mini Giuseppe_ScopellitiDopo l'intervento di Scopelliti si è sbloccata, almeno per il momento, la vertenza riguardante i precari in servizio all'Asp di Vibo: i contratti in scadenza saranno rinnovati fino al 31 marzo 2012. La questione delle 31 lettere di licenziamento che erano già partite all'indirizzo di altrettanti precari (di cui 21 medici), ha tenuto banco in questi giorni poichè i sindacati di categoria avevano denunciato, con un'unica voce, che tale provvedimento avrebbe portato alla paralisi la sanità vibonese. Dopo una mannifestazione di protesta, dopo diversi interventi a mezzo stampa da parte di politici vibonesi, dopo l'assemblea dei sindaci, è stato decisivo l'incontro odierno tra il presidente della Regione e la Commissione straordinaria che guida l'Asp di Vibo. "Il Presidente Scopelliti, facendo seguito all’impegno assunto davanti alla Conferenza dei Sindaci della Provincia di Vibo Valentia - informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale -ha incontrato oggi la Commissione straordinaria dell’ASP di Vibo al fine di dirimere la vicenda legata alla imminente scadenza dei contratti di personale assunto a tempo determinato. Il Presidente Scopelliti, dopo aver evidenziato la totale autonomia e responsabilità della Commissione straordinaria nella conduzione dell’Azienda, ha rimarcato la reciproca collaborazione che la stessa Commissione ha voluto instaurare, da subito, con la Struttura commissariale. La situazione che, pur presentando caratteri di specificità per l’ASP di Vibo Valentia, è comune a tutte le Aziende calabresi  è  stata rappresentata dalla Dott.ssa Bonadies, a nome della Commissione straordinaria dell’ASP di Vibo, che ha illustrato le carenze ed i riflessi sul piano assistenziale che si potrebbero determinare, nel breve, a seguito della scadenza dei contratti. La stessa ha tenuto a precisare il quadro legislativo che sovrintende alle decisioni della Commissione. Il Presidente Scopelliti, dal suo canto, ha ribadito la necessità che si mantengano gli attuali livelli di assistenza che costituisce l’ obiettivo comune e prioritario di tutte le amministrazioni, sia in regime ordinario che straordinario, motivo per cui la Commissione ha deciso di prorogare i contratti in scadenza fino al 31 marzo".

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mini mongianaMONGIANA – Il Prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, ha stabilito la proroga di altri tre mesi per la Commissione d’accesso agli atti al comune di Mongiana, al fine di consentire  ulteriori approfondimenti delle indagini che sarebbero di particolare complessità. La Commissione era stata inviata dall’Ufficio Territoriale del Governo nel settembre scorso ed è formata dal Capo di Gabinetto del Prefetto di Vibo Valentia Anna Aurora Colosimo, dal dirigente del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno Domenico Avallone e dal Maggiore dei Carabinieri Vittorio Carrara. Compito dei commissari è quello di passare ulteriormente al setaccio gli atti amministrativi per accertare se esistano le presunte infiltrazioni mafiose ravvisate dalle pregresse attività info-investigative condotte dalle forze dell’ordine, e quindi per accertare eventuali forme di condizionamento che compromettano la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento dell’amministrazione comunale, nonché il regolare funzionamento dei servizi. L'attuale sindaco, Rosamaria Rullo, che si era subito detta serena e disposta a collaborare pienamente con la terna inviata dalla prefettura, è stata già primo cittadino per due mandati consecutivi. Di provenienza democristiana, attualmente nel Pdl, ha vinto alla testa di una lista di centrodestra le scorse elezioni comunali del 2009 per soli 18 voti di scarto contro l’ex primo cittadino Vito Scopacasa, che si era ricandidato alla guida del paese a capo di una compagine di centrosinistra. Continuano quindi le indagini sui comuni del vibonese: dopo Mileto, la proroga giunge anche per Mongiana, mentre proprio poche settimane fa è stato sciolto il consiglio comunale di Nardodipace, con il contestuale insediamento della Commissione ministeriale che guiderà il comune montano per i prossimi 18 mesi. A Fabrizia invece, comune già commissariato per infiltrazioni mafiose, il mese scorso i cittadini sono tornati alle urne e hanno scelto il nuovo sindaco dopo quasi due anni di commissariamento.

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mini Pesce-GiuseppinaSua moglie lo aveva lasciato, e lui, il figlio del boss, tentò di sequestrarla recandosi a casa della ragazza con altre tre persone, armati di kalashnikov, pistola e fucile. Ma la ragazza si salvò pewrchè si era rifugiata altrove. L'episodio sarebbe avvenuto nel 2006, e il protagonista, in negativo, sarebbe Francesco Pesce, figlio di Salvatore, ritenuto il boss dell'omonima cosca di Rosarno. Il racconto del tentato sequestro emerge dai verbali della nuove dichiarazioni della pentita Giuseppina Pesce (foto), sorella proprio di Francesco, depositati dal pm Alessandra Cerreti nel processo alla cosca Pesce in corso a Palmi. Sulla base delle nuove affermazioni della pentita sono state formulate agli imputati nuovi capi di imputazione. Giuseppina Pesce, infatti, ha parlato anche di una rapina compiuta dalla cosca capeggiata dal padre Salvatore in una gioielleria di Rosarno nel febbraio del 2005. Il pm Cerreti ha contestato nuove accuse anche ad un altro imputato del processo, Domenico Varra', impiegato del Comune di Rosarno. Secondo il pm, tra l'altro, Varra' avrebbe fornito ai Pesce moduli prestampati del Comune di Rosarno che sarebbero stati falsificati per certificare rapporti di parentela inesistenti per consentire l'autorizzazione ai colloqui in carcere.

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mini vigili_del_fuocoSERRA SAN BRUNO - Sono stati alcuni passanti, stamattina intorno alle 5, a dare l'allarme per l'incendio sviluppatosi in una palazzina in pieno centro storico e ad allertare i Vigili del Fuoco del distaccamento di Serra San Bruno. La squadra di soccorso ha subito raggiunto Piazza tenente Pietro Tedeschi dove, al terzo piano, su un balcone, si trovava una famiglia intera di sette persone che cercava di rifugiarsi per sfuggire alle fiamme. Con l'ausilio della "Scala Italiana" i vigili hanno subito raggiunto il balcone e hanno tratto in salvo le persone intrappolate. Nel frattempo, il resto della squadra ha sfondato il portone di ingresso del fabbricato e ha così portato in salvo due anziani che si trovavano nell'appartamento ubicato al secondo piano dell'edificio. Successivamente sono intervenute anche le squadre arrivate dal distaccamento di Chiaravalle Centrale e dalla Sede Centrale del Comando, impedendo così che l'incendio si propagasse alle abitazioni limitrofe. Un incendio spaventoso, dunque, che poteva avere conseguenze ancora peggiori di quelle che ha avuto. I servizi sociali del Comune di Serra, intanto, già nella giornata di oggi hanno trovato un sistemazione temporanea per la famiglia che abitava al terzo piano della palazzina e che era rimasta senza una dimora.

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Mercoledì, 21 Dicembre 2011 23:05

Pasolini e i contadini di Ariola

mini pier_paolo_pasoliniSe qualcuno nutrisse qualche dubbio circa l’amore di Pier Paolo Pasolini per il mondo contadino universalmente inteso e non soltanto per quello del Friuli, di cui pure scrisse nelle sue poesie, il rapporto che lo scrittore ebbe con la Calabria può dissipare questa incertezza.  Gli anni in cui Pasolini si dedicò intensamente alla scoperta e allo studio del mondo contadino coincidono politicamente con un momento storico in cui il potere è rappresentato da una Democrazia Cristiana sempre più ipocrita e arrogante a cui si oppone un Partito Comunista sempre più puritano e falsamente progressista. In questo contesto storico, tra il finire degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ‘60, quando nella mente dello scrittore si andava affermando l’idea di realizzare “Il vangelo secondo Matteo”, Pasolini fece un viaggio in Calabria nella zona di Crotone, a Le Castella, dove in parte fu ambientato questo film e dove conobbe alcuni contadini, tra cui Rosario Migale, che nel film interpreterà la parte di Tommaso. Su invito di alcuni giovani ed in particolare di Andrea Frezza, noto regista vibonese, Pasolini fece un giro degli ambienti contadini dell’entroterra. Fu cosi che dopo aver partecipato ad una conferenza nell’auditorium della scuola Don Bosco si recò presso la località Ariola del comune di Gerocarne, dov’era in atto una contestazione contadina contro il potere locale. I contadini erano scesi sul sentiero di guerra contro una giunta comunale guidata dalla DC, che si era resa del tutto insensibile ai bisogni e alle istanze della comunità dell’Ariola che rivendicava strade, collegamenti con il comune principale e la tanta agognata elettricità che era solo una speranza per il mondo contadino dell’epoca. Pasolini partecipò ad una riunione dei contadini che si tenne nel posto telefonico pubblico di proprietà della famiglia Santaguida, e qui ebbe modo di ascoltare i sogni, le speranze, le utopie e soprattutto il disagio dei contadini calabresi e di prendere visone di questo mondo del sud che, ben che fosse sconosciuto ai suoi occhi, era ben conosciuto alla sua coscienza. Lo scrittore si assunse l’impegno di porgere un aiuto ai contadini dell’Ariola e fu così che, una volta ripartito, fece recapitare al comitato una somma di centomila lire che i contadini utilizzarono per costruire un ponte, punto di collegamento tra Ciano di Gerocarne e l’altopiano dell’Ariola. A proposito di questo evento il libro di Gaetano Luciano “Le vie del vento o le rivoluzioni sognate” riporta l’estratto di un articolo di Sharo Gambino del 1968, dal titolo “I marcusiani dell’Ariola”, in cui lo scrittore calabrese scriveva che i contadini dell’Ariola, come protesta formale nei confronti di uno stato che si disinteressava del loro bisogno, inviarono all’uomo nuovo della Calabria Giacomo Mancini, allora ministro dei lavori pubblici, un plico contenente i certificati elettorali, e un contadino sosteneva che “l’unica somma che è arrivata sono state le centomila lire che ci mandò quello scrittore, Pasolini, dopo che venne e vide in che modo viviamo, e con quei soldi abbiamo costruito un ponticello tra Arena e Gerocarne per superare un fossato”. 

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mini Antonio_GentileNon si placa il dibattito scaturito dagli arresti di Reggio di stamattina che hanno visto coinvolto, tra gli altri, un consigliere comunale del Pdl (Giuseppe Plutino) in un blitz contro la cosca Caridi. Il senatore cosentino Tonino Gentile, in una nota, richiama all'obiettività la deputata Doris Lo Moro, che aveva invocato l'intervento del Viminale sul comune di Reggio. ''All'on. Lo Moro, che io rispetto profondamente, che ha chiesto lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria - scrive Gentile - rispondiamo che la nobile questione dell'antimafia non deve diventare sterile strumento di polemica politica quotidiana. Fatti personali di soggetti incensurati vanno inquadrati - aggiunge - con senso di ferrea difesa della legalita' ma anche della presunzione di innocenza. Voglio ricordare all'on. Lo Moro che a Cosenza, alla Provincia ed al comune di Rende, si trovano indagati per voto di scambio con la mafia consiglieri provinciali che si aggiungono a soggetti coinvolti in operazioni evidenti e che sono stati negli uffici di collaborazione della Provincia: eppure nessuno del centrodestra ha chiesto lo scioglimento degli enti. Bisogna essere obiettivi ed orizzontali quando si parla di antimafia e di accesso agli atti - afferma ancora Gentile - sapendo che e' necessario bonificare le istituzioni senza per questo trarre conclusioni frettolose e inveritiere da operazioni che non hanno collegamento con i vertici dell'istituzione, com'e' accaduto oggi a Reggio Calabria''.

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mini orsola-fallara

E' indagato per falso in atto pubblico per la vicenda tristemente nota come "caso Fallara" - l'indagine sul buco riscontrato nei conti del comune di Reggio - ma si dice "sereno" ed è convinto di aver chiarito la sua posizione. Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, uscendo ieri dal Cedir, il palazzo della Procura, ha ostentato tranquillità: "Ho soltanto chiarito la mia posizione rispetto alle vicende contestate - ha spiegato -  evidenziando, così come è scritto dagli stessi ispettori ministeriali, il distinguo tra le competenze, che sono gestionali in capo ai dirigenti, e quelle in capo alla politica. Ho dimostrato in maniera chiara la mia estraneità alla vicenda". Scopelliti è stato interrogato per quasi due ore dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Ottavio Sferlazza e dai pm Sara Ombra e Francesco Tripodi. Il contenuto dell'interrogatorio è ovviamente top secret, ma il breve commento che Scopelliti ha affidato ai cronisti lasciando la Procura è pesante, e l'interpretazione necessariamente univoca. L'ex amatissimo sindaco del comune di Reggio, eletto e rieletto a furor di popolo, ha apertamente scaricato la Fallara, dirigente comunale del settore finanze suicidatasi un anno fa ingerendo acido muriatico.

Era proprio dicembre, infatti, quando la donna, tra i burocrati più vicini a Scopelliti, si tolse la vita dopo essere stata indagata per essersi auto liquidata illegittimamente centinaia di migliaia di euro. Dall'indagine della Procura reggina, tra l'altro, emersero analoghi pagamenti non dovuti da parte del comune all'architetto Bruno Labate, allora legato sentimentalmente proprio alla Fallara. Lo stesso Bruno Labate divenne in seguito il capo della delegazione romana della Regione Calabria, un incarico "parcheggio" in attesa di arrivare a Fincalabra, almeno così ha sostenuto lui stesso spiegando che queste nomine erano arrivate grazie alla mediazione della Fallara nei confronti di Franco Zoccali, oggi dirigente generale della Regione, e di Scopelliti. E' chiaro dunque che Orsola Fallara fosse una persona di fiducia del presidente della Regione, anche alla luce - come scrive Giuseppe Baldessarro sul Quotidiano di oggi - del fatto che essendo una dirigente esterna era stata chiamata a guidare l'ufficio finanze del comune con un incarico fiduciario. Ma, secondo Scopelliti, questa sua fiducia sarebbe stata tradita, e la dirigente avrebbe agito autonomamente. La politica, dice il presidente, non poteva sapere, e quindi tutte le colpe sono della Fallara.


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mini g._plutinoL'arresto di Giuseppe Plutino (foto), 47enne consigliere del Pdl al comune di Reggio Calabria, sta scatenando una nuova bufera sull'amministrazione di Palazzo San Giorgio. Plutino è rimasto coinvolto nell'operazione della Dda scattata stamattina contro la cosca Caridi, ed è stato arrestato insieme ad altre 6 persone tra cui il presunto reggente della cosca, Leo Caridi. Il consigliere comunale, ex assessore all'ambiente, in carica da tre mandati, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e secondo gli inquirenti sarebbe stato il punto di riferimento politico delle cosche Caridi-Libri, che lo avrebbero appoggiato elettoralmente nelle comunali del 2011. In seguito all'operazione odierna e alle altre grane giudiziarie che hanno investito palazzo San Giorgio, le parlamentari Doris Lo Moro (Pd) e Angela Napoli (Fli) chiedono con forza l'intervento del Ministero dell'Interno sul comune di Reggio.

"Apprendiamo dalle agenzie - ha dichiarato la Lo Moro - che è in corso un'operazione della Polizia di Stato per l'esecuzione a Reggio Calabria di sette ordinanze di custodia cautelare in carcere contro altrettanti presunti affiliati alla cosca Caridi, con cui si contesta l'associazione per delinquere finalizzata ad estorsione e danneggiamenti. Apprendiamo, in particolare, che tra gli arrestati vi e' Giuseppe Plutino, consigliere comunale di Reggio Calabria del Pdl in carica da tre mandati. Mi chiedo e chiedero' oggi al Ministro dell'Interno, nel corso dell'audizione prevista presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, cos'altro deve succedere perche' si proceda ad una seria verifica di quanto succede a Reggio Calabria''.

Di tenore ancora più deciso è l'intervento della Napoli, componente della Commissione Parlamentare Antimafia: "L’arresto odierno del consigliere comunale Giuseppe Plutino, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione contro la cosca Caridi della ‘ndrangheta reggina - scrive la deputata - credo non possa più esimere il ministro dell’Interno dall’avviare adeguate procedure per lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria per infiltrazione mafiosa. Già nello scorso mese di novembre 2011 dalle indagini che avevano portato all’operazione 'Sistema' contro alcuni presunti affiliati alla cosca Crucitti della ‘ndrangheta reggina, è emerso che per infiltrarsi nel Comune di Reggio Calabria, il capo della cosca, Santo Crucitti, aveva fatto convogliare i propri voti e quelli dei suoi gregari su Pasquale Morisani, attuale Assessore ai lavori pubblici presso il Comune della Città. Sempre nello stesso mese di novembre 2011 l’operazione 'Astrea' ha evidenziato il controllo della cosca Tegano sulla società mista Multiservizi, società municipalizzata, dove il Comune di Reggio Calabria detiene ben il 51% delle quote, e che fino allo scorso anno ha avuto, quale suo consulente, il commercialista Demetrio Arena, attuale Sindaco di Reggio Calabria. Per non parlare di quanto è fin ora emerso dall’ inchiesta 'Meta', con il coinvolgimento di ex consiglieri comunali, di imprenditori affidatari di incarichi e di assunzioni varie da parte del Comune di Reggio Calabria.
Né credo si possa pensare che quanto si nasconde dietro il suicidio della dirigente comunale Orsola Fallara continui ad essere coperto dalle dichiarazioni 'compiacenti di alcuni indagati'.
Ritengo che la misura sia davvero colma e nessuno possa più continuare ne a chiudere gli occhi ne a coprire, omettendo gli adeguati interventi, su quanto sta accadendo a Reggio Calabria".

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mini pignatoneE' durato circa due ore l'interrogatorio del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, sentito in Procura a Reggio Calabria in merito alle note vicende sulla voragine nei conti del comune e sul caso Fallara. Scopelliti, sindaco di Reggio per due mandati, è indagato per falso in atto pubblico, ed oggi pomeriggio è stato sentito in merito a queste vicende dal procuratore capo Giuseppe Pignatone (foto) e dai suoi collaboratori. Ecco le dichiarazioni che il presidente della Regione ha rilasciato ai giornalisti uscendo dagli uffici della Procura: "Ho soltanto chiarito la mia posizione rispetto alle vicende contestate evidenziando, così come è scritto dagli stessi ispettori ministeriali, il distinguo tra le competenze, che sono gestionali in capo ai dirigenti, e quelle in capo alla politica. In qualita' di sindaco - ha aggiunto - ho dimostrato in maniera chiara la mia estraneita' alla vicenda. Sono molto sereno, tranquillissimo. Saranno poi i procuratori che dovranno valutare insieme ai sostituti la mia posizione che a me sembra molto lineare e naturale".

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mini Serra_Certosa_2SERRA SAN BRUNO – Dopo la recente visita di Sua Santità Benedetto XVI, la cittadina della Certosa aspira a diventare, a pieno titolo (lo conferma la visita di due pontefici in 27 anni), una meta importante nell’ambito del turismo religioso. E’ in questa ottica che si inseriscono i progetti del sindaco Bruno Rosi che, oltre al museo delle tre Confraternite religiose per il quale le idee sono in cantiere, non facendo mistero di voler fare entrare la cittadina bruniana nel circuito internazionale delle mete religiose, si è fatto promotore insieme all’amministrazione comunale di un progetto per la creazione di una casa per l’accoglienza dei pellegrini che faranno tappa nella cittadina montana. Il progetto, che rientra nei PISL (Progetti Integrati di Sviluppo Locale), ha visto la luce alla conclusione di alcuni incontri tra i Comuni facenti parte dell’Ambito Alte Serre Vibonesi, che hanno inteso costituire tra loro un partenariato per l’Elaborazione e l’Attuazione del Progetto Integrato di Sviluppo Locale denominato “Alte Serre Vibonesi” con Capofila il Comune di Mongiana. Con la delibera n.87 del 29/11/2011, l’esecutivo cittadino ha dato avvio ai “Lavori di ristrutturazione, adeguamento e completamento di un complesso edilizio da destinare a Centro Accoglienza Pellegrini” che riguarda lo stabile che avrebbe dovuto essere adibito al centro anziani e che non ha mai visto la luce, per un totale complessivo del progetto di 2 milioni di euro, spesa a cui si potrebbe fare fronte con i fondi PISL-POR Calabria FESR 2007/2013, qualora il comune di Serra San Bruno dovesse vincere la concorrenza. «Abbiamo presentato progetti per 3 milioni di euro – ha commentato  il sindaco Rosi – e puntiamo a vincere questo progetto per incentivare il turismo religioso verso la nostra cittadina. Insieme al progetto per i borghi di eccellenza, quest’ultimo, se andrà tutto per il meglio, consentirà a Serra di cambiare volto». 

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