C'è anche la presunta corruzione di un alto funzionario del Ministero dell'Istruzione e un incarico a favore di una dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria nell'inchiesta che ha portato 8 persone in carcere e 2 ai domiciliari per accuse che vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione fino al falso in atti destinati all’Autorità giudiziaria, al falso in atto pubblico, all’abuso d’ufficio e all’autoriciclaggio. L’operazione della Procura di Vibo, denominata “Diacono”, è scattata stamattina e ha portato i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale assieme ai colleghi dell’Arma competenti per territorio a eseguire il sequestro di 19 società, operanti nel settore dell’istruzione, per un valore stimato in circa 7 milioni di euro.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Camillo Falvo e dal sostituto Ciro Lotoro, è stata avviata a seguito del ritrovamento, il 2 luglio 2020, di un arsenale di armi (da guerra e clandestine) e un’ingente somma di denaro presso l’abitazione di Pietro Davide Licata, contigua all’Istituto “Accademia Fidia” a Stefanaconi, gestito dalla famiglia Licata. Gli approfondimenti hanno consentito di ricostruire una rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) che, secondo i carabinieri, avrebbe illecitamente prodotto, in cambio di denaro o altre utilità, titoli di studio e attestati (oltre che operato fittizie assunzioni), al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a pubblici concorsi per l’assunzione di personale docente e A.t.a. (Assistente Tecnico Amministrativo).

Queste condotte, a giudizio degli inquirenti, sarebbero state agevolate e rese possibili grazie alla presunta corruzione di un alto funzionario del M.i.u.r, il quale è incaricato, fra l’altro delle attività ispettive e di controllo degli istituti provati accreditati al MIUR. L’indagine avrebbero consentito di fare luce anche su un’ulteriore episodio di presunta corruttela, finalizzato a conseguire l’attribuzione di importante incarico istituzionale nell’ambito del Ministero dell’Istruzione, a beneficio di una dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria.

La misura cautelare della custodia in carcere è stata applicata nei confronti di:
- Davide Pietro Licata, 51 anni, nato a Comiso (Ragusa);
- Jgor Vincenzo Licata, 48 anni, nato a Vibo Valentia;
- Dimitri Maria Licata, 41 anni, nata a Vibo Valentia;
- Carmine Caratozzolo, 49 anni, nato negli Stati Uniti;
- Maurizio Piscitelli, 56 anni, nato a Casalnuovo di Napoli;
- Michele Licata, 77 anni, nato a Comiso;
- Michela Licata, 21 anni, nata a Vibo Valentia;
- Christian Piscitelli, 24 anni, nato a Napoli.

La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata applicata nei confronti di:
- Rossella Marzano, 46 anni, nata a Vibo Valentia;
- Domenico Califano, 39 anni, nato a Reggio Calabria;

Questi sono, invece, gli indagati a piede libero:
- Pietro Amato, 39 anni , nato a Locri;
- Incoronata Bax, 68 anni, nata a Campobasso;
- Maria Rita Calvosa, 59 anni, nata a Roma;
- Giovanni Carbone, 60 anni, nato a Bagnara Calabra;
- Rosa Cilea, 50 anni, nata a Reggio Calabria;
- Patrizia Fazzari, 47 anni, nata in Germania;
- Vincenzo Giovinazzo, 34 anni, nato a Cinquefrondi;
- Antonio Oggiano, 81 anni, nato a Sassari;
- Giovanni Procopio, 71 anni, nato a Montepaone;
- Carlo Pugliese, 69 anni, nato a Spilinga;
- Pasquale Sorrentino, 49 anni, nato a Formia;
- Paolo Tittozzi, 75 anni, nato a Roma;
- Domenico Carrozzo, 42 anni, nato a Tropea. 

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