mini carabieniri_notteI carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia della città dello Stretto, nei confronti di 18 persone, ritenute affiliate alla ‘ndrangheta, due delle quali sono state bloccate nel Reggino, mentre le restanti 16 sono oggetto di localizzazione in Svizzera da parte delle autorità elvetiche e saranno arrestate dopo l'estradizione. Le indagini portate avanti dagli inquirenti, rientranti nell’ambito dell’operazione denominata “Helvetia”,  hanno consentito di accertare la presenza in Svizzera, da circa 40 anni, di un'articolazione della 'ndrangheta direttamente collegata alle cosche di Fabrizia (Vibo Valentia) e di Reggio Calabria. Nello specifico, sarebbe stata anche documentata la presenza di alcuni esponenti della ‘ndrangheta in Svizzera, in particolare nella città di Frauenfeld, dove esiste un cosiddetto “Locale”, il cui modello strutturale si rifà sostanzialmente a quello calabrese, al vertice del quale c’era anche il presunto boss Antonio Nesci, di Fabrizia, che operava per il tramite di Giuseppe Antonio Primerano, indicato come il capo del locale di Fabrizia, attualmente detenuto in Italia. In Svizzera, da 40 anni, le cosche gestivano i traffici di cocaina, armi, le estorsioni  e gli omicidi, seguendo le regole decise dalla “Provincia” reggina, con la benedizione di don Mico Oppedisano, l’anziano patriarca di Rosarno indicato come il “capo dei capi” e riconosciuto dagli inquirenti come «il saggio e custode delle regole».

 

 

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mini sanroccoSERRA SAN BRUNO - Nel corso della tradizionale processione per i festeggiamenti in onore di San Rocco, tenuti nella giornata di sabato 16 agosto, la statua del santo non è stata portata a braccia, bensì sistemata su un carrello meccanico spinto dai fedeli.

Insolita decisione quella adottata, dunque, dal "Comitato San Rocco", che si è visto costretto a dare seguito ad una decisione impartita dalla Curia arcivescovile di Catanzaro-Squillace. Il provvedimento si sarebbe reso necessario in seguito ai casi registrati ad Oppido Mamertina, San Procopio e Scido, riguardo ai presunti inchini delle statue dinnanzi alle abitazioni di boss o elementi potenzialmente appartenenti a clan 'ndranghetisti.

La processione si sarebbe potuta svolgere o secondo il rituale "tradizionale" - e cioè portata in spalla da "portatinti" selezionati in un elenco di nominativi indicati in questo caso dal Comitato, da sottoporre al controllo preventivo della Prefettura di Vibo - oppure con il trasporto su un furgoncino. Alla fine, però, gli organizzatori hanno optato per il carrello.

 

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mini spinettoterravecchia«La nostra Calabria rammenta con estremo dolore l’anno 1783 epoca del gran Tremuoto, o a dir meglio, dei Tremuoti, che l’hanno sobbissata»*. Queste sono le parole di don Domenico Pisani, che nel voler tramandare ai posteri «i fatti e le vicende più rimarchevoli» di Serra San Bruno, cominciò a scriverne una cronistoria, “La Platea”. Come ogni zolla di terra della Calabria, anche Serra fu colpita dal tremendo terremoto (il 5 e il 7 febbraio) del 1783. Circa 30 persone persero la vita, e vittima del tremendo fenomeno fu anche la Certosa, che dell’originaria struttura si può notare, oltre le mura, la cinquecentesca facciata in granito.

Dopo che l’intera regione tremò, gli abitanti di Serra San Bruno furono costretti ad abbandonare il centro urbano (attuale Terravecchia) e ad erigere abitazioni di fortuna nella zona oltre il ponte, sull’altra sponda del fiume Ancinale. «E perché il luogo più aggevole – scrive don Domenico Pisani – […] era quello al dilà del Ponte, fino allora incolto, e seminato di Spine (da qui il nome Spinetto ndr) perciò buona parte delle famiglie ivi ricorsero, e si alloggiarono nelle proprie baracche».

Tra gli altri, a stabilirsi nell’appena nato villaggio, anche il vicario don Vincenzo Giancotti «Cancelliere della Curia del Convento, perciò a pochi giorni si formò di Tavole la Chiesa nello stesso luogo dove è attualmente e la quale avea aspetto di Chiesa Parrocchiale» e che assunse il nome di Maria SS. Assunta, dato che la vecchia e omonima chiesa, nel centro abitato distrutto, era ridotta in rovina.

Per circa un anno, la nuova Chiesa assunse la caratteristica di Parrocchia, e le funzioni vennero officiate per tutta la popolazione che vi accorreva. I sacerdoti di Serra, «annojati da una parte, e dall’altra affezzionati verso l’antica Chiesa», la riadattarono alla meglio per riprendere l’esercizio delle funzioni. Ad ogni modo, Il vicario Giancotti – che assisteva nella curia della Certosa – preferiva, per la vicinanza col Convento, la nuova chiesa sorta in località Spinetto, tanto da chiederne, fino ad ottenerlo – col favore del priore della Certosa – il regio assenso per il mantenimento della stessa ivi costruita. «Qual Partito siasi suscitato fra le due popolazioni, e qual contrarietà abbia dimostrato la Popolazione di Serra» sono ancora le parole di don Pisani, che rispetto agli eventi succedutisi lascia spazio all’immaginazione. Ma qui, non entriamo nel profondo delle diatribe tra i fedeli sostenitori della nuova parrocchia e coloro i quali volevano far riprendere l’attività religiosa nell’antica chiesa, oramai conosciuta con il titolo di «Chiesa del Purgatorio». Ad ogni modo, è doveroso raccontare un fatto molto curioso e degno di nota, che qui si riporta per intero: «In conseguenza di tale contrarietà si racconta: Che venuto a piantare la novella Chiesa un Regio Ingegniere di cognome Sig: Morèna, tanto non soffrendo vedere un affezionato all’antica, chiamato Francesco Pisano […] prese costui l’Ingegniere Morèna a colpi di mano prima, e poi lo rovesciò a Terra, producendo un corrispond.? tumulto fra quelli d’amb’i Partiti, che eran presenti, dove si facevano i preparativi per la nascente Chiesa».

A questa, corrisposero altre azioni perpetrate per fermare la costruzione della nuova struttura, cattive ma non del tutto ingiustificate, in virtù del fatto che nel regio assenso s’includeva il trasporto di tutti i sacri arredi dall’antica alla nuova chiesa. Tra questi, anche la statua della Madonna dell’Assunta, storia che racconteremo a breve, in occasione dei prossimi festeggiamenti.

Dai singolari eventi storici sopra descritti, nasce l’atavico “conflitto” tra gli abitanti di Terravecchia e quelli di Spinetto, differenza che, con fare scherzoso, ancora oggi viene rimarcata dalle due popolazioni serresi, sempre pronte a sottolineare, ciascuna da parte sua, le negatività degli abitanti viventi al di là e al di qua dell’imparziale fiume Ancinale.

*Le citazioni tra caporali sono qui riportate testualmente

 

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mini partoIl mese di agosto allietato dagli eventi di musica popolare è oramai una costante calabrese. Nel calderone degli appuntamenti estivi anche il comune di Arena, con il suo “Zicca Janca Fest”, che prende il nome dalla specie autoctona di fagiolo bianco che si coltiva nel piccolo centro del vibonese.

L'anno scorso, la prima edizione promossa dall'amministrazione comunale con le associazioni del luogo, ha visto la partecipazione dell'onnipresente Eugenio Bennato e dei Quartaumentata. Quest'anno, il giovane sindaco Antonino Schinella, ha voluto puntare ancora sull'«etnoturismo», che ogni anno fa spostare migliaia di calabresi, e non solo, verso mete caratterizzate da sagre, concerti di musica popolare, percorsi didattici, tutti incentrati sul mantenimento e la riscoperta delle tradizioni.

Il comune di Arena – che ha inaugurato l'evento nella giornata di ieri con il concerto dei Taranta Jonica – anche quest'anno ha voluto, dunque, ritagliarsi la sua parte all'interno del panorama popolare calabrese. A chiudere la due giorni di festa, ci sarà questa sera ad Arena (ore 22) Il parto delle nuvole pesanti, band tra le più apprezzate del genere popolare calabrese.

 

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mini caldoDopo un inizio d’agosto che ha fatto registrare temperature “piacevoli” e precipitazioni anomale rispetto alla norma del periodo, qualcosa sembra che stia finalmente per cambiare a livello sinottico. Infatti, una figura di alta pressione sta prendendo il possesso del nostro territorio, facendo salire le temperature di oltre 10°C rispetto ai giorni precedenti , riportando la bella stagione anche sul comprensorio delle Serre.

Come abbiamo potuto osservare, già dalle scorse giornate, il tempo è in netto miglioramento, a parte i consueti cumuli che si vengono a formare nelle ore più calde della giornata, e che rappresentano il classico clima estivo delle zone montuose dell’intero arco appenninico Italiano. La mappa dell’indice CAPE, relativa all’energia potenziale convettiva disponibile, ci suggerisce che solo raramente nella giornata odierna avremo modo di vedere il sole scomparire dietro radi cumuli di nuvole.  

Questa stabilità, nei giorni a venire, non sarà scalfita nemmeno dall’ex ciclone Bertha che andrà a colpire buona parte d’Europa e che porterà la prima tempesta autunnale del 2014. Questa calura, rappresenterà la fase più stabile dell’intera stagione estiva, e si prolungherà per almeno 7-8 giorni, nei quali avremo temperature sopra media, in attesa di una nuova rinfrescata che si avrà presumibilmente in seguito a questa fase. Ad oggi, possiamo dire che la consueta fiera di ferragosto di Serra San Bruno, appagherà le migliori attese, per la gioia dei molti turisti che prediligono le nostre amate montagne rispetto al mare e che potranno, dunque, finalmente godersi, allo stesso tempo, i piacevoli giorni assolati e le consuete fresche serate Serresi.

 

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cinghiale in branco 2In seguito alle numerose segnalazioni e alle proteste sollevate negli ultimi mesi da molti contadini, la Provincia di Vibo Valentia, per ridurre i danni provocati dai nutriti branchi di cinghiali alle colture sparse su gran parte del territorio, ha ordinato l'abbattimento di ben 3mila esemplari. Inizialmente era stato addirittura auspicato l’intervento dell’esercito, ma adesso – accantonata la “suggestiva” ipotesi – ad attuare il piano di abbattimento dei cinghiali saranno 88 “selecontrollori”, formati proprio dall’ente provinciale, e che avranno il compito di effettuare battute di selezione ed interventi di controllo venatorio numerico della specie invadente.

A conclusione di un apposito corso formativo, le 88 “doppiette”, già dalla prossima settimana, saranno dunque chiamate ad eliminare 3mila cinghiali in 60 giorni di tempo. La zona da battere rientra nei limiti territoriali afferenti al Parco regionale delle Serre Calabre e di altri centri del Vibonese.

Proprio la proliferazione eccessiva che, soprattutto negli ultimi anni, ha visto protagonisti i cinghiali stanziati nelle montagne del comprensorio, ha rappresentato una gradita sorpresa per i numerosi amanti dell’attività venatoria, ma allo stesso tempo ha portato corposi danni alle colture. I problemi maggiori si sarebbero riscontrati a danno degli appezzamenti agricoli di Serra San Bruno, Nardodipace, Mongiana, Simbario, Vallelonga, Soriano, Sorianello, Gerocarne, Monterosso, Maierato, Pizzo e Zaccanopoli.

I selecontrollori, attraverso prelievi selettivi mirati, avranno quindi il compito di attuare interventi utili a ridurre il numero spropositato di ungulati selvatici presenti sul territorio, in maniera da arginare tutte quelle problematiche che derivano da una smisurata densità di esemplari, per garantire l’incolumità pubblica e limitare i danni alle colture, in aree spesso soggette ad uso antropico.

È stato il prefetto Giovanni Bruno a canalizzare le numerose proteste dei contadini, che per lungo tempo hanno sopportato grosse perdite connesse alle sempre più ricorrenti invasioni di cinghiali e alla relativa distruzione degli insediamenti agricoli. Un provvedimento che pare ormai irreversibile e che è frutto, in particolare, di una cattiva gestione preventiva, che avrebbe potuto, in tempi dovuti, porre freno alla riproduzione dei cinghiali. La mancanza di adeguate operazioni cautelative sarebbe, tuttavia, connessa anche al fatto che, dal gennaio 2010, la Regione Calabria non avrebbe più corrisposto, agli organismi provinciali competenti, alcun sussidio economico per il controllo demografico delle specie selvagge. Ciò, nonostante, annualmente il censimento effettuato dai tecnici del settore abbia documentato un considerevole incremento del numero di cinghiali, stimati sul territorio provinciale in circa 7mila esemplari.

 

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salute e beneContinua il percorso culturale dell’associazione Il Brigante di Serra San Bruno. Questa volta, nell’ambito del programma estivo “Cu resta la Cunta 2014”, sarà la volta della giornata titolata “Salute e bene”, organizzata in ricordo di una personalità simbolo del nostro territorio: il compianto Bruno Tassone, scomparso lo scorso 26 febbraio.

Per l’occasione l’evento prevede un fitto programma che abbraccerà gran parte del corso della giornata. Infatti, fin dal pomeriggio di domani, sabato 9 agosto, dalle ore 16.30, proprio nella piazzetta adiacente alla storica sede de Il Brigante, verrà allestita una mostra con in esposizione alcune delle migliori opere lignee di Bruno Tassone, rinomato artista ed abile sculture, nonostante, già durante l’infanzia, avesse subito l’amputazione della mano destra. Le sculture in esposizione domani appartengono alla linea realizzata da Bruno sul mondo contadino, uno dei filoni preferiti dall’artista.

Poi, dopo la cena sociale a chilometri zero, verso le ore 22.30, sarà la volta del documentario “Simu vinuti di tantu luntanu”, prodotto dalla stessa associazione culturale Il Brigante, frutto di un faticoso lavoro di studio, ricerca, riprese e montaggio durato ben tre anni, con soggetto peculiare i pellegrini delle Serre in cammino verso il Santuario dei Santi Cosma e Damiano a Riace. Un lungo ed emozionante viaggio di devozione, condotto - chiaramente esclusivamente a piedi - dal gruppo di fedeli che ogni anno, durante il mese di settembre, partono all’alba dalle montagne delle Serre verso il reggino, per raggiungere nella mattinata del giorno successivo il Santuario dei due Santi Medici. Viaggio che vedeva Bruno impegnato da molti anni nel ruolo distintivo di “capo pellegrino”.

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reali ferriereOn the news di sabato 9 agosto, a partire dalle ore 10.00, sulle frequenze di rs98, è speciale: “Promozione e valorizzazione della cultura in Calabria”. L'azione sinergica tra la Regione, il Comune e la Proloco di Mongiana, con l'inizio dell’estate ha permesso un notevole incremento di visitatori al Museo delle Reali Ferriere.

Se ne palerà nello studio radiofonico del programma condotto da Antonio Zaffino e Francesca Onda con ospiti, per l'occasione, il sindaco di Mongiana Bruno Iorfida; il professore Danilo Franco, esperto di archeologia industriale ed il presidente della Proloco di Mongiana Francesco Aloi. In collegamento telefonico l'assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri.

Segui il programma anche in streaming all’indirizzo: http://tunein.com/radio/Radio-Serra-RS-980-s3103/
Consulta l’archivio di On the news: http://www.mixcloud.com/OnTheNewsReloaded/

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non ti pagoAl culmine di un ricco calendario di eventi, promosso per i festeggiamenti in onore del patrono San Rocco, sabato prossimo, a partire dalle ore 21.00, ritorna in Piazza Vittorio Veneto, a Simbario, il consueto appuntamento estivo con i ragazzi del Laboratorio Teatrale della parrocchia T.N.S.G.C., impegnati, questa volta, nella rappresentazione di “Non ti pago”, commedia brillante in tre atti, liberamente ispirata all’omonimo capolavoro di Eduardo De Filippo, ma riadattata in vernacolo simbariano.

Protagonisti dell’avvincente trama Ferdinando Quagliuolo (interpretato da Nicola Ciconte) – proprietario di un banco lotto – ed il suo dipendente, Mario Bertolini (Basilio Roti). Punto nodale dell’intreccio la dipendenza patologica di entrambi per il gioco del lotto e la relazione amorosa tra lo stesso Bertolini e Stella (Valentina Ierace), figlia di Quagliuolo. Rapporto affettivo tenuto chiaramente all’insaputa di quest’ultimo. A turbare le vite dei protagonisti una cospicua e contesa vincita al lotto, che finirà per creare non poco scompiglio fra i personaggi di una commedia impegnativa, ma allo stesso tempo dal ritmo coinvolgente ed entusiasmante, capace di mantenere alta l’attenzione del pubblico per tutta la durata dei tre atti.

Il Laboratorio Teatrale della Parrocchia T. N. S. G. C., anche per quest’anno, mantiene, dunque, lo zoccolo duro del team che ha portato in scena le commedie delle estati precedenti. Oltre agli attori già citati, si avvicenderanno sul palco Gina Tassone, alle prese col personaggio di cummari Francisca; Giovanni Parise nelle vesti di Micuzzeriu; Monica Fraietta che interpreterà Margherita; Paolo Timpano nel ruolo di Lorenzo Strumillo; Raffaele Timpano in Don Raffaele Console; Chiara Roti nei panni di Donna Carmela; Vincenzo Battaglia nei panni di Luigi Frungillo ed Enza Figliuzzi in Vittoria Frungillo. Ma la vera novità di quest’anno è che anche la regista Pina Tassone esibirà al pubblico le sue doti da attrice, interpretando il ruolo di cummari Cuncetta. Prezioso anche il lavoro svolto dietro le quinte dall’aiuto regista Angela Casini, mentre si farà di certo sentire l’assenza di Jole Corsaro, distante quest’anno dalla scena, ma comunque sempre vicina all’affiatato gruppo.

Confidando nella clemenza delle condizioni climatiche, l’appuntamento è, quindi, fissato per sabato 9 agosto dalle 21.00, in Piazza Vittorio Veneto a Simbario. L’evento è compreso in un fitto calendario di spettacoli ed attività di intrattenimento, che avrà inizio giovedì 7, a partire dalle ore 21.30 con il “Simbario’s Talents”, esibizione musicale di giovani talenti simbariani; mentre venerdì 8 agosto dalle ore 21.30 sarà la volta della “Sagra paesana” con piatti tipici a base di patate; per chiudere domenica 10 con i “Parafonè” in concerto.

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sala operatoriaLa carenza di anestesisti in organico presso l’Azienda sanitaria di Vibo Valentia sta continuando a provocare forti criticità nelle strutture ospedaliere dell’intero territorio provinciale. Singolare era stato il caso del presidio sanitario serrese, l’ospedale ‘San Bruno’, che nella primavera scorsa, per diverse settimane, si era ritrovato completamento privo di personale preposto allo svolgimento delle attività di anestesia e rianimazione, in quanto i due professionisti presenti in pianta organica si trovavano entrambi assenti dal servizio, causa malattia. La carenza aveva indotto i vertici del presidio a dichiarare il “default”, consigliando, addirittura, il trasferimento dei pazienti considerati gravi verso lo ‘Jazzolino’ di Vibo. L’assenza aveva per altro determinato lo stop delle attività di rianimazione destinate alle urgenze del Pronto Soccorso e del reparto Medicina, agli interventi effettuati nella sala operatoria di Chirurgia e a tutti i casi di Radiologia contrastografica. A distanza di mesi la situazione non è migliorata di molto, visto che attualmente in organico al ‘San Bruno’ vi è un solo anestesista. Condizione, dunque, a dir poco fragile, che rischia ancora oggi di mettere definitivamente ko il presidio serrese.

Per correre ai ripari ed ovviare all’insorgere di nuove pericolose emergenze sanitarie - che potrebbero registrarsi di nuovo oltreché nell’ospedale di Serra, anche in quelli di Vibo e Tropea - il nuovo direttore generale dell’Asp Vibonese, Florindo Antoniozzi, ha emanato ieri un avviso pubblico per la formazione di una graduatoria composta da anestesisti e rianimatori da utilizzare però soltanto per la sostituzione del personale assente per «gravidanza, puerperio e malattia».

Il provvedimento è consequenziale alla delibera dell’1 agosto scorso e prevede, dunque, non il potenziamento delle piante organiche dei tre presidi del Vibonese, ovunque sottodimensionate, ma piuttosto l’identificazione di figure professionali da utilizzare all’occorrenza, ossia quando gli anestesisti di ruolo si trovano impossibilitati a prestare servizio. Sulla questione, piuttosto, di recente era stato sollecitato l’avvio delle attività burocratiche utili alla deroga del famigerato “blocco del turnover”. Necessità più che impellente che era stata riportata nel corso di un incontro istituzionale, tenuto a Roma da esponenti politici del territorio alla presenza del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Un incontro che si è però dimostrato con il tempo un buco nell’acqua, visto che ancora oggi non si è arrivati concretamente ad attuare alcuna deroga al divieto di assunzione di nuovo personale medico e paramedico. Si continua, insomma, a porre in essere interventi soltanto palliativi a favore di una sanità, quella del Vibonese, ormai ridotta al lumicino.

- Ospedale San Bruno in tilt. Proposto il trasferimento dei pazienti da Serra verso Vibo

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