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Lunedì, 30 Luglio 2012 20:11

'Ma come fanno De Marco e Rosi a sostenere che l’acqua dell’Alaco è potabile?'

Scritto da Redazione
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mini lago_Alaco_sponda_sud-ovestIn relazione a quanto dichiarato dall’ Ing. De Marco, direttore generale dell’area tecnica di SoRiCal, in relazione a quanto denunciato dal Comitato civico Pro-Serre nei giorni scorsi, si precisa quanto segue. 

De Marco, indagato per avvelenamento di acque nell’ambito dell’inchiesta “Acqua Sporca” condotta dalla Procura di Vibo, che ha portato al sequestro dell’impianto dell’Alaco, sostiene che i pozzi situati sulle sponde dell’Ancinale, nel comune di Spadola, sono stati dismessi da molti anni, ma ciò non corrisponde al vero poiché fonti molto attendibili riferiscono che sicuramente fino a tre anni fa, cioè fin quando la SoRiCal non fu estromessa dalla gestione delle acque spadolesi, erano in funzione. Oltre a ciò si dovrebbe spiegare ai cittadini perché questi impianti siano stati costruiti proprio sulle sponde del fiume. Non crediamo certo alle parole di De Marco, perché evidentemente non è proprio lui il soggetto che può sancire la bontà della condotta di SoRiCal e quindi dell’acqua dell’Alaco.

A De Marco, e di riflesso anche al sindaco di Serra San Bruno che sostiene le stesse cose e come lui è convinto che l’acqua dell’Alaco sia potabile e che siamo noi ad essere allarmisti, rispondiamo che basta aprire gli occhi per capire che quell’acqua non sarà mai adatta per essere potabile.

Come si evince dalle foto allegate, scattate il 29 luglio 2012, all’interno della recinzione, proprio sulle sponde dell’invaso, pascolano diversi animali allo stato brado, in particolar modo mucche e cavalli, in numero cospicuo, che quotidianamente entrano in acqua lasciando nell’invaso feci ed urine in grande quantità. Come viene eliminata l’ammoniaca dall’acqua? E come viene potabilizzato il ferro e il manganese rilevato in quantità spesso sopra la norma? Il suolo dell’invaso presenta ancora oggi le prove tangibili della mancata bonifica. Come si evince dalle foto, vi è una grande presenza di ceppaie e arbusti in putrefazione, spesso sommersi dall’acqua. Un’acqua di cui non è mai stata certificata l’idoneità. Il dott. Francesco Russo dell’Arpacal (decreto di sequestro della Procura, pag. 72) dichiara che “le acque sono marroni e con presenza di ammoniaca, ferro e manganese e sono rese tali, probabilmente, dalla vegetazione sommersa nel bacino in testa al fiume che, lentamente è in putrefazione”. Uno stato di cose fotografato inequivocabilmente anche dalle perizie inserite negli atti dell’inchiesta.

L’acqua in questione, piena di vegetali in decomposizione e non trattata adeguatamente  (come si evince sia dagli atti della Procura, sia quotidianamente dai nostri sensi), a cui si aggiunge cloro in quantità, genera delle sostanze micidiali. Come se ciò non bastasse, molti riferiscono che i tubi delle condotte dell’ex Casmez, che attraversavano a cielo aperto la vallata in cui oggi è ubicato il bacino, sono stati sommersi dall’acqua e mai realmente dismessi.

Tutto ciò basta a De Marco? Può smentire ciò che dicono le nostre foto e gli atti giudiziari? E come fa il sindaco di Serra a non capire che, invece di provare a intimidirci con lettere surreali e tentativi di censura, dovrebbe, alla luce di quanto esposto per l’ennesima volta, tutelare la salute dei cittadini e dichiarare l’acqua dell’Alaco non potabile, quantomeno per il principio di precauzione (regolamento CE 178/02)?

Attendiamo che le nostre denunce, confermate dalle prove raccolte dagli investigatori della Procura, dei Nas e del Cfs, vengano smentite da chi ha creato e portato avanti il sistema Alaco, che potrebbe aver causato un avvelenamento di massa di cui forse si capirà la portata solo nei prossimi decenni.

Comitato civico Pro-Serre

30 luglio 2012

foto di Salvatore Federico

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