuridico di procedere al sequestro. Al suo fianco c'erano il Pm che ha condotto l'inchiesta, Michele Sirgiovanni, il comandante provinciale del Cfs, Lorenzo Lopez, il comandante del Reparto operativo dell'Arma dei carabinieri di Vibo, Vittorio Carrara, il comandante dei Nas di Catanzaro, Giovanni Trifirò. Il lavoro degli investigatori va avanti da molto tempo

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mini schiuma-acqua_alacoSERRA SAN BRUNO - Mentre presso la Procura vibonese è in corso la conferenza stampa sul clamoroso sequestro dell'invaso dell'Alaco, si cominciano ad apprendere i primi particolari sull'operazione che stamattina ha portato i carabinieri dei Nas e gli uomini del comando provinciale del Cfs a sequestrare, oltre all'invaso, l'impianto di potabilizzazione e diversi serbatoi dislocati nei comuni che si riforniscono di acqua dall'Alaco. I 26 indagati sono: Sergio Abramo

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