municipio serraNé la Regione, né il Governo hanno ottemperato agli impegni assunti riguardo alla copertura finanziaria di sussidi, integrazioni e assegni familiari per tutto il 2014 e per il saldo degli arretrati. Di conseguenza, anche a Serra San Bruno, sull’onda delle iniziative in corso ormai in molti Comuni della Calabria, dalla giornata di oggi i lavoratori precari Lpu ed Lsu in organico all’ente comunale, hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione e di rimanere in assemblea permanente fino alla manifestazione del prossimo giovedì 25 settembre che si effettuerà presso la sede dell’assessorato regionale al Lavoro in via Lucrezia della Valle a Catanzaro e a cui aderiranno migliaia di precari di tutta la Calabria.

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mini 1538713_10202904595727619_7789417547659384432_nCi abbiamo creduto. Entrambi i soggetti avevamo fortemente voluto questo incontro, dopo mesi di lavoro comune nella distribuzione dei prodotti agricoli della Piana di Gioia Tauro attraverso oltre venti Gas del nostro territorio e con il concorso del Distretto di economia rurale solidale (che ci ha portato in dote da ormai un anno le relazioni con i produttori del Parco agricolo Sud Milano). 

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sette paia di scarpeSERRA SAN BRUNO - Sette paia di Scarpe, la prima fatica letteraria della giovane archeologa serrese Eliana Iorfida, sarà presentata domani, sabato 29 marzo, a partire dalle ore 17.00, a Serra San Bruno nei locali di Palazzo Chimirri.

Interverranno all’evento Bruno Rosi, sindaco di Serra San Bruno; Giovanni Bruno, prefetto di Vibo Valentia; Franca Falduto, responsabile delle consulte studentesche - Ufficio Scolastico Regionale; Demetrio Crucitti, direttore Rai Calabria; Paola Gaglianone, Rai Eri; Mario Bozzo, già presidente della commissione regionale del Premio Letterario "La Giara" e presidente della Fondazione Carical; nonché l’autrice Eliana Iorfida, Giara d'Argento 2013. Nelle vesti di moderatore il professor Tonino Ceravolo. 

Il libro nell’agosto scorso si meritò “la Giara d’Argento”, un importante riconoscimento assegnato al romanzo nell’ambito dell’edizione 2013 del Premio Letterario “La Giara” indetto da Rai Eri; una preziosa opportunità di scouting per scrittori esordienti al di sotto dei 39 anni, la cui premiazione è avvenuta nello splendido scenario della Valle dei Templi di Agrigento.

«Sette paia di scarpe – si legge nella motivazione che spinse la prestigiosa giuria alla consegna del premio – è la storia di Ahida e della sua adolescenza, che sullo sfondo della guerra arabo-israeliana del 2006, ci trasporta in un mondo arcaico, rurale, destinato a metamorfosi profonde, senza tuttavia rinnegare i valori di una tradizione millenaria. Eliana Iorfida, narrandoci la vita del piccolo villaggio nella Jazeera siriana, ci descrive, senza giudizi morali o politici, una società dettata da rigide leggi patriarcali, di cui riconosce i limiti, la durezza, ma anche la forza e l’integrità morale. Di quel mondo ci restituisce i colori, la natura, e un senso profondo di humanitas, di collettività, che ci ricorda la genesi delle nostre radici mediterranee».

Il giovane talento letterario ha tratto aspirazione per la stesura del suo romanzo di esordio, durante una delle tante missioni archeologiche, effettuata tra il 2006 e il 2007, sotto la direzione scientifica del Prof. Buccellati (Università della California), in un territorio, dunque, che può senza alcun ombra di dubbio essere annoverato tra i più caldi e sventurati al mondo. Nonostante i tanti impegni quotidiani, Eliana inizia a scrivere il suo romanzo, in maniera intermittente, nel 2008, lasciandolo in sospeso più volte. Poi nel 2012, una volta ultimata, decide di inviare la sua opera alla sede Rai di Cosenza per prendere parte al concorso. Tra gli autori di riferimento della giovane autrice serrese, Corrado Alvaro, che la stessa Eliana Iorfida riconosce peculiare per essere stato «tra i primi a cogliere l’omogeneità della tradizione mediterranea, la comunanza del Meridione d’Italia coi paesaggi e i volti che popolano la sponda opposta e che io stessa ho potuto apprezzare».

 

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Domenica, 09 Febbraio 2014 14:14

A Serra e dintorni si torna ad emigrare

serraSERRA SAN BRUNO – Non hanno più in mano le valige di cartone che, molto spesso, abbiamo visto nelle “foto vintage” di emigrati senza tempo e senza età. No. Ma le scintille di sofferenza e povertà che si leggono negli occhi dei migranti dal sud, sono sempre le stesse. E anche se oggi si emigra col trolley, la partenza viene vissuta, senza eccezione, come una sorta di “violenza”. Tant’è, che allo sguardo meticoloso di chi parte, anche gli alberi sembrano piegarsi su se stessi - quasi un inchino - per dare un addio.

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mini mimmo_lucano«Se toccano me non ho problemi, posso anche resistere ai proiettili. Ma non devono toccare la mia famiglia». Queste le parole di Domenico Lucano sindaco di Riace, dopo che il figlio Roberto è stato aggredito qualche giorno fa da un uomo che rivendicava il comando su una strada pubblica. Il reato di Roberto? Passeggiare in compagnia del suo cane. Un'aggressione subita senza un plausibile motivo, cosa che secondo Lucano avalla maggiormente la presenza di un'autorità mafiosa.

Intimidazioni, odio razziale, aggressioni, tutto questo nei confronti di un sindaco voglioso di cambiare le cose, senza estremismi o abusi di potere, ma solo con il buon senso e la pretesa di amministrare bene.

Non basta creare circoli economico-culturali virtuosi per avere il consenso di tutti, anzi, è molto più semplice amministrare male e rifugiarsi dietro la retorica dello scarica barile che mettersi d'impegno per fare bene. L'attività amministrativa di Domenico Lucano a Riace, per esempio, ha del virtuoso, dell'innovativo, si fonda semplicemente su principi fondamentali quali il rispetto dell'essere umano. Eppure, ci vuole tanto coraggio ad agire nel giusto. Col sindaco Lucano finalmente, i migranti approdati sulla costa ionica hanno trovato in Riace un porto amico, dove poter vivere senza delinquere per raccattarsi un tozzo di pane. Il modello portato avanti dal sindaco di Riace è anche una spranga per i disumani CPT e una mano tesa all'integrazione. Come fa notare Lucano, un migrante che vive a Riace in attesa d'essere identificato costa allo Stato 20 euro piuttosto dei 60 euro che ne derivano dalla permanenza nei centri temporanei.

Corsi di riqualificazione professionale tenuti direttamente dai riacesi, ripresa delle case abbandonate del centro storico, integrazione e rilancio economico di una cittadina destinata a diventare un non luogo... In cambio di continue intimidazioni e bastoni tra le ruote. Ora il caso di Roberto Lucano che subisce un aggressione senza alcun motivo. Ma, come dire, quello che va di moda oggi d'altronde è il modello Reggio non il modello Riace!

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mini martinoceravoloUn anno. Tanto è trascorso da quel 25 ottobre 2012, quando per un errore, uno sbaglio fatale, Filippo Ceravolo ha perso la vita in un agguato nella strada che collega Pizzoni a Soriano Calabro. Da quel giorno, papà Martino e mamma Anna non riescono a darsi pace. Vogliono che sia fatta giustizia ma soprattutto pretendono che agli assassini di Filippo sia data la punizione che meritano. Non si può morire così. Soprattutto perchè stiamo parlando di giovani. Se, però, molti di essi hanno avuto qualche precedente o problemi con la giustizia, Filippo rispetto a loro rappresenta un'eccezione. Ha pagato soltanto il fatto di trovarsi nel posto sbagliato, con la persona sbagliata. In Calabria succede spesso. Così come capita frequentemente che i media nazionali non danno giusta rilevanza ad un problema che non riguarda solo la Calabria ed i calabresi. Perchè ha ragione un'amica di Filippo, intervenuta nel corso della giornata in sua memoria, organizzata dal Movimento Spontaneo Sorianese, in collaborazione con Libera: «La Calabria non è il ricco Nord, dove anche un semplice furto farebbe scalpore», ha affermato.

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mini pasquale_2Nella ricorrenza del quarto anniversario dalla scomparsa di Pasquale Andreacchi, il giovane amante dei cavalli di cui si sono perse le tracce la sera dell' 11 ottobre 2009, i familiari hanno deciso di ricordarlo con una messa celebrata nella Chiesa dell' Assunta di Spinetto. La funzione è stata officiata dal vice presidente di 'Libera', don Marcello Cozzi.

 

Pasquale scompare la sera dell' 11 ottobre 2009. Dopo essersi ritirato dal maneggio in compagnia del padre Salvatore, intorno alle 19 esce per comprare le sigarettem senza però rincasare. La mattina seguente, la madre, Maria Rosa, non vedendo Pasquale a letto, inizia con il tam-tam di telefonate a parenti e amici per capire se qualcuno lo avesse visto, senza avere notizie.

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mini sanitRiceviamo e pubblichiamo:
 
Le parole chiave dello spot pubblicitario che in questi giorni viene trasmesso dalle reti radio e televisive locali, tappezzate sui cartelloni pubblicitari, che chiunque avrà visto, sia nella cittadina di Serra San Bruno sia in tutti i grandi centri regionali, avrebbero dovuto essere: Piano di Rientro, Ridimensionamento, chiusura di Strutture e Presidi Ospedalieri, tagli ai Servizi Sanitari, al Personale Medico e Paramedico, ticket e aumento dei farmaci. 
Questa pubblicità viene proposta proprio nel nostro territorio dove per cattiva sanità e per la quasi chiusura del nosocomio serrese siamo ridotti al lastrico. Liste d’attesa lunghissime, pronto soccorso intasati, mancanza di strumentazione adeguata, carenza di personale, mancanza di autoambulanze e mezzi di primo soccorso, casi di malasanità, emigrazione sanitaria.
Un territorio come il nostro ricco di grandi potenzialità versa in uno stato di degrado e abbandono impressionante, colpa delle istituzioni che ostacolano e bloccano ogni possibilità di progresso. 
La nostra classe politica certamente merita la qualifica di mediocre. Di peggio in tutti questi anni non si poteva fare. 
La maggior parte dei mali, nella sanità, sono da attribuire alla cattiva gestione. Purtroppo gli effetti più devastanti ricadono proprio sui cittadini o peggio ancora sui pazienti più deboli, cioè quelli affetti da malattie gravi, spesso costretti ad assurde peregrinazioni da un ufficio all’altro o per chilometri e chilometri alla ricerca di uno sperduto posto in un letto di ospedale dove realmente possano essere  eseguiti i necessari controlli, gli interventi, le visite, gli accertamenti. Ai disagi dovuti alla carenza di adeguate strutture si aggiungono procedure sempre più complesse per procurarsi le opportune impegnative al fine di accedere ai servizi sanitari di base,  per non parlare dei rinnovi dei piani terapeutici o delle esenzioni dal ticket (senza le quali famiglie con difficoltà economiche o con familiari affetti da malattie gravi, o i disoccupati, sarebbero costretti ad aver paura per l’incombere di un malore o di una malattia perché non saprebbero dire se è peggio la malattia o il compenso economico da dare allo Stato e alla Regione). 
A tutta questa misera e disperata situazione, dulcis in fundo, arriva qualche tempo fa la buona novella: l’Ospedale di Serra San Bruno verrà, - o lo è già – o lo è a metà – o più in là verrà -, chiuso. Cose da pazzi!
Non tenendo conto che in campagna elettorale e nelle feste politiche di piazza si era affermato e assicurato che “l’Ospedale di Serra non sarebbe mai stato chiuso, anzi, sarebbe stato potenziato e riqualificato”. Ma alle bufale in questo paese siamo abituati! 
Da umile cittadino voglio rivolgermi alla parte più razionale di chi prende le decisioni dall’alto, mi voglio appellare alla loro clemenza in nome di 30mila persone, malati, anziani, bambini, madri di famiglia, gente sola senza nessuno costretta a convivere con la paura che se dovesse incombere qualcosa di avverso, le possibilità di salvarsi, con l’ospedale chiuso sono davvero limitate e quasi inesistenti. Tenendo conto che ci troviamo in un circuito montano, dove la viabilità è al limite dell’assurdo, senza mezzi di primo soccorso come dovremmo arrivare a Vibo, Catanzaro, Soverato con un arresto cardiaco in corso o con una emorragia celebrale? 
L’episodio dell’80enne pensionato Bruno Pelaggi, ci dovrebbe far riflettere, morto a causa di un infarto nel cortile di un supermercato, situato nei pressi dell’ ospedale “San Bruno”, dopo essere stato colto da malore. L’anziano dopo il malore si è accasciato a terra e i titolari dell’ esercizio commerciale hanno dato subito l’allarme, ma l’unica ambulanza presente al locale nosocomio, che soddisfa le esigenze di oltre 30mila persone, era impegnata in un altro servizio.  A prestare soccorso al pensionato è stata un’ altra ambulanza proveniente da Soriano C., giunta sul posto dopo circa 40 minuti.
Mentre i fatti ci dimostrano, come è successo invece con la signora Rosa Rita Zaffino, colpita da 13 arresti cardiaci e salvata dall’arrivo tempestivo e dall’ottimo lavoro svolto dal 118 dell’Ospedale di Serra San Bruno. Ciò a dimostrazione che anche in Calabria abbiamo eccellenze di buona sanità, e il presidio ospedaliero di Serra in passato è sempre stato fiore all’occhiello della buona sanità calabrese.  
Tenendo anche in considerazione il fatto che non si tratta solo di una cittadina ma che sull’Ospedale di Serra si appoggia gran parte del circondario vibonese e il circondario delle Serre, ben 19 comuni, si parla, quindi, di un bacino di utenza di oltre 30mila persone.
Per tutta questa gente l’ospedale di Serra San Bruno è Vita!
 
Vito Carello
  
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mini prostituzioneLa prostituzione adolescenziale spontanea, un fenomeno in preoccupante ascesa anche nei nostri territori. Una “scelta di vita” inquieta. Figlia del bisogno, del malessere o di disturbi comportamentali trascurati. Un dramma crudo che si modella lentamente e cresce, tra l’indifferenza ed il silenzio generale. Storie che tutti guardano, pesano e giudicano, ma senza agire. Senza trovare il coraggio di denunciare. Una ferita aperta che, sulle vittime, a lungo termine, causerà danni irrimediabili.  
 
La prostituzione adolescenziale sembra stia prendendo purtroppo piede anche nella “tranquilla” Serra San Bruno, così come in altri centri del comprensorio, perché una volta scomparsi i valori morali - nella piena decadenza culturale - non è affatto difficile ritrovarsi a vivere in città socialmente morte.
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La notizia ha fatto il giro non solo della Calabria, ma si è immediatamente diffusa anche a livello nazionale. Pochi giorni fa in via Sharo Gambino, nella periferia del paese, è stato ucciso un cane con un colpo di arma da fuoco. Tutto è avvenuto la sera del 23 agosto, quando i carabinieri della locale Compagnia, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, sono intervenuti in contrada Guido, dove era stata segnalata la presenza di un cane randagio, meticcio, di taglia grande, verosimilmente agonizzante, a seguito del dissanguamento causato da alcune evidenti ferite presenti sulla testa. 

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